Charleroi
nacque nel 1666 per volere di Carlo II di Spagna come
fortezza militare. Nel XIX secolo si sviluppò come polo
industriale e minerario, subendo pesanti danni nelle due
guerre mondiali.
Charleroi è una nuova città per gli
standard europei. Fu fondata solo nel
1666 dal governatore dei Paesi Bassi
spagnoli e chiamata in onore del re di
Spagna Carlo II (1661-1700), l'ultimo
sovrano del ramo spagnolo degli Asburgo,
un re che soffrì di forti disabilità
fisiche e mentali causate da generazioni
di matrimoni consanguinei
all'interno dalla famiglia Asburgo.
Poco tempo dopo la sua fondazione,
Charleroi era già assediata da
eserciti stranieri. |
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Prima conquistata parte degli olandesi,
viene nuovamente ceduta agli spagnoli
nel 1678 (Trattato
di Nimega), presa dai francesi nel
1693, ceduta nuovamente agli spagnoli
nel 1698 (Trattato di Rijswijk),
poi ripresa dai francesi e poi si nuovo
dagli olandesi, dagli austriaci nel 1714
(Trattato di Baden), dai francesi
di nuovo nel 1745, solo per essere
restituita agli austriaci 3 anni dopo.
Dopo gli sconquassi della Rivoluzione
Francese, il Belgio finalmente ottenne
la propria indipendenza nel 1830,
aprendo la strada ad una nuova era per
Charleroi. Durante la rivoluzione
industriale, Charleroi divenne un
importante centro per la produzione del
vetro, e della metallurgia e per
l'estrazione del carbone. Le mura
cittadine vennero abbattute tra il 1867
e il 1871, permettendo alla città di
espandersi. Charleroi divenne quindi la
potenza economica del Belgio, la seconda
città più ricca del paese dopo
Bruxelles, spingendo il paese al rango
di seconda potenza industriale, proprio
dietro il Regno Unito.
Nell'agosto del 1914 Charleroi divenne
la scena di uno dei conflitti più
sanguinosi della prima guerra mondiale,
in quanto la quinta armata francese si
trovò di fronte alla seconda armata
tedesca sul fiume Sambre. Il 22 e 23
agosto di quell'anno si svolsero
combattimenti intorno alle fabbriche,
alle centrali elettriche e alle miniere.
I camini industriali crollarono, così
come le case. I francesi si ritirarono
sotto l'attacco aggiuntivo dalla Terza
Armata tedesca che è arrivata con forza
dal sud-est.
Per proteggere il suo popolo e la sua
città da ulteriori devastazioni, il
sindaco di Charleroi, Emile Devreux,
non ebbe altra scelta se non l'accordo
con i tedeschi. Le richieste furono
enormi, la città dovette prevedere per
l'esercito tedesco erano 40 tonnellate
di pane e 20 tonnellate di carni
affumicate, tre tonnellate di benzina,
tutti gli armamenti della città e la
somma di 10 milioni di franchi belgi.
Dal 1920 al 1950, diverse ondate di
immigrati italiani vennero a lavorare
nelle miniere di carbone di Charleroi,
Mons e Liegi. Per darvi un dato che
rende l'idea, nel 1955, il 32% di tutti
i minatori in Belgio erano italiani.
Oggi a Charleroi sono ancora 60.000 le
persone di discendenza italiana (più di
un terzo della popolazione della città).
Il declino della rivoluzione
industriale, sottolineato dall'uso di
prodotti petroliferi, più convenienti
del carbone, costrinse lentamente allo
spegnimento gli altiforni e a chiudere
le fabbriche della Vallonia e della
Francia settentrionale. Il declino delle
industrie pesanti dopo la seconda guerra
mondiale causò gravi ripercussioni
economiche alla regione. L'economia ha
cercato di diversificare negli ultimi
decenni, soprattutto con l'industria
aerospaziale. Le principali società
presenti a Charleroi includono
Industeel (una controllata deò
colosso mondiale dell'acciaio
Arcelor-Mittal), la AGC Automotive
(una filiale di Asahi Glass), la Alstom,
la SABCA e la Sonaca .
Nel 1976, la fusione dei comuni in
Belgio fa di Charleroi il più grande
comune della Vallonia (223.000 abitanti,
poi andati diminuendo per la crisi). La
città da allora è stata una roccaforte
del Partito Socialista (PS). Il partito
ha ottenuto oltre il 50% dei voti alle
elezioni locali tra il 1982 e il 2000.
Ha perso solo alle elezioni del 2006,
dopo una lunga serie di scandali che
hanno coinvolgono i politici socialisti.
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