Cosa
vedere a Possagno? Conosciuta per essere la città natale del
famoso scultore Antonio Canova, Possagno offre numerose
attrazioni culturali legate all'illustre concittadino, tra
cui il Tempio Canoviano e il Museo Canova. Questo articolo
ti guiderà alla scoperta dei luoghi di interesse più
importanti di questa località, tra arte, cultura e natura.
Di seguito 9 luoghi interessanti da visitare.
Possagno
si trova in una posizione scenografica ai piedi del
Monte Grappa, in provincia di Treviso, dominata
dalla bianca mole del grande del Tempio
Neoclassico, progettato dal celebre
Antonio
Canova, artista nato in questa paese nel 1757,
che sembra, data la sua grandezza rispetto al resto
del paesaggio, una grande chiesa arrivata dall'alto,
direttamente da Roma. |
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Il grande sculture, uno dei più famosi di tutti i tempi, ha
lasciato qui oltre al Tempio, anche la Gipsoteca Canoviana, con
tutti i bozzetti ed i modelli in gesso delle sue
opere finite poi nel marmo. Da visitare anche la sua
casa natale e i dintorni che furono, tristemente
protagonisti, di sanguinose battaglie durante la
Prima Guerra Mondiale.
Tempio Canoviano
Il Tempio Canoviano di Possagno, l'imponente Tempio
neoclassico che il più grande scultore d'Europa Antonio Canova
progettò e volle donare al suo paese natale e dove Antonio Canova
riposa, domina il paese e il paesaggio circostante; lo
stesso Canova lo progettò, prendendo ispirazione dal
Pantheon di Roma. Affermato in tutte le corti
europee, ricco a dismisura, Canova sognava ormai sempre più
intensamente il ritorno al paese natio, e per esso penso a
un’opera d’arte d’altissimo valore. Quando l'11 luglio
1819 venne posta la prima pietra del Tempio, la salute dello
scultore era già minata da una grave malattia che i ripetuti
successivi soggiorni a Possagno non valsero a guarire o
quantomeno a mitigarne le conseguenze. Morì a Venezia il 13
ottobre 1822, città nella quale si era recato per un estremo
quanto inutile tentativo di cura. Nel 1816 Antonio Canova
aveva ideato una statua colossale, "La Religione", da
collocare in San Pietro a Roma, ma il progetto non aveva
incontrato favorevoli accoglienze. Lo scultore pensò allora
di devolvere la somma destinata all’impresa per la
costruzione di una grande chiesa a Possagno, che sostituisse
l'esistente, malridotta e bisognosa di restauri. Il nuovo
tempio, sintesi di forme architettoniche greche e romane, fu
progettato da Canova con i consigli dell’architetto
Giannantonio Selva, e poi dell’architetto Antonio
Diedo.
L’idea d’un tempio, frutto della fusione del pronao del
Partenone ad
Atene con il vano del Pantheon di
Roma, trovò
concreta e felice attuazione favorita da un altrettanto
ottimale inserimento nel paesaggio. La prima pietra fu posta
dallo stesso Canova, come detto, l'11 luglio 1819.
All'edificazione del tempio partecipò tutta la comunità
possagnese, che fornì gratuitamente la manovalanza, curando
altresì il trasporto dei materiali occorrenti (marmi e
pietre provenienti dal Boccaor, da Pove e da Costalunga).
Il Tempio Canoviano, come il Pantheon, è composto di due
elementi principali: una grande rotonda con una cupola
aperta verso il cielo, simbolo della caverna che rappresenta
il mondo nella sua globalità e, tutto intorno, un portico a
doppio colonnato che invece rappresenta il bosco sacro, la
foresta di colonne. Tutti gli elementi possono essere
ricondotti alla filosofia greca e romana classica che porta
a unire il cielo e la terra in un solido connubio.
Numerose sono le opere d’arte conservate nel monumentale
edificio sacro di Possagno: una tela di Luca Giordano
raffigurante San Francesco di Paola, una Pietà dello
stesso Canova,
fusa in bronzo nel 1829 dal veneziano Bartolomeo Ferrari;
una tela di Palma il Giovane, Gesù nell'orto, sul terzo altare; la pala con
la Deposizione sull’altar maggiore, opera significativa
sempre del Canova. Ed ancora: una tela attribuita a
Moretto da Brescia, la tomba di Canova medesimo e di
Giovanni Battista Sartori Canova, suo fratellastro, e,
sull’ultimo altare, una tela attribuita ad Andrea Vicentino,
raffigurante la Madonna in gloria e quattro Santi.
Il tempio fu ultimato nel 1830, otto anni dopo la morte del
suo ideatore ed architetto.
Casa Natale di Antonio Canova
Attraverso un ampio porticato si arriva alla seicentesca
Casa natale di Antonio Canova, semplice casa veneta dove all’interno sono
esposte alcune sue pregevoli collezioni: i dipinti (15 oli
su tela e 35 tempere di eccezionale leggerezza e soavità),
le incisioni (commissionate dallo stesso Canova ad alcuni
artisti bassanesi e romani per creare il catalogo delle
opere in marmo, al fine di diffonderlo tra i maggiori
committenti di statue), i disegni, alcuni marmi, gli
strumenti da lavoro, alcuni vestiti dell'artista. L'edificio
venne ristrutturato dallo stesso Canova tra la fine del
Settecento e l'inizio dell'Ottocento. quando aggiunse la
Torretta e la cosiddetta Sala degli Specchi e
arredata con mobili originali.
È possibile, inoltre, visitare la camera dove è nato il
Canova, all'interno della quale è ammirabile il celebre
dipinto di Thomas Lawrence, il grande pittore
inglese, il più importante
ritrattista a cavallo tra la fine del '700 e l'inizio
dell'800, paragonabile per fama a
Pompeo Batoni un secolo prima. Da non perdere
il seminterrato della Casa, con la cantina e i locali di
disbrigo ed infine lo splendido studio della pittura, nella
"Torretta". Le cucine della cosa oggi fungono da laboratori
didattici in cui gli studenti possono sperimentare la
manipolazione dell'argilla.
Gipsoteca
Canoviana
Ai piedi del viale che porta al Tempio Canoviano, oltre alla
Casa
natale di Antonio Canova si trova la Gipsoteca Canoviana, che raccoglie
numerosissimi gessi, modelli, copie, bozzetti di creta,
nonché dipinti e cimeli testimonianti l'attività
dell’artista. Promotore e realizzatore di questa raccolta fu
il già nominato Giovanni Battista Sartori Canova, il
quale, per lascito testamentario, era divenuto erede di
tutte le fortune del fratellastro.
La Gipsoteca venne costruita per volere di Giovanni Battista
Sartori Canova tra il 1831 e il 1836, che riunii a Possagno
tutti i bozzetti di creta e i calchi di gesso lasciati
dall’artista nel suo studio. Il progetto venne affidato all’architetto
Giuseppe Segusini che curò anche il trasporto e la sistemazione
delle opere. L'edificio si rivelò poco idonea a contenere la
vastissima
produzione del Canova, talché i disegni e i manoscritti, nonché vari
modelli in gesso furono donati al Museo Civico di Bassano,
mentre altre opere arricchirono le Gallerie dell’Accademia
ed il Museo Correr di Venezia. Tra i numerosi e
significativi modelli visibili nelle sale della Gipsoteca,
un cenno meritano Ermione dormiente, Adone inghirlandato
da Venere, il Monumento a George Washington, Il papa
Clemente XIV, le famosissime Grazie, Dedalo e Icaro,
Venere
ed Adone, il Monumento funerario a Maria Cristina d'Austria
e La Deposizione.
La Gipsoteca venne devastata
durante la prima guerra mondiale essendo Possagno sulla linea di
uno dei fronti più cruenti del conflitto. Dopo la guerra si provvide a restaurare le
molte opere danneggiate. Riaperta nel 1948, la struttura venne ampliata con
raggiunta di un'ala progettata da Carlo Scarpa (1957) per il
secondo centenario della nascita di Antonio Canova. La raccolta
illustra l'intera storia artistica del grande scultore, presentando in
forma di calco tutti le sue più grandi creazioni.
Itinerario della Prima Guerra Mondiale
Altro itinerario della provincia di Treviso che tocca
Possagno è quello della Grande Guerra; la linea del fronte
infatti si trovava nei pressi di Possagno e numerose sono le
testimonianze di questi avvenimenti, come la grande croce
posta il 5 novembre 1925, a sud del monte Pallon, che
sovrasta il paese e ricorda i caduti. In questa zona si
possono visitare alcuni campi di battaglia della Prima
Guerra Mondiale. Da queste parti infatti durante il primo conflitto mondiale vennero
combattute alcune delle battaglie più sanguinose sul
massiccio del Grappa, con gravi conseguenze per le popolazioni,
costrette prima alla fuga e poi private di ogni avere, comprese
le abitazioni, devastate dalle granate che non avevano
risparmiato ovviamente neppure il Tempio e la Gipsoteca canoviani.
Possagno ha avuto un certo ruolo durante la ricostruzione
nazionale nel dopoguerra: qui nascono le fornaci che
sfruttano la creta delle colline circostanti, producendo
laterizi. Grazie alle fornaci, Possagno acquisì grandi
risorse economiche, non perdendo però la sua identità di
piccolo paese pedemontano, e ogni sua località conserva la
propria chiesetta.
Chiesa di Santa Giustina
La
Chiesa di Santa Giustina è l'edificio più
antico di Possagno, come abbiamo spiegato nella pagina della
storia del paese, probabilmente anteriore al XII secolo. Non
così antico è invece il campanile che risale al 1907. La
chiesa ha uno stile e un'architettura molto lineare.
Il recinto che precede la facciata è delimitato da un basso
muro perimetrale e conteneva in passato un cimitero.
Addossata al fianco sud della chiesa si trova una casa che è
stata per decenni un'abitazione di eremiti. L'interno della
chiesa, ad una navata, è diviso da un arco in due parti. Il
tetto a capriate è realizzato in tavelle, con decorazione
geometrica a rombi, bianca e rossa. La chiesa può essere
visitata solo dall'esterno se non quando viene celebrata la
messa.
Chiesa di San Rocco
La
Chiesa di San Rocco a Possagno, che si trova poco a
ovest del Tempio Canoviano, è dedicata al protettore dei
pellegrini e degli appestati cui la popolazione locale è
molto legata, patrono del paese. Qui si svolge anche
l'omonima Sagra di San Rocco (che cade il 16 Agosto),
molto partecipata e attualmente la più importante festa di
Possagno. A piedi vi si arriva lungo una ripida strada
fiancheggiata da alti Cipressi e dai Capitelli della Via
Crucis donati nel 1909 da Papa Pio X.
Municipio di
Possagno
La
sede del Municipio di Possagno si trova nella già citata
Casa del Canova, a pochi metri dalla Gipsoteca, come ha
voluto prevedere nel suo testamento del 1858, il
fratellastro di Antonio Canova e suo erede universale, il
vescovo Giovanni Battista Sartori. Questa sede municipale
risale alla seconda metà dell’Ottocento. Prima, la sede
antica della Comune di Possagno era presso l’attuale
canonica e veniva chiamata la "Banca dei Dodici". Il
Municipio di Possagno è stato trasferito per alcuni anni
(1926-1945) nella cosiddetta Casa Peretti, sede allora del
Medico Condotto: finita la Seconda Guerra Mondiale tornò ad
essere nella sede attuale.
Monte Grappa
A cavallo tra le province di Vicenza, Belluno e Treviso e
non lontano dal Trentino sorge il maestoso massiccio del
Grappa, una catena montuosa delle Prealpi che divide
l'Altopiano di Asiago dalle Dolomiti Bellunesi. Si tratta di
una serie di cime di media altezza (la più alta, il Grappa,
raggiunge i 1775 metri) che offrono la possibilità di
compiere delle facili escursioni adatte a tutta la famiglia.
Ai suoi piedi, sorgono numerose cittadine, oltre a Possagno,
Bassano del Grappa e Feltre.
Ma più di ogni altra cosa, questa zona è famosa per essere
profondamente legata alle vicende della Grande Guerra. Le
sue cime, i fianchi delle singole montagne, le vallate ed i
paesi ancora oggi conservano moltissimi ricordi, tracce e
testimonianze di questo avvenimento. Soprattutto, rimane
ancora vivo il ricordo delle terribili battaglie che si sono
combattute tra il novembre del 1917 e l'ottobre del 1918,
che hanno trasformato il Monte Grappa nel "monte sacro alla
Patria".
Museo paleontologico di Possagno (attualmente chiuso)
Il Museo paleontologico e storico-paesaggistico di Possagno
offre un contributo allo studio della geografia della zona e
non solo. Partendo dalla presenza di determinati fossili
ritrovati nel contesto della val Cavasia espone la storia
del paesaggio geomorfologico e le dinamiche che hanno
contribuito alla realizzazione delle forme elementari del
paesaggio (montagne, colline, fiumi, interventi antropici
ecc). In una sala si può vedere, con l'ausilio di plastici,
come nasce una montagna, un fiume, ecc (morfogenesi).
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