Aprire attività di riciclo rifiuti elettronici: focus su
competenze, macchinari, normative, costi e ricavi di una
attività imprenditoriale interamente dedicata al
recupero sostenibile di computer, device e
apparecchiature obsolete ancora ricche di materie prime
seconde preziose. Un business etico con potenzialità
globali.
e
opportunità di lavoro sembrano davvero essere
infinite se si tengono gli occhi aperti al dinamismo
sociale e tecnologico che ci gira intorno. Che dire
dell'opportunità di creare un'attività di
smaltimento e riciclo di
apparecchiature elettriche ed elettroniche?
➔Prima
considerazione: la vita dei prodotti tecnologici non è
per sua natura duratura. L'ambiente tecnologico è
multi-dinamico e multi-settoriale, quello che andava
bene ieri, oggi potrebbe non essere più utile, cambiano
obiettivi e tendenze, desideri e programmi.
➔Seconda
considerazione: la necessità di disfarsi di materiali
tecnologici ed elettrici è in aumento. Pensiamo al
numero di schermi TV, PC, tastiere, telefoni cordless,
cellulari e tra qualche anno, se non mese, anche tablet,
eReder, iPad... considerando quanti ne sono stati
prodotti e quanti nuovi modelli di ultima generazione
verranno prodotti, il riciclo diventa più che
indispensabile.
➔Terza
considerazione: questo tipo di rifiuti elettronici e
tecnologici sono un grande problema per l’ambiente e per
la conservazione del nostro pianeta naturale.
Garantire
una seconda vita a materiali di questo tipo diventa
quindi una scommessa importante in termini di sostenibilità ambientale ed
economica. Chissà se a qualcuno di voi è mai
venuto in mente che utilizzare circa una trentina di
televisori e ricavarne più del doppio di metri quadri in
piastrelle di ceramica. Non si tratta di una formula
di alchimisti impazziti ma di pura realtà: in effetti
niente di straordinario se si pensa che per fare una
piastrella è necessario utilizzare argilla contenente in
media il 20% di vetro riciclato; immaginate quante
piastrelle potrebbero formarsi dagli schermi di vecchi
televisori in disuso, quante case, uffici e palazzi
potrebbero arredare. Una sola azienda, come l'italiana
Relight è riuscita a recuperare in poco più di un
decennio circa 2500 tonnellate di vetro, producendo
nello stesso periodo un ammontare di circa mezzo milione
di metri quadri di piastrelle in ceramica.
La produzione industriale del futuro
si concentra su elementi quali innovazione, alta qualità
e riciclo, utilizzandoli in maniera dipendente l'uno
dall'altro. L'orientamento è quello di una nuova
strategia competitiva che possa portare avanti una
produttività attenta all'ambiente, riducendo la
dipendenza dall'importazione di materie prime.
L'attività si inserisce all'interno
di un progetto finanziato dall'Unione Europa,
chiamato Eco-Innovation, a sua volta parte del
Programma CIP per la competitività e l'innovazione.
Il progetto della UE si rivolge a cinque settori di
riferimento, operati per lo più da piccole e medie
imprese (PMI): riciclaggio,
acqua,
prodotti sostenibili per
l'edilizia, imprese
verdi, settore
alimentare e bevande. Per maggiori informazioni
sul progetto e bando Eco-Innovation vi invitiamo alla
lettura delle pagine ufficiali in link
Eco-Innovation Commissione Europea.
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