|
Sei qui:
Biografie >
Raffaello, il pittore della Grazia
- Biografia e opere
Insieme a
Michelangelo
e
Leonardo da
Vinci, Raffaello è uno dei tre massimi maestri
del Rinascimento. Egli è anche conosciuto come 'Il Divino'.
Influenzato dagli stessi Leonardo da Vinci, Michelangelo, ma
anche da Pietro Perugino,
Masaccio e
Fra Bartolommeo, fa parte della
storia dell'Arte per la perfetta grazia e la geometria spaziale
della sua pittura e del disegno dell'Alto Rinascimento. La sua
carriera si articola in 3 fasi: il periodo umbro, nella bottega
di Perugino, il periodo fiorentino e il periodo romano, quando
lavora a
Roma per 2 Papi e realizza opere come Santa Cecilia,
La Madonna di San Sisto e La Trasfigurazione. |
|
Tra le sue opere più importanti
ricordiamo gli affreschi nelle Stanze di Raffaello (tra cui la Stanza
della Segnatura) nel Palazzo del Vaticano - a lungo considerato tra i
più grandi dipinti rinascimentali - e le composizioni della pala d'altare
La Madonna Sistina (1513, Gemaldegalerie Alte Meister,
Dresda) e l'appena citata Trasfigurazione (1519-20,
Musei Vaticani). Fu anche un importante collaboratore dell'architettura
rinascimentale, in opere come la Chiesa di Santa Maria, la
Cappella Chigi, Roma (1513), il Palazzo Pandolfini (facciata),
Firenze (1517), e Villa Madama, Roma (iniziata nel 1518).
Raffaello Sanzio
nasce a
Urbino il
6 Aprile, un
Venerdì Santo, del 1483 da Giovanni di Sante di Pietro
(Sanzio è la forma latinizzata del patrimonio di Sante o dei
santi), intellettuale di pregio anche se pittore non eccelso alla corte di Federico di
Montefeltro (di cui scrisse in suo onore l'opera sull'arte
del tempo Cronaca Rimata). Il piccolo Raffaello trascorse dunque i primi
anni alla cosmopolita corte ducale di Urbino, dove il padre, dal
quale apprende i primi rudimenti di pittura, dipingeva nello
stile di Pietro della Francesca e di Melozzo da Forlì.
Nel 1491 perse la madre, Magia, e nel 1494 il padre. Rimasto
orfano a soli undici anni, Raffaello venne affidato allo zio Bartolomeo,
sacerdote. È probabile che oltre allo zio, Raffaello fu sotto la tutela di
Evangelista da Piandimeleto, allievo e amico fidato del padre, il
quale si presume collaborò con Raffaello per il convento di Sant'Agostino di
Città di Castello, nel 1501, la Pala del beato Nicola da Tolentino,
poi smembrata e dispersa fra la Pinacoteca Tosio-Martinengo di
Brescia, il
Museo di Capodimonte
di
Napoli e l'Institute
of Art di Detroit.
Nel frattempo
venne mandato a
Perugia,
nella bottega del Perugino (1450-1523 ca.), un ambiente molto attivo e vivace, anche perché
il maestro accetta qualsiasi incarico pur di incrementare i guadagni. Qui
Raffaello dipinge e disegna di tutto, spesso copiando dal vero i suoi compagni
di bottega. Realizza un'infinità di ritratti da cui attingerà, in seguito,
per realizzare le figure dei suoi dipinti più famosi, nei quali si possono
riconoscere altre personalità contemporanee di spicco, come il Bramante
nelle vesti di Pitagora nella Scuola di Atene.
Da questi innumerevoli
disegni (basti pensare che a noi ne sono arrivate alcune centinaia) si deduce
da un lato il metodo lavorativo di Raffaello, che consiste nell'analizzare a fondo
ogni possibile alternativa del soggetto prima di passare alla fase realizzativa,
dall'altro il suo interesse più per l'armonia, la natura,
l'equilibrio che per la precisione anatomica che tanto ossessiona i suoi
contemporanei toscani.
Il giovane artista dimostrò sin dall'inizio
quell'incredibile capacità di apprendimento che caratterizzerà tutta la sua
esistenza, quando incontrerà i massimi artisti del suo tempo, da Leonardo e
Michelangelo. Leonardo da Vinci, aveva a quel tempo trent'anni più
di lui. La sua influenza è testimoniata dal disegno di una giovane donna in
cui
Raffaello utilizza la composizione piramidale a tre quarti della
Gioconda appena terminata. Raffaello perfezionò anche la tecnica dello
sfumato di Da Vinci per dare sottigliezza alla carne delle sue figure. Dal Perugino, imparò il senso dell'equilibrio
compositivo, il gusto per i colori vivaci e l'accordo delle figure con il
paesaggio. Impara, ma presto supera: rispetto al maestro le sue immagini
sono infatti più potenti e i colori ancora più accesi. La sua prima opera
certa risale al 1500 e ed è l'Incoronazione del beato Nicola da Tolentino
per una chiesa di
Città di Castello. Si tratta di una pala di altare di cui
rimangono alcuni disegni e pochi frammenti. Poi abbiamo i disegni
preparatori per la partenza di Enea Silvio Piccolomini alla volta del
concilio di Basilea, commissionatogli dal Pinturicchio, quando
Raffaello aveva appena vent'anni. Confrontando le due opere iniziali le
differenze spiccano evidenti: il disegno è costituito da piani spaziali che
portano l'occhio a spostarsi al muoversi dei cavalieri in primo piano via
via sempre più lontani sul porto e il mare aperto; l'affresco invece è
invece appiattito e senza prospettiva, più decorativo che realistico o
descrittivo.
Come paragone è
però più eclatante quello
tra due soggetti dipinti nello stesso 1504 dal Perugino e dal suo allievo,
lo Sposalizio della Vergine. Dopo questa fatica, si chiude la prima tappa
esistenziale e artistica di Raffaello e si apre quella successiva:
Firenze.
Qui si deve confrontare addirittura con Leonardo e Michelangelo,
ma ha tanta voglia di imparare e non cerca la polemica con i due grandi
contemporanei. Mentre
infatti Michelangelo si contrappone con il Tondo Doni alla Vergine e
Sant'Anna col bambino e San Giovannino di Leonardo, Raffaello studia il
michelangiolesco Tondo Taddei, lo ribalta come un immagine speculare e ne
ricava la cosiddetta Madonna di Bridgewater, dolcissima e serena; così come la
Sacra famiglia Canigiani (1507) riprende lo sdoppiamento Madonna-Sant'Anna
e Gesù-san Giovannino del dipinto leonardesco, inserendoli in una piramide
che ha il vertice della figura leggermente chinata di San Giuseppe.
Una
annotazione curiosa è che le dolcissime Madonne di Raffaello, tanto amate
dei committenti del 500, incontrano tuttora un enorme successo di pubblico:
basti pensare alle innumerevoli riproduzioni della Madonna del cardellino,
che compaiono spesso al posto del crocifisso sopra i letti, o al particolare
dei due angioletti ai piedi della Madonna Sistina che, sottoforma di
pannello, sono ormai diventati un complemento d'arredo tanto alla moda quanto
anonimo.
Un confronto con l'opera leonardesca si può istituire anche
attraverso il parallelo tra la Gioconda e il ritratto di Maddalena
Doni,
eseguito un paio di anni dopo (1506) su commissione di Angelo Doni, lo
stesso che avevo ordinato il tondo omonimo a Michelangelo. Le due donne sono
nella stessa posizione, leggermente di scorcio e con la mano destra sulla
sinistra, ma mentre il ritratto leonardesco è tutto uno sfumato avvolgente
che unisce la figura in primo piano allo sfondo con il paesaggio primigenio,
nel ritratto di Raffaello si vede una concreta nobildonna fiorentina,
sfarzosamente vestita e con l'espressione un po' altera sul viso dai
lineamenti morbidi. E anche i colori, con le loro fresche trasparenze, sono ben distanti da quelli leonardeschi.
La sfida continua, tra
Leonardo,
Michelangelo e Raffaello, ha profonde
ripercussioni su tutto l'ambiente fiorentino, e non solo.
Botticelli non
riceve più commissioni, il Perugino viene criticato come un pittore che
ripropone sempre gli stessi modelli, Filippino Lippi e Piero di Cosimo - gli
ultimi rimasti della generazione precedente - non trovano più lavoro.
D'altro canto, la somma dei tre grandi si allarga a
Roma, e la signoria
fiorentina esce sconfitta dalla concorrenza francese e soprattutto romana.
Risulta impossibile opporsi al fastoso mecenatismo di
Giulio II della
Rovere, che infatti chiamò i maggiori artisti del periodo, tra cui
Michelangelo e Andrea Sansovino nel 1505, e nel 1508 Raffaello.
Mentre si
avviavano i lavori della
Cappella Sistina, il Papa mise in cantiere
un altro grandioso progetto: un nuovo appartamento in Vaticano. Questo
pontefice deciso e irascibile, più soldato che intellettuale, non sopporta
di vivere nello stesso appartamento del suo predecessore (se si esclude la
brevissima parentesi del vecchio Pio III), il discusso di Alessandro VI
Borgia. Certo, c'erano gli splendidi affreschi del Pinturicchio, ma il problema
fu superato in una maniera perentoria: lui si procurerà degli affreschi ancora più belli.
Convocò i migliori artisti del momento, Lorenzo Lotto, il Bramantino, e il
Sodoma,
ma poi non esitò a cambiare idea ed affidare tutto il lavoro è un ragazzo
particolarmente promettente: Raffaello.
E il risultato sarà perfino
superiore alle aspettative, anche perché il Sanzio è un attento e
sensibilissimo interprete del proprio tempo, del quale coglie e riflette i
fermenti prima di chiunque altro. Contrariamente al burbero e solitario
Michelangelo, Raffaello è infatti ben introdotto nel mondo romano, né
disegna la compagnia femminile, anzi, ci sono varie ipotesi sull'identità
delle sue amanti, una delle quali sarebbe stata individuata nella dama a
seno scoperto conosciuta come la Fornarina. Certo è che Raffaello nutre
anche altri interessi. Per esempio, sollecita Leone X a interrompere
il saccheggio delle rovine romane (sfruttate come cave di materiali da
costruzione a costo zero) e a farne un'accurata catalogazione. E classico
è il suo modo di riprendere lo spirito antico (con le sue architetture, le
grottesche, le decorazioni a stucco di certi palazzi, il mosaico per la
cupola della Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo), ma senza il rigido
ortodossismo dei classicisti veri e propri.
L'artista coltivò, comunque, anche un'altra vena che ammorbidisce e vivacizza
il suo classicismo: è quel gusto per gli effetti teatrali che si accentua
sempre di più dalla Madonna di Foligno (1511-1512) con i suoi accesi colori giorgioneschi, alla
Madonna Sistina (1513-1514) e alla Santa Cecilia (1514),
fino alla Trasfigurazione, dalla discussa attribuzione. Nella Madonna
Sistina, per esempio, la vergine non è seduta in trono né è statica, ma è
colta mentre avanza tra i santi Sisto e Barbara (rispettivamente indicano e
guardano i fedeli sottostanti, creando un moto rotatorio che coinvolge gli
spettatori nell'estasi), il piede davanti all'altro e il velo sollevato dal
vento. L'effetto scenico è dato dalle tende laterali drappeggiato dal
morbido tappeto di nuvole, da cui emergono i due angioletti di cui parlavamo
prima.
L'impostazione
"teatrale" si accentua nella Trasfigurazione,
terminata dagli allievi, che vede una luminosa zona superiore (con Cristo
che ascende gloriosamente in cielo) sovrastare la cupa area inferiore, dove gli
spettatori del prodigio ne sottolineano l'eccezionalità con gesti esagerati
o, appunto, teatralmente enfatici. La passione tutta umanistica che
Raffaello nutre per il teatro trova un'espressione anche concreta
nell'allestimento di alcune scenografie, come quella per I Supposti
dell'Ariosto nel 1519. In tanta multiforme attività, l'artista coltiva anche
due altri filoni: la ritrattistica e l'architettura. Del primo sono esemplari
i ritratti di due papi: Giulio II (1512-1513) e Leone X (1518-1519).
Della seconda rimangono pochi ma importanti esempi, come la piccola Chiesa
di Sant'Eligio degli Orefici, di ispirazione bramantesca come Santa Maria
delle Carceri, che riprende lo schema a pianta centrale tanto cara
ak
Rinascimento. Certo, Raffaello si ispira esplicitamente a
Donato Bramante (che infatti lo raccomandò come suo successore). Quando
quest'ultimo morì nel 1514, il papa assunse Raffaello come suo architetto
capo. Oltre al progetto per Sant 'Eligio degli Orefici, progettò anche una
cappella di Santa Maria del Popolo e una zona all'interno della nuova
Basilica di San Pietro. L'architettura di Raffaello, come per Bramante,
faceva uso di dettagli ornamentali che prefigurano lo stile architettonico
del tardo Rinascimento e del primo
Barocco.
Il 6 aprile 1520, il giorno del suo 37esimo compleanno, Raffaello morì
improvvisamente, per cause misteriose a Roma. Nel momento della sua morte
stava lavorando al suo più grande dipinto su tela, la Trasfigurazione
(commissionato nel 1517). Quest'ultimo dipinto incompiuto, venne posto sulla
sua bara durante il funerale che si tenne in Vaticano. Il corpo di Raffaello
fu sepolto nel
Pantheon
a Roma.
Dopo la sua morte, il movimento di Raffaello verso il Manierismo influenzò
gli
stili di pittura italiani che andavano verso il barocco alla fine del secolo. Celebrato per le
composizioni equilibrate e armoniose delle sue "Madonne", i ritratti,
gli affreschi
e l'architettura, Raffaello continua ad essere ampiamente considerato come
la principale figura artistica della classicità del Rinascimento.
Di cosa morì
Raffaello Sanzio?
Nessuno conosce la causa della morte dell'artista. Tuttavia, secondo
il Vasari il decesso sopraggiunse dopo 15 giorni di malattia, che iniziò con
una febbre, causata secondo il biografo da "eccessi amorosi", e venne curato
con ripetuti salassi che gli fecero più danni che altro.
Alfonso Paolucci, ambasciatore del duca di Ferrara Alfonso I d’Este
a Roma, così ricorda la sepoltura di Raffaello al Pantheon il 7 aprile 1520.
"Illustrissimo et Excellentissimo Signor mio Colendissimo. […] Raphael de
Urbino hozi si è sepulto à la Rotonda, et è morto de una febre continua, et
acuta, che gia octo giorni lassalto, e per esser sta homo de singular virtu
come è noto a Vostra Excellentia, ne duole à qualunche de esso havea
cognitione: et per mia fè che è sta gran perdita. Ha facto il suo
testamento, intendero del modo, et ni darà adviso: […] Ex urbe die VIj
aprilis M.D.XX"
Potrebbe interessarti anche la nostra sezione
Giovani arte e
cultura e la nostra
sezione sulle
Biografie.
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione
totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto
e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Ostelli Padova
Ostelli Italia
Auberges de Jeunesse Italie
Carte de Padoue
Karte von Padua
Mapa Padova
Map of Padua
Carte de Venetie
Karte von Venetien
Mapa Veneto
Map of Veneto
Carte d'Italie
Karte von Italien
Mapa Italia
Map of Italy |