Ghetto e Sinagoga di Urbino

Ghetto e Sinagoga di Urbino 

 

In un cortile con accesso da via dei Veterani 12 (già via Merciari) è tuttora identificabile l'edificio in cui ebbe sede l'antica sinagoga utilizzata dalla comunità di fede ebraica di Urbino. La storia della comunità ebraica ricorda quando il 16 maggio 1605, con la nascita di Federico Ubaldo, erede dei Della Rovere a lungo sospirato, la comunità ebraica della città si riempi il cuore di speranze: con un discendente della casata infatti, il ducato non sarebbe stato devoluto alla Chiesa, che in quegli anni, all'interno del proprio stato, aveva iniziato a segregare gli ebrei entro aree circoscritte, i ghetti appunto. Tuttavia, nel 1607 la morte prematura dell'erede costrinse Francesco Maria II il 4 novembre 1623 a firmare l'atto di devoluzione; il ducato fu annesso nel 1631, alla morte del duca, e tre anni dopo 1633 il Comune di Urbino predispose la costruzione del ghetto.

La scelta la zona di Valbona, principalmente a causa della determinante pressione dei Giunchi, una potente famiglia ebrea che proprio in quella contrada possedeva diversi immobili. Le tre porte di accesso, due in via delle Stallacce e una in via Stretta, furono abbattute nel 1797 con l'arrivo delle truppe francesi e da allora, grazie all'atteggiamento favorevole del clero, il ghetto a poco a poco si svuotò. Il luogo prescelto per la costruzione della Sinagoga fu via Stretta. Nella facciata con forme tipiche del Settecento urbinate, si rileva una fila di mattoni, rotti ad arte in più punti, che rievocano la distruzione del sacro Tempio di Gerusalemme. Nei sotterranei dell'edificio ci sono due locali utilizzati un tempo come forno e come pozzo: il primo serviva alla produzione delle azzime; il secondo, per il lavaggio delle mani e per impastare i pani. Lo stile dell'interno ricorda vagamente quello della cattedrale. La sinagoga venne restaurata nel 1859, grazie ai finanziamenti di Angelo e Felice Coen, ringraziati in una lapide all'ingresso, accanto a un'altra iscrizione che ricorda come i duchi di Urbino furono sempre ospitali con gli ebrei.

Con il trasferimento nel ghetto, la nuova sinagoga accolse gli arredi appartenuti a quella precedente di via Veterani. Fra questi, uno dei più antichi giunti ai nostri tempi: un aron ha-qodesh (armadio sacro) rinascimentale databile alla seconda metà del Quattrocento, oggi esposto al Jewish Museum di New York. Secondo la tradizione, fu un dono del duca Federico da Montefeltro, forse come contraltare al finanziamento della pala del Corpus Domini, dipinta con scene di matrice fortemente antiebraica (Paolo Uccello, 1467-1468, Galleria Nazionale delle Marche). Con il rinnovamento ottocentesco della sinagoga del ghetto, l'aron fu accomodato nei locali di studio adiacenti, finché nel 1906, per motivi economici, fu venduto sul mercato antiquario.

Indirizzo

Via Stretta 43

Per visite contattare la Comunità ebraica di Ancona via M. Fanti 2 bis Tel. +39 071 202638

E mail comeban@gmail.com

 

 

 

 

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