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Italia, degrado e costi d'immagine
Italia, degrado e costi
d'immagine
La contrapposizione tra
pubblico, politica e istituzioni cattive e società
civile buona, tra pubblico che non funziona e privato
virtuoso, decisamente non regge. Non regge nel momento
in cui si parla di tasse (l'evasione è anche
un atto di inciviltà) e quando si parla di degrado, di
mancanza di senso civico.
In Italia manca una cultura
civica diffusa e di sicuro se manca è colpa di
tutti noi: di chi è incivile e di chi non s'indigna, non
protesta e non combatte l'inciviltà.
Abbiamo da poco parlato di
degrado e
mancanza di senso civico, di costi in termini di
impopolarità nel ribellarsi al maleducato di turno e
della necessità di opporsi anche ai piccoli gesti e agli
episodi minimi di degrado e di
maleducazione. Adesso è il momento di parlare di costi
in termini di immagine per il nostro paese.
La società non può funzionare
solo sotto la minaccia della repressione, è necessario
costruire/ricostruire un senso civico che ci accomuni,
ci protegga, ci migliori. Questo è possibile solo
se gli individui s'impegnano personalmente e
quotidianamente
nell'opporsi a tutti gesti di insensibilità sociale, anche quelli
minimi. Il buon funzionamento dell'Italia passa anche
per l'immagine che di noi hanno all'estero, un immagine
piuttosto negativa, a volte esagerata, ma che di certo
non facciamo niente per scrollarci di dosso. Chi è
andato per un po' di tempo all'estero, questo lo sa.
Per fare un esempio lampante,
qualche giorno fa in un programma televisivo che tratta
di ristrutturazione di
un immobili in diversi paesi del mondo, si è
parlato di una ristrutturazione in Italia. L'inglese
espatriato di turno, che mai si sarebbe sognato di
violare le regole nel proprio paese, arriva in Italia e
si adegua al malcostume locale. A Foggia una coppia
inglese di mezza età ha
edificato in blocchi di cemento una struttura
provvisoria su un terreno appena acquistato,
approfittando dell'imminente condono, annunciato da un
geometra che seguiva i loro lavori e che allo stesso
tempo lavorava in
comune. Arrivato il condono la baracca è stata abbattuta
ed è stata edificata al suo posto una "reggia", adibita tra l'altro a
struttura ricettiva turistica.
Ritornando comunque a parlare del
senso civico collettivo, ci sono due casi
esemplificativi dell'Italietta: le vicende di Valentino Rossi relative
all'evasione fiscale e gli incidenti stradali.
Nel primo caso si discute di
un'evasione di 200 milioni di € ma la gente preferisce
parlare di
reazione alla tassazione elevata e di mancati controlli.
A parità di pressione fiscale, o quasi, la nostra
percentuale di evasione è doppia rispetto a Gran
Bretagna, Francia e Germania, quadrupla rispetto
all'Olanda. Morale della favola, i pochi che pagano
pagano per tutti.
Per quanto riguarda invece gli
incidenti, le persone parlano di norme che non sono
abbastanza severe oppure di mancanza di controlli
efficaci. Tuttavia se ci si confronta con altri paesi si
può verificare un fatto oggettivo: i morti per incidenti stradali in Italia
sono maggiori di circa 1/3 di quelli della Germania
è più che doppi rispetto a Gran Bretagna e Svezia. Senza
approfondire ulteriormente, si pensi a quanti di noi
a 130 Km/h in autostrada si vedono superare dalla maggior
parte delle vetture, a quanti in città parlano al
cellulare mentre guidano, a quanti fanno sedere bimbi piccoli
nei sedili davanti, senza contare l'assurdità da quarto
mondo di non mettersi le cinture.
Certo la severità delle norme sarebbe utile, i controlli
se fossero più stringenti costituirebbero un deterrente,
ma se chi guida non pensa che sia necessario e giusto rispettare
le norme, ogni
intervento sarà poco efficace. La guida veloce o spericolata non
dovrebbe mai essere apprezzata dalla collettività, ma
considerata per quello che è: pericolosa fonte di lutti
e danno economico gravissimo per la società.
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