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VISITARE
REYKJAVIK : INFORMAZIONI E GUIDA. Reykjavík è la capitale più a nord del
mondo nonché l'area urbana abitata più vicina al Circolo Polare Artico. Con la
sua architettura colorata, l’animo cosmopolita e la scena culturale vivace,
Reykjavík non smette mai di stupire i suoi visitatori.
"Scendi nel cratere dello Snaeffelsjokull, che l’ombra dello Scartaris viene
a toccare alle calende di luglio, audace viaggiatore, e arriverai al centro
della terra. Il che ho fatto". (Viaggio al centro della terra)
Giulio Verne
Volto di
ghiaccio, cuore di fuoco. Non c'è migliore
descrizione per definire l'Islanda. La sua
capitale,
Reykjavik, è stata chiamata in modo auto ironico la capitale più
calda d'Europa, strano se pensi che è situata in una
terra più vicina alla Groenlandia che all'Europa
(287 km paragonati ai 970 che la separano dalla
Norvegia). Eppure, la capitale più
settentrionale del mondo è una città di grande
fervore: il calore non solo si agita nei suoi
meandri più interni, nelle viscere della sua terra
natia, tra vulcani, geyser ed altri giganti
geotermali, ma lo si riconosce soprattutto nello
spirito della sua gente.
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Una
compagnia pubblicitaria, su alcuni giornali e riviste di viaggio, ha messo in
luce la passione degli islandesi per il divertimento notturno (sono davvero
tantissimi i pub, i club e le discoteche della città), riprendendo fedelmente il
loro desiderio di mostrarsi simili ai coetanei europei, capaci di divertirsi
anche alle latitudini più estreme (nel caso 64°08' N). Ma Reykjavik va
oltre tutto questo.
Nel 2000, all'alba del nuovo millennio, è stata votata
Città Europea della Cultura, in riconoscimento dell'intensa vita
culturale ospitata. Come la sua nazione, anche Reykjavik si scopre città
ambivalente, fatta non solo di fuoco e ghiaccio, di luce e oscurità, di
orizzonti vicini e lontani. La città offre il meglio di due mondi, quello della
natura e quello urbano, dell'antico e del moderno: i benefici di una società
protesa al futuro e alla modernizzazione si combinano con una natura
incontaminata, situata nelle immediate vicinanze del centro abitato. In
Islanda, seconda isola europea per estensione, è la natura a dominare
incontrastata il paesaggio. L’impressione è quella di
ritrovarsi
in un un territorio unico in Europa, e probabilmente anche al mondo; una terra
dove spesso l’uomo si ritrova ancora oggi a lottare contro le forze imponenti
della natura, come accadde con il Eyjafjallajökull, il vulcano dal nome
impronunciabile, che nel maggio del 2010 ha tenuto sotto scacco le tratte aeree
di mezza Europa. Gli straordinari scenari creano un ambiente naturale fuori
dall'immaginario più abitudinario, sia esso mediterraneo o anche poco più
nordico.
Reykjavik
si estende attorno ad una penisola posta a metà strada tra le montagne ed il
mare, il nord dell'Atlantico. A dominarla da una parte è il basso e comunque
maestoso monte Esja, una tavola orizzontale di roccia e neve, che sembra
controllare pacificamente la città e le acque della baia di Faxafloi. In
un giorno di sole, il vulcano Snaefellsjökull appare cristallino
nell'orizzonte in lontananza, ad ovest della città. Reykjavík non è solo la
capitale, ma anche la città più grande della Repubblica Islandese, punto focale
di affari, trasporti, commercio e comunicazioni. Centro accademico e culturale
dell'Islanda. Con teatri, concerti, gallerie d'arte, bar, ristoranti e aree per
lo shopping, la città ha qualcosa da offrire ad ogni visitatore. Gli abitanti
sono in tutto circa 200.000, includendo anche i paesi limitrofi, ed anche se
Reykjavik non può propriamente definirsi una metropoli non si può non notare da
subito lo spirito cosmopolita
della sua gente. In città tutti parlano l'inglese, definitivamente considerata
una seconda lingua; tanti parlano il francese, il tedesco ed anche l'italiano.
Quasi tutti i giovani passano uno o due anni in giro per il mondo, per acquisire
esperienze di vita e professioni, prima di ristabilirsi in Islanda.
Fu
proprio grazie a questa intraprendenza giovanile che ebbi modo di conoscere
Svavar, un ragazzone alto e biondo, inconfondibilmente nordico. Lo conobbi a
Londra, nella
grande metropoli inglese, durante un corso di fotografia. Primo amico islandese
e per lo più di Reykjavik. Peccato che nel momento in cui mi sono decisa a
mettere in pratica i suoi insistenti "dai
vieni a conoscere le bellezze dell'Islanda", lui abbia deciso di mettere su
famiglia a
Barcellona... vuol dire che avrò modo di rifarmi con una
visita in
Spagna. In Islanda ci
andai comunque, con il gruppo di sempre, in quello che si è dimostrato essere un
viaggio indimenticabile. La straordinaria natura dell'isola colpisce con
intensità, e sono i colori dell'Islanda a rimanere più impressi: restano
dentro la memoria, indelebili; riaffiorano di tanto in tanto, come in un deja
vu, nei giorni distanti. Le bianche trasparenze dei
ghiacciai islandesi (il Vatnajökull, ad ovest di Reykjavik, è la più
grande distesa di ghiaccio d'Europa, circa 8.100 km²), il rosso infuocato della
lava vulcanica (lo stesso ghiacciaio di Vatnajökul si estende sopra alcuni
vulcani), il rosso bruciato dal freddo dell'estesa tundra, il verde delle vaste
valli, l'avorio delle cascate, l'azzurro intenso del cielo... la natura
islandese quando la vedi non te la scordi più.
Poco
oltre, Reykjavík attende. Aspetta di accoglierti, sicura di ritrovare ancora una
volta un turista entusiasta delle bellezze del suo paese. In estate, una delle
cose più suggestive che si possono fare a Reykjavík è sedersi a mezzanotte da
qualche parte nel porto, a guardare il sole sprofondare lentamente all'orizzonte
e aspettando di vederlo risalire poco dopo. Il sole di mezzanotte in Islanda
è suggestivo quanto quello delle città più a nord della
Norvegia, tra tutte
Tromsø. Il mare circonda Reykjavík ad ogni lato e la città è
ricca di waterfront, banchine
pedonali
piene di caffetterie e negozi. Il lungomare a nord per esempio, prediletto per
lo jogging e le passeggiate, offre una splendida vista sull'Esja, la montagna
della città. Nelle giornate più limpide si può anche vedere la piccola città
portuale di
Akranes scintillare sotto il sole. In 5 minuti a piedi lungo il viale
Frakkastigur si arriva nella piazza Lækjartorg, sede di una delle sculture più
fotografate della capitale, la Sólfar, anche chiamata Sun Voyager,
una grande opera moderna, in acciaio, di Jón Gunnar ?rnason, scultore
islandese vissuto tra il 1931 ed il 1989. Raffigura una nave vichinga, con la
prua rivolata verso nord, al sole che tramonta, ed è dedicata ai primi coloni
dell'isola, i signori dei mari del nord, i Vichinghi.
Guardare l'orizzonte, verso il mare, con alle spalle la città fa pensare alla
storia di Reykjavík, a quanto può essere stato incredibile, e probabilmente
non facile, abitare inizialmente questi luoghi estremi. Il passato sembra essere
lontano, oggi la città è moderna, alla moda, ricca di caffetterie, locali per la
musica, arte e design. Ricordo tuttavia le parole di Svavar, quando con un certo
impeto diceva di provenire non solo dalla capitale più a nord del mondo, ma
anche dalla città più antica dell'Islanda.
Secondo
la leggenda Reykjavík venne fondata dal re di una tribù vichinga,
Ingólfur Arnarson, nel IX secolo d.C., che chiamò il posto Reykjarvik
(Baia fumosa), per via dei vapori che salivano dal terreno (erano quelli
sprigionati dalle sorgenti geotermiche, le stesse che oggi forniscono energia
alla città). Si racconta che il re, in fuga dalla sua patria, abbia scelto
questa parte dell'isola seguendo la direzione dei suoi Öndvegissúlur, le
colonne in legno del suo trono, gettate in mare poco prima in vista della
terraferma. Ripercorrere i passi che furono dei primi abitanti dell'Islanda vuol
dire soprattutto dirigersi verso il centro storico, nelle zone di Aðalstræti
e di Suðurgata, dove diversi scavi archeologici hanno portato alla
luce le rovine delle abitazioni dei primi coloni islandesi.
Della
storia dell'Islanda incuriosisce in particolare lo stemma islandese,
in lingua locale chiamato
Skjaldarmerki ?slands: una croce rossa su sfondo blu, bordata da contorni in
argento e sorretta dai quattro Landvættir, gli spiriti della natura,
protettori dell'isola nella mitologia norrena. Secondo la tradizione
costoro abitano le quattro aree principali dell'isola: il drago il
Vopnafjörður, l'uccello il Eyjafjörður, il toro il Breiðafjörður e
il gigante Bergrisi i territori del sud. I Landvættir erano così
rispettati che i libri antichi raccontano di una legge che vietava alle navi in
approdo di esibire immagini intimidatorie sulla prua per evitare di spaventare o
provocare gli spiriti.
Immersi nella natura più straordinaria, i primi coloni
vichinghi trasformarono la comunità in
un piccolo centro mercantile, dedito alla pesca, che si sviluppò nei secoli
successivi grazie a Skúli Magnússon, 'padre fondatore della moderna
Reykjavík': nel tentativo di aggirare l'embargo imposto dal regno di
Danimarca nel 1750, l'intraprendente sceriffo locale gettò le basi per la
crescita economica della città, dirigendo l'operosità della sua gente sulle
attività di tessitura, concia e tintura della lana. Con la crescita di altre
produttività come la pesca, l'estrazione mineraria e la cantieristica navale,
Reykjavik gradualmente si sviluppò in un rinomato centro urbano. Durante la
Seconda guerra mondiale, grazie all'approvvigionamento fornito alle truppe
alleate, la città crebbe in importanza, e acquistata l'indipendenza dalla
Danimarca divenne capitale della nuova Repubblica d'Islanda.
Reykjavík è una città impossibile da confrontare con altre capitali europee (ora
che ho avuto modo di conoscerla capisco quello che intendeva dire Svavar quando
parlava della sua città). Nessun castello, grattacielo, grandi piazze o
monumenti storici. La più antica casa ancora in piedi risale al 1764, il più
grande monumento architettonico è la chiesa di Hallgrímur. La grandezza
di Reykjavík risiede nella sua gente, nel paesaggio e nella cultura: musei,
arte, musica, ristoranti e una fiorente 'cafe culture' si affiancano alle
numerose piscine geotermiche, allo stile ed al trambusto della
vita notturna. Il tutto è parte della costruzione di uno
spazio civico e sociale tra i più in avanguardia del mondo.
Le
cose da fare durante un soggiorno a Reykjavík
sono tantissime e dalla città è inoltre possibile raggiungere diversi punti
chiave dell'isola. Una delle esperienze più quotate è sicuramente quella dei
bagni di vapore. L'acqua calda geotermica abbonda sotto il suolo. I
vichinghi sapevano già sfruttare questo dono della natura, per il piacere
personale e per il bucato; un dono oggi usato anche per riscaldare le case, non
per altro Reykjavík è anche indicata come la "capitale più sostenibile del
mondo".
I bagni geotermali dell'Islanda diventano in particolare occasione
d'incontro sociale, andare in piscina è parte del quotidiano stile di vita
degli islandesi, e ciascuna piscina ha i propri habitué; mattina,
mezzogiorno e sera. Durante i mesi estivi gli abitanti locali si dirigono presso
Nauthólsvík, una piccola spiaggia con un laghetto d'acqua, dove la
temperatura raggiunge anche i 30° C. Noi preferiamo raggiungere la Laguna Blu
(in islandese Bláa lónið), la sorgente geotermale più famosa del paese,
situata nella zona di Grindavík, a circa 40 km da Reykjavík (pochi
chilometri dall'aeroporto). La piscina naturale è alimentata dalle acque
geotermali della sorgente di Svartsengi, ricche di minerali curativi, e
raggiunge temperature medie di circa 37?
39 °C.
Non
rimane che godere il piacevole relax di questa grande opera della natura (5000
m2), che secondo i dati ufficiali è situata proprio nel mezzo di due continenti,
nel punto esatto della crosta terreste in cui la placca euro-asiatica incontra
la placca nordamericana... che sensazione!
Vi lasciamo alla lettura delle prossime pagine, buona Reykjavík a tutti!
***
Qualche breve parentesi statistica è doverosa: negli
ultimi anni, l'Islanda è stata una delle nazioni più ricche e
sviluppate del mondo; il 99,9% dell'energia elettrica del Paese
viene generata da fonti rinnovabili islandesi; la nazione
è uno dei 24 paesi del mondo a non possedere alcuna forza
armata, nonostante faccia parte della Nato e abbia una forza di
peace-keeping di pronto intervento; il paese sancisce la
libertà di culto e la religione ufficiale è il luteranesimo;
nel 2009 l'Islanda ha votato il primo capo di governo donna ed
il primo al mondo dichiaratamente omosessuale, Jóhanna
Sigurðardóttir; secondo Freedom of the Press,
l'Islanda è la nazione a possedere il più alto grado di libertà
di stampa nel mondo.
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