Solunto, sito archeologico
Poco lontano da
Bagheria, a circa 4 km a nord-est del centro,
sorge l'area archeologica di Solunto, un sito di rara
bellezza storica e paesaggistica. I resti dell'antica città li
troviamo sulle propaggini sud-orientali del Monte Catalfano,
lungo la costa e 20 km da
Palermo. Scenograficamente siamo in uno dei
luoghi più belli della Sicilia, ripidi pendii di circa
180 metri che propendono verso l'azzurro mare e una terra
fertile baciata dal sole caldo del Mediterraneo.
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La città venne fondata dai Cartaginesi nel IV sec.
a.C., forse sulle fondamenta (o nei pressi) di una città più
antica, di origini fenicie. Così ci tramandava Tucido,
storico e militare ateniese vissuto intorno al 430 a.C.. Il nome
di questo insediamento fenicio era Kfra e
insieme a Panormus e Motya, rispettivamente
Palermo e Mozia (sull'Isola di San Pantaleo),
costituiva una delle tre città fenicie della Sicilia.
Ancor prima vi furono però i Sicani, stanziatisi nel
territorio e indicati come i primi veri fondatori. Nel 396 a.C
venne conquistata da Dionisio I di Siracusa nel corso
della guerra contro i Cartaginesi, mentre un gruppo di
mercenari greci si insediò intorno al 307 a.C. I
Cartaginesi svilupparono l'urbanizzazione, mantenendone il
controllo per molto tempo, per poi passare la mano al dominio
romano nel 250 a.C., a seguito della prima guerra punica.
Alcuni studiosi ritengono che fu comunque con l'invasione di
Dionisio I di Siracusa che l'abitato venne distrutto e
successivamente ricostruito intorno al 383 a.C., sul Monte
Catalfano, dove venne edificata la seconda città di Solunto, di
matrice ellenistica. Sarebbero quindi esistite due distinte 'Solunto',
la prima punica e la seconda ellenica: Soluntum, più in
alto sulla collina , e Solus più in basso (nella località
di Sòlanto, comune di Santa Flavia). Nei secoli a
venire vi fu un lento abbandono del territorio, che diventò
definitivo con l'avvento dei Saraceni, nel VII secolo.
I reperti archeologici sopravvissuti fino a noi
provengono dal periodo greco-romano, con gli scavi
iniziati nella prima metà dell'Ottocento, grazie alla
Commissione di antichità e belle arti. Fu proprio in quel
periodo che si ebbe il rinvenimento della statua di Zeus,
un esempio ben conservato presso il Museo Salinas di Palermo.
Lasciati a metà e ripresi solo dopo più di un secolo, nel 1952,
gli scavi ebbero modo di ricostruire l'intera struttura
urbana antica, e far riaffiorare la Solunto di oltre 2300
anni fa. La Solunto fenicia, la potente stratega marittima, è
invece ancora da scoprire.
La superficie doveva essere originariamente di circa 18 ettari
ed era suddivisa da una serie di strade orientate da nord-est a
sud-ovest, intersecate da assi minori perpendicolari, perlopiù
costituiti da scalinate. Non esistevano fogne, ma l'assetto
stradale era tale da permettere una serie di assi con la
funzione di scoli drenanti, dei veri e propri canali
sotterranei. Si sono trovate le tracce di una strada, poi
chiamata Via dell'Agorà, probabilmente la principale,
visto che era larga dai 5 agli 8 metri e arrivava fino alla zona
degli affari pubblici. La strada era pavimentata per la maggior
parte da mattoni quadrati, mentre le strade minori, a
differenza, erano in lastre di calcaree. Le abitazioni
erano disposte a seconda dell'estrazione sociale dei residenti,
nel centro risultavano un gruppo di sei case riccamente decorate
e con portico a preludere un cortile/giardino (il cosiddetto 'peristilio'),
mentre nei limiti urbani esterni erano presenti un gruppo di
otto case, senza o minima decorazione e senza 'peristilio' o
cortile. La pianta urbana rintracciabile è comunque di tipo
greco, tipicamente nord-est / sud-ovest, con strada
principale e strade secondarie, perpendicolari, e con le
abitazioni costruite in questo caso su terrazzamenti naturali.
Di particolare rilevanza risultano essere alcuni monumenti
portati alla luce durante gli scavi. Le Terme di Solunto
erano situate nella parte a nord-est dell'Agorà, in prossimità
di una grande cisterna pubblica: quel che è stato
rinvenuto al momento sono framenti di pavimenti a mosaico,
probabilmente la grande vasca, ed elementi di pavimentazione che
permettevano il passaggio idraulico per riscaldare le stanze. L'Agorà
era invece la zona centrale della città, la piazza sulla quale
si affacciavano botteghe, case e tabernae. Si notano le
colonne dorico-ionico del peristilio del cosiddetto
Ginnasio, dove sono presenti anche i resti di pavimentazione
a mosaico e pitture.
La Casa di Leda, come è stata chiamata, era invece una
dimora patrizia i cui resti sono stati rinvenuti intorno agli
anni '60 del secolo scorso. Sorgeva su tre piani, con botteghe
nel piano basso e stanze da letto in quelli superiori. Si
noteranno in particolare gli affreschi raffiguranti Leda
con il cigno, il peristilio collegato ad una Cisterna, i resti
delle scale che portavano al piano superiore. Le sale
erano riccamente decorate da affreschi e rappresentazioni
come un astrolabio e un mosaico con materiali
probabilmente provenienti da Alessandria d'Egitto. In
generale, le dimore avevano una parte superiore alla quale si
accedeva da una strada secondaria, mentre gli ambienti
prospicienti la via principale dovevano essere utilizzati come
tabernae.
Dalla zona centrale dell'antica città si accedeva direttamente
al Teatro, con capacità di circa 1200 spettatori e
decorato con cariatidi. Alcuni interessanti resti di carattere
sacro lasciano trasparire l’origine fenicio-punica dello stesso.
All'ingresso degli scavi è presente un Antiquarium,
all'interno del quale sono custoditi frammenti e ritrovamenti
vari, tra cui intonaci dipinti, ceramiche, stele puniche, una
serie di capitelli, statuette, monete. Particolare è la Musa
con rotolo, una delle tre piccole statue femminili
rinvenute, due in marmo e una in calcaree. Ci sono poi i resti
delle abitazioni, una con un mosaico circolare, lungo quella che
gli archeologici hanno chiamato Via Ippodamo di Mileto.
In un'altra, detta Casa delle Ghirlande, sulla stessa
via, sono stati rinvenuti i resti di alcuni altri affreschi,
raffiguranti maschere e ghirlande, oggi conservati presso il
Museo archeologico di Palermo.
Informazioni
utili:
Indirizzo:
Via Collegio romano – loalità Solunto
Orari apertura:
09.30 – 19.30 / domenica e festiva dalle 09.30 alle 13.30.
Lunedì chiuso.
Ultimo ngresso alle
18.30 oppure alle 12.30 (domenica e festivi).
Ingresso a
pagamento (circa €4 euro)
Prima domenica del
mese ad ingresso gratuito.
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