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VISITARE RECANATI -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Questa città
che sorge su un'altura che guarda fino all'Adriatico, con secoli alle
spalle, non è solo il luogo che ha dato i natali a Giacomo Leopardi, e c'è
tanto da scoprire e da ammirare.
Recanati,
il ‘natio borgo selvaggio’ più famoso d’Italia, nota per aver dato i
natali al poeta
Giacomo Leopardi
ed aver ospitato illustri personaggi della cultura, sorge sulla cima di un
colle a quasi 300 metri sopra il livello del mare, a 20 km da Macerata
e circa 40 km da
Ancona,
nelle Marche. Una cittadina di poco più di 20mila abitanti, che si
sviluppa su un lungo crinale di colline, affacciata su campagna e con vista
sul mare, a metà strada tra gli Appennini e il mare Adriatico. |
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Un luogo da una parte legato, e condizionato, alla figura e all’opera del
Leopardi, e che tuttavia riesce ad evidenziarsi per una ben più ricca
stratificazione storica e culturale. Vi nacque anche Beniamino Gigli,
famoso tenore del Novecento e nei secoli passati fu il centro di una
cospicua frequentazione culturale di artisti e letterati. Storicamente e
geograficamente, in questo stesso territorio entrano anche
Loreto
e
Osimo,
situate ad una decina di chilometri di distanza.
Arrivando in città da sud-ovest, lungo la
SP77 della Val di Chienti e i suoi tornanti, con il panorama collinare
disceso che man mano rimane alle spalle, si scorge da subito un borgo dai
colori ocracei immerso nel verde. A dominare l’orizzonte urbano sono un’alta
torre campanaria dall’aria medievale un tratto di cinta muraria e una
nutrita coltre di alti palazzi dalla fisionomia altrettanto antica. Si
arriva direttamente al di sotto delle antiche mura e delle vie del centro.
Dal parcheggio di via Porta Cerasa, a piedi si percorrono pochi
minuti e si arriva immediatamente nella grande piazza Giacomo Leopardi,
il cuore dell’antico centro storico, riconoscibile per ospitare al centro la
statua dedicata al poeta. Di origine ottocentesca, la piazza è circondata
dagli edifici storici di Recanati, quali il Palazzo comunale,
riconoscibile per lo stile neoclassico e il porticato che copre quasi per
intero i tre lati della stessa piazza.
Al suo interno sono ospitate tra
l’altro l’Aula Magna costruita su progetto dell’architetto
Gaetano Koch e dal 2004 il Museo della Chitarra Oliviero Pigini.
Accanto al palazzo del comune si alza imponente la Torre del borgo
leopardiana, del XV secolo, quella che emerge dal panorama collinare: è
l’unica testimonianza della torre civica del primo palazzo comunale,
risalente del XII secolo, l’antico palazzo dei priori; oggi ospita il
MURec (Museo di Recanati), dove si racconta della storia del borgo e dei
suoi personaggi più illustri. Nelle vicinanze, troviamo anche il Museo di
Arte Contemporanea e dei Pittori dell'Emigrazione, mentre nel lato
destro della piazza si prospetta il fianco della chiesa di San Domenico,
di fondazione romanica.
Una breve sosta è d’obbligo ancor prima di
raggiungere i monumenti urbani più caratteristici di Recanati. Le cose da
vedere in città sono infatti numerose, il nucleo leopardiano e non solo, le
chiese, i palazzi signorili, i musei e le biblioteche storiche, i siti
archeologici e le viste panoramiche. Prima di visitarle tuttavia è
preferibile conoscere come si è arrivati alla Recanati maggiormente
conosciuta.
Luoghi da non perdere
a Recanati
Della storia passata di Recanati
restano oggi gli elementi più significativi, non solo quelli legati a
Giacomo Leopardi. Ci sono anche le antiche mura, le porte d’accesso, le
chiese e gli antichi palazzi, testimonianze storiche di una città-borgo che
sorprende per quel che ha da offrire a colui che la visita. Le mura di
Recanati si scorgono sin dall’arrivo in città, hanno una forma
articolata a causa della morfologia del crinale sul quale si sviluppano.
Sono scandite da porte d’accesso, lungo il lato sud, da bastioni e da torri
cilindriche erette nella prima metà del Quattrocento ai tempi degli Sforza.
Un tempo le porte di Recanati dovevano essere dodici, forse quattordici, ma
oggi ne restano solo quattro, di cui Porta San Filippo, nell’omonima
via, è sicuramente quella meglio conservata. Le altre sono, Porta Marina,
in via XX Settembre, ricostruita in sostituzione di Porta a Mare nel 1782,
Porta Romana, nell’omonima via, anticamente nota come Porta di
Santa Margherita, Porta San Domenico, dietro la chiesa di San
Domenico.
Una volta visitato il centro di Recanati,
con il palazzo comunale e la Torre del borgo, in circa dieci minuti a piedi,
si potrebbe scegliere di visitare per prima la parte nord del nucleo
storico, lungo il corso Persiani e i palazzi del Settecento e
dell’Ottocento che si riversano in esso. Si arriva fino all’intersezione
della via 1°Luglio e viale Battisti e arrivare alla porzione
di mura settentrionale, dove troviamo ancora visibili parti delle torri
difensive del Quattrocento. Dopo una serie d’intersezioni, si arriva a
visitare alcune delle attrazioni più importanti della città: da una lato, la
chiesa di San Francesco in via Castelfidardo, del XII secolo,
rimaneggiata nel XVIII secolo, e più avanti, dall’altro la Cattedrale di
Recanati, dedicata a San Flaviano, originaria del XIV secolo e
rimaneggiata nel XVIII, che s’intravede solo nell’abside e nella fiancata.
La facciata risulta infatti incorporata nell’adiacente episcopato,
nel cui interno ha sede il Museo Diocesano. Nella cattedrale riposano
tutt’ora le ceneri dell’ultimo papa non sepolto a Roma, Gregorio XII,
qui morto nel 1417. Nel lato opposto del complesso ecclesiastico troviamo
Villa Colloredo Mels, con il Museo Civico d’archeologia e arte
rinascimentale di Recanati ed il parco omonimo, dove ha sede
parte del Museo di storia naturale e un piccolo giardino zoologico.
Il lato sud del centro storico di
Recanati, di riverso, rimane quello più conosciuto e visitato, perché
legato a Giacomo Leopardi. Tornando indietro e passando nuovamente per
piazza Leopardi, in una decina di minuti di camminata, si arriva in via
Cavour, la via principale, dove man mano si noteranno il Teatro
Persiani, del XIX secolo, il Museo Beniamino Gigli, dedicato al
grande tenore italiano, nato a Recanati nel 1890, il Palazzo Vernieri,
in via Calcagni, il proseguimento naturale della via precedente: il palazzo
di suo si apprezza per il bel cortile porticato e lo splendido panorama che
da esso si ammira nel retro verso la campagna circostante e il mare. Nei
pressi troviamo anche Casa Malpeli, del ‘400 e Palazzo Roberti,
di fine ‘600. Di poco a lato, in via Moroncini, è sita la Torre
dell’acquedotto, del 1964, erroneamente anche chiamata ‘torre del
passero solitario’, in quanto accostata alla famosa poesia del
Leopardi.
I luoghi leopardiani
di Recanati
La vera torre del Passero Solitario
è infatti accanto, all’interno del chiostro di Sant’Agostino, in
piazza Pietro Giordani, il cui campanile, punto più alto dell’intero borgo,
fu il vero ispiratore dei conosciuti versi leopardiani:
"D’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vai finché non more il giorno;
ed erra l’armonia per questa valle."
La chiesa e il chiostro di Sant Agostino
restano senza dubbio tra i luoghi da non perdere nella visita a Recanati,
testimonianza viva del ricco passato cittadino. La chiesa venne costruita
assieme al convento nel 1270 e rimaneggiata successivamente: al suo interno
si ammirano il portale in pietra di fine ‘400 opera di Giuliano da Maiano
e le decorazioni del Seicento, con diversi affreschi d’epoca barocca. Il
chiostro si apprezza per il bel colonnato e il noto campanile, e anche per
il piccolo oratorio di Santa Monica, con tracce di affreschi
medievali.
Proseguendo verso sud, guidati da targhe
affisse alle pareti dei palazzi a riporto di brani poetici delle più
conosciute poesie di Giacomo Leopardi, lungo quella che ora è via Roma, si
arriva in circa 7 minuti al nucleo storico leopardiano di Recanati:
la piazza del Sabato del Villaggio è circondata da monumenti più
rappresentativi, come Casa Leopardi, con all’interno la famosa
biblioteca Leopardi, e la piccola chiesa di Santa Maria di
Montemorello, un piccolo gioiello architettonico del Seicento in stile
rinascimentale e neoclassico, che un tempo, data la vicinanza, servì da
parrocchia alla famiglia Leopardi e allo stesso Giacomo. L’esterno del
Palazzo deve le linee sobrie ed eleganti all'ultimo restauro del 700,
eseguito dall'architetto Carlo Orazio Leopardi, prozio di Giacomo.
L’austero palazzo di famiglia domina il borgo, è qui che quello che oggi
possiamo, probabilmente, considerare il poeta più amato d’Italia, si formò,
nei sentimenti, nei sogni, nelle emozioni, poi trasmesse a tutti nelle sue
poesie. È qui che troviamo la Biblioteca del conte Monaldo Leopardi,
il padre di Giacomo, con i suoi ventimila volumi e alcuni quaderni,
manoscritti e libri usati dal giovane. Il conte, padre-padrone, uomo rigido
e conservatore, fu tuttavia un letterato illuminato dalla cultura, che mise
a disposizioni di ‘filiis, amicis, civibus’ (figli, amici e
concittadini), il sapere acquisito.
Dove un tempo sorgeva l'antica porta
Montemorello, demolita, troviamo il Colle dell'Infinito (ovvero
Monte Tabor), da cui nelle giornate più limpide si possono
intravedere le cime innevate dei monti Sibillini. Il ‘colle’ è legato ad uno
degli idilli più famosi di Leopardi, L’Infinito, oggi un parco
incluso nel circuito del Centro Nazionale Studi Leopardiani. Il poeta
scrisse i versi nel 1819, nel piccolo orto del monastero medievale di
Santo Stefano di Recanati, in cima al colle a pochi passi da casa. Il
punto esatto del parco dove il giovane fu compose il verso più famoso, "Sempre
caro mi fu quest'ermo colle", viene oggi ricordato da una targa
commemorativa. È grazie al FAI (Fondo Ambientale Italiano), che si è
potuto riaprire l’Orto sul monte Tabor al pubblico, dopo una serie di
restauri, a duecento anni esatti dalla stesura della famosa poesia.
Recanati, un
territorio infinito tutto da scoprire
Il cuore medievale del centro storico di
Recanati è un illustre testimone della storia italiana. Un incontro di
epoche, medievale, rinascimentale, neoclassica. Sono numerosi i siti
storici e culturali da visitare a Recanati, tra poesia, stradine, case
in pietra e mattoni a vista, balconi fioriti, scale e campanili e infiniti
panorami, che dalle colline arrivano fino al mare.
L’itinerario culturale di Recanati si
affianca a quello storico, e non sono i soli. Il borgo è ricco di
itinerari ed eventi. In lontananza, i monti dei Sibillini
diventano lo spunto per un itinerario naturalistico da non perdere,
partendo da Recanati e passando per Visso, Castel Sant’Angelo sul
Nera e località come Castelluccio d’Umbria e Arquata del
Tronto. I luoghi della fede, tra santuari e abbazie del circondario,
regalano un itinerario religioso che va a toccare non solo il più
noto santuario di Loreto, che accoglie ben due milioni di pellegrini
ogni anno ed è anche parte dei cammini lauretani tra Marche e Umbria,
per 160 km. Tra armonia e compostezza del paesaggio, troviamo anche San
Firmano, Santa Maria a Piè di Chienti, l'Abbadia di Fiastra,
Tolentino con il Santuario di San Nicola, o l'Abbazia di
Rambona, a circa 30 km da Recanati, poco oltre Macerata.
Tutto il territorio marchigiano e
recanatese è una tavolozza di colori cangianti. Colori che si rincorrono
tra colline punteggiate di casolari e abbazie, borghi in pietra immersi tra
campi di girasoli, oliveti e vigneti. Uno spettacolo che si arricchisce
anche di un considerevole itinerario enogastronomico, pronto a
regalare unendoli i sapori del mare, delle colline e dei borghi antichi
grazie ad antiche tradizioni e preparazioni, come quella del ‘vincisgrassi’,
uno dei piatti più celebri della cucina marchigiana, o dei ‘piccicasanti’, i
‘frascarelli’… Non gli unici, il resto è tutto da scoprire.
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