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ZARA - INFORMAZIONI E GUIDA.
Quello che è adesso anche il nome di noto marchio di abbigliamento è una antichissima città dal grande fascino, con un centro storico con rovine
romane, chiese medievali, caffè cosmopoliti e musei di qualità situati su una
piccola penisola. Non è mai troppo affollata, nemmeno d'estate...
Croazia, una lunga, frastagliata costa che
dall'Istria, superate Trieste e Fiume, raggiunge l'Albania,
separa l'Italia da un lembo di mare, l'Adriatico, e fronteggia
migliaia di piccole splendide isole. Nel suo sud, l'orizzonte
costiero appare libero e la Dalmazia si apre a noi come una perla
preziosa, desiderosa di farsi ammirare. Lo stesso mare in passato serviva da
rifugio ad antichi naviganti, ristoro sicuro dai capricci di un
frequentatissimo Golfo della Serenissima.
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Croazia,
Bosnia-Erzegovina e Montenegro
si contengono la geografia di un territorio dalle connotazioni e
dalla cultura diversificata, nonostante i suoi confini rimangano ancora, per
un verso, incerti. Non possono non venire in mente, man mano che ci si
avvicina a questa antica terra, le parole di Paolo Rumiz lette
poc'anzi "La Dalmazia -
scriveva, percorrendola per intero via mare -
è un puerto escondido che la sera diventa viola, poi rosso spento, con
una fisarmonica che miagola canzoni strappalacrime".
Dolci melodie sembrano suggerire un richiamo lento ed incensante. Quello che
nasce come un breve miagolio si fa sempre più intenso e quello che a prima
vista sembra essere un qualsiasi posto del Mediterraneo, forse
Formentera, Amalfi o Algeri, diventa una combinazione
unica ed irripetibile di Venezia, Grecia, cultura slava, pirateria ed ordine
austriaco.
Solo la Dalmazia poteva concentrare tutto questo, un insieme di
natura e storia, là dove il mare di un blu intenso si ferma solo di fronte
alla forza della terra, fatta di roccia bianca e di verde, tanto verde, e di
profumi di pino marittimo. La storia in Dalmazia l'hanno fatta alcune
grandi città, tra queste Zara (in croato Zadar), la sua
capitale, insieme alle antiche Spalato e Dubrovnik.
Una volta
descritta dai poeti come una "barca
di pietra", per essere situata
su una penisola urbana in mezzo alle acque del mare Adriatico,
la città vecchia di Zara
fonde valori passati e presenti nella
creazione di una varietà di
attrazioni. Il nucleo della
città antica mostra chiaramente diversi punti di riferimento culturali, che
vanno dai tumuli dei Liburni e dal Foro Romano,
all'antica Chiesa di San Donato e ad una moltitudine di palazzi
e chiese romaniche, gotiche,
rinascimentali e barocche. A differenza di altre città, Zara ha ben quattro
santi protettori e la loro presenza sembra avvertirsi ogni qualvolta lo
sguardo si fermi ad ammirare l'orizzonte, in fondo al mare... solo una mano
divina può spiegare la bellezza della Dalmazia, solo una inspiegabile
misteriosa mano del destino riesce a farci capire come la città ancora una
volta abbia resistito e potuto marginare le ferite delle sue tante
battaglie, per riemergere oggi a nuova, intensa, vita.
Lunga oltre 4 km e larga poco più di 500 metri, la
penisola di Zara separa l'antica baia orientale dal canale di Zadarski
ad ovest. Di fronte, si stagliano oltre 150 isole dall'aria eterea, da
Pag, con la sua atmosfera lunare per via della bora che forte soffia da
nord est e si porta via ogni pianta, alle isole Kornati (Incoronate),
un arcipelago di piccolissimi 89 isolotti e faraglioni, dichiarati Parco
Nazionale per bellezza ed unicità. Non sono lontane le immagini di un
mare d'oriente e questa Polinesia adriatica, senza porti, monumenti e
cattedrali, garantisce un attracco sicuro ad un paradiso a due passi da
casa. Tra Zara e le sue isole il via vai di barche e traghetti
somiglia ad un ingorgo frenetico. Una volta messo piede a terra, ogni
fermento si placa in una calma antica che non ha nulla a che spartire con
altre isole del Mediterraneo, già perseguite da un impietoso turismo
di massa e spesso votate ad un edonismo di
labile tendenza.
Si placca oggi il senso di quel mare che fu teatro
di insoliti intrecci, contese e traffici, luogo di passaggio continuo,
naturalmente protetto. I veneziani combattevano i turchi, coi i quali
allo stesso tempo intrattenevano proficui scambi commerciali. Ad essi
succedettero gli austriaci, che seguirono una scia già tracciata,
rendendola più organizzata e disseminandola di fari che, ancora oggi,
dall'estremo nord all'estremo sud, segnano una specie di autostrada e che la
Croazia del post-Jugoslavia, ora che sono inutilizzati, ha saputo
trasformare in originali rifugi turistici.
Zara ricompone il suo passato italiano ancora una
volta dalla caduta dell'Impero asburgico fino alla seconda guerra
mondiale. Una città che, infastidita nella sua "italianità" dal
successivo nazionalismo croato, non ha mai dimenticato in qualche
modo, per convenienza o meno, una sua anima veneziana,
e questo nonostante l'approccio con la Serenissima, dal IX
secolo in poi, non fu altro che burrascoso. Dalla metà
del XII secolo fino alla metà del XIV, la resistenza di Zara ai veneziani
fu chiara e determinata. I dominatori conquistarono la città diverse
volte, ma mai in modo permanente. Nel 1202 i veneziani, con il doge
Enrico Dandolo, ebbero modo di corrompere i crociati,
durante la IV Crociata in Palestina,
a condizione che questi conquistassero la città. A seguito di un lungo
assedio, la città cadde, venne saccheggiata e demolita, ma fu capace di
mandare via i veneziani, ancora una volta, 40 anni dopo. Zara era comunque
una città cristiana e la chiesa non poté rimanere a guardare ignara, tanto
che Papa Innocenzo III scomunicò veneziani e crociati coinvolti
nell'assedio.
Gli abitanti di Zara riuscirono
a ribellarsi durante il corso del XIII e XIV secolo, servendosi anche
dell'aiuto dei re croato-ungheresi, che riuscirono ad insediarsi nel
territorio, dapprima attraverso un regime di autonomia feudale e in seguito
attraverso l'accessione al regno di Luigi I con il Trattato di
Zadar, nel 1358. I veneziani riuscirono tuttavia a ritornare nel 1409,
anno in cui la città e l'intera Dalmazia vennero vendute a Venezia da
Ladislao di Napoli, re di Ungheria e Dalmazia e di Napoli e titolare re
di Gerusalemme e Sicilia, per soli 100.000 ducati. Con i veneziani
Zara divenne città, nuovamente circondata da massicce mura fortificate ed
abbellita da stilizzati palazzi patrizi e piazze per l'incontro sociale e
pubblico. I segni della Zara veneziana oggi sono ancora tanti, le bombe
della seconda guerra mondiale e quelle della Guerra dei Balcani
hanno risparmiato, per caso o per volere divino, testimonianze di grande
importanza storica. Si deve riconoscere tuttavia che furono gli antichi
romani a dare all'attuale città una coerente struttura urbana, mura
fortificate (con Giulio Cesare e l'imperatore Augusto),
acquedotti, cimiteri, anfiteatri e bagni termali. Quando l'Impero Romano si
frammentò, Zara divenne capitale, della Dalmazia bizantina,
ruolo che conserva tuttora.
Il Leone di San Marco ruggisce ancora a
Zara, quasi a voler rivendicare un'identità completamente sua. L'eredità
veneziana per esempio la troviamo sulla facciata esterna della "Porta del
Mare", che celebra la Battaglia di Lepanto, con il suo simbolo di
sempre restaurato negli anni Novanta, dopo che i partigiani di Tito
(detti Titini) lo tirarono giù nel 1945, in quanto simbolo di una
sgradita "italianità". Oggi, le porte di Zara diventano
base conviviale per esplorare la città. Nel centro storico, le
rovine romane si affiancano alle chiese romaniche e alle
collezioni d'arte contemporanea. Numerosi i ristoranti di pesce,
le caffetterie prese d'assalto da una giovanile atmosfera bohemien,
i lounge-bar con vista sul mare ed una scena di fiorente benessere a
prezzi ancora ragionevoli, se paragonati ad altre località più a sud della
costa.
Si incontrano turisti
passeggiare sulle tranquille strade di marmo, rilassarsi indisturbati sulle
spiagge di pino o sulla scia del vento di una barca a vela diretta
verso isole remote, deserte (ad eccezione di qualche trattoria di
pescatori). La stagione dei festival di Zara è acclamata a livello
internazionale, aromatizzata dal mare e dai profumi mediterranei, e sta
attirando una clientela sempre più giovanile. Il centro storico della città
dista meno di 30 minuti dall'aeroporto, tra parchi nazionali stipati
in una costa suggestiva e la catena dei monti Velebit... nuoto, escursioni,
storia, natura, tutto è a portata di mano quando c'è così tanto da fare e da
vedere.
Buona Zara e buona
Dalmazia a tutti.
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