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TRANI -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Affacciata sul mare con l'imponente Cattedrale romanica che si specchia sul
porto, Trani è una perla medievale tutta da scoprire tra vicoli eleganti, il
Castello Svevo e luci suggestive al tramonto. Ottimo anche il pesce
freschissimo.
Mare e cielo fanno da sfondo ad una bianca cattedrale, le cui tre
absidi richiamano l'immagine di canne d'organo affusolate, che suonano
melodie di tempi remoti: è questo il fulcro di Trani, il cuore
dell'antica città. I visitatori percepiscono ancora i battiti, gli echi di
un passato che si racconta attraverso strade, piazze, edifici e monumenti.
Munirsi di sensibilità e mettersi all'ascolto! Trani guarda ad est e attraverso il mare ha sempre commerciato con
l'oriente riportando in patria influssi e esperienze di mondi lontanissimi.
I crociati partivano in Terra Santa dalla Chiesa dei templari di Trani, oggi
Chiesa di Ogni Santi.
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Un viaggio nella storia di Trani
In
base ad alcuni ritrovamenti archeologici, si è ipotizzato che la città abbia
origini preistoriche, anche se il suo nome compare, per la prima volta,
nella forma Turenum (l'etimologia è legata, probabilmente, al suo
leggendario fondatore, Tirreno, figlio dell'eroe greco Diomede) nella
Tabula Peuntingeriana (copia, risalente al XIII secolo d. C., di un
itinerario romano del IV secolo).
Trani conobbe il suo periodo di maggior splendore durante il Medioevo: vi fu
trasferita la sede vescovile, prima situata a Canosa, la quale
conobbe, nell'813, l'azione distruttiva dell'invasione saracena, minaccia
continua per le coste pugliesi. Ponte fra Oriente ed Occidente, il porto di
Trani rappresentò il punto di partenza e di ritorno di diverse crociate;
intorno all'anno 1000 (anche se il testo giuntoci risale al XVI secolo) vi
furono stilati gli Ordinamenta Maris, regole marittime necessarie per i
traffici commerciali, uno dei più antichi codici marini conosciuti.
La
città appartenne all'impero bizantino fino al XII secolo, quando cadde sotto
la dominazione normanna; in seguito fece parte del Regno di Federico II
di Svevia, imperatore amatissimo in Puglia che vi fondò, nel 1230, il
Castello, cosiddetto “Svevo", la cui costruzione fu terminata nel
1233 (come attesterebbe un'iscrizione posta nel cortile
occidentale, su un
ampio portale). In questo Castello si sposò in figlio di
Federico II, Manfredi, l'ultimo re svevo di Sicilia. Lo splendore
della Trani medievale fu alimentato anche dai commerci e dagli studi degli
ebrei residenti in città, i quali rappresentavano, in quel periodo, il
maggiore insediamento ebraico dell'Italia meridionale. Ancora oggi, nel
quartiere della giudecca, in un intrico di stradine, sono presenti quattro
sinagoghe, considerate tra le più antiche esistenti in Europa. La sinagoga
più antica è quella di Scolanova, del 1244.
Accanto
al castello svevo, arrivando dal mare, la città accoglie il visitatore con
il suo secondo simbolo, la Cattedrale romanica. Costruita a partire
dal 1099, la sua caratteristica principale è quella di essere un esempio
tipico del romanico pugliese. A differenze di altre cattedrali romaniche a
Trani venne costruita una chiesa più slanciata e protesa verso l'alto. La
cattedrale sorge su tre chiese precedenti sovrapposte, l'Ipogeo di San
Leucio, Santa Maria della Scala
e la Chiesa Superiore. La porta di bronzo che abbelliva la facciata
principale si trova oggi, dopo un attento restauro, all'interno della
chiesa; la porta, manufatto molto prezioso, è opera di Barisano da Trani,
lo sculture che per primo portò l'innovazione delle fusioni in bronzo con
figure a rilievo.
Con
Angioini ed Aragonesi (XV - XVI secolo) la città attraversò un
periodo di crisi, aggravato, in seguito, dal dominio spagnolo e dalla
conseguente cacciata degli ebrei, che costituivano il più potente fulcro
economico della società tranese. Trani ritrovò il su splendore fra il XVII
ed il XVIII secolo, quando passò sotto la dominazione borbonica e
acquistò lo stato di capoluogo di provincia, conservato fino all'avvento del
regime napoleonico e di
Gioacchino Murat, che le preferì
Bari (si ricordi l'eccidio del 1799, compiuto dai francesi a
danno della città, rea di aver parteggiato per i Borboni). In seguito al
ritorno dei Borboni, dopo la caduta di Napoleone, la città
recuperò la primitiva egemonia su Bari e nel Regno di Napoli, egemonia che
però perse definitivamente nel primo Novecento, con l'avvento del Fascismo.
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Articolo di Anna Maria Colonna per Informagiovani Italia
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