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Cosa vedere a
Pompei - 13 luoghi imperdibili da visitare. Sepolta
dall'eruzione del 79 d.C., Pompei ci ha restituito intatti i
resti di una città romana. Tra case, terme, templi e affreschi
straordinari c'è l'imbarazzo della scelta su cosa ammirare in
questo sito archeologico unico al mondo.
Vedere Pompei
è una esperienza straordinaria. É come ritornare indietro di
millenni, immaginando la vita quotidiana ai tempi degli
antichi Romani del I secolo d.C. e allo stesso tempo
rendersi conto del potere straordinario della natura. Tra
tutte, una delle frasi che vengono a mente è quella di
Voltaire, che disse "gli uomini discutono, la natura
agisce" e di certo quando la natura ha agito sotto il
Vesuvio, uno dei vulcani ancora più pericolosi del mondo
seppur dormiente, lo ha fatto in modo violento e tragico.
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L'eruzione del Vesuvio fu uno degli eventi naturali più
catastrofici della storia. Il numero delle vittime a Pompei
resta ancora oggi incerto: la stima è quella di circa 2000
persone, considerando tuttavia che il numero degli abitanti nel
raggio d'azione delle ceneri arrivava fino a 20.000 unità. Da
semplice montagna dormiente (così lo era da circa 8 secoli) il
24 ottobre dell'anno 79 d.C. il Vesuvio diede origine ad
un'eruzione cosiddetta esplosiva, seppellendo le città ed il
paesaggio intorno ad esso. Per decine di chilometri (26 km) si
alzò una colonna di ceneri, lapilli e gas che rientrò a terra
con effetti devastanti. Le città di Pompei ed Ercolano
non furono le uniche ad essere distrutte, vi furono anche
Oplontis (nell'odierna Torre Annunziata) e l'antica
Stabiae, vicino all'odierna Castellamare, a circa
5 km a sud ovest da Pompei. Vi furono anche numerose ville
romane di campagna, come quelle parte del distretto di
Boscoreale, a circa 7 km dal Parco archeologico di Pompei.
Tutto nella zona fu completamente distrutto. Solo nel XVIII
secolo, dopo alcuni scavi archeologici, le rovine furono man
mano riportate alla luce.
In questa sezione visitiamo alcuni dei ritrovamenti principali
degli scavi e maggiori attrazioni della Pompei antica (la
lista è sicuramente molto più lunga, e man mano aggiornata,
considerando anche i ritrovamenti che continuano ad esserci ai
giorni nostri). Visitiamo anche alcuni dei monumenti principali
della Pompei moderna, più qualche altra attrazione della
zona.
Quello di Pompei antica è oggi uno dei siti
archeologici più vasti e importanti del mondo, dichiarato
Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Situato a circa 25 km da
Napoli, si posiziona ad ovest dell'attuale città, la Pompei
moderna (di circa 25mila abitanti), benché quasi inglobato
nell'odierno centro abitato e a ridosso per esempio da un lato
dalla Via Plinio (SS18). Un'area tanto vasta da essere una vera
e propria città, benché fatta di rovine più o meno ben
conservate (anche dopo 2000 anni). Preziosissime le decorazioni
artistiche rinvenute e ancora oggi visibili, altrettanto
preziose le informazioni e le testimonianze che è stato
possibile raccogliere. Dimensioni? 66 ettari, di cui 44
risultano scavati: la città era circondata da mura, lunghe ben
oltre 3 km, che andavano dai due poli della città, il Foro da
una parte e l'Anfiteatro dall'altro. Oggi, per visitarla viene
fornita una mappa e percorsi differenti. Consigliamo di
prenotare una guida locale che possa orientare il visitatore
presso le maggiori attrazioni, senza perderne i punti salienti
(qui in link come prenotare una
Visita
guidata a Pompei)... continua a leggere
Orientarsi nella Pompei antica.
Villa dei Misteri di Pompei
Regio VI
Probabilmente la dimora più conosciuta di Pompei,
esempio tra i più completi e con un alto livello d'espressione
artistica. Al suo interno erano ospitate terme, giardini
pensili, un criptoportico, oltre alle sale, cucine, camere da
letto, cantine, aree di servizio e tanto altro. Situata in
quella che era definitivamente una lussuosa zona residenziale
fuori dalle mura della città, la villa, definita rustica, era
anche destinata alla produzione agricola. Fu edificata intorno
al I secolo a.C. e riportata alla luce a partire dal 1909. Ad
oggi lo scavo non è stato ancora completato. L'ingresso alla
villa è situato lungo la cosiddetta via dei Sepolcri,
subito all'esterno di Porta Ercolano e poco oltre
l'entrata principale al parco archeologico (Porta Marina).
La dimora è così chiamata per via di una delle sue sale, la
Sala dei Misteri, che affacciava verso il mare, e nella
quale è stato rinvenuto il grande ciclo pittorico
raffigurante un rito misterico… continua a leggere
Villa dei Misteri Pompei.
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Via
dell'Abbondanza
Chi ha visitato Pompei antica ha avuto sicuramente modo di
passeggiare lungo una parte di via dell'Abbondanza, la
via principale e più lunga (circa 900 metri) della città,
attraversandola in direzione est-ovest, dal Foro a
Porta Sarno. La corrispondenza è quella del Decumano
maximo, la via più importante di una antica città romana. Il
nome, dell'Abbondanza, deriva da un bassorilievo presente in una
fontana posta nel tratto iniziale della strada, che in realtà
rappresenta la Vittoria Augusta. Lungo la via si possono vedere
oggi le rovine di quelli che erano gli edifici più importanti
della città, dal Foro ad un susseguirsi di edifici pubblici, e
poi botteghe artigianali e residenze; alcune di queste sono
state restaurate, come la locanda che porta il nome di
thermopolium di Asellina. La strada costituiva il cuore
pulsante della città, un luogo che da solo raccoglieva tutta la
vita quotidiana di chi l'abitava, da quella pubblica a quella
commerciale, domestica (troviamo le dimore della ricca borghesia
pompeiana, come la Casa del Criptoportico, la Casa dei
Casti Amanti o la Villa di Giulia Felice), religiosa
(come il Tempio di Iside) o sociale (da qui si arrivava
al grande complesso termale pubblico e all'Anfiteatro,
alla palestra, ai teatri). D'altronde ricordiamolo, il duro
lavoro in una città romana era lasciato agli schiavi, o anche ai
liberti (schiavi liberi, dediti per lo più al commercio) mentre
il cittadino occupava il tempo libero tra ozio e svago.
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Terme di Pompei
Vari regi
Nell'antica Pompei le terme abbondavano e non poteva
essere altrimenti in una città romana. In esse si discuteva di
tutto, dei fatti del giorno, di politica, di battaglie e
processi, di donne ma anche di teatro e cultura in genere. A
Pompei le più importanti erano le Terme Stabiane (site
nella sezione del Regio VII), ma c'erano anche le Terme
centrali, le Terme del foro e soprattutto le Terme
suburbane. Sono tutte molto antiche, quelle centrali
risultano le più antiche; solitamente inoltre erano pubbliche,
tranne per esempio le terme suburbane, che erano infatti
private. Alcune dimore private ospitavano all'interno una
sezione dedicata ai bagni termali, è il caso per esempio della
Villa dei misteri, mentre quella suburbana era un vero e proprio
impianto termale e anche di notevoli dimensioni. Solitamente, le
terme erano divise in sezioni, maschile, femminile, decorate in
abbondanza e ... continua a leggere
Terme di Pompei.
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Foro civile
Regio VII
Il Foro venne portato alla luce dagli scavi nei primi decenni
dell'Ottocento. Rappresentava il centro della vita quotidiana e
cioè di quella politica, religiosa ed economica, e si presentava
da prima con un aspetto semplice, grezzo, come un grande spiazzo
urbano, per poi venir abbellito circa 3 secoli prima
dell'eruzione, di portici e pavimentazione in tufo e quindi in
travertino. Il Foro è situato nella sezione Regio VII, ad est
del centro e venne originariamente costruito nei pressi di un
importante settore viario, all'inizio di Via dell'Abbondanza, e
al quale si collegavano le strade dirette a Neapolis (odierna
Napoli),
Nola o Stabiae. Un tempo era circondato dai principali edifici
pubblici, da quelli che gestivano gli affari a quelli che
operavano nel settore commerciale e quindi mercati e botteghe,
ma anche religiosi (come è dato notare dalla presenza del
santuario di Apollo e da quello dedicato a Giove). I
pilastri che vediamo separare le otto aperture sul lato
occidentale, denotano le aree un tempo in uso al mercato
della frutta e della verdura, anche noti come 'granai
del Foro' o Foro Olitorio (Forum Holitorium) e
nel cui interno sono oggi ospitati migliaia di reperti
provenienti dagli scavi che si sono succeduti sin da fine
Ottocento (9000 oggetti tra anfore ceramiche, pentole, fornelli,
brocche e bottiglie, sculture in marmo e calchi in gesso delle
vittime dell'eruzione, tra cui un cane e un albero), diventando
il più importante magazzino archeologico della Pompei antica.
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Casa del Fauno
Regio VI- insula 12
La
G è una delle antiche case romane di Pompei,
una delle più grandi ed estese (circa 3000 mq circa) situata
nella zona indicata come Regio VI- insula 12. Risale al
II secolo a.C. ed così chiamata per la presenza nell’atrio
principale (che vediamo all'aperto) di una statua in bronzo
raffigurante il satiro danzante Fauno. Gli scavi, iniziati nel
1828 e continuati a più riprese fino agli anni '60 dello scorso
secolo, hanno riportato alla luce una discreta porzione
dell'antico edificio, più informazioni importanti sui
proprietari. Quest'ultimi erano sicuramente persone di alto
rango sociale e questo si può notare anche dall'esterno della
dimora, dal marciapiede che ad essa conduce, dal portone
d'ingresso impreziosito di pilastri a capitelli decorati, dalla
pavimentazione in marmo colorato e intarsiato. In una delle sale
si ammira la copia del mosaico del II secolo a.C. raffigurante
la Battaglia di Isso tra
Alessandro Magno e il re
Dario III di Persia (l'originale è custodita a Napoli, dove
è anche conservata l'originale statua del Fauno)... continua a
leggere
Casa del Fauno.
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Casa dei Dioscuri
Regio VI
Una delle dimore private più conosciute della Pompei antica è
la Casa dei Dioscuri, rinvenuta intorno al 1826 e scavata
ancora per qualche decennio più avanti. Porta il nome di
Castore e Polluce, i due Dioscuri figli di Giove e
Leda, raffiguranti in un affresco ubicato all'ingresso. Si
tratta di una delle case più complesse da un punto di vista
architettonico, in quanto ricca di ambienti e probabilmente il
risultato di tre case più antiche, in parte ancora
distinguibili. Sicuramente era una delle dimore più sontuose e
più grandi, edificate nell'ultimo periodo di vita della città.
La complessa architettura degli ambienti e ricchezza degli
affreschi lasciano il visitatore a chiedersi, e non con poca
meraviglia, quanto potesse essere progredita l'arte già 2000
anni fa. Si parte dall'immenso atrio principale e circondato da
una dozzina di colonne colorate in rosso e dal quale dipartono
altre sontuose sale – usate per il ricevimento – e un giardino;
un secondo atrio, secondario, dirige verso gli ambienti notturni
e quelli di servizio. I due atri sono collegati tra loro dal
sontuoso peristilio con una vasca centrale. All'interno erano
presenti alcune decorazioni pittoriche, oggi custodite al
Museo
archeologico nazionale di Napoli.... continua a
leggere
Casa dei Dioscuri.
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Casa dei Vettii
Regio VI
Si potrebbe anche chiamare 'casa della prosperità economica',
tanto era sontuosa e grande benché più piccola di altre. Al suo
interno troviamo tra i più famosi affreschi dell’antica città
vesuviana. Nel porticato d'accesso, sulla destra, è
riconoscibile Priapo itifallico, figlio di Afrodite e
Dioniso, portatore di benessere, riproduzione feconda e
prosperità (viene ritratto mentre pesa su una bilancia da una
parte il proprio grande fallo in erezione e dall'altra una borsa
carica di denaro, come contrappeso). La storica dimora venne
edificata molto prima del I secolo a.C., anno di sua certa
ristrutturazione, e restaurata dopo il terremoto del 62 d.C.,
quindi riportata alla luce dagli scavi di fine Ottocento. É
stata riaperta al pubblico nel 2016. Rappresenta uno dei
massimi esempi d'arte romana dell'epoca e prende il nome dai
fratelli Vettii, appartenenti ad una ricca famiglia di
liberti arricchitisi con il commercio. Le stanze interne sono
riccamente decorate con affreschi di rara finezza artistica,
mentre il peristilio che colonna il giardino anche
tramite dodici statue bronzee introduce al famoso fregio
degli Amorini … continua a leggere
Casa dei Vettii.
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Casa della Venere in
conchiglia
Regio II
Una delle dimore più belle dell'antica Pompei, situata
nei pressi di Porta Sarno ed edificata nel secolo
precedente alla distruzione della città. É stata riportata alla
luce dagli scavi della metà del secolo scorso. La dimora porta
il nome dal grande affresco presente nella parete centrale a sud
del peristilio (Venere in conchiglia) e si apprezza anche
per il bel giardino circondato da colonne, che fan da cornice
agli affreschi del peristilio, e le siepi e fontane scultoree
che lo caratterizzano. Come richiesto dalla moda dell'epoca
l'architettura della casa conobbe una serie di trasformazioni,
con l'ampliamento del giardino a discapito di alcune sale
interne, tra tutti il tablino (lo studio) che infatti manca.
Nell'affresco Venere è rappresentata da una fanciulla dai
capelli ricci e raccolti in una acconciatura elaborata secondo
la moda all'epoca neroniana: è raffigurata nuda e ricoperta di
soli gioielli (un diadema nel capo, una collana al collo, dei
bracciali ai polsi e alle caviglie), affiancata da un amorino
alato e da un fanciullo (l'amorino è una personificazione
mitologica del dio Amore, raffigurato come un fanciullo nudo e
alato). Poco oltre è presente un altro affresco raffigurante la
statua di Marte in armi, mentre nella parte inferiore si
apprezzano i dipinti di un giardino lussureggiante con animali
esotici. Al momento dell'eruzione del vulcano la casa si trovata
presumibilmente in restauro e quel che il tempo ha portato fino
a noi è stato in parte danneggiato dai bombardamenti della
Seconda guerra mondiale (nel 1943 furono ben oltre 150 le bombe
scagliate tra agosto e settembre a Pompe e ancora oggi si
ignorano i gravi danni arrecati al sito archeologico).
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Casa del Larario di
Achille
Regio I
La casa del Larario di Achille o semplicemente di
Achille, e anche nota con il nome di Casa del Sacello iliaco,
è un piccolo edificio databile I secolo a.C., riportato alla
luce nei primi decenni del Novecento; fortemente danneggiato dal
terremoto di del 62 d.C. era in fase di ristrutturazione al
momento dell'eruzione del Vesuvio del 79. È situata nella zona
dei teatri ed é così chiamata per via delle degli elementi
decorativi presenti all'interno: nel tempietto (probabile un
sacello domestico) si ammirano ancora oggi parte delle scene
mitologiche sotto la volta (a fondo azzurro intenso) degli
ultimi episodi della guerra di Troia, tra cui il
duello di Achille con Ettore. In un'altra parte della casa
un altro affresco raffigura scene con due grandi elefanti
guidati da amorini, in un'altra ancora un'iscrizione rimanda
alla vendita di vinacce.
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Casa del Criptoportico
Regio I
La casa del Criptoportico – riportata alla luce nel primo
Novecento – si collega alla precedente in quanto ad essa
unificata o separata nel corso del tempo a seconda dei
proprietari che si sono succeduti. Anche questa dimora si
presenta con una elegante decorazione pittorica. La struttura è
a due piani, con scale e rampe: i piani superiori adibiti alla
cucina e alle sale per i banchetti. Al suo interno sono presenti
due calchi di vittime dell'eruzione, due persone
abbracciate, che secondo gli studi si pensava dapprima
fossero un uomo e una donna, poi due donne, una mamma con la
figlia, e che solo recentemente si è arrivati alla conclusione
si possa invece trattare di due uomini di età compresa tra i 18
e i 20 anni. Si tratta di alcuni dei ritrovamenti più
affascinanti della triste storia della città. Il nome della
dimora deriva dal criptoportico - un ampio corridoio
coperto – che troviamo ancora decorato da affreschi, più un
fregio rappresentante scene illustrate della guerra di Troia
(come la precedente dimora). Da notare anche le decorazioni
affrescate e in stucco della volta, con un'alta concentrazione
di motivi floreali. La casa è anche nota per essere uno dei
pochi esempi con all'interno la presenza di terme private a
Pompei. Poco prima dell'eruzione erano presenti anche
ambienti utilizzati per la produzione e la conservazione del
vino.
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Casa di Adone ferito
Regio VI
Anche questa casa si mostrava in origine come una struttura
più grande, in quanto unita ad una dimora vicina, edificate
entrambe alla metà del II secolo a.C., lungo la via di Mercurio.
Il primitivo impianto risale all’età sannitica e ha conservato
nel tempo decorazioni di I stile e di periodi successivi. La
dimora è così chiamata per la presenza all'interno di un grande
affresco che raffigura Adone morente tra le braccia di Afrodite
(i due amanti della mitologia greca), al centro dei due gruppi
statuari di Chirone e Achille. Si tratta di una straordinaria
megalografia di IV stile, raro esempio rinvenuto a Pompei, dove
raffigura Adone morente per ordine di Ares, che spinto dalla
gelosia lo fa aggredire da un cinghiale durante una una battuta
di caccia; dal sangue del giovane morente crebbero gli anemoni.
L'affresco è stato recuperato e restaurato nel 2016, anno in cui
è stato anche predisposta la visita al pubblico. La dimora fu
rinvenuta durante gli scavi della prima metà dell'Ottocento, e
fino al ritrovamento dell'Adone era anche nota come Casa di
Ermafrodite, in riferimento un altro affresco, quello della
Toeletta di Ermafrodito, presente nella parete est e ancora oggi
visibile.
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Casa dalle Pareti Rosse
Regio VIII
Il "rosso pompeiano" prende il nome dal colore
delle pareti di molte dimore di Pompei, ma sicuramente mai come
in questa casa, conosciuta per l'appunto come Casa dalle pareti
rosse (e anche nota come Casa dei Fabi o dei Fabii o della
famiglia Fabia) possiamo vedere l'esempio più tipico:
caratteristiche decorazioni parietali che in questa dimora
risultano ancora intatte. L'edificio risale all’età
repubblicana, fortemente danneggiata come tanti dal terremoto
del 62 d.C. Al momento dell'eruzione del vulcano nel 79 d.C.
risultava in fase di restaurazione. Dal 2016 oltre a diverse
altre aree della Regio VIII- grazie al Grande Progetto Pompei
- è possibile visitare quel che è stato riportato, al momento,
alla luce: gli affreschi e il larario a nicchia, quest'ultima
era una piccola edicola destinata al culto domestico dei Lari,
divinità protettrici della famiglia (furono anche ritrovate sei
statuette di bronzo raffiguranti le divinità domestiche).
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Anfiteatro di Pompei
Regio II
L'Anfiteatro di Pompei è uno dei più antichi, e grandi del
mondo romano, uno dei primi in muratura e poteva accogliere fino
a 20.000 spettatori. Venne eretto intorno all'anno 70-80 a.C dai
magistrati che reggevano il governo della città (cosiddetti 'duoviri'),
all'epoca Quinzio Valgo e Marco Porcio, e
posizionato ai limiti del perimetro murario a sud-est, una zona
poco abitata all'epoca, posizione scelta non a caso,
considerando che questo poteva infatti servire ad organizzare in
maniera più facile e pratica il movimento, accesso e sgombero
alla struttura degli stessi spettatori. Fu una delle prime
strutture ad essere riportate alla luce, intorno alla metà del
Settecento, e poi ulteriormente scavato nei primi anni
dell'Ottocento. Si presenta oggi ben conservato, nel suo genere
e considerata l'antichità, si ritiene sia uno degli anfiteatri
romani meglio arrivati ai giorni nostri. C'è da notare che
l'arena non si prestava ai combattimenti tra leoni e
gladiatori... continua a leggere sull'Anfiteatro di Pompei.
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