VISITARE
MAROSTICA -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Incanta con la sua monumentale Piazza degli
Scacchi, sulla quale ogni due anni si svolge la suggestiva
Partita a Scacchi con personaggi viventi. Marostica è un
affascinante borgo veneto tutto da scoprire.
Ai piedi
dell'Altipiano di Asiago tra il verde degli ulivi,
Marostica ci appare come una gemma di
perfetta bellezza. Nel giungere in paese si prova
ancora l'impressione di penetrare in un antico
centro medievale: le mura, le porte e le torri
appaiono intatte. Circondato da un fossato ora
asciutto, il Castello Inferiore, costruito
dagli Scaligeri e oggi Palazzo del Comune, si
mostra, con i rossi di tonalità diverse, come una
piccola fortezza a guardia della bella piazza a
scacchiera. |
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Quest'ultima
è nota in tutto il mondo per la partita
a scacchi con pedine viventi in costume, che si
svolge negli anni pari a ricordo di una antica
storia d'amore e di cavalleria. Sul Colle Pausolino, assieme al Castello Inferiore,
si trova il Castello Superiore, di cui restano il mastio
e i portali: i due castelli dovevano essere unificati nel 1372
con un'ardita cerchia di mura e di torri, che ancora oggi
circonda l'abitato. Antichissima doveva essere la produzione e
la lavorazione della lana, affiancata e poi superata a partire
dal '500 da quella della seta e della paglia. Agli inizi del
'700 risale l'introduzione dell'arte della ceramica che non
differisce di molto, se non per alcune caratteristiche locali,
da quelle di Nove e di Bassano. Un cenno a parte merita la ricca
e varia produzione agricola: ulivi, viti, castagni nella zona
collinare, frumento e granoturco in pianura. In modo particolare
va ricordata la produzione delle ciliegie che, a tarda
primavera, da luogo alla colorata Sagra delle Ciliegie
Marosticane.
A ridosso delle prime pendici dell’Altopiano dei Sette Comuni
Marostica si trova sulla Statale che da
Vicenza porta a Bassano del Grappa, a 27
chilometri dal capoluogo e ad una decina dalla città del famoso
Ponte degli Alpini. Alle sue spalle una strada, piuttosto
tortuosa, porta rapidamente ad Asiago. L’origine del nome è
assai incerta, trova un certo consenso l’opinione di un’origine
latina (da un "fundus marostus"?, da "Marii ostium"?) o forse
l’origine del nome discende da qualche parola celtica. Dovette rivestire una notevole importanza strategica nel
sistema difensivo dei "municipia" romani del Vicentino.
La
comunità è ricordata in un documento del 753; ma è al 917 che
risale la prima documentazione scritta, che concerne una
donazione fatta da Berengario della Pieve di Santa Maria e delle
altre pievi della fascia pedemontana dall’Astico al Brenta ai
vescovi di Padova. Del resto, Marostica appartenne alla
giurisdizione dei vescovi di
Padova fino al 1818, quando fu
restituita alla giurisdizione ecclesiastica di Vicenza. Tuttavia
per periodi vari e più o meno lunghi, esercitarono giurisdizione
anche i vescovi di Vicenza i quali, per ricordare una donazione,
concessero la Chiesetta di San Vito (conservata fino al crollo
dovuto al terremoto del 6 maggio 1976) ai monaci benedettini del
Monastero di San Felice in Vicenza. La presenza benedettina, già
attestata, quindi, nella chiesa di San Vito nel 975, trova
riscontro alla stessa data nella Chiesa di Sant’Apollinare, ora
scomparsa, e ancora in un’altra chiesa dedicata a San Benedetto
sorta adiacente a un monastero di monache benedettine sul colle a destra
della strada per Asiago.
Interessanti sono le notizie sulla vita religiosa nel territorio
di Marostica nei secoli XII e XIII. Vi fiorirono infatti
conventi e numerosi ordini religiosi, sia maschili che
femminili. Nella Chiesa di San Sebastiano, annessa a un
convento, a partire dal secolo XV ebbe molta diffusione e
rinomanza il culto di San Lorenzino di Marostica; tale culto
nasceva da una leggenda che raccontava di un fanciullo
"martire", secondo la voce popolare, per un sacrificio rituale
compiuto da ebrei. Se l’episodio non ha naturalmente alcuna base
storica, è tuttavia significativo poiché riflette una mentalità
ostile verso gli ebrei, allora tacciati per lo più di usura. Il
Convento di San Sebastiano, soppresso da Napoleone, è ora
adattato ad abitazione. L’edificio conserva un portale di
Giovanni da Bologna (XIV secolo) e parti del chiostro del
Cinquecento con qualche affresco. Il Quattrocento religioso
di Marostica conobbe anche un grande fiorire di pie
confraternite: una chiesa fondata da una confraternita è la,
oggi sconsacrata, Chiesa di San Gottardo.
L'anno della costruzione del primo castello non è certa,
tuttavia le prime fortificazioni
furono assai antiche. Non è ben definita storicamente
un’investitura in feudo di Marostica da parte dei vescovi di
Vicenza a Ezzelino il Balbo prima del 1140. Più precise sono
invece le vicende storiche che videro nel 1194 la cessione da
parte di Ezzelino il Monaco, di prebende nel territorio e
nell’abitato ai Carraresi di Padova in cambio dell’aiuto da essi
prestato nella guerra contro Vicenza.
Dopo un breve periodo in
cui fu nuovamente in possesso dei vicentini, Marostica venne
ripresa da Ezzelino III che la mantenne fino al 1259, anno della
sua morte. La città, dal 1266 al 1311, rimase sotto la
dominazione dei Carraresi di Padova e qualche anno dopo, nel 1311, passò
sotto quella degli Scaligeri di Verona. Sotto questi ultimi,
l'abitato
conobbe anni bui a causa delle frequenti guerre che vedevano i
veronesi contrapporsi ai padovani. Sotto gli Scaligeri comunque
la costruzione delle fortificazioni della città di Marostica e
del suo castello ebbero grande impulso. Con Cangrande della
Scala infatti furono sviluppate le costruzioni dei due castelli
e le poderose mura che ancora oggi raccordano le due
fortificazioni; di queste opere i resti ben conservati
caratterizzano ancora oggi la città, conferendole un’immagine
inconfondibile.
Nel 1386 agli Scaligeri subentrò Gian Galeazzo Visconti. Nel
1404, quando Vicenza si diede a
Venezia, ebbe fine l’alternarsi
delle Signorie e per Marostica iniziò un lungo periodo di pace,
come per tutto il Vicentino, interrotto soltanto dalla feroce
Guerra di Venezia contro la Lega di Cambrai. Nel 1509, appunto,
la cittadina e il territorio furono occupati dall’imperatore
Massimiliano I e ritornarono sotto Venezia solo nel 1513. I
veneziani a loro volta concessero una maggiore autonomia ai marosticensi, nominando un podestà che dipendeva direttamente dalla
Serenissima e non, come nel resto del Vicentino, da Vicenza stessa. Vale la pena di parlare ora dei monumenti e degli aspetti di
folklore per i quali Marostica è famosa nel mondo e che sono
strettamente collegati alla sua storia medievale e al periodo
delle Signorie: i Castelli e la famosa "Partita a Scacchi".
Castello Inferioriore
Il Castello Inferiore, così detto, sorge nella centrale
Piazza
Castello di Marostica, che ancora oggi vede la colonna sormontata dal Leone
alato di Venezia; al giorno d'oggi è la sede del Municipio. Durante la dominazione
veneziana fu anche la sede del podestà. Risale al XIV secolo, le mura
merlate sono sovrastate da un massiccio torrione. All’interno si
trova un suggestivo cortile con portico e loggia su due lati,
con resti di affreschi. E collegato con mura fatte costruire nel
1372 da Cansignorio e che, cingendo anche il centro
dell’abitato, lo collegano al Castello "superiore", a cui si può
accedere oltre che per una strada rotabile lunga circa due
chilometri, che corre esterna alle mura, anche dall'interno delle
mura stesse, con una passeggiata, tra cipressi e ulivi.
Castello Superiore
Il cosiddetto Castello Superiore di Marostica fu
anch'esso costruito nel Trecento nel periodo
scaligero, anche se le sue fondamenta sono assai più antiche. Di
queste rimangono abbondanti resti, soprattutto ben conservati
sono il Mastio e i portali d’ingresso. Veramente superbo è il
panorama che si può osservare dal piazzale o dalle mura del
Castello superiore su tutta la pianura vicentina.
Partita a Scacchi di Marostica
La piazza di Marostica è resa famosa anche per uno spettacolo tradizionale.
Ogni seconda domenica di settembre, negli anni pari, si svolge
nella piazza centrale di Marostica una Partita di Scacchi in
costume quattrocentesco le cui origini affondano in parte nella
storia e in parte nella leggenda. La partita a scacchi di Marostica si accosta in parte ai giochi all’aperto a sfondo
marziale e celebrativo tipici dell’Italia centrale. Racconta di
una vicenda drammatica con parti recitate in dialetto veneto. Si
tramanda che in un tempo assai lontano due giovani di nobile
famiglia, Rinaldo di Angarano e Vieri da Vallonara si
accorgessero di essere
innamorati follemente entrambi e allo stesso tempo di Lionora
figlia del nobile umanista Taddeo Parisio, castellano di
Marostica.
Le regole non scritte imponeva ai giovani di battersi in duello
per la mano di Lionora, ma il padre della giovane vietò il
combattimento e impose ai contendenti di giocare una partita a
scacchi, gioco nel quale entrambi i giovani eccellevano. Decise inoltre che lo
sconfitto avrebbe avuto in sposa la sorella minore di Lionora,
Oldrada.
Narra la leggenda
che così avvenne, con "generale soddisfazione". Il gioco si
ripete oggi; gli splendidi costumi, il gran numero di
partecipanti e lo scenario originalissimo della piazza sulla
quale incombe la mole del castello superiore rendono lo
spettacolo un unicum nel suo genere al mondo, interessantissimo.
Altri
luoghi di interesse a Marostica
Numerosi sono ancora gli
edifici in particolare religiosi ma anche civili di un certo
interesse storico e artistico che Marostica conserva. Merita di
essere ricordata in modo particolare la Chiesa di
Sant’Antonio Abate quattrocentesca, ricostruita nel 1730-1740, ma sorta
sicuramente per invocare la protezione del Santo nelle frequenti
epidemie che si abbatterono sull'abitato. Conserva un’opera di
Jacopo e Francesco da Ponte Predicazione di San Paolo ad Atene. Un’antica torre di fortezza
risalente al XII-XIII secolo è diventata suo campanile. Dal 1926
è chiesa parrocchiale urbana.
La Chiesa di San Luca in Crosara
del secolo XV conserva una Deposizione di Jacopo Bassano. Tra gli edifici civili meritano
di essere ricordate Villa Agostinelli del XVII secolo, Villa
Dalle Laste del secolo XVIII, ma rimaneggiata profondamente e
soprattutto Villa Torresino, seicentesca, la cui architettura
richiama i modi dell'architetto veneziano Baldassare Longhena.
Se le tradizioni e i monumenti del suo passato rendono celebre
Marostica, la città è oggi proiettata verso un intenso sviluppo
economico a vocazione industriale, ma nel quale l’agricoltura ha
uno spazio e una rilevanza di pieno rispetto. Marostica ha
seguito, in questo, in particolare i modi di sviluppo dell’alto
Vicentino, così ricco di centri industriali
e agricoli allo stesso tempo: Breganze, Thiene, Bassano. A Marostica come nel resto dell’alto Vicentino, si conserva anche
viva la tradizione di un artigianato artistico. Se l’agricoltura
è presente con tutti i prodotti tipici (cereali, foraggio,
ortaggi), la natura del terreno ha dato impulso alla
coltivazione delle ciliege, ed è questo un settore per il quale Marostica gode
di altrettanta buona fama. Grande rinomanza in campo
regionale ha così l’annuale Sagra delle Ciliege, una varietà
delle quali, le marosticane, ha preso il nome dalla cittadina.
Secondaria ma non trascurabile è la produzione dell’uva e del
vino.
L’espansione nel campo industriale ha caratterizzato la città di
Marostica a partire dagli anni '60 del Novecento e ha trovato buone capacità
imprenditoriali nella lunga tradizione artigianale del
Vicentino. Indubbiamente l’attività industriale è ora il settore
trainante dell’economia locale e la produzione comprende i
settori più vari. Quelli di maggiore interesse sono il settore
tessile, l’elettromeccanico, il settore delle costruzioni.
Prevale la piccola e media impresa, spesso le imprese artigiane
hanno carattere familiare.
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