Castello Svevo-Normanno
   
La
costruzione del Castello Svevo-Normanno di Bari, fu iniziata da
Ruggero II (1139) e distrutta almeno due volte dalla popolazione barese, per
protesta contro la tirannia dei normanni. Federico II lo ricostruì quasi
completamente tra il 1233 e il 1240. Quello che si è abituati a conoscere
come "castello svevo" è in realtà è "un castello nel castello", un gioco di
scatole cinesi in cui si integrano le torri della difesa medievale e le mura
della reggia rinascimentale, a loro volta incastrate e parte integrante di
una città murata essa stessa denominata castrum. |
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Il castello di Bari era al
tempo stesso il castello e la città. Bari era un castello perché nel
Medioevo solo le mura conferivano la dignità di città a quello che
altrimenti sarebbe stato un villaggio, un casale, un semplice insieme di
abitazioni. E il castello, simbolo del potere, non fu mai il castello dei
baresi che da questo, più che difesi, si sentivano minacciati.
Questo castello normanno-svevo-angio-aragonese fu costruito in
diverse fasi tra il XII e il XVI secolo. Il nucleo originale,
costruito dal re normanno Ruggero II nel 1131, comprendeva torri
angolari. Il suo ruolo non era quello di difendere la città, ma
di aiutare gli occupanti normanni a sedare le rivolte dei baresi
che non accettavano il loro dominio. Distrutto in diverse
occasioni, in particolare dal normanno Guglielmo I il Malo o
il Maligno nel 1156, fu salvato dall'abbandono
dall'imperatore Federico II di Svevia, che intraprese
alcuni lavori di restauro come il portale ogivale o i capitelli
di Minerrus di Canosa.
Da circa mille anni Bari ha vissuto e vive all’ombra del suo massiccio
castello tra la terra ed il mare, che non potendo dominare il territorio
dall’alto di una collina, venne collocò al margine estremo della città
antica, per difenderla, ma soprattutto per controllarla. Il suo nucleo
originario, infatti, risale all’epoca normanno-sveva, ed è da identificare
con l’attuale cinta quadrangolare interna munita di torri angolari ed
intermedie. Questa fu l’idea dei Normanni, ai quali la ribelle Bari diede
non poco filo da torcere.
Nel corso della distruzione della città, avvenuta nel 1156 ad opera di
Guglielmo I di Sicilia, detto il Malo, anche il castello subì
notevoli danni; intorno al 1233 Federico II lo restaurò,
valorizzandone l'aspetto residenziale e rappresentativo e conferendogli
requisiti più prossimi ad una residenza. Sull’archivolto del portale fece
scolpire l’aquila imperiale che stringe trionfante la preda tra gli artigli;
nell’androne e nel cortile innalzò un portico e realizzò capitelli a
fogliami firmati da maestri locali; nelle torri troppo severe aggiunse qua e
là oculi e finestre. A mitigare l’asprezza di questi luoghi non bastò
evidentemente neanche il leggendario passaggio di San Francesco d’Assisi,
che qui, secondo la tradizione, avrebbe respinto con fermezza le maliziose
proposte carnali di una fanciulla attraverso la quale Federico II avrebbe
avrebbe tentato di mettere alla prova la sua santità.
Quando
gli spagnoli, per meglio dire, gli aragonesi, presero possesso dell'edificio
lo dotarono di una cinta di bastioni sui tre lati verso terra. Tra il 1501 e
il 1549, due donne, Isabella d'Aragona e poi sua figlia Bona
Sforza (duchessa di Bari, poi diventata regina di Polonia), stabilirono
qui una corte rinascimentale. Fu in questo periodo che il castello fu
fortificato e separato dalla città da un pendio e da bastioni. Nonostante
ciò, le sue torri possenti continuarono ad essere una quotidiana sfida
all’orgoglio dei baresi e al ricordo delle tante torri cittadine rase al
suolo da Guglielmo il Malo, e mai più ricostruite.
Più tardi dimenticato, divenne una prigione e più tardi una caserma, e oggi
il castello è la sede della Direzione dei Monumenti della regione Puglia.
Ospita anche la Sala Gipsoteca, la collezione di riproduzioni in
gesso dei migliori esempi di scultura romanica in Puglia. Sebbene non sia
sopravvissuto nulla dell'interno originale del castello, alcuni elementi
sono particolarmente degni di nota. Nell'area archeologica sono visibili i
resti delle costruzioni bizantine che precedettero la costruzione del
castello. L'edificio ospita anche mostre temporanee.
Castello Svevo-Normanno
piazza Federico II di Svevia, 2
Telefono: +39 0805242244
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