Sei
qui:
Cosa
vedere a Chiusi >
Cattedrale di San
Secondiano a Chiusi
La Cattedrale di Chiusi dedicata a San Secondiano
è
una delle chiese più antiche della Toscana e venne
costruita dal vescovo Florentino originario della
città, nella metà del VI
secolo (tra il 554 e il 560). Fu usato materiale di recupero
ricavato da precedenti costruzione
romane, come le colonne della facciata che provengono dal
tempio di Venere sull'omonimo colle e le 18 colonne romane
della navata centrale.
tutte diverse fra loro, con capitelli di ordine ionico e
corinzio. Lo stile architettonico
della cattedrale è sicuramente paleocristiano,
ultima espressione dell’arte romana con gli influssi
dell’arte bizantina che negli stessi anni costruì a
Ravenna le Basiliche di Apollinare e
di San Vitale. |
|
Ispirata architettonicamente alle basiliche
paleocristiane, la cattedrale è a tre navate divise da
colonne che sostengono archi a tutto sesto. Detto questo, la facciata in travertino
costruita su progetto dell'architetto
senese Giuseppe Partini (1842-1895) è datata fine XIX
secolo.
La
dedica a San Secondiano, nobile romano martirizzato a
Centocelle (insieme agli amici Marcelliano e
Veriano) e il cui corpo fu trasferito a Tuscania, non è
spiegabile se non con una particolare devozione da parte dello
stesso vescovo Florentino al santo. L’indicazione
dell’edificatore, il vescovo Florentino, è scolpita nel pulvino
(supporto del capitello) della terza colonna a sinistra entrando
nella chiesa. Era un uso bizantino quello di
porre i pulvini sopra i capitelli, ispirato dalla necessità di
valersi di un piccolo capitello come base di un arco di maggiore
larghezza, rispetto a quello per il quale era stato in origine
costruito. Nella cattedrale si conservava anche una reliquia
(due frammenti di ossa) trovati nel XVII secolo in un panno di
seta rosso insieme ad una piccola pergamena che ne chiariva
l’appartenenza.
Dagli
scavi effettuati nel perimetro della cattedrale si è visto
che nell'edificio attuale sopravvivono la pianta e gran
parte delle strutture della basilica cristiana del V secolo.
Questa, a sua volta, era sorta su un'area già occupata da un edificio romano
di probabile carattere privato, più volte rimaneggiato (come
testimoniano le pavimentazioni), divenuto forse negli ultimi
tempi una "domus ecclesiae", un luogo di culto ricavato da
una abitazione privata. La chiesa attuale pare conservi,
almeno in parte, le strutture perimetrali dell'edificio del VI secolo, voluto dal vescovo Fiorentino.
Tra
i materiali di riutilizzo impiegati per la costruzione della
seconda basilica troviamo: colonne, capitelli e pulvini
(elementi costruttivi che sovrastano il capitello) databili in
un arco cronologico che va dall'età augustea al IV sec.
d.C.; nelle strutture murarie sono stati rinvenuti frammenti
di un sarcofago romano (inizio del III sec. d.C.)
raffiguranti una
scena di battaglia contro i barbari, attualmente
conservati nel Museo della Cattedrale; tre tombe
(forse altre due sono andate distrutte) della seconda metà
del VII sec., nel
periodo longobardo, sono rimaste e sono adiacenti la parete
esterna nord.
Gli scavi archeologici eseguiti negli anni settanta nella zona
del presbiterio, in fondo alla navata centrale, hanno fatto
emergere un edificio sottostante all'attuale, sorto sui resti di
una costruzione più antica. Si tratta di una basilica a tre
navate con pilastri quadrangolari, le pareti ad intonaco dipinto
e il pavimento a mosaico databile tra la fine del IV secolo e l'inizio del V.
La concattedrale (una precedente cattedrale
esisteva fuori dal centro) fu poi riedificata, come detto, nella metà del VI secolo, recuperando in parte gli elementi architettonici
dell'antica basilica. Il pavimento della basilica più
antica è stato ricollocato nel presbiterio.
La cattedrale
custodisce il corpo di Santa Mustiola, vergine e martire,
patrona di Chiusi e della Diocesi. Nella navata sinistra si
trova una pala di Bernardino Fungai (1460-1516)
raffigurante l'Adorazione del Bambino e Santi.
Nel
primo ventennio del XIX secolo il vescovo Giuseppe Pannilini,
operò una serie di interventi sull’antica cattedrale, per
adattarla al gusto del suo tempo. Fece sistemare i tetti,
eseguire dall’architetto Luigi Vegni di Chianciano le
volte delle navate laterali, il cassettonato della navata
centrale e una nuova orchestra, nonché un nuovo pavimento.
Sono di questo periodo gli affreschi del XIX secolo all'interno della chiesa,
una "imitazione stile mosaico" del pittore senese
Arturo Viligiardi (1869-1936), che si ispirò ai
modelli ravennati e a quelli della Basilica di Santa
Maria Maggiore a
Roma.
La chiesa che oggi vediamo prese tale
aspetto a seguito dei restauri effettuati tra il 1881 e il 1894, che furono eseguiti dall’architetto Partini,
lo stesso che nel
1889 disegnò la facciata eseguita con travertino di Rapolano. Da
notare che il vescovo Pannilini potè eseguire i lavori di
restauro della Cattedrale di San Secondiano grazie al fatto che
ottenne dal Granduca Pietro Leopoldo la cessione della
chiesa di Santa Mustiola e del soppresso omonimo
convento, per
usare quanto avrebbe potuto ricavare dalla vendita delle stesse
o dalla vendita del materiale da esse ricavato, a beneficio della cattedrale.
Degni
di nota sono anche l'imponente fonte battesimale con la
Statua di San Giovanni Battista attribuita ad Andrea
Sansovino, oltre alle lunghe iscrizioni longobarde
murate ai lati della porta centrale.
Appena entrate la chiesa appare
bellissima ma buia, ma potete investire 50 centesimi e
illuminarla tutta grazie a una gettoniera che trovate subito
dopo l'ingresso. La decorazione interna vi apparirà in
tutta la sua incredibile bellezza.
Uscendo dalla Cattedrale sappiate che sotto in vostri piedi,
proprio in questa piazza, si trova una grande cisterna d'acqua, visitabile insieme al Museo della
Cattedrale. La cisterna è all'incirca sotto la torre di difesa del XIII
secolo, poi divenuta campanile nel XVI. Dei fori permettevano ad antichissimi
pompieri, dalla Piazza del Duomo, di attingere acqua nella
cisterna sottostante. I fori nel pavimento della piazza in
corrispondenza della cisterna nel danno testimonianza.
Viceversa, se state facendo il percorso museale, alzando gli occhi una volta all'interno della
cisterna, vedrete chiaramente i fori.
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione
totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto
e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa guida vi è piaciuta e volete dare una mano a
Informagiovani-italia.com aiutateci a diffonderla
Dove si trova?
Torna su
Ostelli
Chiusi
Ostelli
Italia
Auberges de Jeunesse Italie
Hotel Chiusi
Carte Chiusi
Karte von
Chiusi
Mapa Chiusi
Map of Chiusi
Carte
de Toscane
Karte von
Toskana
Mapa Toscana
Map of Tuscany
Carte d'Italie
Karte von
Italien
Mapa Italia
Map of Italy |