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VISITARE
CAPODISTRIA - INFORMAZIONI E GUIDA. La
più italiana delle città slovene, a soli 21 km da Trieste
ha un bel centro storico medievale affacciato al mare con numerosi edifici
che testimoniano il passato veneziana.
La città di Capodistria ha una
storia e un patrimonio d'arte di particolare valore. Dista solamente 21
chilometri da
Trieste,
quindi è facilmente visitabile. È il principale porto della Slovenia e un
cospicuo centro industriale. Conta circa 25.000 abitanti, in grande
maggioranza sloveni. È presente pero ancora un'esigua minoranza
italiana. Capodistria è costellata di eleganti edifici in
puro stile veneziano, testimoni di secoli di dominazione da parte
della Repubblica di
Venezia.
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Anticamente sorgeva su un'isola
separata dalla terraferma da paludi e saline fino a quando verso la metà del XIX secolo ingenti lavori di bonifica l'hanno collegata al
litorale. Era abitata già in epoca romana, mentre nella successiva età
bizantina, mutò il nome di Capris in quello di Iustinopolis.
Nel Medioevo,
fu a lungo libero comune, anche se
formalmente soggetta ai marchesi d'Istria
o ai patriarchi di Aquileia.
Dal 1278 al 1797 appartenne alla Repubblica di
Venezia, che ne fece la capitale politica e amministrativa dell'Istria
veneta. Fu per secoli il maggior centro culturale istriano, tanto da essere
chiamata l'Atene dell'Istria. Coltivò soprattutto gli studi umanistici. Vi
ebbero sede un seminario e altre importanti istituzioni culturali, alcune
delle quali sono tuttora attive: teatro, museo, biblioteca, ecc.: Fu la
patria, tra gli altri, di Pier Paolo Vergerio il Vecchio, pedagogista; di
Pier Paolo Vergerio il Giovane, teologo, araldo della Riforma; di Santorio
Santorio, medico e scienziato; di Gian Rinaldo Carli, illuminista, studioso
enciclopedico; dello storico Carlo Combi.
Nonostante i cambiamenti del
tempo il centro storico di Capodistria ha conservato il tipico aspetto
assunto durante la lunga dominazione veneta, con calli, campi, broli, volti,
portici e sottoportici; e nei campi, nei cortili, nei giardini, vere da
pozzo; e sulle facciate dei palazzi e delle case, stemmi di podestà e delle
vecchie famiglie nobili, leoni di San Marco e tutto quanto ricorda la
Serenissima. La fisionomia autentica della Capodistria di un tempo la si
coglie, meglio che altrove, nella Calegaria, la via che, partendo dal sotto
portico del Palazzo Pretorio, scende alla Porta Maggiore e al relativo
porticciolo, e che è da secoli la via del commercio e dell'artigianato,
caratterizzata, come le Mercerie di Venezia, dalla presenza di
banchi, negozi , botteghe e, soprattutto, di laboratori di calzolai. In
questa strada, in quelle vicine, in tutto il quartiere circostante, pur in
un ambiente complessivamente piuttosto degradato, ci si imbatte ancora ad
ogni piè sospinto in segni interessanti, in angoli suggestivi, in scorci
coloriti di tono aristocratico o popolare e di prevalente impronta veneta.
Capodistria è ricca di
monumenti e di opere d'arte dell'età medioevale, rinascimentale e barocca.
Nella piazza principale, alla sommità di un modesto colle, sorgono il Duomo,
il Palazzo Pretorio e la Loggia. Il Duomo ha una bella facciata
quattrocentesca ed eleganti portali lombardeschi. L'interno, rifatto
all'inizio del Settecento, conserva pregevoli opere, tra le quali meritano
di essere ricordate almeno le portelle dell'organo di Vittore Carpaccio
(1517) e l'Arca in alabastro di San Nazario di Filippo De Sanctis (1422).
All'angolo destro del Duomo, vi è il poderoso campanile (già torre
romanica), del secolo XII o XIII, con cuspide del secolo XVII. Il Palazzo
Pretorio, originale edificio merlato, risulta dalla fusione e dalla
ricostruzione, alla metà del Quattrocento e rimaneggiata con l'aggiunta di
un secondo piano alla fine del Seicento, è un edificio di grande eleganza, a
sette arcate, adorno del leone di San Marco e di quattro stemmi di podestà
veneti. A un angolo, Madonna con Bambino in cotto, opera votiva per la peste
del 1554-55.
Presso il fianco sinistro del
Duomo, c'è la Rotonda o Oratorio del Carmine (ora Battistero), costruzione
romanica trecentesca. Sul brolo, dietro il Duomo, troviamo il Fontego, uno
dei più begli esempi di arte ogivale a Capodistria. Risale all'età comunale.
L'edificio attuale è del 1392. Vi si conservavano viveri, che venivano
distribuiti a prezzo modico ai cittadini bisognosi in tempo di carestia. È
costellato di stemmi podestarili : oggi è sede dell'Archivio regionale. Sul
brolo prospetta anche la chiesetta di San Giacomo, gioiello dell'architettura gorica minore del Trecento, con protiro e campaniletto in cotto a quattro
bifore.
Capodistria vanta ancora
un'interessante palazzina romanica, Casa Percauz, dal nome dell'ultimo
proprietario, del secolo XIII o XIV, forse un tempo sede di un tribunale;
numerose case gotiche quattrocentesche e cinquecentesche (casa Carpaccio,
Casa Filipputi, Casa Almerigogna, Casa Corner, Casa Da Rin, Casa
Sabini-Grisoni, Casa Cocever, Casa dei Mustacioni), sparse qua e là nel
centro storico, in brolo, lungo la Calegaria e nel quartiere circostante,
con bifore o trifore, alcune con ricche decorazioni pittoriche; case "a
gheffo", di origine toscana, con piano superiore aggettante. Pregevoli anche
numerosi palazzi: rinascimentali, come i palazzi Belgramoni-Tacco (sede del
Museo regionale), Belli, Barbabianca De Franceschi, Pellegrini - De Favento,
del secolo XVI; barocchi, come i palazzi Del Bello, Almerigotti,
Tavesia,
Carli e il Collegio dei Nobili (sede del Liceo- ginnasio "C. Combi"), del
secolo XVII; neo-classici, come i palazzi Bruti, Gravisi,
Pizzarello-
Palama, Orlandini, Madonizza, del secolo XVIII.
Resti delle mura venete sono
ancora visibili al Belvedere, a Porta Isolana, in Calle
Delle Mura. Delle
porte che si aprivano nelle mura è rimasta la più importante, la Porta della
Muda, eretta nel 1516 di fronte al Castel Leone, che sbarrava un tempo il
ponte che univa la città alla terraferma (fu demolito nel secolo XIX). Una
bella fontana, detta Da Ponte, dal nome del podestà che la fece erigere nel
1666, orna l'omonima piazza: è quasi la riproduzione del Ponte delle Guglie
di Cannaregio a Venezia.
Delle antiche chiese della
città, alcune sono state sconsacrate, per lo più in epoca napoleonica, e
trasformate in scuole, ospedali, magazzini. Altre esistono ancora, come la
Chiesa di San'tAnna nel campo omonimo, costruita tra Cinquecento e Seicento,
dove spiccava un tempo il celebre Polittico di Cima da Conegliano
con la
cornice di Vittore da Feltre (1514); vi si possono comunque ammirare alcun e
pregevoli opere di scuola veneta e un bellissimo coro, eseguito
probabilmente nella prima metà del Cinquecento.
Capodistria ha un ricco Museo
Civico da non perdere. A poca distanza dalla piazza principale e dal Duomo.
Conserva frammenti architettonici, lapidi, iscrizioni, opere di scultura e
pittura, testimonianze e documenti, che vanno dall'epoca romana fino all'età
moderna e contemporanea. Notevoli soprattutto le numerose opere dei pittori
veneti, che lavorano a Capodistria, a Pirano
e in altre città della costa istriana nel Quattrocento, nel Cinquecento e
anche più in là (Vivarini, Carpaccio, Girolamo da Santa Croce,
Palma il Giovane, Jacopo da Bassano e
altri).
CATTEDRALE DI SAN NAZARIO Fu eretta nel 1187,
quando la città divenne sede vescovile, e più volte rimaneggiata. La
facciata risalente al XV secolo presenta archi ogivali in stile gotico-veneziano nell'ordine inferiore e un rosone affiancato da pilastri
scanalati in quello superiore, tipicamente rinascimentale. A destra della
facciata s'innalza il massiccio Campanile (XII secolo), usato fino al
XV secolo come torre d'avvistamento. La piramide terminale venne infatti
aggiunta solo nel 1660. Da notare sulla parete settentrionale due portali
finemente scolpiti (XVI secolo), un capolavoro della famiglia Lombardo. L'interno
Barocco (Giorgio Massari, 1716) racchiude lavori di artisti veneziani:
Madonna col Bambino e Santi di V. Carpaccio e Madonna in trono con
Santi di B. Carpaccio nel transetto, e il sarcofago di San Nazario (XIV
secolo), patrono della città, opera di Filippo De Sanctis sull'altare
maggiore. Il tesoro della cattedrale comprende una cassetta in avorio
del IX secolo e numerosi pezzi di oreficeria datati dal XV al XVII secolo.
Poco lontano dalla Cattedrale si trova un edificio romanico a pianta
circolare, il Battistero o Carmine Rotunda, risalente al XII secolo.
Capodistria è così vicina
all'Italia che una visita per la sua storia e la sua bellezza non vi
deluderà.
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