VISITARE
NOTO -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Questa città è una della capitali del barocco, così bella
che potreste scambiarla per un set cinematografico. Situata
a meno di 40 km a sud-ovest di Siracusa, la città ospita uno
dei centri storici più significativi della Sicilia. Il cuore
della città è Corso Vittorio Emanuele, un'elegante
passeggiata fiancheggiata da emozionanti palazzi e chiese
barocche. Affascinante a qualsiasi ora del giorno, il centro
è particolarmente ipnotico all'inizio della sera, quando gli
edifici rosso-oro sembrano brillare di una morbida luce
interna.
Capitale
del
Barocco
in Sicilia, la piccola cittadina di Noto è una
meta assolutamente da non perdere. Ubicato nella Sicilia
sud orientale, a poco più di 30 km da
Siracusa,
il grazioso borgo è stato da sempre luogo di stanziamento
privilegiato per molteplici popolazioni: prima greci
e romani, poi normanni e svevi, infine aragonesi e spagnoli;
tutti hanno riconosciuto a questi luoghi qualcosa di
speciale e tutti hanno lasciato traccia del loro passaggio.
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Noto è famosa non solo
per la sua bellezza ma anche per un fatto storico curioso, è
qui che nasce il coraggioso Ducezio capo del movimento
nazionale sorto contro i Greci che occupavano l’isola, è lui
che nel V secolo a.C. diventa il fautore dell’insurrezione siciliana.
L'11
gennaio del 1693 un terribile terremoto si abbatte sulla parte
meridionale dell’isola e sul piccolo centro, a differenza però
delle altre città colpite Noto non intraprende un lavoro di
ricostruzione che combina il vecchio con il nuovo come fa ad
esempio
Ragusa,
ma viene completamente ricostruita in un altro luogo.
Il nuovo centro viene
edificato su un territorio poco lontano dal precedente, ma meno
impervio e più vasto, un territorio prevalentemente collinare
caratterizzato da piattaforme rocciose che dolcemente degradano
verso il mare; lo stile è assolutamente nuovo e rispecchia
l’emergente gusto barocco. Il risultato del lavoro è straordinario
e si può ammirare ancora oggi. Con la nuova Noto si concretizza
il concetto di città ideale nata appunto da un evento tragico,
diventando l’esempio di "Città Nuova" più riuscito in Europa.
Della vecchia città che sorgeva a circa 9 km dal nuovo borgo
resta poco da vedere, solo alcuni resti vicini però ad attrazioni
più interessanti come l’Eremo di San Corrado fuori le
mura dove è possibile visitare anche la grotta del XIV secolo
che ha ospitato il santo e il Santuario di Santa Maria della
Scala.
Patrimonio
dell’Umanità dal 2002, la graziosa cittadina sicula fa parte
della zona chiamata Val di Noto che secondo l’Unesco
è la maggiore testimonianza e rappresentazione della fioritura
finale dell’arte Barocca in Europa; il vallo comprende ben otto
città tardo barocche, ovvero Caltagirone,
Catania,
Militello in Val di Catania, Modica, Palazzolo
Acreide, Ragusa, Scicli, e naturalmente
Noto; ognuna di esse ha delle caratteristiche molto particolari
che attraverso giochi di luci e ombre, di convessità e concavità,
oltre naturalmente a dettagliati intagli nella pietra locale,
che conferiscono a questa espressione siciliana del barocco
un tratto distintivo e senza alcun dubbio identificativo. Sì
perché, nonostante le linee comuni a tutti e otto i centri,
il barocco di Noto è assolutamente diverso dagli altri e si
caratterizza soprattutto per un luminoso color miele
dovuto ai materiali impiegati, materiali che lo rendono differente
ad esempio da quello catanese caratterizzato da tonalità grigio-scure
per via della pietra lavica impiegata.
Palazzi, chiese, monasteri, piazze, fontane, tutto è degno di
attenzione, tutto è espressione del barocco. Il Giardino
di pietra, come viene romanticamente definita la cittadina
dallo storico, saggista e critico d’arte senese Cesare Brandi,
è l’espressione del principio delle 3 "s", ovvero: sorprendente,
sbalorditivo, stupefacente.
Il
borgo di Noto è composto da due parti, una superiore e una inferiore
che custodisce gli edifici nobiliari e i complessi religiosi
risalenti al XVIII secolo. Il centro storico è caratterizzato
da una via principale, Corso Vittorio Emanuele, e da
tre piazze, Piazza Immacolata, Piazza Municipio
e Piazza XVI Maggio, ciascuna delle quali dotata di una
chiesa. Nella prima piazza si erge la Chiesa di San Francesco
opera dell’architetto netino Vincenzo Sinatra già allievo
del più celebre Rosario Gagliardi; la chiesa a navata
unica si caratterizza per l’imponente scalinata e la facciata
barocca e al suo interno vanta una preziosa Vergine col Bambino
in legno dipinto del 1564 opera dello scultore locale Antonio
da Monachello. Accanto alla chiesa sorge il Monastero
del Santissimo Salvatore e il Convento di Santa Chiara.
In
Piazza Municipio, la più grande delle tre, si trova invece
Palazzo Ducezio sede del Comune; realizzato sempre dal
già citato Sinatra, l’edificio vanta al suo interno una importante
Sala di Rappresentanza oggi impiegata come teatro e biblioteca
civica. L'esterno invece è caratterizzato da un porticato classicheggiante.
Sempre nella stessa piazza sorge la Cattedrale di San Nicolò
risalente al 1693, essa è il più imponente edificio barocco
della città e viene attribuita all’architetto siracusano
Gagliardi anche se non vi sono testimonianze a riguardo.
La
chiesa ha una pianta a croce latina, l’interno è a tre navate,
con quella centrale più ampia rispetto alle due laterali, vi
è un transetto e una cupola alta ben 76 metri che risulta in
restauro a seguito di un crollo risalente al 1996. La facciata
è opera di Sinatra - allievo e nipote acquisito del già citato
Gagliardi - ed è preceduta da una ampia scalinata che digrada
nella piazza fiancheggiata da due esedre alberate. Accanto alla
Cattedrale si trovano il Palazzo Vescovile del XIX secolo
e il Palazzo Landolina di Sant’Alfano.
In Piazza XVI Maggio si può ammirare la facciata convessa
della Chiesa di San Domenico realizzata dal Gagliardi,
all’interno il bianco imperante viene interrotto dalla policromia
degli altari in marmo, mentre all’esterno proprio davanti alla
chiesa si trova la Villetta d’Ercole di matrice settecentesca,
e di fronte il Teatro Vittorio Emanuele III realizzato invece
nell’Ottocento.
Oltre
alla Cattedrale spiccano anche altri luoghi di culto importanti,
come ad esempio la Chiesa di Santa Chiara con annesso
il Monastero delle Benedettine e la Chiesa del Santissimo
Crocifisso che custodisce la Madonna della Neve dello
scultore, architetto e medaglista dalmata Francesco Laurana.
Entrambe queste ultime due chiese sono opera di Rosario Gagliardi
? fortemente influenzato dallo stile di Vincenzo Borromini.
Vi
sono poi: la Chiesa di San Girolamo, a navata unica,
anche chiamata di Montevergine perché edificata per le
suore cistercensi di Monte Vergine; la Chiesa della Madonna
del Carmine che prende il nome dalla statua lignea
proveniente dalle macerie della Noto antica e per questo molto
cara ai "netini" perché carica di significato mistico; quella
dedicata alla Chiesa di Santa Maria dell’Arco che prima
della costruzione della cattedrale era considerata la chiesa
madre; e infine quella a tre navate, con pianta a croce latina,
la Chiesa di San Carlo al Corso ? dedicata a San Carlo
Borromeo ? anche conosciuta come Chiesa del Collegio
risalente al 1736 e dalla cui sommità del campanile si può godere
di una splendida vista sulla città.
Tra
i palazzi più interessanti dal punto di vista storico
e architettonico vi sono: Palazzo Astuto dai balconi
bombati; Palazzo Battaglia firmato dal Gagliardi;
Palazzo Impellizzeri ricco di tele settecentesche, mobili
antichi e lampadari in ferro battuto, tutto in stile tardo barocco;
Palazzo Rau i cui balconi riportano nel fregio una conchiglia
e una foglia di acanto simbolo di fecondità e del culto per
le arti belle; e infine Palazzo Trigona con sontuosi
saloni dove si svolgevano balli riservati all’aristocrazia netina
e indetti in onore della Regina di Napoli.
Il Palazzo Nicolaci
di Villadorata è opera del Sinatra e si attesta come una
tra le più prestigiose abitazioni nobiliari della città, è impreziosito
con balconi sorretti da figure mitiche come sirene, centauri
e sfingi ed è dotato di tre saloni: verde, giallo e rosso. Proprio
dietro i portoni di via Nicolaci, nel mese di maggio i cittadini
si riuniscono per mettere insieme i coloratissimi petali che
serviranno poi a comporre la celebre infiorata di Noto: un lungo
tappeto di fiori che stupisce la città con un disegno diverso
ogni anno.
In
città non mancano i musei, come il Museo Archeologico
e il Museo di Arte Contemporanea, e i parchi come il
Parco Archeologico e Naturalistico di Noto Antica, il
Parco Archeologico del Villaggio Preistorico di Castelluccio,
e la Villa Romana del Tellaro risalente al IV secolo
che sorge sulla riva del fiume da cui prende il nome e vanta
dei mosaici assolutamente ineguagliabili.
Tra
gli eventi, come già accennato, vi è la famosissima Infiorata
di Noto, una manifestazione ormai di respiro internazionale
che si ripete ogni anno nel mese di maggio dal 1980.
In via Nicolaci, una delle vie più suggestive del borgo, proprio
dinanzi all’omonimo palazzo parte lo spettacolare tappeto composto
da coloratissimi petali di fiori, una vera e propria opera d’arte
che si afferma in netta concorrenza con l’altrettanto famoso
Tapis des Fleurs, il tappeto di fiori che ogni due anni
colora la piazza centrale di
Bruxelles.
Si tratta comunque di un lavoro minuzioso e lungo che comincia
il venerdì pomeriggio con il tracciato del disegno sul tratto
stradale, e che prosegue per tutto la giornata del sabato, compresa
la notte, con il tappezzare di fiori i disegni tracciati. Concluso
questo lavoro, nelle giornate di domenica e lunedì si è pronti
per far ammirare la propria opera d’arte a turisti e visitatori.
Ma non si tratta dell’unica manifestazione che caratterizza
il borgo, sempre nella stagione dei fiori si svolge la Primavera
e il Corteo Barocco, una rievocazione storico-culturale
con sfilate in abiti d’epoca, sbandieratori, musici e danzatrici
in costume del ’700 netino. Non mancano infine tradizioni antichissime
legate al culto religioso, come la festa con Processione
in onore di Corrado Confalonieri santo patrono della città.
Molto suggestiva è anche la Processione della Santa Spina
del Venerdì Santo durante la quale, secondo la tradizione, viene
portata in processione una spina della corona di Cristo portata
a Noto dai Crociati.
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