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> La vita di Antoni Gaudì
Il 2002 è
stato l'Anno Internazionale Gaudì. L'architetto e designer
Antoni Gaudí i Cornet fu una della figure più
importanti del movimento
Art Nouveau o modernista in Spagna, e i suoi
interventi sulla città di
Barcellona
hanno contribuito alla creazione di alcuni degli edifici più caratteristici
del paesaggio urbano della città catalana. Nel suo campo, Gaudí fu un vero
pioniere, e si servì del colore e del movimento in modi innovativi ed
emblematici, come dimostrano esempi del suo lavoro come il
Palau Guëll,
il
Parc Guëll, la
Casa Batlló
e la celebre, e visitatissima,
Sagrada
Familia. |
|
Antoni
Gaudí i Cornet nacque il 25 Giugno del 1852 a Reus, nelle vicinanze di
Tarragona. Studiò nella sua città natale e a Barcellona e sin
dal 1869 si interessò di restauro, collaborando con vari architetti spagnoli
e studiando tra gli altri John Ruskin e l’opera di
Viollet-le-Duc. Del 1878 è la progettazione
della sua prima prima
costruzione, la Casa Vincens a Barcellona, in cui già si notano il
suo amore per le architetture gotiche e moresche e il suo gusto per
l’esuberante decorazione, ancor più evidenti nella successiva costruzione,
il
Palazzo Guëll (1885-1889), anch'esso a Barcellona, grandioso complesso,
oggi in parte modificato. Nessun grande artista è mai emerso senza
l'appoggio di qualche lungimirante mecenate che avesse creduto in lui, e
Gaudì trovo questa persona proprio nella figura di Eusebi Güell. Grazie
all'amicizia e al mecenatismo nei confronti di Antoni Gaudí, il suo cognome
è oggi conosciuto in tutto il mondo per le creazioni a lui intitolate: oltre
al Palau Güell, il Parc Güell, la
Cripta della Colonia Güell, i Padiglioni Güell e le Cantine
Güell.
Morì il 10 giugno 1926 nell'Hospital de la Santa Creu a Barcellona all'età
di 73 anni. Il funerale si tenne il 12 giugno 1926 nella cappella di Nuestra
Señora del Carmen nella cripta della Sagrada Família dove venne anche
sepolto. Era presenta una grandissima folla per rendergli l'ultimo omaggio.
Antoni Gaudí fu, insieme agli architetti di
Bruxelles
Victor Horta e Henry van de Velde e allo scozzese di
Glasgow
Charles Rennie Mackintosh, uno dei maggiori rappresentanti del movimento chiamato Art Nouveau.
Antoni Placid et Guillem Gaudì i Cornet (il nome completo) era figlio di un calderaio catalano dal
quale aveva ereditato l'amore per la decorazione. La chiesa a cui ha
dedicato gran parte della sua vita,
la Sagrada Familia,
iniziata nel 1892 e tuttora incompiuta ma da decenni
incuriosisce, sgomenta,
affascina per la sua incomparabile bellezza. Quella facciata e quei pinnacoli
emergenti dal suolo urbano fanno pensare alle forme prodotte con la sabbia
dal vento del deserto. Ma il mito di Gaudi non è legato soltanto alla sua
famose chiesa; il palazzo Gùell, costruito sempre a Barcellona tra il 1885
e il 1890, lo fa considerare uno dei precursori dell'Art
Nouveau, con Victor
Horta. Curiosamente nei suoi scritti e nelle conversazioni raccolte dai suoi
allievi, pubblicati in un libro di qualche anno fa col titolo Idee per l'architettura
non si avvertiva alcun rapporto con i movimenti di fine
secolo e inizio del '900 che ebbero protagonisti Horta, Van de Velde,
Mackintosh, Hector Guimard, F. Basile, anche E. Galle con i suoi vetri.
Gualche cenno critico a Viollet-Le-Duc, nulla sullo stile che in
Italia prese il nome di Liberty, nel fluente mare
di riflessioni a volte stupefacenti per la loro ingenuità, sempre fermamente
ancorate a un personalissimo mondo di idee e di fantasie intriso di
misticismo.
Gaudì
era certo di assolvere un compito assegnatogli dal cielo: "Nella
Sagrada Familia tutto è frutto della Provvidenza, inclusa la mia
partecipazione come architetto". Sapeva di non poter completare l'opera
nell'arco della sua vita: "?la Provvidenza che, secondo i suoi disegni,
porta a termine i lavori". Per decenni si vide la sola facciata, motivo di
stupore e il motibo era di per se molto astuto: "Abbiamo realizzato una facciata completa della chiesa perché la
sua importanza renda impossibile abbandonare l'impresa". Già nei primi
anni del
secolo scorso si affaccio seriamente il rischio di abbandono della massima impresa dell'architetto
catalano, per insufficienza di fondi. Nel 1914,
quando vennero a mancare del tutto i soldi, Gaudi si improvvisò mendicante per
alcuni mesi ("ma lo feci davvero male"). Dopo la sua morte, nel 1926, alle
difficoltà finanziarie che paralizzavano il cantiere della Sagrada Familia
se ne aggiunsero altre. Nel 1936 furono incendiate la cripta e l'abside; la
tomba di Gaudì venne scoperchiata. Cresceva anche l'opposizione di una parte
della cultura ufficiale, fortemente critica a quella che veniva considerata
una costosissima stravaganza tenuta su per miracolo. Immaginate se questa
opinione fosse prevalsa...Per fortuna no.
Nel 1965 cento artisti
e personaggi di rilievo firmarono un manifesto contro il completamento del
tempio, dopo la visita di Paolo VI che lo aveva benedetto. Anche Giovanni
Paolo II visitò il cantiere, nel 1982, e dichiarò l'opera di Gaudi "Tempio
universale della famiglia". Aveva rielaborato innumerevoli volte il
progetto, per identificare la sua architettura con la sua fede, per
"mettere in evidenza i misteri della santa religione". Contrariamente alla
leggenda che voleva Gaudì di un folle patologicamente affezionato alla sua chiesa avendo però
uno spirito antireligioso, i suoi scritti e le conversazioni con gli allievi
lo confermano un mistico. "Le volte siano dei paraboloidi iperbolici,
simbolo della Trinità". Nei momenti critici si assoggettava a dure
penitenze: un digiuno quaresimale lo indusse in fin di vita. Diceva:
"L'artista deve essere un monaco", "l'uomo senza religione è un mutilato".
Predicava la castità ("oltre ai doni spirituali ci risparmia molti
problemi"), aborriva carni, brodini, fritti, vino e zucchero.
Amava
soprattutto il miele e la frutta, da mangiare con la buccia. "I frutti più
squisiti sono le albicocche di Maiorca appena colte". Ebbe l'infanzia
segnata da una malattia, da lui definita "reumatismo articolare", che doveva
tormentarlo per tutta la vita e che lo indusse a lunghe contemplazioni della
natura nel paesaggio catalano di pietre, oliveti, vigne, col respiro del
mare che amava. "Le mie caratteristiche greche sono dovute al Mediterraneo,
la cui vista è per me indispensabile". Altra annotazione significativa:
"Se
non avessi potuto fare l'architetto la professione che mi avrebbe attratto
maggiormente sarebbe stata quella del costruttore di navi". Di umore
mutevole, a volte brusco e scostante, accesamente catalano senza però
partecipare a movimenti politici, riusciva ad affascinare i ricchi mecenati
facendo vita appartata e poverissima.
Per il
conte Gùell realizzò il Palazzo
omonimo a Barcellona: forme esasperatamente decorative, un gran salone a
doppia cupola con fori stellati che creano l'impressione di un cielo
notturno. L'inferriata del portone principale, groviglio di rettili in ferro
battuto, potrebbe essere considerata l'atto di nascita dell'Art Nouveau,
secondo l'architetto e saggista italiano Paolo Portoghesi, il padre
del neomodernismo italiano. Gaudì si butta senza freni nella costruzione del nel
Parc Gùell sulla Montana
Pelada: interpreta senza inibizioni il modello del tempio dorico, reinventa
liberamente strutture e forme naturali. Per un altro ricco cliente progetta
e realizza nel 1910, sempre a Barcellona, la
Casa Mila, ispirandosi alle forme delle pietre e degli alberi per
disegnare una enorme scultura carica di allegorie, subito battezzata
popolarmente "La
Pedrera" come abbiamo visto nella pagina principale
della nostra guida di Barcellona. Ma dentro di lui,
come una presenza ossessiva, rimaneva la Sagrada Familia. Ne sognava l'interno,
con le famose colonne inclinate "come il bastone del viandante". Lo vedeva
simile a un bosco. "La decorazione delle volte sarà fatta di foglie, tra le
quali si vedranno gli uccelli tipici della nostra terra". Disegnò anche
pesci eucaristici: "Nella zoccolatura delle navate ci saranno pesci che
porteranno in bocca ostie". Pochi anni prima dell'incidente che gli costò la
vita (finì sotto un tram quando stavano per essere completate le torri della
facciata della Nascita) disse ai suoi allievi: "Sono soddisfatto dell'ultimo
modellino delle navate; mi contraria il fatto di non poterlo realizzare. Mi
lamento come Leonardo da Vinci: che belle cose farei se ne avessi i mezzi!".
Gaudì non era tenero
con nessuno dei sui colleghi presenti o passati,
una volta disse: "San Pietro e la Sistina
sono lavori da decoratore, non da architetto".
Aveva scelto l'architettura per fare arte,
disegnando forme cariche di significati
simbolici, convinto di dover assolvere un
compito che andava ben oltre l'orizzonte del
periodo Art Nouveau. A chi gli domandava come
avrebbe definito il suo progetto della Sagrada
Familia rispose con assoluto candore: "Un
perfezionamento del Gotico".
Pochi anni dopo Modernismo e l'Art Nouveau lasciarono il posto al
Razionalismo e l'architettura cambiò
radicalmente. Guadì disse nell'ultima parte
della sua vita "Le Corbusier ha la mentalità
di un falegname. Ho visto un suo modellino,
sembra il marciapiede di una stazione dove hanno
scaricato casse da imballaggio". Era
fatto così, prendere o lasciare.
L’Art Nouveau
Gli anni di passaggio dall'Ottocento al Novecento
furono contrassegnati da una crisi profonda. Da un lato prosegue l'ottimistica fede nel progresso scientifico, che appare inarrestabile e tale da portare a soluzione ogni problema umano.
D'altro canto però ci si rendeva conto che questa "felicità" universale è solo apparente. Se la borghesia al potere è ricca, lo è sfruttando il lavoro delle classi subalterne, costrette a lottare per conquistare una migliore qualità di vita. E il progresso tecnico non è necessariamente legato al processo dell'umanità, anzi rischia di meccanizzare l'uomo uccidendone la spiritualità, cosicché sarà necessario, invece che considerare la tecnica come fine a se stessa cercare un "supplemento d'anima". È questa
una
delle aspirazioni di quella corrente culturale, che si manifesta dapprima e soprattutto in Francia, detta
"decadentismo". È in questo clima decadente che nasce e si diffonde in tutta Europa il movimento
chiamato Art Nouveau nei paesi di lingua francese,
Modern style in Inghilterra, Modernismo in Spagna, Jugendstil
in Germania, Liberty o
Floreale in Italia. Dal punto di vista sociologico l'Art Nouveau è
un fenomeno nuovo, imponente, complesso che dovrebbe soddisfare quello che si crede essere il "bisogno d'arte"
insito in una comunità e probabilmente in tutta l'umanità. La "Nuova Arte"
interessa
tutte le categorie del costume: l'urbanistica di interi quartieri,
l'edilizia in tutte le sue tipologie, l'arredamento, urbano e domestico,
l'arte decorativa e figurativa, la suppellettile, l'abbigliamento,
l'ornamento personale, lo spettacolo. Per il modo in cui si diffonde è una
vera e propria moda: nel senso e con tutta l'importanza che la moda assume
in una società industriale anche economicamente. È il gusto della borghesia
moderna, spregiudicata, entusiasta del progresso industriale, che considera
un suo privilegio intellettuale, a cui corrispondono anche responsabilità
sociali.
Vedi anche:
Tutte le opere
di Gaudì a Barcellona
Misteri e
Curiosità della Sagrada Familia
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