BREVE STORIA DI BARCELLONA
Un luogo
speciale come
Barcellona nonostante tante guerre, invasioni e distruzioni si è sempre ripresa, più
forte di prima. I Cartaginesi si stanziarono nell'area intorno al 230
a.C. (il suo nome pare infatti derivare dall'antico fenicio-iberico
Barkeno). Nel 15 a.C. i Romani ridisegnato la città come un
Castrum, con un accampamento militare chiamato Faventia, incentrato
nella piccola collina di "Mons Taber", vicino all'odierna Plaça de
Sant Jaume. Probabilmente la colonia romana venne eclissata dalla vicino
di Tarraco (l'odierna Tarragona).
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Importanti rovine dell'epoca
sono state rinvenute sotto la Plaça del Rei (oggi esposte presso
l'ingresso del Museu d'Historia de la Ciutat). Inoltre, osservando
attentamente la fisionomia della pianificazione data al centro storico, il
Barrio Gotico, si notano le influenze urbanistiche arrivate
dall'antico impero. Anche i frammenti delle mura romane sono state
incorporati anche nella Cattedrale di Barcellona La Seu.
Più avanti nel tempo
l'antica Barcellona romana subisce l'invasione dei
Visigoti
(che la innalzarono a capitale) e successivamente dei Musulmani.
La storia dell'attuale città si fa tuttavia ufficialmente iniziare solo nel
801 d.C., periodo nel quale i francesi di Carlo Magno,
comandati dal figlio di quest'ultimo, Ludovico I,
scacciarono gli arabi. Il territorio venne da allora parte della
Marca Hispanica, governata dai
conti di Barcellona. A quei tempi,
le pianure e le montagne a nord e a nord-ovest di Barcellona erano abitate
da un popolo che poteva già allora essere riconosciuto come 'catalano'
(anche se i primi riferimenti al termine effettivamente documentati
risalgono al X secolo). Il nome Catalogna deriva da
Catalunya,
in lingua locale, e comprende le contee della storica Marca HispanicaLa
lingua oggi più vicina al catalano è la
langue d'oc,
l'antica lingua del sud della Francia.
Nel 874,
Vifredo I,
conte di Barcellona e vassallo feudatario del re, rese indipendente il
territorio. Nel periodo andava infatti sviluppandosi un sentimento
patriotico locale, che poneva le premesse per il distacco dalla Francia. Nel
985, lo Sceicco di
Cordova,
Al Mansur,
mette mano sulla città di Barcellona, da dove spera di penetrare nel resto
d'Europa. Una unione di feudatari locali riuscirà tuttavia, pochi decenni
dopo, a riconquistare la città ai Mori.
Nel XII secolo la Catalogna si arricchì
grazie ai facili guadagni ottenuti con la caduta del califfato musulmano
di Cordova. A seguito del matrimonio del conte Ramon Berenguer IV
con una principessa aragonese, Petronilla, Catalogna e Aragona
vengono unite. Il loro figlio Alfonso II allarga il dominio della
regione fino ai territori francesi di Bearn, Bigorre,
Carcassonne
e Nimes. Questi stessi territori andranno poi persi dopo la
Crociata contro gli albigesi nel 1229. Nello stesso anno però Jaume
el Conqueridor (Giacomo I d'Aragona, detto il Conquistatore),
riesce a prendere agli arabi le isole Baleari. Più tardi, il suo successore,
Pietro II, conquista la Sicilia che diventerà parte del regno.
Fino a tutto l'intero
corso del XV secolo, Barcellona fu alla testa di un mini impero, il
regno di Aragona,
che comprendeva la Sicilia
e parte del sud Italia,
Malta,
la
Sardegna,
Valencia,
le Baleari,
le regioni francesi del Rossiglione
e della Cerdagna e parte
della
Grecia.
Tuttavia, verso la fine dello stesso secolo, devastato dalla peste, dalle
banche andate in rovina e dall'occupazione dei suoi mercati da parte della
forte
Genova,
l'impero iniziò a vacillare. I catalani avevano sperato che l'annessione al
Regno di Castiglia
avrebbe potuto restituire loro ricchezza e vitalità (accadde che il
matrimonio nel 1469 tra Ferdinando II d'Aragona e Isabella di
Castiglia portò all'unione dei due
stati fino ad allora rivali). In realtà, gli eredi della
corona di Castiglia e d'Aragona
si dimostrarono molto interessati a sfruttare la Catalogna per finanziare
esclusivamente le loro ambizioni imperiali. Al nuovo regno, trasformatosi in
una monarchia assoluta, i catalani si oppongono con grande veemenza. La
ribellione del 1462 contro
il re Giovanni II e la sua
vessazione fiscale contro la Catalogna culminò nell'assedio del
1473, che devastò la città. In questo
stesso periodo Barcellona fu definitivamente annessa alla Castiglia, ma
venne esclusa dalla distribuzione delle ricchezze che sarebbero arrivare dalle Americhe.
L'ostilità dei
catalani alla dominazione castigliana provocò frequenti rivolte che
culminarono nella la
Guerra di Successione
(1702-1713): la Catalogna si schierò al fianco del
Regno Unito
e dell'Austria
contro Filippo V,
il contendente francese al trono di Spagna. Ma fu un grave errore. Nel 1714,
Barcellona cadde nuovamente sotto un pesante assedio: oltre a mettere fuori
legge la lingua catalana,
Filippo V costruì un enorme forte,
La Ciutadella
(dove ora si trova il
Parc de la Ciutadella),
per tenere sotto controllo i suoi sudditi infedeli.
Solo dopo il 1778,
alla Catalogna fu concesso di commerciare con l'America, con le fortune
della regione cominciarono piano piano a migliorare. La prima
Rivoluzione industriale spagnola,
basata sul cotone, iniziò proprio da Barcellona. Nello stesso periodo,
inoltre, si svilupparono anche altre industrie, quelle vinicole, del sughero
e del ferro. Negli anni tra il 1830 e il 1879, il
Romanticismo
riaccese l'interesse per la
cultura e la lingua catalana,
che stavano per scomparire.
La
Renaixença
(Rinascimento)
catalana fu una sorta di crociata guidata da scrittori e poeti per rendere
popolare la lingua della loro gente. Più o meno nello stesso periodo, nacque
anche un fervente
movimento nazionalista
appoggiato da membri di tutti i partiti.
All'inizio del nuovo
secolo a Barcellona vi fu una vera e propria
esplosione demografica
(la popolazione era passata da 115.000 abitanti nel 1800 agli oltre 500.000
del 1900, per superare il milione nel 1930), grazie soprattutto agli operai
che si trasferivano in città per cercare lavoro nelle nuove industrie.
Barcellona ben presto si riempì di anarchici, repubblicani, regionalisti
borghesi, gangster, terroristi, pistoleros e centristi, compresi quelli
giunti da
Madrid.
Le relazioni industriali
ebbero il loro momento peggiore durante l'ondata di scioperi del 1919-20,
quando gli imprenditori assoldarono dei killer per uccidere i leader dei
sindacati. Entro la fine della
Seconda guerra mondiale,
circa l'80% degli operai di Barcellona erano diventati simpatizzanti della
Confederación Nacional del Trabajo
(CNT).
Nel 1931, quando si stava formando la
Seconda Repubblica Spagnola,
i nazionalisti catalani proclamarono una repubblica all'interno di una
'Federazione Iberica'.
Nel luglio 1936 la Spagna
venne sommersa dalla dura Guerra civile. Molti degli atleti che erano
arrivati a Barcellona per i Giochi Olimpici 1936 rimasero in città
entrando a far parte delle Brigate Repubblicane Internazionali,
diventate famose anche grazie a scrittori come Ernest Hemingway e
George Orwell. La Catalogna ottenne in poco tempo una vera e propria
autonomia, dopo che il Fronte Popolare (partito di sinistra) vinse le
elezioni politiche del febbraio 1936. Per circa un anno, gli anarchici
rivoluzionari e il POUM (il Partito di Unificazione degli
Operai Marxisti) governarono la città. Nel maggio del 1937, la lotta tra
i comunisti, gli anarchici e il POUM si trasformò in una vera e propria
guerriglia urbana che durò tre giorni e causò più di 1500 morti.
Gli sforzi
per la creazione di una Repubblica spagnola furono contrastati da altre
lotte interne che vanificarono la possibilità di sconfiggere la milizia
fascista di Franco. Barcellona, l'ultima roccaforte dei repubblicani,
cedette alle forze dittatoriali nel gennaio del 1939 (la guerra finì
pochi mesi dopo). Invece di lasciarsi sottomettere da Franco, migliaia di
catalani abbandonarono il paese andando oltreconfine, in Francia e ad
Andorra.
Il generale Franco
bandì la lingua catalana e riempì la regione con immigrati provenienti dalla
povera
Andalusia,
nella speranza di reprimere così i movimenti indipendentisti
catalani. Bandì anche una delle più
allegre espressioni catalane di unità nazionale, la
sardana, una
delle danze più caratteristiche della regione. Alla morte di Franco nel 1975
e alla salita al trono di Spagna di
Juan Carlos di Borbone, il Catalano,
Basco e Galiziano vengono riconosciute come lingue ufficiali della
Spagna e insegnate nelle scuole. Nello
stesso periodo venne fondata la Generalitat,
una sorta di parlamento locale, intorno al quale ancora oggi la gente si
riunisce più volte a settimana per danzare la sardana.
Si parla ancora di
indipendenza, ma, come una nostalgia del passato. Nel 1979, con un
referendum popolare, i catalani decisero per l'autonomia regionale.
Nel mese di novembre la Camera dei Deputati spagnola approvò con maggioranza
lo statuto di autonomia e l'anno successivo venne eletto il parlamento
regionale.
Qualche tempo fa il «Financial
Times» disse che Barcellona possiede la più interessante posizione per
gli investimenti in Europa. Non a caso, negli ultimi anni dello scorso
secolo gruppi come Ibm, Sony, General Motors, Renault, Volvo, Bayer hanno
scelto di collocare nella città i propri centri direzionali o tecnologici
europei. L'economia di Barcellona si è così sviluppata sui servizi ad alto
contenuto di conoscenze tecnologiche, sull'industria metallurgica,
automobilistica, farmaceutica e, naturalmente, sul turismo. Le Olimpiadi
del 1992 sono state il punto di svolta di Barcellona, in vista delle
quali la città si è preparata potenziando le sue infrastrutture, la
metropolitana, le aree portuali, la rete ferroviaria, l'aeroporto, dando uno
straordinario impulso al turismo.
Il futuro urbano di
Barcellona è oggi rappresentato dal turismo e dall'eccellente
panorama culturale della sua comunità, e non solo. La rigenerazione di
alcune aree urbane incomincia a dare i suoi frutti, è il caso del
quartiere di Poblenou (distretto Sant Martí), uno spazio
industriale di 200 ettari nel centro della città, che si sta trasformato in
un punto di servizi avanzati per attività di nuova generazione ad alto
contenuto tecnologico. Ne è parte la cosiddetta 22@ ( si legge
vint-i-dos arroba), nota a sua volta per il grattacielo Torre Agbar
(di Jean Nouvelle), completato nel 2004. Lo stesso dicasi per il Plan
Delta, un altro progetto a più ampio percorso che sta interessando
un'area tra il porto e l'aeroporto, destinata alla creazione di
infrastrutture logistiche per il potenziamento dei flussi di commercio
internazionale. Il porto di Barcellona, uno dei più grandi del
Mediterraneo, grazie al piano di riqualificazione mira a raddoppiare la sua
capacità di accoglienza.
In questo proliferare di
progetti, nel maggio del 2004 Barcellona è stata la prima città ad aver
ospitato il Forum Universal de las Culturas, relativo a tematiche di
rilevante interesse internazionale, come la pace nel mondo, la diversità
culturale e lo sviluppo sostenibile delle città contemporanee. Il Forum è
stato collocato in una nuova area urbana, presso l'estremità orientale della
Avinguda Diagonal, dall'Explanada, la principale arteria che
attraversano la città. Un intera zona, lungo il litorale balneare, è stata
sviluppata per ospitare l'evento, coprendo i 30 ettari tra il porto
olimpico di Barcellona e Sant Adrià de Besos. Il nuovo sito
comprende un centro congressi, una piazza centrale, parchi, auditorium e il
l'edificio Forum disegnato dagli architetti dello studio di
architettura Herzog & de Meuron.
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