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VISITARE
RIVA DEL GARDA - INFORMAZIONI E GUIDA.
Scendete
dalla nave in questa pittoresca località, all'estremità settentrionale del
Garda, e noterete subito un soffio di Tirolo nell'aria. Percepitelo
sottilmente nell'aroma delle salsicce in cottura, nei menu che pubblicizzano
strudel di mele e wiener schnitzel, nelle serre e nella profusione di piste
ciclabili che accennano alla promessa all'aperto delle vicine Dolomiti.
Il primo colore che viene in mente è il
blu, un intenso blu. É il colore del lago, una perla d'acqua alpina così
grande da sembrare un mare. Acqua blu, così come blu è il colore delle aspre
montagne che sembrano volersi tuffare tra queste stesse acque. Riva del
Garda è un affascinante cittadina ricca di un paesaggio vario e
tranquillo. Fotografia della natura più vera, sospesa tra cielo, acqua e
montagne; accarezzata dai venti freschi dell'estate e protetta da quelli
gelidi invernali. Posizionata a due passi dalle
Alpi del
Trentino Alto Adige ma con un clima mediterraneo, e con i limoni come fossimo in
Liguria.
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Paesaggio unico nel suo genere, come diceva lo scrittore italiano
Giovanni Comisso “la pianura irrigua di fiumi pacati, definita tra
montagne e il mare, è come un ampio letto dove i venti montani si connubiano
a quelli marini?. A chilometri di distanza dal mare, quel che lo sguardo
apprezza è uno spettacolo unico al mondo. Qui il grande “mare? è il lago
di Garda, che ha dato vita ad un territorio da sempre ambito: ieri
passaggio privilegiato di soldati, aristocratici e viaggiatori romantici,
oggi importante località turistica di fama internazionale.
Riva del Garda è un luogo dai molteplici
volti. La raggiunge l'autostrada, comodità dei moderni tempi, e poi
improvvisamente è come ritrovarsi immersi in una natura vergine. Da molti
chiamata regina del Benàco, la località sorge all'estremità del
Lago di Garda, in un angolo protetto dai monti Brione e Rocchetta,
circondata dalla fertile valle del Sarca. Qui, la pista ciclabile
Valle del Sarca è tra gli angoli più suggestivi dell'intero Trentino: 11
km che attraversano il basso corso del fiume fino a raggiungere
Arco di Trento,
e quindi Pietramurata, Sarche e il tratto settentrionale che
collega Torbole con Riva. Accade così che ritrovandosi nello
spettacolare scorcio del Sentiero della Ponale, l'antica strada
tagliata nella roccia che fino al 1992 collegava il centro di Riva al
lago di Ledro (situato in una valle ad un'altezza di 655 metri e luogo
ideale per praticare numerosi sport acquatici), l'animo umano s'immerge in
una emozionante estasi della natura. La pista ciclabile, che si sviluppa in
gran parte su strada sterrata, offre uno spettacolare panorama, con le
montagne che quasi sembrano gettarsi a picco sull'intenso blu del lago.
L'acqua lambisce le barche, così come i palazzi, l'entrata ai profili
cittadini in un vortice di vertigini equilibrate, armonie del tempo.
Oltre la natura, gli scorci storici di
Riva del Garda sono testimoni di un passato glorioso. Il nome di Riva
del Garda probabilmente deriva dal romano 'ripa', che significa riva. In
tedesco la località è nota come Reiff am Gartsee. Sono infatti romane
molte delle testimonianze rinvenute ad oggi. Dai Romani ai Goti, ai
Longobardi, a Franchi, alle potenti dinastie (Scaligeri in primis), fino ai
Vescovi trentini e poi Veneziani e ancora Francesi e Austriaci: il dominio
subito da queste terre è stato forte e intenso, tanto era importante il
crocevia che questi luoghi rappresentavano per l'Europa centrale. Da porto
mercantile a importante centro di scambio per banchieri veneziani e
tedeschi, tipografi ebrei e condottieri. Gli Austriaci ebbero Riva del Garda
in grande considerazione, da
stazione privilegia da degli Asburgo, e
ancora oggi l'aria che qui si respira è di carattere mitteleuropeo.
L'impronta architettonica è certa, la bellezza del centro storico
offre al visitatore momenti di grande attrattiva. Numerose le piazze,
inattesi gli angoli suggestivi. Gli antichi palazzi sono il simbolo di una
continua passione per le arti e l'architettura, iniziata in particolare con
gli Scaligeri, tra le più potenti signorie delle medioevo italiano.
Signori di
Verona dal 1277 al 1387, gli Scaligeri (o famiglia della Scala, altro nome con il
quale era conosciuta) avevano probabilmente origini tedesche, per la
precisione bavaresi; si insediarono in Italia subito dopo l'avvento dei
Comuni con il capitano del popolo Mastino I della Scala,
considerato
il primo signore della dinastia. Tanto fu grande il potere di questa
famiglia, che nel 1336, momento di sua massima estensione territoriale,
dominava una superficie così vasta che Dante Alighieri poté affermare
come a questa famiglia dovesse spettare il compito di unire l'Italia
settentrionale.
Lo stesso Dante dedicherà a Cangrande I della Scala
(abile conquistatore e generoso mecenate, nonché protettore e amico del
sommo poeta), parte della sua Divina Commedia «Magnifico atque
victoriosissimo Domino, Domino Kani Grandi de la Scala, sacratissimi Cesarei
Principatus in urbe Verona et civitate Vicentie Vicario Generali,
devotissimus suus Dantes Alagherii, Florentinus natione non moribus, vitam
orat per tempora diuturna felicem, et gloriosi nominis perpetuum
incrementum.». Anche Boccaccio nel suo Decameron, ne
esprime le doti «Chiarissima fama quasi per tutto il mondo suona, messer
Cane della Scala, al quale in assai cose fu favorevole la fortuna, fu un de'
più notabili e de' più magnifici signori che dallo 'mperadore Federico
secondo in qua si sapesse in Italia».
Con gli Scaligeri Riva del Garda ha
vissuto i momenti più floridi. Erano tempi di importanti banchieri, che
qui arrivarono da tutta l'Italia settentrionale e dalla Toscana,
sviluppandone il commercio. Si vedano i palazzi signorili, le austere
piazze, i portici medioevali che sembrano aprirsi alle acque del lago. Si
vedano le magnifiche chiese e le torri guardiane. Il simbolo più importante
dell'epoca è infatti la Torre Apponale, del XIII secolo, costruita a
scopi difensivi e più volte modificata. Il curioso nome deriva dal fatto che
era stata costruita vicino al porto, in particolare vicino ad uno dei
settori che un tempo lo dividevano, Portus ad Ponalem (gli altri
erano Portus a Desenzano e Portus a Lazise). Si salgano i suoi
165 gradini per una visita mozzafiato sul lago, sulle montagne e sul centro
storico della città. Da quassù è facile orientare le vie animate della
città. Vie strette e tipiche trecentesche, storiche arterie confluenti,
tutte, nelle piccole piazzette urbane. Dall'altura della torre s'intravede
piazza Catena e al centro la statua San Giovanni Nepomuceno,
patrono di Boemia.
Si nota anche il Palazzo pretorio, d'epoca
scaligera, e poco vicino i portici del
palazzo Municipale, del 1482,
la cui storia ha inizio con i Veneziani ma che offre anche, sotto il
portico, epigrafi romane e medioevali. Ai Veneziani si deve anche la
costruzione del Bastione di Riva del
Garda, edificato agli inizi del
cinquecento su una preesistente fortificazione d'epoca passata. Arroccato
nel Dosso dei Germandi, il Bastione è un altro punto panoramico della
città, situato a circa 200 metri sopra la cittadina alle pendici del monte.
Poco prima di arrivare al Bastione, si sviluppa la strada del Ponale
e, circondata da lecci e cipressi, la fortezza che gli austriaci scavarono
nella roccia nel 1914. Da qui è facile avere uno sguardo d'insieme
all'elegante lido di una delle tante spiagge di Riva del Garda e le
piccole barche a vela che lentamente si muovono nel lago. Nella salita per
raggiungere il Bastione troviamo anche la centrale idroelettrica
disegnata Giancarlo Maroni, noto come l'architetto dei laghi.
Maroni è anche conosciuto per i lavori di Villa di Cargnano (nei
pressi di Gardone del Garda), legata a Gabriele D'Annunzio.
All'architetto vennero commissionate molte delle opere di riqualificazione
di Riva del Garda, che dopo la Prima guerra mondiale, divenuta
italiana con l'annessione del Trentino austriaco, dovette affrontare una
consistente ricostruzione urbana, in particolare puntando l'accento
nell'immagine del lungolago, la più rappresentativa della città da un punto
di vista turistico.
Il nucleo antico di riva del Garda
si concentra nei palazzi medioevali, orlati da portici trecenteschi e da
magnifiche piazze bordate dalla acque. Tra il palazzo Municipale e il
palazzo del Provveditore troviamo piazza San Rocco,
alla quale si arriva dalla Porta Bruciata,
nome curioso per un archivolto che sembra non lasciare dubbi sulle sue
origini. La piazza porta il nome della chiesa di San Rocco
eretta nel XVI secolo e ricostruita grazie al rinnovamento urbanistico
seguito dall'architetto Maroni. Piazza 3 novembre è anch'essa densa
di edifici medievali. Si affaccia sul lago sin da tempi antichi, come
denotano i palazzi Pretore e Municipale e la stessa torre Apponale visibile
dalla lontananza sin dal XIII secolo. Un tempo la piazza era chiamata
Piazza
Granda ed era sede dei mercati cittadini, punto focale dello
scambio medioevale.
Sul lago si adagia la Rocca di Riva del Garda,
austera come ai tempi della sua costruzione, il 1124, eretta a difesa del
porto e collegata a piazza Battisti da un piccolo ponte d'accesso, che sin
dall'antichità serviva da passaggio sopra le acque dell'antico fossato.
Costruita grazie ad un accordo tra il principe vescovo Altemanno di Trento
ed i cittadini locali, nel primo XVI la Rocca servì anche da significativo
punto bellico per la campagna militare di Massimiliano I d’Asburgo, che
infatti utilizzò le strutture portuali come arsenale marittimo. All'interno
della Rocca è oggi ospitato il Museo Alto Garda, con le sue sezione
di archeologia, storia e pinacoteca. Si apprezzano in particolare i
ritrovamenti archeologici delle Sei statue stele di Arco, rinvenute nei
pressi tra la fine circa un ventennio fa. All'interno della Rocca si segnala
anche il Family Museum, dedicato alle famiglie con bambini al
seguito.
Piazza San Rocco, Piazza
Garibaldi, Piazza Battisti sono solo alcune delle tante piazze,
con l'ultima affiancata da splendidi palazzi ottocenteschi. Agli inizi del
XIX secolo la località divenne parte dell'Impero asburgico e lo fu
fino al 1918, al termine della prima grande guerra. A Riva del Garda non
possono così mancare le tante, numerose, tracce mitteleuropee, fuse con le
preesistenti influenze veneziane e ricca dei fervori culturali della sua
epoca. Il lago di Garda, perla tra le più belle della natura, è stato
da sempre raccontato dai grandi della letteratura. Catullo,
Goethe, Kafka, D'Annunzio, sono solo alcuni dei grandi
letterati che hanno descritto l'incanto di questi luoghi. Scrisse in
particolare Goethe, durante il suo Grand Tour a fine
settecento, quando
in visita al piccolo
paesino di Torbole, a pochi
chilometri da Riva del Garda: «con che ardente desiderio vorrei che i
miei amici si trovassero un momento qui con me, per poter gioire della vista
che mi sta innanzi!». Con grande precisione, descriveva la costa nord
del lago, in tutta la bellezza dei suoi giardini e le terrazze di agrumi, i
castelli e il panorama che incanta lo sguardo. Anche Heinrich Mann,
si ritrovò a Riva del Garda nel 1893 per cercare un rimedio alla sua fragile
salute (trovandolo nel Sanatorium del dottor Hartyngen); nella località
trovò l'ambiente necessario alla sua vena artistica, concentrata nel “senso
di circostanza magica ed irripetibile? che questi luoghi ispiravano.
Franz Kafka, da parte sua, visitò Riva del Garda nel 1909 per un
soggiorno balneare e per godere di quei luoghi di cui aveva sentito così
tanto parlare. Qui, durante una gita in barca, lo scrittore trovò anche un
fugace amore: una ragazza svizzera di cui egli non dirà mai nulla più.
Scriverà solo dei momenti di piacere, di speranza, tranquillità e bellezza
dei paesaggi. Così scriveva nel suo Diari “Desiderio di inconscia
solitudine. Trovarmi solo di fronte a me. L'avrò forse a Riva?.
Riva del Garda è romantica e speciale.
Vivace e allo stesso tempo tranquilla. Passione per gli sport all'aperto,
anche estremi, e pur anche luogo di silenziose armonie. Vertigini in
equilibrio, estremi inebrianti per lo spirito umano. Le attività outdoor
qui hanno pochi eguali, considerando la varietà: vela, windsurf,
kitesurfing, trekking, nordic walking, climbing, canyoning, parapendio e
tanti chilometri di piste ciclabili per gli amanti della bicicletta. Sono
centinaia i sentieri ciclabili immersi tra boschi, valli e i laghetti. Poi
arriva la sera, e si esce, per ascoltare un po' di musica dal vivo,
sorseggiare un fresco cocktail in uno dei tanti bar lungolago, o
semplicemente, fare una passeggiata in compagnia di un gustoso gelato alla
frutta.
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