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VISITARE BAGHERIA -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Rinomata località balneare alle porte di Palermo, Bagheria offre
ville storiche come Villa Palagonia e Soluntina, arte, spiagge
attrezzate e una vivace movida. Il luogo perfetto dove
trascorrere momenti di relax.
Tre motivi per visitare
Bagheria: è
una località molto apprezzata come luogo di
villeggiatura, soprattutto nei mesi estivi; è molto
famosa, per le splendide
ville storiche e i palazzi settecenteschi
(simbolo della ricchezza della nobiltà siciliana di un
tempo), e per i film che l'hanno rappresentata, come
Baaria
e Nuovo Cinema Paradiso del regista
Giuseppe Tornatore; è il paese natale del pittore
neorealista
Renato Guttuso (Villa Cattolica ospita un museo
di arte moderna a lui dedicato).
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Un altro motivo lo aggiungiamo noi:
i colori del cielo e
del mare, il giallo delle pietre di tufo delle sue case, la
luce
che a Bagheria illumina ogni cosa è indescrivibile, pura e
forte.
La cittadina di Bagheria si trova tra
il golfo di
Palermo
e il golfo di Termini Imerese. Il clima qui è molto dolce, con
inverni miti ed estati calde. Le produzioni agricole sono
cambiate nel tempo; prima la canna da zucchero, poi i vigneti e
nel periodo ottocentesco, gli agrumeti, con il giallo e il
profumo dei limoni. La costa più frequentata è quella della
località di Aspra, 4 chilometri con spiagge sabbiose
e attrezzate. Il litorale offre anche calette riservate e
rocciose, scogli dalle forme stravaganti, fondali ricchi di
pesce.
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Bagheria
somiglia a come ce l'hanno raccontata: un luogo ricco di
fascino, con una natura generosa, dove le tradizioni e la
malinconia dolce per il passato si affiancano alla
determinazione della sua gente di andare avanti. Nel XVIII e XIX
secolo Bagheria era il luogo di vacanza della nobiltà
palermitana che qui edificò magnifiche ville dove risiedere
in estate per fuggire al caldo asfissiante di Palermo. Queste
ville erano più belle e imponenti dei palazzi dei nobili in
città. Con il passare del tempo le fortune delle famiglie nobili
sono passate e le dinastie si sono estinte, lasciando Bagheria
immersa in un'atmosfera decadente.
Dacia Maraini
ha dedicato nel
1993 un libro di memorie, Bagheria è il titolo.
Quando la Maraini era una bambina si trasferì in Giappone con la
famiglia, nel 1938, per fuggire dal fascismo. Tutta la famiglia
visse internata in un campo di concentramento giapponese dal '43
al '46 e quando finalmente finì la guerra ritornarono in Italia,
in Sicilia a Bagheria nel '47 e Dacia trascorse qui gli anni
dell'adolescenza. Bagheria è il romanzo più autobiografico di
Dacia Maraini, che abile conversatrice, ci racconta nelle pagine
di questo libro di colori, odori, suoni e profumi della vera
Sicilia, parlandoci con il cuore e descrivendoci la terra
materna, i limoni odorosi, gli olivi, il vento fresco e la
salsedine del mare. I Maraini risiedevano presso Villa
Valguarnera
e Dacia di tanto in tanto torna a visitare Bagheria.
Baaria
il celebre film di Tornatore qui ambientato ha ricordato a tutti
noi con le sue immagini l'armonia e la durezza di questa terra e
della vita che qui si vive. "Baaria" è l'antico nome
fenicio della città siciliana di Bagheria e nel film, attraverso
le vicende di tre generazioni di una famiglia locale, si
racconta un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e
l'avvicendarsi in politica, del Fascismo, del Comunismo, della
Democrazia Cristiana e del partito Socialista. Tra amori
contrastati ma a lieto fine, contestazione, e la luce del sole
sempre protagonista, Tornatore raconta ancora della terra che
ama, la Sicilia, cercando di mantenere la memoria collettiva
viva, di dipingere un affresco che resterà.
Bagheria,
il cui nome deriva forse dal termine Bayharia (in fenicio
zona che discende verso il mare) o forse dall'arabo Baab El
Gerib,
la porta del vento, ha avuto i suoi primi insediamenti di
difesa nel secolo XV, le torri di avvistamento.
Successivamente,
Giuseppe Branciforti, conte di Raccuja, si stabilì nella
zona nel 1658, dove decise di ritirarsi, deluso dalla mancata
nomina a viceré di Palermo. Qui costruì Villa Butera e vi
trasferì la sua corte. Si riconduce a questo spostamento di un
personaggio importante e della sua corte la nascita di Bagheria.
Nel 1769 il nipote del conte, Salvatore Branciforti, si
occupò del primo piano urbanistico della città, disegnando prima
di tutto il corso principale, chiamato appunto corso Butera.
Fu
lui a decidere
l'edificazione nella piazza centrale della chiesa cittadina
(Piazza
Madrice nelle due foto) collocata alla fine del corso
Umberto I. Nel 1797, il figlio di Salvatore Branciforti fece
realizzare una certosa, dietro al castello, in stile neoclassico
e all'interno di essa un museo del costume. Il tocco di pregio è
il portico con colonne in stile dorico; all'interno ci sono
affreschi di Velasquez.
Le celle della Certosa sono
"abitate" da frati trappisti in cera, paglia e stoppa. Nel 1800
la Villa è stata abbandonata ed è stata acquisita dal Comune per
utilizzarla come sede del Palazzo Comunale. Nel 1889 è diventata
sede di un asilo.

Come dicevamo, tutto intorno al
castello sono state costruite nel '700 delle dimore lussuose da
molti
nobili siciliani che hanno deciso di trascorrere qui i periodi
di villeggiatura. Bagheria ha proprio per questo
motivo una serie di ville storiche, che come detto
pocanzi, rappresentano l'opulenza delle nobiltà palermitana
di un tempo. Le caratteristiche che accomunano queste
costruzioni sono lo stile Barocco con
le decorazioni e l'architettura che rimandano al periodo del
feudalesimo.
Il monumento più famoso e bizzarro di
Bagheria è una di queste ville, Villa Palagonia, meglio
conosciuta come la Villa dei mostri. Le mura della villa
difatti erano il piedistallo di oltre 200 statue in tufo
(oggi ne restano 60) rappresentanti mostri di ogni
genere, persone deformi con doppie teste, draghi, serpenti,
animali paurosi. Nel 1715 iniziò la costruzione della villa.
Sulla scelta di queste decorazioni curiose ci sono varie teorie.
Si dice che il principe
Francesco Ferdinando Gravina II (nel dipinto di destra,
nipote del principe di Palagonia Francesco Gravina) fosse
brutto e deforme e che, per vendicarsi del suo avverso destino,
volle mettere in ridicolo, attraverso una serie di caricature,
amici e conoscenti che lo circondavano e che partecipavano ai
tanti ricevimenti che egli era solito tenere.
Secondo altri la
scelta fu si fatta da
Ferdinando ma pare che egli avesse ordinato, agli
artigiani locali che scolpivano le statue, di realizzare
caricature degli amanti della moglie per imbarazzarla. Si tratta
di rappresentazioni che uniscono la mitologia, la fantasia e il
mondo animale. Sui muri alti dominano una lunga fila di sculture
raffiguranti animali improbabili, gnomi, centauri e altri mostri
bizzarri. Queste originali decorazioni urtarono parecchio
Goethe, che visitò la villa e condannò quelle che secondo
lui erano orribili figure. A noi sono piaciute le parole
di Paolo Tasini su quelli che Goethe sentì
come mostri... e che per Paolo sono:
"i sognatori di pietra, esseri con
lo sguardo rivolto all'alto,
imploranti come pesci sul
bagnasciuga.
Una frustata creativa che porta in
giardino il dolore del mondo"
Si accede alla villa attraverso un
arco, ai cui lati si trovano due statue di guerrieri. Entrati si
notano subito, sulle mura circostanti, le statue dei mostri.
Arrivando all'edificio principale si può notare uno scalone in
marmo che permette di accedere al piano nobile, sormontato da
uno stemma di famiglia. Le decorazioni della facciata principale
sono di Giovanni Nicola Salernitano. All'interno della villa si
può vedere la Sala degli Specchi, con le pareti rivestite
in marmo colorato e sono ornate con medaglioni con i busti degli
antenati di famiglia; tra questi spiccano due donne. Sono
Margherita Albata di Villafranca e Maria Gioacchina Gaetana,
madre e moglie dell'ultimo Francesco Ferdinando Gravina. La
volta della sala è rivestita di lastre di specchi e decorata con
immagini di uccelli, di frutta e fiori. Le altre sale contengono
affreschi su temi mitologici. Purtroppo questo esempio di
architettura barocca siciliana avrebbe bisogno di grandi
restauri per preservare nel tempo i suoi tesori.
Ricordiamo oltre a Villa Palagonia
anche
Villa Butera, dall'aspetto medievale per la presenza di
due torri merlate, realizzata per volontà di Don Giuseppe
Branciforti nel 1658. Le decorazioni barocche si possono
ammirare al piano nobile, alla fine della scalinata. All'esterno
del palazzo, nella parte posteriore, si può vedere un giardino;
un tempo qui la fontana era ornata da una statua chiamata
"l'Abbondanza". Attualmente la statua è a Villa Trabia.
Bella anche Villa Cattolica è
stata edificata nel 1736 per volontà di Francesco Bonanno,
principe di Cattolica. Lo stile dell'edificio è Barocco e nel
1973, al piano nobile, è stata insediata la Galleria d'Arte
moderna e contemporanea con le opere di Guttuso (nato a
Bagheria nel 1912). La villa è diventata proprietà del Comune
nel 1988 e vi sono ospitate molte opere del pittore neorealista,
nonché tele e sculture di altri artisti locali. La maggior parte
delle opere è stata donata al museo da Guttuso stesso. Alla
morte dell'artista, nel 1987, il suo amico scultore Giacomo
Manzù realizzò una particolare tomba a forma di capsula blu,
visibile nel giardino della villa, nascosta tra cactus e piante
di limone. Passeggiando nel giardino visitate la
Camera dello Scirocco, una sorta di caverna artificiale
costruita sotto la casa signorile come rifugio per i giorni
afosi in cui soffiava lo scirocco dall'Africa. Le altre ville
sono: La Certosa, Villa Valguarnera, Villa Villarosa, Villa
Larderia, Villa Inguaggiato, Villa Cutò, Villa Rammacca, Villa
Angiò, Villa Arezzo-Spedalotto, Villa De Cordova, Villa De
Spuches, Villa Sant'Isidoro, Villa Sant'Elia, Villa
Serradifalco, Villa Roccaforte e Villa San Cataldo.
I
luoghi da non perdere, dal punto di vista naturalistico, sono
invece
Capo Mongerbino, Capo Zafferano e l'Arco Azzurro (uno
spettacolare arco di roccia, vedi foto a sinistra). Dal punto di
vista artistico, visitate anche la Chiesa di Maria SS.
Addolorata. In questa chiesa è possibile ammirare alcuni
affreschi giovanili di Guttuso. A Maria SS. Addolorata
è dedicata una festa che è parte delle tradizioni. La
statua di Maria è sistemata sulla prua di un peschereccio ed è
seguita in processione da una miriade di imbarcazioni che
portano la luce delle fiaccole. La festa si protrae per una
settimana e ha in programma numerosi spettacoli e giochi. La
statua in legno è opera dello scultore Civiletti.
I dintorni di Bagheria sono
altrettanto interessanti da visitare come ad esempio la frazione
marinara di
Aspra. Qui ci si può rilassare tra i profumi degli agrumi
e della vegetazione, davanti al mare celeste. Sono da visitare
anche:
Solunto e il Mongerbino, antichi insediamenti
Fenici. Solunto è una terra fertile e ricca di testimonianze
storiche, scelta come luogo dia ntico insediamento per la sua
posizione. Gli scavi hanno riportato alla luce i monumenti
di Giove e d'Iride, i resti del Gimnasio con i ricchi pavimenti
di mosaici e i pregiati vasi di vetro e terracotta e poi monete
antichissime che raffigurano Ercole.
Non può mancare una passeggiata su
Monte Catalfano, un'area destinata a parco naturalistico. In
questa molti sono gli itinerari alla scoperta delle zone
boscose, delle grotte e degli zubbi. Gli itinerari principali
sono quattro: sentiero panoramico di Monte Catalfano, itinerario
delle grotte a mare (da fare in barca partendo dalla frazione di
Aspra), sentiero delle grotte di origine marina (a piedi si
scende verso il mare) e il Sentiero degli zubbi. Gli
zubbi sono grotte che si sviluppano in verticale. Lo zubbio più
accessibile è quello di Cozzo San Pietro, profondo 14 metri. Una
leggenda racconta che all'interno di una di queste grotte sia
nascosto un tesoro saraceno. Le specie indigene che si possono
incontrare durante il percorso sono la quercia spinosa, le palme
nane, il fiordaliso rupestre, le orchidee selvatiche come
l'orchis commutata e l'orchis branciforti. La fauna è presente
con alcune specie come il falco pellegrino, il passero
solitario, l'occhiocotto, il saltimpalo, oltre alla volpe, alla
donnola, al coniglio, al riccio e all'istrice.
Le
specialità culinarie locali sono molto apprezzate,
soprattutto i dolci fatti con la ricotta e gli arancini di riso
con carne. Gustatevi a un tavolino all'aperto di uno dei tanti
bar una brioche con gelato e panna montata o una granita al
limone. Le produzioni artigianali
sono legate alla pietra di Aspra (il tufo giallo) con alcune
lavorazioni di pregio. La tradizione locale è quella di decorare
i carretti di legno siciliani con colori a base di olio
di lino. "Li masciddara" sono i lati del carretto che sono
decorati, come quadri, ispirandosi al periodo della cavalleria e
alle storie dei santi.
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