VISITARE
SORRENTO
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INFORMAZIONI E GUIDA. Incastonata tra il blu del mare e
le verdi colline, Sorrento incanta con l'atmosfera cosmopolita e i panorami
mozzafiato. Ma dietro l'immagine patinata persistono angoli di autenticità
come la Marina Piccola o i borghi collinari.
  
...Vide 'o mare de Surriento, Che tesoro tene
'nfunno |Chi ha girato tutto 'o munno | Nun l'ha visto comm'a ccà...
Torna a Surriento Ernesto e Gian Battista de Curtis
I colori di Sorrento stupiscono sempre,
anche chi li conosce da una vita. La città si trova ai piedi di un maestoso
costone di tufo che cambia colore ad ogni ora del giorno, e davanti,
naturalmente, il mare. Come tutti i porti più avvezzi alla storia,
anche in queste acque sono passati tanti popoli diversi, lasciando nelle
facce delle gente parte del loro DNA, etruschi, greci, romani, longobardi,
normanni, aragonesi.
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Mi fermo è provo a immaginare il passato nella sfumatura di un
naso, magari etrusco, nell'intensità di uno sguardo, forse normanno o
spagnolo.
Sorrento è un luogo molto piacevole, una
cittadina di 17.000 abitanti (CAP 80067, TEL. 081) sulla costa
settentrionale della omonima penisola sorrentina. La sua splendida
posizione, ne fa un centro turistico e balneare di fama mondiale. Di
probabile origine greca, fu controllata dai romani nell'89 a. C. Sede
vescovile, fu ducato autonomo dal VII sec., inclusa nel regno Normanno nel
1137. Conserva interessanti monumenti tra cui, avanzi di
ville romane, il duomo (XI sec.), la Villa Correale di
Terranova (museo),
Palazzo Verniero (XIII sec.) e il Chiostro di San Francesco
(XIV sec.).
La
leggenda vuole che derivi il nome dalle mitiche
Sirene, metà donne metà pesce, che spingevano i naviganti a
naufragare contro le sue rocce. Più certe sono le dominazioni greca databile
tra il 474 a.C. e il 420 a.C. e successivamente sannita, durante le quali
Sorrento si arricchisce e assume l'aspetto di una vera e propria città. È
però nell'epoca romana che diviene un importante centro di villeggiatura per
i nobili: sorgono ville, acquedotti e cisterne di cui ancora oggi vi sono
tracce. Caduto l'impero romano Sorrento è vittima di
invasioni longobarde e normanne.
Il processo storico che portò alla costituzione
del
Ducato di Sorrento rientra nella logica evolutiva del particolarismo
comune tanto ai possedimenti bizantini (Napoli,
Gaeta,
Amalfi e Sorrento), quanto a
quelli longobardi (Benevento, Salerno e Capua) dell'Italia meridionale. Il
ducato sorrentino, che abbracciava tutta la penisola dal Sarno alla
Campanella, ebbe una certa risonanza dovuta soprattutto alla diffusione
delle industrie delle costruzioni e delle forniture navali, al commercio
marittimo e alla produ-zione di frutta e di vino. La classe politica
sorrentina era però costituita da un'aristocrazia che basava il proprio
potere sulla proprietà fondiaria; il settore del commercio marittimo
rimaneva ristretto all'attività di piccoli commercianti locali. Pertanto
Sorrento non divenne mai una potenza marinara come poteva diventare.
Anche
la creazione dell'Arcivescovado avvenne con ogni probabilità in
seguito al formarsi del Ducato. Quest'ultimo fu sottoposto per un certo
periodo al duca longobardo di Salerno (1039). Riacquistata l'indipendenza
(1052) con l'aiuto normanno, ne accettò la protezione legando sempre più la
propria politica a quella del
duca di Capua, insieme al quale fu travolto nella guerra contro
l'altro duca normanno
Ruggero II d'Altavilla (1133 o 1134).
A Sorrento, che prima della conquista godeva di un
proprio governo, fu garantita una maggiore autonomia. Infatti la città non
fu data in feudo ad alcun nobile e anche se dovette rinunciare
all'indipendenza politica, poté conservare i privilegi aristocratici e il
controllo dei Casali (Massa, il Piano e Vico). Ai primi del XIV
secolo (forse nel 1319) nella città avvenne un fatto di sangue che portò
alla scissione della nobiltà più antica in due Sedili, con la costituzione,
in contrapposizione all'originario
Sedile di Porta, del Sedile di Dominova. Il prestigio dei
Sedili di Sorrento andò al di là della ristrettezza regionale, arrivando
anche a contendere nel periodo spagnolo alcuni privilegi alla stessa
capitale
Napoli.
Nel
1558 i Turchi invadono la città. Per i saccheggi che vi furono e per
la gran quantità di popolazione che fu uccisa o portata schiava a Istanbul,
questo, fu il più grave episodio che la città subì nella sua storia.
L'invasione turca affrettò l'opera di rifacimento delle mura cittadine che
fu completata nel 1561
Lunghe furono le lotte sostenute dalle popolazioni
contadine dei Casali e dei paesi li-mitrofi, sottoposti da secoli ai soprusi
dei patrizi sorrentini, per ottenere l'autonomia. È in questo contesto che
si colloca la rivolta del genovese
Giovanni Grillo (1648). Sfrut-tando una serie di contrasti secolari
con la nobiltà locale, Grillo riuscì ad unire i popo-lani del Piano e i
contadini della stessa Sorrento guidando un infruttuoso assedio che durò
quattordici mesi. Nell'età della
Controriforma la vita artistica e sociale della città "patrizia"
decadde in uno stucchevole arcaismo: sorsero varie accademie e si diffusero
innumerevoli ordini monastici, tanto da dare a Sorrento una marcata impronta
conventuale. Al contrario lo sviluppo "borghese" del Piano e degli altri
paesi vicini ne favorì l'evoluzione econo-mica e sociale. Nel primo periodo
borbonico si andò intensificando l'attività marinara e la pesca del tonno,
fiorente fino agli inizi del sec. XX. Con il ritorno dei Borboni dopo la
tragica ri-voluzione del 1799, i Sedili nobiliari venivano aboliti e il
Piano nel 1808 e Meta nel 1879 ottennero l'autonomia.
Dopo
l'Unità anche S. Agnello si rese autonoma (1865), mentre Sorrento subiva il
"risanamento edilizio" che ne cambiò l'antico aspetto. Nei primi anni del
sec. XIX l'industria della tarsia del legno andò sostituendo
pro-gressivamente la più antica (sec. XVI) industria della tessitura della
seta. Anche l'agri-coltura si andò sviluppando al punto che assunse ai primi
del '900 le caratteristiche di una vera e propria attività industriale e
commerciale, con la coltivazione intensiva degli agrumi, la trasformazione
dei prodotti zootecnici e le esportazioni, portando alla istitu-zione a
Sorrento della
Facoltà di Agraria.
Durante
il lungo regno borbonico Sorrento cresce d'importanza grazie alla marina
mercantile ed ai suoi abili e coraggiosi marinai, e comincia a prendere
forma quella vocazione al turismo che arriverà fino ai giorni nostri. La
ripresa si ha grazie a
Carlo III di Borbone nel 1700, che con un'azione riformatrice
garantisce un'economia di tipo turistica che fu divulgata nell'intera
regione per opera di pittori e incisori. Purtroppo, il fenomeno dell'abuso
edilizio soprattutto nel XX secolo, ha recato diversi danni a questo
straordinario paesaggio anche se nel centro storico, ancora sono fortemente
vivi i lineamenti originari che si possono visualizzare facilmente tra
Piazza Tasso e viale degli Aranci. La città è famosa per i
suoi decumani, soprattutto per quello Massimo tra le vie S. Cesareo e Fuoro
(oggi chiamato via Tasso).
Nell'800
molti uomini illustri visitano la città sulle mosse del
Grand Tour: Lord Byron, John Keates, Walter Scott,
Charles Dickens, molti scienziati e musicisti, numerosi pittori.
Ancora oggi, grazie ai suoi attrezzati stabilimenti balneari e alle moderne
strutture alberghiere, Sorrento è una delle località più frequentate della
regione. Celebre per i suoi limoni, le noci e i vini, non va dimenticato il
suo artigianato dei merletti e del legno intarsiato.
Della dominazione greca rimangono alcune tombe e i
resti di una cinta muraria; del periodo romano è invece possibile visitare i
resti di alcune ville e palazzi.
Palazzo Verniero testimonia il gusto tardo bizantino, mentre la
Loggia di Vico Galantario è un raro esempio di architettura aragonese.
Nel cuore della città sorge la
Chiesa di San Francesco del XVI secolo con un interessante portale
ligneo intarsiato. A fianco della chiesa si può visitare il chiostro
trecentesco dell'ex-convento con un elegante intreccio di archi a tutto
sesto. Poco distante si trova la
Chiesa di San Antonino, degli inizi del X secolo, in stile Barocco,
la cui cripta offre un'importante raccolta di ex-voto di marinai scampati ai
naufragi.
Il Duomo di Sorrento risale al XV secolo:
il portale marmoreo sul fianco destro è del 1479, mentre il coro è un
pregevole esempio di tarsia sorrentina del XIX secolo. In una delle vie
centrali della città si incontra il
Sedile Dominova, istituzione amministrativa di epoca angioina;
l'edificio si presenta come una loggia aperta ad arcate ed è coperto da una
cupola maiolica del '600.
L'unico, ma significativo, museo di Sorrento è il
Museo Correale di Terranova, ospitato in una villa settecentesca in
via Correale fin dal 1917. Il museo conserva importanti reperti greci e
romani, maioliche, ceramiche, figurine da presepio, orologi e merletti
provenienti da tutto il mondo e lavori di ebanisteria. Inoltre raccoglie una
preziosa collezione di dipinti di
Rubens, Bruegel, Luca Giordano oltre a edizioni
rarissime e autografi di
Torquato Tasso (l'autore della Gerusalemme Liberata), nato
proprio a Sorrento nel 1544. Il parco alle spalle della villa offre un
belvedere con un'incantevole vista sul
Golfo di Napoli e su Marina Piccola.
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