Storia di Belgrado
La città di
Belgrado
gode di una particolare posizione
geografica, crocevia tra i paesi dell'Europa centrale e
settentrionale e anche tra l'interno dei Balcani e il Vicino
Oriente, e da sempre ha avuto una grande importanza
strategica. Questa importanza l'ha, da un lato
arricchita, ma da l'altro la resa terra di contesa
continua. Nel corso della sua storia è stata occupata da
40 eserciti, per ben 36 volte è stata distrutta ed è
risorta, ogni volta con un aspetto diverso. Ma vediamo
insieme un excursus dalla storia antica ai nostri giorni.
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Culture neolitiche erano presenti nella zona di Belgrado già intorno
al 7000 a.C, e l'insediamento archeologico di Vinca,
a 14 Km da Belgrado testimonia un storia antica, quando
Vinca era davvero una metropoli europea in ogni senso, il
top della cultura a quell'epoca. I Romani
hanno raggiunto Belgrado nel I secolo a.C., e del 91 d.C., il
campo militare di Singidunum era ben avviato e sede della
legione di Flavio IV.
Nel V secolo, la città cadde sotto gli Unni, i Sarmati, gli Ostrogoti e
altri. Gli Slavi si stabilirono nella zona nel VI secolo,
mentre gli ungheresi attaccarono nel X secolo e
distrussero l'abitato nel 1127. Furono gli Slavi che
rinominarono Singidunum chiamandola Belgrado. Nei successivi
quattro secoli tre popoli si contesero la città: prima
l'Impero Bizantino poi il Regno d'Ungheria e il Primo Impero
bulgaro si succedettero. Nel 1284, i Serbi
conquistarono la città, che andò a far parte del Regno di
Stefan Dragutin. Nei primi anni del XV secolo, Belgrado
divenne la capitale della Serbia sotto il tiranno Stefan
Lazarevic. Con l'aumentare della minaccia ottomana fu
eretto un potente castello e la città cinta da alte mura;
questo permise a Belgrado di resistere agli assedi, anche a
quelli di fine 1400 quando la Serbia cedette agli invasori,
mentre la città resistette fino al 1521, quando fu
assorbita dall'Impero Ottomano. Oggi
restano solo il muro occidentale e una torre della
fortificazione a ricordare il remoto passato.
Alla conquista turca seguì un secolo e mezzo di pace. A
Belgrado vennero ad abitare persone provenienti
dall'Oriente: turchi, armeni, greci, croati ecc. e la
popolazione raggiunse i 100 mila abitanti. Belgrado prosperò
e divenne la città più grande dell'Impero ottomano, seconda
solo a Istanbul per numero di abitanti.
Sotto gli Austriaci, che la occuparono nel 1688 e poi di
nuovo nel 1717, Belgrado acquistò le caratteristiche di una
cittadina occidentale, ma cambiò di nuovo volto nel 1739,
quando i Turchi tornarono al potere.
Ci sono state diverse insurrezioni in tempi più
moderni, nel XIX secolo, occupazioni da parte degli
austriaci e poi di nuovo degli ottomani. La Serbia ha
raggiunto gradualmente l'indipendenza nel 1878.
Belgrado divenne un importante nodo commerciale nella
Penisola Balcanica e la sua popolazione crebbe rapidamente. Nel 1914,
durante la prima guerra mondiale, cominciata quando l'Austria-Ungheria
dichiarò guerra alla Serbia, la città è stata gravemente
danneggiata. Nell'ottobre del 1915 Belgrado fu conquistata
dai tedeschi, dagli austriaci e dagli ungheresi. All'inizio
del novembre del 1918 i francesi liberarono Belgrado,
restituendola ai serbi. Dopo la guerra, Belgrado è divenuta la
capitale del Regno
dei Serbi, Croati e Sloveni. L'area della città, insieme
alle città di Zemun e Pan?evo, costituì regione
amministrativa autonoma.
Il regno di Jugoslavia dal 1918 al 1948
Fin dalla costituzione, nel 1918, della Jugoslavia,
fondata come unione di Serbia e Montenegro alle province già
austro-ungariche di Slovenia, Croazia, Dalmazia e Bosnia ed
Erzegovina (Regno dei Serbi, Croati e Sloveni) parve chiara
la scarsa stabilità istituzionale. Il conflitto fra centralisti (il
governo di Belgrado) e federalisti (soprattutto Croati)
destabilizzò fin dalla nascita e poi dopo, le relazioni
politiche del nuovo Stato. Nel 1921 fu approvata la
costituzione che prevedeva una monarchia ereditaria,
con governo centralizzato. Alessandro I (succeduto a
Pietro I nel 1921) nel 1929 instaurò una dittatura,
sopprimendo i partiti politici e mutando il nome dello stato
in Regno di Iugoslavia. Nel 1934 il re fu ucciso a
Marsiglia da sicari croati contrari al predominio serbo.
L'erede era minorenne e salì al potere il reggente,
principe Paolo. Nel 1939 fu raggiunto un accordo fra il
governo centrale e il partito dei contadini croato per la
creazione di una provincia autonoma di Croazia; l’inizio
della Seconda guerra mondiale non permise, tuttavia, il
consolidamento del regno.
Nel 1941, il governo firmò un accordo con le potenze
dell'Asse, in modo da rimanere fuori dalla seconda guerra
mondiale, ma le proteste della popolazione condussero a un colpo di
stato non cruento che portò alla deposizione di Paolo e alla
salita al trono del giovanissimo erede, Pietro II; ad
inizio aprile Belgrado fu pesantemente bombardata
dalle potenze dell'Asse nel 1944 e poi occupata
dai nazisti. La Jugoslavia fu successivamente invasa dagli
italiani, dai tedeschi, dai bulgari e dagli ungheresi.
Queste forze militari smembrarono il paese: parti della
Slovenia, della Dalmazia e del Montenegro passarono
all’Italia; il Kosovo fu annesso all’Albania (dal 1939 unita
all’Italia); la Macedonia fu data alla Bulgaria; parti della
Voivodina, della Barania e del Medumurje passarono
all’Ungheria; la Slovenia settentrionale fu annessa dalla
Germania, che acquisì anche il controllo della Serbia,
occupata militarmente; furono infine costituiti, come
vassalli delle potenze dell’Asse, uno Stato montenegrino e
uno Stato croato indipendente.
Protagonista della resistenza iugoslava divenne il
partito comunista, guidato dal 1937 dal croato Josip
Broz (Tito). La città fu liberata nel 1944 dall'Armata Rossa e
dai partigiani jugoslavi. Il 29 novembre 1945
il Maresciallo Tito dichiarò Belgrado capitale
della nuova Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia
e negli anni del dopoguerra, Belgrado crebbe rapidamente.
Dopo la morte di Tito
Dopo la morte di Tito nel 1980, il peggioramento della
situazione economica riaccese le spinte nazionaliste. Dal
1981 si sviluppò un’agitazione nel Kosovo, la cui
maggioranza albanese sosteneva la formazione di una
repubblica federata. I Serbi si opponevano, con sempre
maggiore insoddisfazione per la propria condizione nel
quadro istituzionale iugoslavo dove, come nazione
maggioritaria, erano i meno favoriti dalla ripartizione
paritetica delle rappresentanze dove erano i soli ad avere
al proprio interno regioni autonome. Le differenze
economiche tra le più sviluppate Slovenia e Croazia, e le
più povere regioni del Sud, favorì le istanze separatiste
e l'allentamento dei legami unitari. In questo processo
s'insinuò l'ascesa al potere di nuovi dirigenti politici con
forti istanze nazionaliste e grandi ambizioni di potere. Fra
tutti S. Milošević. Considerato uno dei migliori e
più capaci amministratori e funzionari dello Stato della
Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia, fu eletto alle
prime elezioni multipartitiche in Serbia, nel 1990,
Presidente della Repubblica.
Gli anni '90
La Repubblica di Jugoslavia cominciò a disintegrarsi, nel
1991, con conseguenze sanguinose. Gli anni '90 sono
stati caratterizzati in questi luoghi dalle spinte
anti-comunismo, con l'emergere dei partiti di destra,
cosiddetti ultranazionalisti, e dal Partito socialista di
Milošević, che proveniva sì dal Partito comunista serbo,
ma che aveva ripudiato il mito dell'e unità dei popoli slavi
del sud e la difesa di uno stato federale ed era votato a
una politica nazionalista. Nella seconda metà degli
anni Novanta del '900 le repressioni attuate nel Kosovo
e la conseguente guerra civile furono all’origine di un
periodo di pesante crisi. La situazione nel Kosovo peggiorò
e così anche il conflitto tra Serbi e Albanesi, aumentarono
le spinte separatiste in Slovenia e in Croazia, una
vera polveriera! Alla fine del 1990 Slovenia e Croazia
imboccarono la via della secessione, proclamando
l'indipendenza il 25 giugno 1991. A novembre la Macedonia
proclamò l’indipendenza; nel marzo 1992 anche la Bosnia ed
Erzegovina si dichiarò indipendente. Anche Serbia e
Montenegro diedero vita a una piccola Repubblica Federale.
Nel 1999 la crisi è culminata con i bombardamenti da
parte della NATO per punire il regime dell'allora dittatore
Milosevic e la disfatta serba. I bombardamenti
NATO hanno causato gravi distruzioni alla città, che ha
anche registrato un forte afflusso di serbi kosovari fuggiti
dalla loro regione. Milosevic lasciò finalmente il potere nel
2001 e la
Serbia raggiunse la democrazia. Da allora, Belgrado si è
rimodellata come una città moderna, vivace, ricca di fascino
e cultura.
Dal 2003 Belgrado è la capitale di Serbia e
Montenegro, il nuovo Stato nato dalla dissoluzione della
Repubblica Federale di Iugoslavia. Dal 2006 Belgrado
è la capitale dello stato indipendente della Serbia.
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