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VISITARE
NIMES - INFORMAZIONI E GUIDA. Questa città provenzale un tempo era una
delle più importanti della Gallia romana, come dimostra la sua incredibile
collezione di edifici di quel periodo, tra cui un magnifico anfiteatro e un
tempio di 2000 anni.
Gli
stemmi di una città ci dicono molto della sua storia. Dispiace che
l'araldica non sia più una tradizione coltivata ed esercitata col rispetto
dovuto. Nel caso di
Nîmes,
la bella cittadina della Languedoc-Roussillon,
la scritta COLNEM
(Colonia Nemausa), il coccodrillo
incatenato ad una palma e la corona d'alloro tra le sue fronde, sono tutti
elementi presenti nel suo stemma e ci segnalano la storia dei primi
fondatori.
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Tra
le varie
interpretazioni sulle origini della città troviamo
quella che affida la fondazione ad una colonia di legionari reduci dalle
campagne egiziane di Cesare. Qualche tempo prima, vi viveva però una tribù, che si arrese ai romani nel
121 a.C., stanziatasi attorno ad una fonte che si riteneva protetta dallo
spirito guardiano locale, il dio celtico
Nemausus.
Che
si sia trattato di una colonia romana, non lo si può di certo negare. La
via Domizia, che collegava
Roma alla Spagna, l'attraversava da est ad ovest e la sua
posizione strategica nel sud della Gallia la rese ben presto un centro
commerciale e culturale della massima importanza, arrivata al massimo
splendore sotto il regno dell'Imperatore Augusto.
L'attuale presenza
monumentale nella città lo testimonia: la
Tour Magne, coi suoi 32 metri, la Porte Auguste e la Porte de
France, sono tutte presenze solenni dell'antica cinta muraria che
fortificava della città; la Maison carrée, restaurata di
recente, era un tempio dedicato a Lucio e Caio,
rispettivamente figlio e nipote adottivo di Augusto (curiosamente, ha un
clone nella Chiesa della
Maddalena,
sugli Champs-Élysées a
Parigi); la
magnifica Arena, un anfiteatro molto ben conservato, nei secoli
fortezza, poi bottega, teatro e infine arena per tori (ma ha ospitato anche
Giochi senza Frontiere e i Mondiali di
Scherma); i
Giardini della Fontana, che hanno al loro interno il Tempio di Diana,
un edificio a pianta basilicale di origine incerta (forse biblioteca, forse
edificio civile) ma sicuramente di grande fascino romantico e fonte di
ispirazione pittorica; il castellum divisorium, punto d'arrivo dell'Acquedotto
Romano, di cui uno dei resti più formidabili rimane il Pont du Gard,
la cui sola presenza è in grado di fornirci un'idea della grandezza delle
antiche canalizzazioni, talmente impressionante da essere dipinto da molti
valenti artisti e citato da numerosi scrittori, uno su tutti Henry James.
Tutti questi monumenti, assolutamente da vedere ed ammirare, hanno
consentito di battezzare la città come la Roma Francese, e la
municipalità asseconda ancora oggi quest'impronta culturale, progettando di
concludere nel 2017 la costruzione di un grandioso Museo della Romanità.
L'orma
del
passato romano di Nîmes si è arricchita in tempi recenti, nel 2007, di
nuovi reperti archeologici. Durante i lavori di sterramento per realizzare
un garage sotterraneo presso Allées Jaurès, vennero scoperti dei
preziosi mosaici (forse funzionali ad una sala per ricevimenti) di cui uno
caratterizzato da una struttura tutta curve e medaglioni e con un motivo
centrale mai riscontrato prima: una battaglia fra dei e giganti.
Dalla
caduta dell'impero romano, la città ha dovuto subire varie invasioni
straniere e vivere le conseguenti rivolte degli abitanti. Riuscì a ritrovare
un certo equilibrio verso la fine del Sedicesimo secolo, con l'installazione
di grandi manifatture di tessuto, favorite dalla sapienza di maestri
artigiani italiani e dall'importazione di colonie di bachi da seta.
La concorrenza con la città di Chieri, in Piemonte, per la produzione
di un fustagno di color blu tinto con il guado, diffuse in varie parti del
mondo la tela 'de Nîmes' tanto che il termine passò alla lingua
inglese diventando Denim. D'altra parte, quella piemontese,
che attraversava il porto di Genova per essere spedita, divenne bleu de
Gênes, gli odierni Blue Jeans.
Oggi,
la cittadina si caratterizza per una rigorosa politica ambientale,
piazzandosi tra le prime nei concorsi nazionali dedicati alle città dei
fiori, e anche per l'attenzione prestata all'architettura
contemporanea. Ad alcuni architetti di fama internazionale sono stati
affidati i progetti per la costruzione e la ristrutturazione di monumenti
importanti della Nîmes del futuro: a Sir Norman Foster
(architetto inglese) il progetto del Carré-d'Art, museo d'arte
contemporanea e biblioteca; a
Jean Nouvel, il Némausus, sede di edilizia popolare
virata in soluzioni architettoniche all'avanguardia; a Jean-Michel
Wilmotte, il restauro del Teatro e delle Halles, i mercati
generali.
Proprio
i
mercati generali di Nîmes meritano una visita, aperti 7 giorni su 7, 364
giorni all'anno, espongono i migliori prodotti regionali e locali. Ma la
città si caratterizza anche per un mercato diverso ogni giorno, nella
rotazione settimanale spicca la domenica il caratteristico Marchè aux
puces, il mercatino dell'usato. Il viaggiatore curioso non potrà
lamentarsi dell'offerta culturale costituita dai musei di Nîmes,
soprattutto dai sei principali, e anche dagli spazi espositivi in aree
storiche e caratteristiche: il Carré d'Art, che alcuni paragonano
all'Aeroporto di Stansted a
Londra, replica con la Maison carrée lo stesso
accostamento
che la piramide di Pei crea con il
Louvre di Parigi (e forse anche le stesse perplessità), e ospita
l'arte francese dagli anni Sessanta ad oggi; il Musee du Vieux Nîmes,
con sede
nell'antico palazzo vescovile, è un bell'esempio di architettura
classica, espone collezioni della vita
della città, con manifatture tessili
e oggetti domestici; il Museo Archeologico, nell'ex Collegio dei
Gesuiti, contiene la collezione d'epigrafia latina più importante di
Francia e si divide gli spazi con il Museo di Storia Naturale di Nîmes;
il Museo delle Belle Arti Nîmes, va senz'altro visto per il Tondo
Foulc di Andrea della Robbia, la madonna con Bambino, che servirà
da base ad innumerevoli altre riproduzioni; infine il Musee des Cultures
Taurines, vicino all'Arènes. Quest'ultimo mantiene la memoria di
due tradizioni locali di Nîmes: la tauromachia e la Course
camarguaise, due culture ancora vive a Nîmes.
La
città ha ospitato, sin dall'antichità, giochi coi tori, per poi adottare,
verso la metà del Diciannovesimo Secolo, la tauromachia spagnola, con
la consacrazione odierna data dall'essere diventata un'arena di prima
categoria. Questo collegamento col toro e con la terra di Camargue
diventa indissolubile dall'identità nimense.
Le sue ferias
sono molto rinomate e saldamente centrate su queste tradizioni, la
feria di Pentecoste, o Feria de Nîmes, verso fine maggio-giugno,
vede oltre 1 milione di persone visitarla in 3 giorni; la feria des
Vendanges (in settembre), vede quale fulcro le corride, e manifestazioni
collaterali comunque collegate ad esse, con strade invase dalle piccole
orchestrine
locali, le peňas, e le botteghe (bodegas) aperte
giorno e notte.
Una
curiosità: chiunque abbia uno spazio o un giardino
adiacente alla sua casa, in questi giorni di festa ha la possibilità di
aprire una
cantina.
La particolarità della versione camarguese della Corrida, detta anche
Course à la cocarde, non prevede l'uccisione del toro: difatti lo scopo
è quello di sottrarre al toro, servendosi del
crochet, una sorta di paletta con gancio, degli attributi, piccole
coccarde, lacci, fissati sulla testa e sulle corna dell'animale, le quali
ultime, per inciso, hanno le punte verso l'alto, a differenza di quelle dei
tori spagnoli, che sono curve e tendenti al basso. Chi partecipa al gioco, i
raseteurs, sono vestiti di bianco e privi di armi o di mantello, e si
possono avvalere solo della partecipazione di aiutanti, i tourneurs,
che si occupano di distrarre il toro. Sia l'arrivo, che la partenza dei tori
dall'arena, seguono rituali precisi e risultano altamente spettacolari.
Chi
volesse approfondire, con miglior agio e minor dinamismo, il rapporto
uomo-natura, potrebbe fare di Nîmes una base di partenza per una gita alla
Camargue, il più grande delta fluviale dell'Europa occidentale.
Vi dimorano moltissime specie di uccelli, e gli stagni di acqua salata consentono
la sopravvivenza del fenicottero rosa, il simbolo stesso del Parco protetto,
oltre alla razza di cavalli Camarguais.
La garrigue non è da
meno, sempre nei dintorni della città: l'Arboretum Vacquerolles, a
nord, ben rappresenta tutte le specie di questa macchia mediterranea,
punteggiata da strutture in pietre a secco. Si visiti anche la Gaillard
Clos, con vari percorsi che serpeggiano attraverso le colline e il
Bois des Espeisses, considerato il polmone verde della città, con i suoi
83 ettari di bosco (adatto agli escursionisti); Le Domaine d'Escattes,
popolato di vari muri e capitelli, ospita strutture che testimoniano la
necessità della cultura contadina di proteggere i raccolti dell'olio o del
vino, e sono un posto splendido dove
camminare. Alcuni chilometri a
sud-ovest della città, potete visitare la fonte dell'Acqua Perrier:
per la visita allo stabilimento l'azienda ha creato, analogamente a molte
distillerie, un tour guidato dalla durata di circa un'ora. Un esempio
moderno di 'Integrazione verticale': l'azienda possiede cave per
l'estrazione dei minerali grezzi di vetro, che viene fabbricato sul luogo:
riempite le bottiglie, impacchettate e spedite tramite gomma o ferrovia;
curioso che l'acqua imbottigliata presenti una data di scadenza, mentre in
tutta la visita si sostiene che l'acqua filtra dal terreno per moltissimi
anni prima di giungere alla superficie.
Attualmente,
Nîmes ha intrapreso un grande piano progettuale di sviluppo,
favorendo la sua natura di città universitaria e di territorio con
un'età media della popolazione piuttosto bassa: estensione dello spazio
verde e pedonalizzato, linee di tram, ristrutturazione del quartiere
universitario di Hoche, nuove urbanizzazioni e nuovi quartieri
e il cosiddetto plan vélo, che considera la bicicletta il
mezzo di locomozione ideale per tragitti entro 5 km, corrispondenti alla
metà degli spostamenti urbani, offrendo ai circa 34.000 studenti una rete
capillare di piste ciclabili.
Una nota per i meno giovani: la
città ha una grande offerta di strutture idonee al gioco delle bocce. In
quasi tutte le stagioni, sfide all'ultimo 'pallino' si svolgono tra
l'entrata dei Giardini della Fontana fino alla punta meridionale del
Boulevard Jean Jaures, vicino alla Pyramid, il memoriale
dedicato alle vittime di guerra: le bocce, non esiste, forse, un
simbolo migliore del modo di vivere, privo di frenesia, che caratterizza gli
abitanti di Nîmes.
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