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VISITARE
POMPEI
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INFORMAZIONI E GUIDA.
Con l'eruzione del Vesuvio
Pompei ha consegnato al mondo un fermo immagine di una città romana e della vita ordinaria dei
cittadini romani durante l'epoca imperiale: le loro
convenzioni sociali, la struttura di classe, le disposizioni domestiche e il
loro (molto alto) standard di vita. Alcuni degli edifici sono persino
coperti da graffiti antichi, che si riferiscono a eventi politici
contemporanei o semplicemente agli intrecci romantici degli abitanti.
Risulta impossibile non emozionarsi ogni volta.
I colori di
Pompei stupiscono sempre,
anche chi li conosce da una vita. La città, situata sul versante meridionale
del Vesuvio, in cima ad una collina che domina la Valle del
Sarno, si trova ai piedi di un maestoso
costone di tufo che cambia colore ad ogni ora del giorno, e davanti,
naturalmente, il mare. Era un luogo dove si raggruppavano le
caratteristiche che nell'antichità favorivano l'agricoltura,
il commercio e l'industria. Circondata da solide mura,
Pompei prosperava, cresceva e raggiungeva un alto livello
artistico.
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Come tutti i porti
dell'Impero Romano, era un crogiuolo di tanti popoli diversi.
L'architettura, la scultura e i dipinti murali congelati nelle ceneri di
quel 24 Ottobre del 79 d.C, sono oggi una forte testimonianza di questi
scambi con la vicina Grecia.
Pompei dopo essere stata fondata intorno all’VIII secolo a.C. dagli Osci,
dalla cui lingua è molto probabilmente derivi il toponimo della città, entrò
in seguito nelle mire espansionistiche dei Greci e degli Etruschi prima e
dei Sanniti poi. Questi ultimi ingrandirono l'originaria cinta muraria della
cittadina.
In seguito, come accadde per tutta la Campania, Pompei fu conquistata dai
Romani, nell’ultimo quarto del III secolo a.C.. Questo permise alla città di
entrare a pieno titolo nel circuito economico romano e di trarne grandi
benefici economici con l'esportazione di vino e di olio, in tante parti del
Mediterraneo romano.
L'organizzazione sociale con l'arrivo dei romani cambiò, e così anche la
città. Pompei viene ricostruita, venne rinnovato il suo foro, il tempio di
Giove, i suoi teatri, i suoi monumenti pubblici. I Romani costruirono anche
un tempio in onore di Augusto e un altro per Vespasiano e la città
prosperava. La "residenza di villeggiatura" del patriziato romano ed, in età
imperiale, molte famiglie favorevoli alla politica di Augusto, si
trasferirono qui e fecero costruire edifici come il Tempio della Fortuna
Augusta e l’Edificio di Eumachia. Sotto Nerone la Campania subì ingenti
danni a causa di un sisma verificatosi nel 62 o 63 d.C. Furono intraprese
veloci opere di ricostruzione, ma fu tutto vano. Nessuno immaginavano che la
fertile montagna, che domina il Golfo di Napoli, il Vesuvio fosse in
realtà la sede di un vulcano... Il risveglio suo risveglio fu terribile e a
partire da quell'ottobre del 79 d.C Pompei scomparirà per diversi secoli
sotto la cenere. Per lungo tempo irrintracciabile, il sito è stato scoperto
dagli archeologi nel XVIII secolo. Oggi è il sito più scavato al mondo.
Pompei, al di là della storia e con i suoi 30.000 abitanti, appartiene oggi
alla grande periferia di Napoli. Oltre all'antica città, merita una visita
anche il Santuario della Madonna del Rosario.

Immaginate di prendere una macchina del tempo e di tornare
indietro di due millenni. Immaginate, quindi, di poter passeggiare per
un’antica città romana, salendo sui marciapiedi, attraversando la strada,
entrando in case (domus) ricche di affreschi, di statue, di mosaici,
e ammirando straordinari templi dedicati ai cosiddetti Lares, delle
divinità private, istituzionali, spesso imperatori divinizzati, che troviamo
accanto ai classici Giove, Apollo, Diana, o divinità egizie come
Iside.
Immaginate ancora di salire sulle tribune di magnifici teatri dalla pianta a
forma di ferro di cavallo, provvisti di grandi scenografie in muratura
(quelli dedicati alla drammaturgia e quelli – più piccoli – dedicati alla
musica e alla poesia) e infine, esplorare il più noto passatempo e allo
stesso tempo servizio igienico e “social network? d'epoca romana, le
Terme. Non sarebbe incredibile poter fare - oggi - tutto questo? Ebbene si,
ciò è possibile a Pompei.
Il Parco archeologico di Pompei, noto anche semplicemente come 'Scavi di Pompei', è
costituito da un’intera città di origine romana, con parte degli edifici e
dell’intera pianta urbana (fatta appunto di vie, marciapiedi, addirittura
attraversamenti pedonali, case, templi, terme). Com’è possibile tutto
questo?
Dati: Pompei antica si trova presso la collina di
Civita giuliana, nel napoletano, in Campania, alle porte della
moderna città di Pompei e ad 8 km dal vulcano vesuviano. Si estendeva su
circa 66 ettari e sulla base dei documenti antichi ospitava circa 11.000 -
11.500 persone. Fu sepolta durante l'eruzione del Vesuvio nel 79
d.C., insieme ad Ercolano, Stabia, Boscoreale ed
Oplonti. Parte della città è ancora da scavare: su 66 circa 50 ettari
sono stati scavati, comprese le aree suburbane.
Eruzione del Vesuvio
Il vulcano Vesuvio (gli studiosi lo
definiscono "dormiente", cioè che prima o poi si sveglierà), esplose nel 79
d.C. con una violenza tale da essere definita come più potente della bomba
atomica, tanta fu la quantità di energia termica sviluppata. Pompei fu
dapprima colpita da una pioggia di lapilli, piccole rocce infuocate che
uccisero parte della popolazione e distrussero i tetti degli edifici (si
noterà oggi come questi siano infatti assenti nelle domus visibili), quindi
invasa da una nube tossica, che avvolse la città e causò la morte per
asfissia di tutti quelli che erano sopravvissuti. A seguire, la colata
lavica che ricoprì l’intera città, rendendola, nel giro di pochi giorni,
praticamente indistinguibile.
L’intero paesaggio risultò devastato e
completamente modificato: la città un tempo si affacciava sul fiume Sarno
e sul mare, dopo l’eruzione si distanziava dalla costa quasi un
chilometro... così come è oggi. Questa stessa eruzione, che uccise migliaia
di persone e sconvolse il territorio, è la ragione dell'importanza
archeologica che oggi riveste Pompei: la lava ha ricoperto la città
senza distruggerla (se non per alcuni tetti e poco altro) e diventando
roccia vulcanica ha potuto proteggere tutto ciò che trovava attorno e sotto
di se, fermando il tempo e custodendo gelosamente le meraviglie romane
presenti. É solo per questo che Pompei è rimasta inalterata, mentre
in altre città antiche le case, le strade, gli edifici hanno subito delle
modifiche dalle genti che si sono succedute nei secoli. Pompei inoltre non
venne più ricostruita in quell'esatto punto: con il territorio lavico a
ricoprirsi di vegetazione, scomparì definitivamente e per quasi 1700 anni
rimase sotto metri e metri di roccia lavica, senza che nessuno ne
sospettasse la presenza.
Com’è avvenuta la
scoperta di Pompei
Siamo nel XVIII secolo e prima di Pompei fu scoperta in
maniera rocambolesca un’altra cittadina dell’area vesuviana: Ercolano.
Ciò avvenne per pura casualità, uno dei colpi di fortuna più grandi della
storia dell’archeologia. Nel 1710, un contadino di nome Ambrogio Nocerino
(soprannominato “Enzechetta?) scavando un pozzo all’interno del suo
campo rinvenne da sotto terra alcuni magnifici marmi, che poi vendette. I
marmi entrarono in possesso di un nobile francese della zona, il Duca
d’Elbeuf, il quale - compresa la straordinarietà della scoperta -
acquistò il podere dal contadino allo scopo di avviare una campagna di
scavi. Fu dapprima ritrovato il magnifico teatro della città romana di
Ercolano, da cui i marmi infatti provenivano. Qualche tempo dopo, negli anni
’30 del Settecento, salì al trono del regno di Napoli un giovane e
lungimirante Carlo di Borbone, il quale - avendo saputo degli antichi
ritrovamenti in quella parte del territorio – volle avviare una sistematica
campagna di scavo, che si rivelò molto fortunata: poco a sud del pozzo di
Enzechetta fu ritrovata un’intera città, così come nei pressi della costa
venne rinvenuta una magnifica villa romana (la villa dei Papiri).
C'è da dire in effetti che già qualche secolo prima, nel
1594, l'architetto Domenico Fontana, durante la realizzazione di
un acquedotto nei pressi del fiume Sarno, che doveva approvvigionare
la città di Torre Annunziata, ebbe modo casualmente di rinvenire le
prime tracce storiche dell’antica città di Pompei. Egli comprese di aver
scoperto qualcosa di sensazionale, ma allo stesso tempo si ritrovò ad avere
a che fare con un atroce dilemma: continuare nella costruzione dell'opera
per la quale era stato ingaggiato avrebbe potuto significare distruggere le
antiche rovine. Fu così che decise di cambiare il progetto e spostare il
corso dell’acquedotto salvando le testimonianze archeologiche rinvenute, che
furono nuovamente disotterrate senza rendere nota la scoperta. Quale sia
stato il motivo della sua azione è ancora del tutto sconosciuto, alcuni
studiosi ritengono avesse scoperto degli affreschi erotici e, considerato il
periodo della Controriforma dell'epoca, forse ebbe paura del Tribunale
dell’Inquisizione. Il mondo non era pronto ad accogliere quel tipo di
scoperte. Fortunatamente però, Fontana scrisse un rapporto segreto di quella
straordinaria scoperta e questo stesso rapporto, 150 anni dopo, giunse nelle
mani di re Carlo di Borbone, che decise di dare avvio a nuovi scavi.
Gli scavi ordinati dal re hanno cambiato per sempre la
storia dell’archeologia, accrescendo la conoscenza dell'antica Roma,
delle abitudini e dei modi di pensare degli antichi Romani. Gli scavi furono
molto intensi e difficili: quasi alla stregua di minatori, gli
archeologici dovettero letteralmente calarsi nella roccia vulcanica
scavata, sotto la quale erano sepolte le rovine. Trovandosi davanti ad una
parete muraria, non conoscendo la pianta originaria degli edifici, e tanto
meno quella della città, capitava di dover scegliere di buttar giù parte
della stessa, per passare oltre o per guardare all'interno. I fori nelle
pareti sono visibili ancora oggi e ci ricordano il passaggio di quei primi e
coraggiosi archeologi. Tutto ciò che andava ritrovato, affreschi, mosaici,
statue, mobili, oggetti di uso quotidiano, qualunque reperto di valore,
veniva “strappato? dagli edifici e consegnato al re. I Borbone
raccolsero buona parte del materiale ritrovato nei primi 100 anni di scavi e
sotto Ferdinando di Borbone venne realizzato il primo nucleo del
Museo Archeologico Nazionale di Napoli,
considerato oggi uno dei più importanti al mondo. Ne consigliamo la visita,
dopo aver ammirato gli scavi di Pompei, per completare la conoscenza di
questi ultimi.
Fu solo nell’Ottocento che gli archeologi pensarono di
rimuovere tutta la roccia vulcanica rimasta e riportare incredibilmente alla
luce l'intera città. Si sarebbe così consentito a chiunque di passeggiare in
un’antica città romana, entrare nelle case e ammirare gli affreschi. E così
è stato.
Visitare Pompei
Visitare il sito archeologico di Pompei è come tornare
indietro nel tempo: significa camminare in una città romana dove tutto è
fermo al 24 ottobre del 79 d.C., data dell’eruzione come aggiornata
da recenti studi. Chi visita oggi Pompei, oltre ad immergersi
incredibilmente in un’altra epoca, rimane meravigliato dalle testimonianze
di quella che doveva essere la vita quotidiana degli antichi romani.
Testimonianze che permettono di comprendere quanto gli abitanti di allora
vivessero in una civiltà molto progredita, con strutture architettoniche,
idriche all’avanguardia. Visitare Pompei significa anche avere la
possibilità di poter contemplare - “in un certo senso? - le vittime
dell’eruzione vesuviana. Di quella immane tragedia sono rimasti i “calchi
in gesso? di alcune delle vittime: le ossa sono assenti, ma prima di
decomporsi i corpi lasciarono la propria impronta nella roccia vulcanica.
Quei “vuoti? rinvenuti nella roccia lasciarono dei sospetti negli studiosi
guidati dal grande Giuseppe Fiorelli sul finire del XIX secolo;
costoro decisero di iniettarvi dentro del gesso, restando esterrefatti dal
risultato: il calco in gesso raffigurava nei minimi dettagli il corpo di una
vittima mentre moriva. Tra i calchi, ve ne sono alcuni toccanti, commoventi,
come quelli di bambini, persone abbracciate, animali. Oggi sono diversi gli
archeologi che ritengono Pompei non solo uno dei siti archeologici più
importanti al mondo, ma addirittura quello più incredibile. Per valutare
se questo è vero, si può solo visitarlo.
Informazioni pratiche:
Ingresso all’area archeologica di Pompei
Gli ingressi all'aerea archeologica sono tre: Porta
Anfiteatro, Piazza Esedra e Porta Marina superiore. Il costo del biglietto
si aggira a €15 euro. I cittadini dell’Unione Europa che hanno tra i 18 e i
25 anni e gli insegnanti pagano il biglietto ridotto della metà del prezzo
intero. I minori di 18 anni entrano gratuitamente, tutto l’anno.
Ingresso gratuito a Pompei la prima domenica di ogni
mese, come avviene in Italia per ogni sito museale statale
(#domenicaalmuseo) e tutti i giorni dell'anno per i minori di 18 anni (UE e
ExtraUE) e per altri soggetti specificati dal MiBAC (Ministero Beni e
Attività Culturali).
Orari
L’area archeologica è aperta tutti i giorni,
tranne il 1 Gennaio, il 1 Maggio e il 25 Dicembre, dalle 9.00 alle 17.00
(nei mesi da novembre a marzo), e dalle 9.00 alle 19.30 (nei mesi da aprile
a ottobre).
Biglietti: è possibile acquistare il biglietto online
sulla piattaforma digitale di
TicketOne Parco archeologico Pompei,
qui in link, così che si possa saltare la fila alle casse di biglietteria. *
nota bene: acquistando il biglietto online è possibile accedere all’area
archeologica solo dall’ingresso di Porta Marina Superiore e Piazza Esedra.
*** Importante: l'acquisto del biglietto online deve avvenire entro
le ore 24.00 del giorno precedente alla visita.
Come arrivare a Pompei
Arrivare a Pompei da Napoli con il treno della
Circumvesuviana, linea Napoli-Sorrento. Per arrivare a Pompei da Salerno,
prendere il treno regionale Salerno -Napoli Campi Flegrei. Per arrivare a
Pompei in auto, prendere l’autostrada Napoli-Salerno ed uscire a "Pompei
Scavi".
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