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Come iniziare un allevamento di Lumache: dalla normativa alle
tecniche di realizzazione di un allevamento remunerativo, per la
vendita di lumache alimentari. Attrezzature e spazi necessari,
riproduzione controllata, alimentazione, prevenzione di
parassiti per garantire una filiera di qualità, in un settore in
ascesa.
Dai kiwi fino agli struzzi e alle
lumache. Per Claudio Merlo, 46 anni, titolare dell'Elicicola Osachese,
in provincia di Torino, essere un innovatore è
sempre stata una parola d'ordine. Subentrato nella
conduzione dell'azienda agricola paterna dedita
soprattutto alla produzione di frutta, per
diversificare la sua attività, è stato uno dei
primi, in Italia, a coltivare kiwi. Nel 1995 ha
avvertito l'esigenza di dedicarsi a qualcosa di
ancora diverso. "Subito ho pensato agli struzzi -
afferma Claudio.
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Ma
dopo tre anni di ricerca, scoperto che, all'epoca,
non esisteva ancora un mattatoio, ho preferito
l'elicicoltura". Così, oggi, oltre a coltivare kiwi,
pere e pesche, ha anche un allevamento di lumache
della specie Helix
Pomatia, molto apprezzata dagli intenditori.
"La richiesta c'è - afferma l'imprenditore pinerolese. La produzione nazionale, di qualità più elevata rispetto alla straniera, soddisfa soltanto il 20% del consumo interno. Vendo vasetti di lumache al naturale e in paté direttamente al consumatore finale, ai ristoranti e in occasione delle sagre con una buona soddisfazione anche dal punto di vista economico.
Ma credo che allevare lumache possa essere soltanto un'attività integrativa, nonostante l'impegno che comporta". Innanzitutto, per avviare un allevamento della superficie di circa 4.000 metri quadrati, occorre sostenere un investimento di 10/12.000 €uro. Poi bisogna tenere presente che, ogni lumaca, produce circa 40 uova all'anno, con un tasso di mortalità del 50%. E le chiocciole, che nel frattempo
vanno nutrite con vegetazione fresca e selezionata (cavolo, broccolo, ravizzone, colza, bietole, radicchi etc.), sono pronte per essere vendute soltanto due anni dopo la nascita.
A ciò si aggiunga che, per roditori, gazze e cornacchie, sono una fonte di nutrimento davvero prelibata. Insomma, un allevamento può garantire una produttività per ogni 1.000 metri quadrati di 1 quintale di carne all'anno da rivendere al consumatore finale a circa 8 euro al chilo. Una cifra alla quale occorre sottrarre gli ammortamenti, le sementi e i costi di mantenimento dell'allevamento.
Chi sono i personaggi
Claudio è una persona molto attenta e aperta alle novità. Svolge il suo lavoro con passione ed è pronto a mettere in discussione il modo in cui lo
esercita. Aggiorna frequentemente le proprie competenze che lo portano non solo a leggere riviste specializzate. Ma anche a recarsi all'estero, per esempio in Francia, per conoscere nuove tecniche di allevamento. E a partecipare a fiere e mostre specializzate.
I motivi di successo
Vendita direttamente al consumatore finale. Già pronte per l'uso, invasettate e confezionate, le lumache di Claudio possono essere vendute direttamente al consumatore finale, senza quindi il passaggio da intermediari commerciali e con ricavi sensibilmente più elevati. ·
Qualità del prodotto. Le lumache di Claudio vengono nutrite con verdure coltivate direttamente in azienda e senza l'uso di sostanze chimiche. Hanno quindi ottime qualità organolettiche. A
ciò si aggiunga che, a breve, Claudio riceverà la certificazione biologica. ·
Buone capacità commerciali. Nel corso degli anni, Claudio ha saputo crearsi una buona rete commerciale. Oggi è inserito nelle guide dello Slow Food, un fatto che porta molti clienti nella sua azienda, e può contare su un buon numero di clienti ristoratori specializzati nella preparazione di piatti a base di lumache che apprezzano la sua produzione.
I consigli dell'esperto
"I primi allevamenti di chiocciole nel nostro Paese si sono sviluppati al principio degli anni Ottanta - afferma Licio Padovani, esperto del settore. Fin da allora, chi si dedica a questa attività la considera solo una fonte di reddito integrativa, anche se per molti anni è stata presentata
come un iniziativa in grado di garantire buoni profitti a fronte di un impegno gestionale limitato. In realtà, come la stragrande maggioranza di quelle che si inseriscono nell'ambito agricolo, anche l'elicicoltura presenta rischi, dovuti soprattutto all'elevato tasso di mortalità delle chiocciole la cui portata non è da sottovalutare. E soprattutto richiede conoscenze approfondite sulle tecniche di allevamento che devono essere aggiornate con costanza. Guai, quindi, ad improvvisarsi in questa attività".
Le lumache nella storia
La lumaca è presente nella cucina popolare dell'antichità ed il modo di
consumarla si è evoluto nei secoli. I romani non dimenticarono le chiocciole che
allevavano nei recinti vicino a casa chiamati cocleari, alimentandole a
frumento cotto nel vino per renderle più gustose e digeribili. Furono loro a
portare le lumache nelle Gallie. Nell'alto medioevo, le lumache erano
considerate tanto utili da essere destinate a sostituire la carni in tempo di
penitenza. Più tardi la lumaca ha subito il disprezzo dell'uomo ed è stata
considerata immangiabile, ma all'inizio dell'800 secolo tornarono in auge grazie
al principe Talleyrand che ne offrì in un banchetto allo zar Alessandro I.
Anacraonte, il cuoco, conosceva venti modi diversi per prepararle. Questo pranzo
ebbe luogo il 22 maggio 1814, dieci anni dopo la preparazione "alla
Bourghignonne" era codificata
La lumaca nella dieta
mediterranea
L'uomo nelle scelte alimentari non è mai stato mosso dal buon gusto , bensì
dalle esigenze peculiari del corpo, a cui la chiocciola corrisponde le sue
carni, che sono coerenti con le esigenze nutrizionali. Ne è buona prova
l'analisi , che porta ai seguenti valori:
Proteine 14%
Glucidi 1.7%
Grassi 0.8%
Se al contenuto di principi nutritivi si aggiunge la presenza in buone quantità
di Calcio, Magnesio, Fosforo e vitamina C, si capisce come possa essere noto
l'interesse dell' uomo per le chiocciole. Di fronte a questi dati, qualcuno si è
chiesto se potevano esserci delle controindicazioni. Niente di tutto questo,
anzi la lumaca è stata considerata, fin dalle origini, un animale "terapeutico",
grazie alla pochezza dei grassi ed ai contenuti mucillaginosi.
I siti da visitare
agricolturaoggi.com è un sito interamente dedicato all'agricoltura di grande interesse per tutti coloro che operano in questo ambito, elicicoltori compresi.
helixconsulting.com
Helix Consulting intende ottimizzare e rendere maggiormente
funzionale il sistema di allevamento a ciclo biologico completo,
attraverso l'erogazione di interventi di formazione, informazione,
consulenza e sostegno agli operatori elicicoli.
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