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Avviare un allevamento di struzzi: business case su una
insolita ma concreta opportunità di reddito, tra
richiesta di carne pregiata e valorizzazione di piume,
cuoio e uova da decorazione. Approfondimento degli
aspetti zootecnici, impianti e attrezzature necessarie
in questo settore emergente che attira sempre più
giovani agricoltori.
PRATICHE BUROCRATICHE
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Inviare comunicazione al Sindaco di inizio attività ai sensi dell'articolo 216 TULL.SS. Trascorsi 20 giorni dalla data di invio, qualora nessun confinante si fosse opposto a questa nuova attività, si può procedere all'organizzazione dell'allevamento.
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Redarre una relazione tecnica contenente le caratteristiche dell'attività: allevamento a ciclo completo oppure finalizzato al solo ingrasso; definizione della
superficie aziendale interessata; numero ed ampiezza dei recinti; ecc.
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Predisporre certificato di destinazione urbanistica della zona di insediamento dell'attività (PRG).
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Nel caso di inizio di attività di incubazione è necessario un certificato di agibilità o licenza d'uso dei locali utilizzati per lo stoccaggio e disinfezione delle uova, l'incubazione e la schiusa. Anche per gli struzzi è applicabile la legge 356 del 13 maggio 1966 che istituisce presso il Ministero dell'Agricoltura un registro nazionale delle imprese produttrici di uova da cova o di pulcini. Tali disposizioni non si applicano agli incubatoi la cui capacità totale di incubazione, al netto della schiusa, sia inferiore alle 1000 uova.
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Dichiarazione delle modalità di prelievo dell'acqua potabile: pozzo con conta litri installato o pubblico acquedotto. Nel caso di utilizzo di acqua di pozzo è necessario allegare anche un certificato di analisi delle acque per la potabilità.
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Pagamento dei diritti sanitari: normalmente Lire 100.000-
N.B. Purtroppo non tutti i comuni applicano queste disposizioni, capita spesso che vi siano amministrazioni comunali molto più restrittive che richiedono innumerevoli ulteriori formalità come ad esempio progetti edilizi per recinti e tettoie, distanze minime di centinaia di metri da corsi d'acqua e/o strade, ecc. Occorre pertanto di volta in volta accertarsi per prima cosa delle richieste del comune competente per territorio della zona ove si intende installare l'allevamento per evitare brutte sorprese quando magari si sono già acquistati gli animali.
LIQUAMI
Anche gli struzzi come tutti le altre specie animali producono feci ed urine.
Il problema dei liquami nel caso dell'allevamento dello struzzo è facilmente evitabile strutturando i recinti con le misure consigliate per il rispetto del benessere animale che però nel contempo garantisce anche una ripartizione dei capi sul territorio in misura proporzionata a quanto previsto dalla legge Merli (2,5 t peso vivo di bestiame per ettaro di terreno utilizzato per gli allevamenti avi-cunicoli, 3,5t per allevamenti di suini e vitelli a carne bianca, 4t di peso vivo per gli altri tipi animali).
Problemi possono sorgere per le pulcinaie. Normalmente la parte coperta utilizzata per il ricovero notturno presenta un fondo in cemento sul quale si depositano le feci e che richiede frequenti lavaggi per garantire l'igiene di tali locali. Per legge l'acqua sporca derivante da tali operazioni deve essere raccolta in tre grandi vasche di cemento per la decantazione e maturazione prima di essere asportata con grandi cisterne mobili ed opportunamente sparsa su terreni agricoli. Per evitare tale operazione si può prevedere l'utilizzo, quale fondo per il riposo notturno, di trucioli o paglia che vengono periodicamente sostituiti.
OBBLIGHI FISCALI
Ogni azienda deve poi essere regolarmente iscritta presso il Ministero delle Finanze richiedendo l'attribuzione della partita IVA con codice attività "
allevamento di animali per l'alimentazione umana".
Occorre anche procedere all'iscrizione presso la Camera di Commercio come attività agricola. È capitato in passato che alcuni uffici non riconoscessero l'attività di allevamento dello struzzo come attività agricola, il problema è stato risolto dimostrando che l'allevamento dello struzzo è impossibile senza l'uso del terreno e che gli struzzi sono animali erbivori che vengono alimentati con foraggi di produzione aziendale.
OBBLIGHI CONTRIBUTIVI
L'allevatore di struzzi deve anche procedere all'iscrizione presso l'INPS come coltivatore diretto. Per legge è "
imprenditore agricolo" colui che dedicata la maggior parte della propria attività lavorativa ad un'attività agricola e che ricava la maggior parte del suo reddito da tale attività.
Per quanto riguarda il tempo necessario per accudire gli struzzi l'AVAS ha elaborato una tabella dimostrante le ORE lavoro necessarie per un allevamento composto da una famiglia di struzzi. Tale tabella è già stata recepita da alcuni uffici provinciali ed è reperibile sul sito AVAS oppure è possibile richiederla a mezzo posta.
NORMATIVE SANITARIE
Non esistono norme specifiche per gli struzzi. Non esiste alcun obbligo di vaccinazioni se non in Toscana per una recente diffusione di peste aviare.
La maggior parte delle patologie dello struzzo deriva da inadeguate condizioni di allevamento. Maggiore è il tentativo di intensificare l'allevamento, riducendo gli spazi e forzando l'alimentazione, maggiori sono le patologie batteriche e protozoarie di insorgenza secondaria.
Gli struzzi, per la loro propria conformazione, hanno necessità di vivere in ampi spazi aperti, sopravvivono ben difficilmente negli spazi ristretti e chiusi.
Per maggiori informazioni visitate il sito ostrichpage.com
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