BARCELLONA ALTERNATIVA

BARCELLONA ALTERNATIVA

Nella Ciudad Vella di Barcellona un tappeto di colori: Santa Caterina Market nel Born, un dedalo di vicoli a ridosso del porto, un tempo territorio off limits ed oggi luogo speciale e " discusso". Il tetto dell'edificio dove si tiene il mercato è un’enorme tettoia ondulata, formata da più di 300.000 tegole esagonali colorate, sembra " atterrata" sul vecchio mercato in stile neoclassico. A vederla da lontano la copertura sembra un’animale marino, la cui pelle muta colore con il movimento, adagiato mollemente sulle strutture dell’edificio.

I modelli di questa moderna copertura, opera degli architetti Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, sono esposti al MomA di New York e celebrati nelle varie pubblicazioni specializzate.

 

Santa Caterina MarketVale la pena di visitare il Santa Caterina Market, valutando con i vostri occhi come antico e moderno coesistano nel cuore di Barcellona. Vi verrà da chiedervi: " Sono di fronte ad un’architettura bella e coraggiosa o si tratta di un architettura sperimentale e sterile? È la tettoia che sovrasta e domina il frontone neoclassico o è il frontone che impone alla tettoia di adeguarsi alla sua forma, quasi sdraiandosi sopra?"Alla vostra percezione la risposta.


La contaminazione, l’incontro tra la tradizione e l’onda della modernità è qui rappresentato in modi diversi, ovviamente architettonici ma anche sociali. Sulla piazza del mercato vecchi contadini vivono accanto agli squatter dei palazzi occupati, ai cinesi della nuova imprenditoria, agli italiani ai marocchini, ai " vecinos" gli abitanti storici del quartiere. I turisti prendono una sangria alla " barra" il bancone del bar interno al mercato, gli abitanti del quartiere ci fanno colazione. Le vecchie case senza bagno sono diventate nuovi appartamenti a mutuo agevolato, ma ci sono anche molte polemiche, su come il comune ha agito. Fioccano accuse sull’abbattimento delle case i cui inquilini sono stati allontanati per pochi soldi, sugli intenti speculativi dei progetti di costruzione di un centro servizi e di un parcheggio, ma c’è spazio anche per un orto urbano a duecento metri dalla cattedrale per i pomodori coltivati da anziani e bambini. Che se ne pensi, il livello di discussione è sempre molto alto tra municipio ed abitanti e capita di dover stoppare i progetti non concertati.


Concita de Gregorio ha scritto su questo luogo:

 

 " La convivenza non è che sia facile. Al contrario.

Però cammina, lenta,

il mondo è questo adesso, inutile passare alla larga".


La tradizione è confortevole e rassicurante ma da sola non basta senza il recupero e l'elaborazione del meglio delle spinte innovative, come pure l'innovazione o la sperimentazione decadono e diventano sterili senza l'elaborazione dei materiali culturali che la tradizione ci ha lasciato in eredità. Questo ha scritto Giacomo Cerrai sul blog di poesia http://ellisse.altervista.org/ non si potrebbe spiegare meglio.

Spostiamoci adesso da un'altra parte, nel quartiere di Poble Sec, tra il Raval e il Montjuic, caratterizzato da ristoranti etnici di tutti i tipi, belle zone pedonali, bar frequentati da persone di tutti i generi, locali alla moda, tante fontane e molti edifici modernisti. La più famosa strada di questo quartiere è l'Avenida Parallel, un tempo centro vitale ricco di teatri e locali musicali, tanto da essere chiamato la " Montmartre" di Barcellona. Ogni anno, nel mese di luglio qui si tiene la Festa Major con i quali concerti, dei popolari, teatro di strada, zarzuela, castellares, giochi e laboratori per i bambini e tavolate all'aperto dove si può cenare a prezzi contenuti.
Un altro dei quartieri più interessanti e antichi della città è Sarriá, un quartiere che ha oltre mille anni di storia sulle spalle. Vi risiedevano un tempo gli studenti, sostituiti poi dai borghesi che sono andati ad occupare le ville della zona. Qui trovate uno dei bar più famosi della città, il Bar Tomás, citato anche dall'inglese Times per le sue famosissime e gustosissime patatas bravas.


Per gli amanti dei centri culturali e di musica, cinema e arte, il nome da tenere d'occhio è Mau Mau (indirizzo C. Fontrodona, 33). In un vecchio magazzino appuntamenti di ogni genere per gli appassionati di cultura " non convenzionale". La rivista che circola negli ambienti si chiama " La Butxaca" ed è una guida della cultura e del divertimento alternativo.
Sempre in tema di architettura industriale, un’ex fabbrica di cotone è diventata un luogo dedicato alla valorizzazione dell'arte contemporanea; si tratta della fondazione Vila Casas con quasi 4000 metri dedicati a installazioni ed esposizioni. L'intento è anche quello di rendere fruibile l'arte, educare i giovani all'arte contemporanea attraverso laboratori e sperimentazioni. Il progetto ha ricevuto un premio nazionale.


Barcellona inoltre è una città molto aperta e all'avanguardia, che vive con naturalezza ogni diversità. La Spagna è stata la prima nazione a riconoscere le unioni omosessuali. I locali Gay di Barcellona sono chiamati i locali de ambiente, e quanto ai luoghi dove ci si ritrova, si parla addirittura di "Gaixample", una parte del quartiere Eixample frequentato volentieri dalla comunità omosessuale. In particolare le vie Villarroel, Casanova, Muntaner e Aribau, tra la Gran Via e Mallorca, sono il luogo più affollato. Sempre frequentati i quartieri Gràcia, Ribera e Raval. Un po' fuori dalla città, molto nota (ed anche bella naturalisticamente) è Sitges, in particolare per le sue spiagge Gay. Storicamente anche in Spagna l'omosessualità è stato a lungo condannata ed emarginata, perseguita davanti alla Santa inquisizione, punita sotto il dittatore Franco, repressa aggiungendo bromuro nei collegi religiosi e nei seminari. Con la movida degli anni ‘80 molti dei pregiudizi del passato sono stati spazzati via e si è sviluppata lentamente una cultura omosessuale ufficiale. I film di Pedro Almodovar hanno dato un notevole contributo a questo processo fino ad arrivare nel 2005 all'approvazione da parte del Parlamento spagnolo di una legge che permette il matrimonio tra omosessuali. Dopo l'approvazione di questa legge la Chiesa ha preso le distanze, opponendosi alle unioni omosessuali e invitando i sindaci ha non celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso.

 

 

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