VISITARE GIJON - INFORMAZIONI E GUIDA.
Città di mare vitale, giovanile e culturalmente
affascinante. Situata nel Golfo di Biscaglia, guarda
all’Atlantico così come all’Europa con fare curioso ed
inconsueta energia. Dal passato coloniale ai palazzi in
stile Art Nouveau, ai panorami mozzafiato della sua costa,
scelta da artisti, scrittori famosi e da molti giovani.
Gijon
è un luogo molto interessante da visitare, uno dei più vitali
culturalmente di tutta la Spagna, tanto che una nutrita colonia
di artisti di ogni genere vi si è trasferita. Gijon (Xixon in
asturiano) è una città e un porto marittimo della Spagna nord
occidentale di circa 300.000 abitanti, nel Principato delle
Asturie, sul golfo di Biscaglia. Città antica e moderna
al tempo stesso, modernista, nel senso dei suoi
palazzi Art Nouveau. Porto attivo fin dal
1480 e antico porto verso le Indie occidentali. Gijon è anche un importante luogo di transito, essendo
uno dei punti si passaggio della strada
sulla costa settentrionale spagnola, tra il porto di Santander,
a est, e quello di El Ferrol, a ovest.
Gijon
è una città dinamica che, come si è detto, attira artisti,
in particolare tanti scrittori. A luglio per esempio,
organizzata dallo scrittore Paco Taibo II c'è la Semana
Negra (lunga 10 giorni) in cui letterati provenienti da
tutto il mondo partecipano ad una sorta di fiera popolare, dove
i libri si mescolano a salsicce e fritto misto. Molto suggestivo.
Un altro famoso scrittore, il cileno Luis Sepulveda,
ha abitato proprio a Gijon fino alla sua morte nell'aprile
del 2020, dove ha diretto il Salone del Libro Iberoamericano,
occasione imperdibile per chi ama la narrativa di quei luoghi.
Ma cos'è che attira così tanta gente a Gijon?
L'oceano, la cultura, i bei palazzi modernisti,
sidro e il suono della gaita, la cornamusa locale, simbolo
della gente di queste parti.
Il
paesaggio è molto suggestivo, affacciato sul Golfo di Biscaglia,
con scogliere a strapiombo sull'oceano, prati verdi
e cielo tormentato. Le spiagge sono immense e qui le maree inghiottono
e restituiscono chilometri di battigia ogni sei ore, insomma,
paesaggi decisamente distanti dall'immaginario che abbiamo della
Spagna. Qui il clima è fresco e umido e l'assenza di pioggia è
un fatto inconsueto.
Gijon contende
a Barcellona il primato dell'Art Noveau nell'architettura dei
suoi palazzi, meno arditi rispetto a quelli di
Gaudì ma senza dubbio altrettanto affascinanti,
che abbondano di teste di donna dalle chiome spumeggianti, al punto
che sì è coniato un termine specifico, il modernismo gijoné.
La leggenda di Dosinda e di suo fratello Pelayo
La
parte più antica della città sorge sul promontorio di Cimadevilla.
Il centro storico mise le fondamenta sull'oppidum di Noega
conquistato dai romani ai celti. Successivamente chiamata Gigia
secondo gli scritti di Tolomeo, fu centro commerciale e artigianale.
Il bronzo era vanto locale e orgoglio dell'Asturica
Augusta, poi invasa dai "barbari" agli inizi del VII secolo. Durò
poco e non lasciò tracce la dominazione visigota, perchè già
nel 714 l'Islam in terra iberica insediò a Gijon il governatore
Munuza. Il governatore, improvvidamente, si innamorò di Dosinda, sorella
cristianadi un signorotto locale, tale Pelayo.
Munuza spedì Pelayo a Cordoba per giurare obbedienza all'emiro
Al Hurr, con il secondo fine di sposare sua sorella Dosinda in assenza
del recalcitrante fratello. Pelayo tornò indietro all'improvviso,
si oppose alle nozze, e dovette scappare sulle montagne per
evitare le ire del musulmano accecato dalla passione. Una cosa
tira l'altra, e Pelayo, forse suo malgrado, si vide costretto
a diventare il condottiero di tutti i profughi che si riunivano
tra grotte e gole delle Asturie, fino a ingaggiare battaglia
con le schiere arabe nei pressi di Covadonga. Nel 722, sconfisse
gli arabi, infrangendone
la fama di invincibilità e tramandò ai posteri l'immancabile
apparizione della Madonna che gli avrebbe ordinato di imporre
la Vera Fede a fil di spada.
Comunque sia andata,
Pelayo ha la sua statua in una ridente
piazza davanti al mare, consegnato all'eterna memoria come
il primo che osò ribellarsi ai feroci mori, con buona pace della
storia vera, che vide gli arabi iberici molto più tolleranti
e laici dei cristiani, rispettosi delle religioni altrui tanto
che gli ebrei sotto sultani ed emiri godevano di libertà di
culto mentre sotto i cattolicissimi sovrani di Castiglia
furono costretti ad abiurare o finire al rogo.
Alle spalle del prode Pelayo c'è la raccolta e suggestiva
Plaza Mayor, con il bell'edificio del municipio
costruito all'inizio dell'800, le sidrerie e il mercatino del fine settimana.
Di lato alla piazza si snoda la salita che conduce a Cimadevilla,
la penisola che vista dall'alto sembra la testa di un gabbiano
che dispiega le ali - formate dalla spiaggia di San Lorenzo
e da quella di Poniente - verso il Cantabrico.
Oltre all'Art Nouveau
gli elementi principali dell'architettura di Gijon risiedono
nel passato, a quando da piccolo insediamento romano la città
si sviluppò sotto i monarchi cattolici. Il quartiere
vecchio della città è formato dalla collina di Santa Catalita
e dal antico quartiere di pescatori di Cimadevilla. Il primo
insediamento della città si pensa fu posto proprio sulla sommità
di questa collina, e per celebrarlo è stato costruito di recente
il
monumento
chiamato Elogio del Horizonte dello scultore basco
Eduardo Chillida, da dove si può ammirare una bellissima
vista di tutta la baia. Le strade fra la spiaggia di San
Lorenzo e la marina mettono insieme uno strano mix formato
da resti romani, grandi case padronali e vecchie case di
pescatori.
Il sole tramonta dietro il Cabo de Peés, regalando gli
ultimi colori alla Galizia e ancora più a sud al
Portogallo,
mentre Gijon si anima, si riaccende di voci e suoni, la gente
sciama nelle strade e affolla le sidrerie, dove si mangia bene
qualunque cosa e le ostriche sono delle migliori.
Pelayo, dalla Plaza Mayor, eroe per caso, continua a
brandire la spada e la croce ignaro di quanto siano
diventati gaudenti i suoi conterranei che si divertono sotto
la sua statua.
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