Lago
di Chiusi
A pochi
chilometri di distanza da Chiusi, dove si trova il
confine meridionale della Valdichiana e anche quello
tra Toscana e Umbria, si trova il Lago di
Chiusi, uno specchio d'acqua tranquillo,
profondo nel suo punto massimo appena cinque metri,
incastonato tra colline di uliveti e vigne, dove i
visitatori possono praticare pesca sportiva e bird
watching. Testimonianza delle paludi che qui un
tempo insistevano è un lago pescoso circondato da un
lungo sentiero ciclo pedonale, il "Sentiero della
bonifica". |
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Del resto il nome Chiana
deriva da un termine etrusco che vuol dire proprio palude. Già
nel nome, la grande vallata che collega i bacini del Tevere e
dell'Arno racconta l'antica geografia di questi luoghi, dove un
tempo i colli si rispecchiavano in un grande lago. A bonificarlo
ci provarono gli Etruschi, che ne fecero il granaio
dell'Etruria, e poi i Romani con il controllo dei corsi d'acqua.
Nel periodo romano oltre alla pesca nel lago si coltivava anche
il papiro. Ma già nel medioevo lo scenario era mutato, tanto che nel
Duecento Dante citò inorridito i miasmi delle acque
stagnanti che portavano malaria ("Se tu guardi Luni ed Urbisaglia / come son ite, e
come se ne vanno / di retro ad esse Chiusi e Singaglia",
Paradiso XVI, 73-75). Alla fine del Quattrocento,
Leonardo da Vinci raffigurava il lago nel Codice Atlantico.
Se vi trovate da quelle parti, chiedete in uno dei due rustici
ristorantini che si trovano sulle rive del lago il brustico, una ricetta
di pesce persico di origini etrusca,
con il pesce annerito su un fuoco di canna e poi condito con olio
extravergine di oliva. Accompagnate questa deliziosa pietanza con un fresco vino bianco
della Valdichiana. Il lago di Chiusi è piccolo e poco profondo, ma
ricco di fauna, mentre i suoi canneti ospitano un numero
incredibile di uccelli nidificanti.
Esistono tante antiche leggende che riguardano il lago. Oltre a
quella antichissima della dea etrusca Tiu, c'è anche quella
cristiana di Santa Mustiola che narra come la Santa,
fuggita da Roma ed inseguita dai suoi persecutori, giunse a
Chiusi attraversando le acque del lago miracolosamente
trasportata come da una barca. C'è ancora chi dice che ogni
anno, il 3 aprile, sul far dell'alba, una scia luminosa torna a
segnare il tragitto fatto dalla Martire e Patrona di Chiusi, le
cui spoglie si trovano nella
Cattedrale di San Secondiano.
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