Cosa vedere a Belluno

Cosa vedere a Belluno - 18 luoghi interessanti da visitare

 

Se comparata ad altre, più grandi e più importanti città venete, Belluno non ha molte attrazioni veramente attraenti da offrire ai suoi visitatori. Tuttavia, vale la pena fare una visita attraverso il suo bel centro storico. La pittoresca città in cima alla collina offre molte belle viste panoramiche. È molto piacere fare una passeggiata sotto i portici lungo gli splendidi edifici rinascimentali e gotici. Gli amanti dell'arte non dovrebbero perdere il Museo Civico e la magnifica cattedrale della città.

 

 

Piazza dei Martiri

Piazza dei MartiriLa verde e allungata Piazza dei Martiri è la piazza centrale di Belluno e uno dei gioielli della città, ha anche un buon numero di palazzi in stile rinascimentale da ammirare e si chiama così in onore dei quattro partigiani che furono impiccati sui lampioni della piazza dai nazisti negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale (il 17 marzo 1945). Grazie alla sua grande area verde rappresenta, per così dire, il "polmone" della città. Nella sua lunga storia, la piazza ha assunto varie denominazioni. Era infatti chiamata Piazza del Papa, in onore del bellunese papa Gregorio XVI (il primo papa, tra le altre cose, ad essere fotografato, un dagherrotipo il 2 maggio 1845).  La piazza è ancora oggi conosciuta come Piazza Campedèl, tradotta in italiano in "campitello", ad indicare l’area in cui si svolgevano fiere e parate al di fuori delle mura della città.

 

È il luogo perfetto dove fermarsi per una pausa ristoratrice in uno dei tanti bar/caffetterie che si affacciano sulla piazza Il neoclassico teatro Comunale è situato nella parte est della piazza. Lunghe gallerie con numerosi caffè fiancheggiano la piazza su entrambi i lati e invitano a soffermarsi. Se si passeggia attraverso le gallerie lungo la parte est, si può raggiungere la vicina Piazza Vittorio Emanuele, dove si può girare a destra nelle strette vie antiche per ammirare i bei palazzi gotici e rinascimentali.

 

 

Piazza del Duomo

 

Piazza del Duomo a BellunoLa Piazza del Duomo di Belluno e i suoi immediati dintorni offrono ai visitatori la maggior parte delle attrazioni della città. Direttamente sulla piazza si trova la bella Cattedrale di San Martino del XVI secolo. La facciata esterna in mattoni è relativamente semplice; il Campanile invece è in tipico stile veneziano. Di fronte alla cattedrale si trova il battistero. Papa Giovanni Paolo I fu vicario generale qui per 20 anni prima di iniziare il suo breve mandato come papa. Nella piazza troviamo anche il Palazzo Belluno, il Vescovado Vecchio, il Palazzo dei Rettori, la fontana di San Gioatà, Palazzo Piloni e il Museo Civico.

 

Cattedrale di San Martino

 

Piazza del Duomo a BellunoLa cattedrale di San Martino del XVI secolo domina la piazza e il campanile a cipolla della cattedrale domina anche la vista della città dalle montagne circostanti. Un bel edificio in pietra gialla che caratterizza gli edifici della regione.  Questa chiesa venne ricordata per la prima volta in un documento dell'853 e dedicata a San Martino, più volte rovinata e riparata a cura del Consiglio dei Nobili della città, la chiesa venne consacrata nel 1426 con il coro e l'altare maggiore volti verso la piazza, e la facciata a ovest. Incendiata nel 1471, solo nel 1517, su disegno di Tullio Lombardo, ottenne la forma attuale, con la facciata volta a est che determinava un nuovo assetto alla piazza, conservando tuttavia alcune strutture gotiche della chiesa precedente. Rimasta incompleta la facciata, nel XVI secolo furono sistemati i portali, il coro, l'altare maggiore e, nel XVIII secolo gli otto altari laterali. La sistemazione definitiva dell’abside e della cupola è posteriore al 1936, e riprende lo schema del progetto ottocentesco del Segusini. Sugli altari a destra, le già tele di Andrea Schiavone, Cesare Vecellio, Jacopo Bassano, Palma il Giovane; a sinistra, dipinti di Gaspare Diziani e Egidio Dall’Oglio, pittori settecenteschi come gli autori locali delle tele alle pareti. Sull'altare maggiore si trova una pala di Pietro Muttoni del XVII secolo con San Martino Vescovo. L'altare della cripta è costituito dall'arca in marmo dorato e porfido di Guadagnino Avoscano, morto nel 1335, divenuta custodia delle reliquie del Duomo. Sull’altare, il polittico con Storie di San Martino, tradizionalmente attribuito al pittore bellunese trecentesco Simon da Cusighe, in realtà è di fattura quattrocentesca, forse di un narratore vivamente popolaresco formatosi alla scuola di Antonio Vivarini. Le formelle inferiori e il timpano furono aggiunte del XVI secolo Il campanile fu eretto dal 1733 al 1743 su disegno di Filippo Juvarra.
 

Indirizzo

Piazza Duomo, 2, 32100 Belluno

 

Palazzo della Crepadona

Palazzo della CrepadonaIl Palazzo della Crepadona è un palazzo nobiliare del 1500 che prende il nome dal suo costruttore, il notaio Niccolò Crepadoni, che unì insieme una serie di edifici precedenti unendo stili che andavano dall'architettura romana a quella Alto Medievale. È proprie questa commistione architettonica che rende il palazzo così affascinante: basti pensare alla terrazza, che sembra richiamare la struttura di una delle antiche torri che sopravanzavano le mura cittadine. Resti degli affreschi originari si possono ancora scorgere al piano terra e al primo piano.  Sotto il porticato del cortile è stato collocato dal 1981 il sarcofago romano di C. Flavio Ostilio Sertoriano e di sua moglie Domizia Severa, del III secolo, rinvenuto nel 1480 scavando le fondamenta del campanile di Santo Stefano, già precedentemente innalzato su colonne in piazza duomo, tra cattedrale e palazzo comunale, e poi di fianco alla stessa chiesa di Santo Stefano. La Crepadona è sede della biblioteca civica (al primo piano) e del centro culturale cittadino. Un luogo molto piacevole e bello dove fermarsi per una buona lettura.

 

Orari della biblioteca: lunedì chiuso; martedì e giovedì dalle 14:30 alle 18; mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18; sabato dalle 9 alle 12:30

 

 

Palazzo Belluno

 

Palazzo BellunoDi particolare interesse in Piazza Duomo è Palazzo del Municipio, conosciuto come il Palazzo Belluno (denominato così in su proposta del sindaco), chiamato anche Palazzo Rosso. L’attuale sede del Comune di Belluno sorge, come il Palazzo di Giustizia, su un’area un tempo occupata dal Palazzo del Consiglio dei Nobili. Nel 1835 questo palazzo fu abbattuto, e ne furono costruiti due su disegno del Segusini: uno, nella parte sinistra, ex-novo; l’altro, l’attuale Palazzo Belluno, con alcuni elementi ornamentali da lui inseriti richiamanti il vecchio Palazzo del Consiglio dei Nobili (detto anche "Caminada"), in un interrante stile neogotico. Questo palazzo ha subito un importante restauro nel luglio del 2000, con interventi volti a richiamare il più possibile la struttura originaria.

 

 

Fontana di San Gioatà

 

Palazzo BellunoAl centro della Piazza del Duomo, spicca la bellissima fontana di San Gioatà, ai piedi della statua raffigurante il santo co-patrono (insieme al più celebre San Martino) della città, costruite entrambe nel 1411. Ha un basamento in ciottolato con una scultura del santo a sovrastarla.

 

Le fontane hanno un ruolo importante nella vita e nella storia di Belluno. La città e le sue frazioni ne contano circa 270!

 

San Gioatà era un soldato romano, originario dell’Africa e convertito al cristianesimo, che visse nel III secolo. La tradizione vuole che proprio a Belluno fosse stato portato il corpo del santo martirizzato dai romani. La statua che rappresenta il santo davanti alla fontana lo mostra in abito da soldato romano.

 

 

Palazzo Piloni

 

Palazzo PiloniIl terzo palazzo istituzionale presente nella piazza principale della città risale alla metà del XVI secolo nel nucleo originario del complesso edilizio voluto da Odorico Piloni, un umanista, amministratore per conto della Repubblica di Venezia e famoso bibliofilo, che da Padova si stabilì a Belluno, da cui il palazzo prende il nome. Piloni incrementò la ricca biblioteca iniziata dal padre, commissionando anche rilegature ed ornamentazioni preziose. Oggi il palazzo è sede della Provincia di Belluno ed è la "somma" di due costruzioni: una, che rappresenta il nucleo originario, cioè quello appartenente alla famiglia Piloni, e contiene al suo interno interessantissimi ritratti dei membri della famiglia e affreschi delle stagioni ad opera di Cesare Vecellio (cugino di Tiziano); l’altra, risalente agli anni '20 del '900 (precisamente tra il 1926 e il 1928) costruita dall’architetto Alberto-Alpago Novello, che è sulla parte destra dell’attuale edificio. L'ala nuova è sorta sulla sede delle antiche scuole di grammatica, di fronte alle quali sorgevano le due chiese di San Giovanni e Sant'Andrea, abbattute rispettivamente nel 1555 e nel 1873.

Palazzo dei Rettori
 

Palazzo dei RettoriSul lato nord di Piazza Duomo si trova l'impressionante Palazzo dei Rettori del XV secolo sede del municipio in epoca medievale. L’edificio armonico, aperto, elegante, tipicamente veneziano nei rapporti del porticato. Ha avuto nel tempo diverse destinazioni, che modificarono più volte l'edificio che venne quasi completamente rifatto nel 1793 dal vescovo Alcaini; semidistrutto dal terremoto del 1873, fu acquistato e ripristinato dal Comune di Belluno, pur conservando il portale secentesco.

 

L'armonia dell'edificio risiede nella grande arcata con decorazione in filigrana, e nelle finestre ad arco gotico e nei due balconi. La torre dell'orologio risale al XVI secolo. Il palazzo fu sede per circa 400 anni dei "rettori veneti" che governavano la città e il territorio in nome di Venezia. L'edificio venne realizzato su un precedente edificio fortificato a partire dal 1409 (questa parte andò distrutta in un incendio nel 1802). Nel 1941 venne aggiunta la cosiddetta loggia lombardesca a due piani, poggiata su tre archi, dal rettore di allora Matteo Tiepolo. Il progetto di ampliamento disegnato dall'architetto veneziano Giovanni Candi (l’autore del "bovolo" di palazzo Contarini a Venezia), venne completato nel 1536. Tra il 1536 e il 1547 venne innalzata la torretta dell’orologio, progettato da Valerio da San Vittore. Sulla facciata, stemmi e busti di rettori veneti dei secoli XV-XVII. All’interno numerosi locali, nonostante i radicali restauri resisi più volte necessari in seguito ai terremoti degli ultimi due secoli, hanno mantenuto la fisionomia originaria, in particolare il salone centrale del secondo piano e la vicina saletta, con il soffitto alla sansovina. Oggi è la sede della Prefettura.

 

 

Palazzo dei Vescovi e Torre Civica

 

Palazzo dei Vescovi e Torre CivicaSe si lascia la piazza della cattedrale verso ovest si può vedere il Palazzo dei Vescovi con l'impressionante Torre Civica, l'unica di tre torri originarie è tutto ciò che rimane del castello che un tempo costituiva il cuore della città. Questa era l'antica sede dei vescovi-conti di Belluno, un edificio fortificato che secondo la tradizione venne eretto (o più probabilmente ampliato e rafforzato) alla fine del XII secolo dal vescovo Gerardo de Taccoli, morto nel 1196 combattendo in battaglia contro i Trevigiani. La torre civica regge la campana al cui suono, dal 1403, si riuniva il Maggior Consiglio cittadino. Una torre gemella, sull’angolo verso il Duomo, venne abbattuta nel 1516 per allargare la piazza di fronte al Duomo, ma anticamente doveva essercene una terza, centrale, come mostra chiaramente l’antico sigillo vescovile che riproduceva proprio questo edificio. Più volte rimaneggiato, il portale ed alcuni elementi dei finestroni superiori risalgono alla ristrutturazione attuata dal vescovo Giulio Berlendis nel XVII secolo. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1873, il Palazzo dei Vescovi subì un totale rimaneggiamento interno curato dall’ing. Giorgio Pagani-Cesa, cui si sommarono gli interventi sulla facciata seguiti al nuovo sisma del 1936. Già sede del Tribunale di Belluno, ora è adibito ad Auditorium comunale ed è anche la storica sede della Scuola Comunale di Musica "Antonio Miari".


Museo Civico di Palazzo Fulcis

 

Museo Civico di Palazzo FulcisNella via parallela a sud, la Via Duomo, si trova il Museo Civico ospitato nel settecentesco e bellissimo Palazzo Fulcis, uno dei palazzi settecenteschi meglio conservati del Veneto, che da solo varrebbe la visita stravagantemente abbellito da affreschi e stucchi, mentre sotto i piedi i pavimenti in terrazzo turbinano di floridi motivi rococò. L'esposizione museale presenta reperti della prima storia di Belluno e del periodo romano. La pinacoteca del museo ospita, oltre a opere di artisti locali, il dipinto di quasi quattro metri "Cristo davanti a Pilato" del Tintoretto e sculture in legno dello scultore e intagliatore bellunese Andrea Brustolon. Il museo ospita in tutto circa 600 opere d'arte regionale, tra le quale spicca il talento locale di Sebastiano Ricci.

 

La parte primitiva del palazzo risale al XVI secolo era formata da più case, alte e strette, tipiche della Belluno antica. All'inizio dei XVIII secolo il nobile Pietro Fulcis fece ornare una sala dell'ala nord con un fitto decoro di specchi, stucchi dorati e policromi in cui furono inserite le tele di Sebastiano Ricci, databili verso il 1704, con Ercole e Onfale, Ercole al bivio sui lati, e la Caduta di Fetonte sul soffitto. Nell’ala destra si incontra una seconda ricca sala a stucchi, che costituiscono la cortina dell'alcova e la decorazione delle pareti. Nel 1776, su progetto di Valentino Alpagò Novello, le case antiche vennero unificate in un'unica facciata ornata di stucchi rosati e l'interno fu rinnovato con la costruzione del salone, affrescato da Costantino Cedini (1741-1811).

 

Piazza delle Erbe

 

Piazza dell'ErbeProseguendo lungo la strada si arriva infine alla bella Piazza delle Erbe, una delle più significativa conosciuta anche come Piazza del Mercato, dove si possono ammirare una fontana del XV secolo e la Loggia dei Ghibellini. La piazzetta, occupa il cui perimetro di quello che era il foro della città romana. Divenne nota con questo nome piazza per il mercatino permanente di frutta e verdura. L’impianto della piazza attuale è cinquecentesco e costituisce il centro storico antico della città. Attorno alla fontana di San Lucano si snodano a La loggia dei Ghibellini o del Foro (Palazzo Costantini) caratterizzato dal portico ad angolo e dalla balaustra gotica al piano terra. A nord Palazzo Miari con nel sottoportico un affresco del primo decennio del secolo XVI rappresentante "Madonna e bimbo in trono" e attribuito ad Antonio da Tisoi. A lato il Monte di Pietà con la annessa piccola Chiesa della Beata Vergine della Salute. Oltre a luogo d'affari, si svolgeva, in epoca rinascimentale, una particolare funzione sociale: i ceti popolari, gli artigiani, i letterati, i notai si contrapponevano ai Nobili detentori del potere politico, la nobiltà di sangue per ottenere a livello politico quel peso che aveva ottenuto a livello sociale.

 

Monte di Pietà di Belluno

 

Piazza dell'ErbeTra gli edifici presenti nella Piazza delle Erbe, spicca quello del Monte di Pietà, iniziato agli inizi del 1500 sulla spinta delle prediche dei francescani Bernardino da Feltre e Michele Carcano e sul fatto che in quegli anni sorsero dei Monti di Pietà un po' in tutta Italia. Il palazzo conserva ancora il portone originale rinforzato con liste di ferro, nonché parte della decorazione a fresco che in origine doveva ricoprire interamente i locali interni. Sulla facciata, oltre al simbolo originale del Monte, cioè una "Pietà" in pietra a tutto tondo e ad un leone veneto parzialmente scalpellato via dai giacobini nel 1797, compaiono numerosi stemmi dei rettori veneti che garantirono l’autonomia amministrativa e gestionale del Monte dai ripetuti tentativi di ingerenza attuati dal Consiglio dei Nobili. Le relative epigrafi sono state invece accuratamente scalpellate dagli stessi veneziani nel 1691, in esecuzione di una decisione contraria all’eccessiva esaltazione dei rettori di terra ferma. Nell’annessa Chiesa della Beata Vergine della Salute, sotto il portico al piano terra, si trovano importanti opere di Andrea Brustolon il "Michelangelo del Legno" e Leonardo Ridolfi (1684-1758).

 

Loggia dei Ghibellini

 

Piazza dell'ErbeQuesto edificio, che si trova come già accennato in Piazza delle Erbe è stato eretto nel 1471 su una preesistente loggia del 1347, dalla famiglia Costantini originaria del Cadore che vi costruì il suo palazzo con lo spazio aperto porticato in cui si riunivano i ghibellini cioè i filoimperiali (anno di costruzione testimoniata dallo stemma del rettore veneto Benedetto Priuli scolpito sul capitello della colonna d’angolo). Nel luglio del 1509 ospitò lo stesso Imperatore Massimiliano d’Asburgo durante la sanguinosa Guerra della Lega di Cambrai (ovvero Venezia contro tutti). Riconquistata Belluno, Venezia vi collocò nel 1517 un grande leone di San Marco, scolpito sul dado della vicina fontana, scalpellato via dagli imperiali e che Venezia lasciò rovinato quale futura memoria dei vandalismi subìti. Anche il leone che si trovava sulla facciata del palazzo Costantini, fu distrutto a martellate dai giacobini nel maggio del 1797 (le tracce si possono ancora vedere e intuire).

 

Chiesa di Santo Stefano

 

Piazza dell'ErbeLa Chiesa di Santo Stefano, uno degli edifici più significativi della città e tra i più amati dai bellunesi, venne eretta tra il 1468 e il 1491 da maestri comacini (Giorgio Tagliapietra da Como), sull’area dove sorgeva una preesistente chiesa di cui rimane, murata sul fianco della navata sinistra, un’interessante epigrafe mortuaria in volgare datata 1349. Oggi domina nella omonima piazza, dove al centro si trova una bella fontana al centro e, sul lato est, la statuetta del leone di San Marco, a testimonianza del dominio di Venezia sulla città. Fu iniziata  a costruire dai monaci dell’Ordine dei Serviti, che a pochi passi avevano il loro convento (soppresso nel 1806). Fu proprio durante gli scavi del campanile della Chiesa di Santo Stefano che fu rinvenuto il famoso sarcofago di Caio Flavio Ostilio e della moglie Domizia, oggi custoditi nella corte di Palazzo Crepadona, di cui abbiamo già parlato.

 

Piazza dell'ErbeL'interno è a tre navate, suddivise da colonne alternate in marmo bianco e rosso, con costolature, archi a sesto acuto, molto contenuti e ritmati in bianco e rosso, offre l’unico esempio di architettura gotica bellunese. La Cappella della famiglia Cesa, a destra, ha un altare ligneo scolpito, dorato e policromo del XV secolo con la Madonna in trono, Santi e Angeli, forse opera del bellunese Matteo Cesa; sulle pareti, affreschi frammentari attribuiti a Jacopo da Montagnana. La Cappella del Rosario, a sinistra, ha un altare secentesco intagliato e dorato, ornato dei quindici misteri del Rosario di Francesco Frigimelica (XVII secolo); sul lato destro, la tela di Cesare Vecellio con il Battesimo di Cristo. Nell'abside maggiore, figura una Adorazione dei Magi di scuola tizianesca, e la Vergine e Santi del pittore locale Nicolò de Stefani (XV secolo). Sulla parete sinistra la Discesa della manna ( 1604) di Francesco Frigimelica come le quattro tele di fondo; accanto l'Incontro di Abramo con Melchisedech (1599) di Cesare Vecellio; San Pellegrino di Antonio Lazzarini (1725) e varie tele anonime settecentesche. Notevoli opere di Andrea Brustolon (1662-1732) ornano la chiesa: il Crocifisso con piedestallo, raffigurante le Anime purganti e i due Angeli ai lati del presbiterio. Nella Cappella dell’Addolorata, aggiunta nel XVIII secolo due lunette di Antonio Lazzarini con L'incontro di Gesù con la Madre e la Deposizione (1716); ai lati, grandi tele secentesche, interessanti perché raffigurano i ritratti di podestà bellunesi e ricordano l'introduzione e la coltivazione del granoturco nel territorio (1620).
 

Nella sagrestia, tela di Gaspare Diziani (XVIII secolo) con la Maddalena che asciuga i piedi a Cristo e altri dipinti dello stesso autore e anonimi. Sopra il portale esterno a destra, la Vergine della Misericordia con i Confratelli dei Battuti, rilievo in pietra già nella chiesa sconsacrata di Santa Maria dei Battuti (XIV secolo), qui inserito nel 1873.

 

 

Chiesa di Santa Maria di Loreto

 

Chiesa di Santa Maria di LoretoLa Chiesa di Santa Maria di Loreto venne eretta su disegno fornito dal cappuccino Padre Andrea da Venezia, e fu annessa nel 1641 al Monastero delle Monache Clarisse appartenenti a famiglie nobili bellunesi. L'interno, a tre navate a pianta centrica, fu alterato nella zona absidale inglobando una parte della chiesa delle Monache (1953). L'altare maggiore, in marmo, è del XVII secolo. Il tabernacolo sull’altare a sinistra e l'espositorio dorato sulla parete destra sono pregevoli opere di Andrea Brustolon ( 1662-1732). Alle pareti, tele di Francesco Frigimelica (XVII secolo), Antonio Lazzari (XVIII secolo) e Francesco Veda (XVI secolo). Nel secolo scorso, precisamente nel 1952, la chiesa subì una risistemazione da parte di Alberto Alpago Novello, ma questi lavori conferiscono all'interno una certa disomogeneità stilistica.

 

Indirizzo

Via Loreto, 13, 32100 Belluno

 

Chiesa di San Pietro

 

Chiesa di San PietroNel 1289 si stabilirono a Belluno i Frati Minori Conventuali, che aprirono un convento con piccola chiesa, ampliata dal 1289, sopra le mura ad est sul ripido pendio verso il torrente Ardo. Del primitivo edificio si conservano un arco gotico, sul muro a destra della piazzetta, e la cappella che occupa forse l'antico coro dei frati, con volte gotiche a crociera, chiavi di volta scolpite, tozze colonne con ricchi capitelli quattrocenteschi. La chiesa attuale, con facciata incompleta, fu riedificata nel 1750 con ampia aula unica scandita da lesene e costolature in pietra scura. Le tele di Andrea Schiavone  con l'Annunziata e l'angelo Gabriele, San Pietro e San Paolo, costituiscono le portelle dell'organo antico; l'altare maggiore è settecentesco. Sul fondo dell’abside si trova una pala di Sebastiano Ricci con la Vergine tra San Giovanni Battista e San Pietro, ai lati, i due altari con le pale lignee di Andrea Brustolon (1662-1732) raffiguranti la Crocifissione e la Morte di San Francesco Saverio. Del Brustolon, ancora due Angeli del baldacchino. Annessa alla chiesa è la Cappella della famiglia Fulcis, già del Beato Bernardino, costruita nel 1450; essa conteneva in origine la pala di San Bernardino dello Schiavone, ora nel primo altare a destra del Duomo. Nel 1710-12 Sebastiano Ricci ornò le pareti con affreschi raffiguranti la Decollazione di San Giovanni Battista e la Vocazione di San Pietro. Sull’altare, Tabernacolo del Brustolon e Crocifisso del XV secolo; nella sagrestia, arredo ligneo del XVII secolo. I chiostri dell'antico convento, del XV e XVI secolo — severo e semplice il primo, più piccolo e armonioso il secondo, ornato di un pozzo settecentesco — sono annessi all'attuale seminario.

 

Teatro Civico

 

Teatro CivicoIl teatro, ricavato nel Seicento in una sala del Palazzo dei Nobili ("la Caminata", abbattuta nel 1816 per far luogo al Tribunale Provinciale), fu eretto sull'area dell'antico Fondaco delle Biade, occupando anche terreno comunale e chiudendo a est il "Campedel". L'edificio fu costruito nel 1835 su progetto dell'architetto Giuseppe Segusini e dipinto da Francesco Bugnara. La facciata, con quattro colonne corinzie e coronamento di statue, i fianchi con leggero bugnato, i busti simmetricamente distribuiti entro nicchie rotonde e i sottili fregi in stucco costituiscono un dignitoso insieme neoclassico. L'interno, in origine a quattro file di palchetti secondo lo schema settecentesco, fu completamente ristrutturato nel 1949 con due gallerie e destinato a sala cinematografica.
 

Mura, Castello e Porte

 

Teatro CivicoI resti del Castello, risalente all’alto Medioevo, nella zona nord-occidentale della città antica, collegato all’antica cinta muraria parzialmente allineata alle fortificazioni del castrum romano sono molto modesti. Venne quasi completamente demolito nel corso dei secc. XVIII e XIX. Sulla linea nord delle antiche mura, collegata tutt’oggi con il torrione (1480) all’estremità est, si apre la Porta Dojona; sopra il varco del decumano romano, affidata nel Medioevo alla custodia della famiglia Doglioni. Conserva la struttura duecentesca nella parte sud, mentre la facciata a nord, verso la piazza, in origine con ponte levatoio e fossato, venne aggiunta nel XVI secolo e scolpita da Nicolò Tagliapietra. All’estremo sud di via Mezzaterra, oltre il quartiere di Santa Croce, si trova la più antica Porta Rugo, forse parte di un sistema difensivo, di cui si conserva la struttura a un solo fornice.


 

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