VISITARE
POSSAGNO -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Situata nel cuore
delle colline del Veneto, Possagno è una meta
turistica affascinante. Conosciuta come la città natale di
Antonio Canova, offre una vasta gamma di attrazioni
culturali e naturali, tra cui il Tempio Canoviano e il
meraviglioso paesaggio montano circostante. Un luogo perfetto
dove arte, storia e paesaggi si fondono magicamente.
Il Comune di Possagno,
che ha circa 2200 abitanti, è costituito da vari piccoli borghi
immersi nel verde, si trova a 48 km dal capoluogo della
provincia
Treviso
e a soli 9 da
Asolo.
La parte principale del paese è allineata lungo la
strada pedemontana che conduce da Pederobba a
Crespano. Terra di pascoli, cave e
scalpellini, deve la sua fama in Italia e nel mondo,
allo scalpellino più famoso di tutti, lo
scultore Antonio Canova, che qui nacque il 1° novembre
1757 da Pietro, scalpellino, e da Angela Zardo. |
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Canova si trasferì dopo l'apprendistato a Possagno, a Roma ed in
altre capitali europee per soddisfare le richieste dei vari
potenti del tempo che andavano da Napoleone Bonaparte, al
re d'Inghilterra Giorgio IV, al principe
Ludwig di Baviera, all'Imperatore d'Austria
Francesco I fino agli zar di Russia. Detto questo,
non dimenticò mai il suo paese di origine.
Il grande scultore volle infatti edificare una nuova Chiesa
nelle pure forme di un Tempio Greco dove ora è sepolto e
conservare in una Gipsoteca appositamente costruita,
tutti i bozzetti ed i modelli in gesso delle sue opere finite
poi nel marmo. Tra il
verde della zona spicca proprio il Tempio Canoviano,
costruito su un'altura soleggiata, ai piedi del Col Draga e
presso la profonda valle di San Rocco, a 342 m s.l.m e a 350 m
dalla Gipsoteca Canoviana.
Canova, rimasto orfano alla tenera età di tre anni, fu allevato
dal nonno Pasino, proprietario di cave di pietra, scalpellino e
capomastro. Da quest'ultimo Antonio apprese i primi rudimenti
dell’arte, ma il suo vero maestro fu Giuseppe Bernardi,
detto il Torretti, di Pagnano d’Asolo, che lo tenne come
allievo nella sua bottega di Venezia. Pasino sostenne con
proprio denaro gli studi del nipote Antonio, che, ben presto,
dimostrò le sue grandi capacità scolpendo due statue ("Orfeo
ed Euridice"), perfette al punto da suscitare
l’ammirazione incondizionata degli ambienti artistici veneziani.
Quanto più aumentava la fama di Canova, tanto più erano le
commesse da parte della nobiltà veneziana. Nel 1779 lo scultore
si recò a Roma, città nella quale si trasferì definitivamente
nel 1781. Appartengono al soggiorno romano alcune delle opere
più importanti e significative del Canova, quali Teseo e il
Minotauro, il Monumento a Clemente XIV nella
Chiesa dei Santi Apostoli, il Monumento a Clemente XIII
nella Basilica di San Pietro, Amore e Psiche, ora
al
Louvre,
e il Monumento all’Ammiraglio Angelo Emo, eseguito per incarico
del Senato veneto.
Dal maggio 1798 al novembre 1799 lo scultore si ritirò a
Possagno per godere d’un periodo di pace, dedicato quasi
totalmente ad una passione giovanile: la pittura. La
realizzazione più interessante di questi anni fu una grande
pala, raffigurante la Deposizione, e destinata alla vecchia
Chiesa parrocchiale di Possagno.
Affermato in tutte le corti europee, ricco a dismisura, Canova
sognava ormai sempre più intensamente il ritorno al paese natio,
e per esso penso a un’opera d’arte d’altissimo valore. Quando
l'11 luglio 1819 venne posta la prima pietra del Tempio
Canoviano, la salute dello scultore era già minata da una
grave malattia che i ripetuti successivi soggiorni a Possagno
non valsero a guarire o quantomeno a mitigarne le conseguenze.
La morte colse Antonio Canova il 13 ottobre 1822 a Venezia,
città nella quale si era recato per un estremo quanto inutile
tentativo di cura. Nel 1816 Antonio Canova aveva ideato una
statua colossale, La Religione, da collocare in San
Pietro a Roma, ma il progetto non aveva incontrato favorevoli
accoglienze. Lo scultore pensò allora di devolvere la somma
destinata all’impresa per la costruzione di una grande chiesa a
Possagno, suo paese natale, che sostituisse l’esistente, antica
e bisognosa di restauri. Il nuovo tempio, sintesi di forme
architettoniche greche e romane, fu progettato da Canova con i
consigli dell’architetto G. A. Selva, e poi dell’architetto
Diedo.
Come si vede quindi il borgo è dominato dalla memoria
dell'illustre concittadino Antonio Canova. Nel centro del paese
si trova la casa natale, conservata com’era negli ultimi
anni di vita dell’artista, alla quale è annessa la Gipsoteca,
costituita nel 1835 per volere del fratellastro Giovanni
Battista Sartori Canova, vescovo di Mindo, che riunii a
Possagno tutti i bozzetti di creta e i calchi di gesso lasciati
dall’artista nel suo studio.
In questa zona si possono anche visitare alcuni campi di
battaglia della Prima Guerra Mondiale. Da queste parti infatti durante il primo conflitto mondiale vennero
combattute alcune delle battaglie più sanguinose sul
massiccio del Grappa, con gravi conseguenze per le popolazioni,
costrette prima alla fuga e poi private di ogni avere, comprese
le abitazioni, devastate dalle granate che non avevano
risparmiato ovviamente neppure il Tempio e la Gipsoteca canoviani.
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