VISITARE MONTONA - INFORMAZIONI E GUIDA.
Bella cittadina fortificata arroccata su una collina di 277 metri nella valle
del fiume Mirna, conosciuta tra le altre cose per i tartufi. L'ambientazione è
sorprendentemente suggestiva con gran parte del suo fascino risiede nei panorami
del suo circondario.
Montona (Motovun
in croato) è un antico borgo medievale dell'Istria cinto da mura
e posizionato su un'altura di 270 metri s.l.m. dominante la valle del
fiume Mirna (anche noto come fiume Quieto). A prima vista sembra
quasi d'essere in un paesaggio toscano o provenzale, tanto il territorio è
simile, non fosse che qui siamo infatti in Croazia e in uno dei
simboli più caratteristici del territorio istriano
interno. |
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Una terra tanto suggestiva quanto spettacolare, ricca di leggende e
poesia, di fate e antichi miti, come quelli che vogliono l'intera valle
legata alle
leggende greche di Giasone e degli Argonauti.
L'atmosfera medievale che qui si prova è incredibile e
sorprende chi si appresta a visitare la Croazia per la prima volta. Già da
lontano il panorama regala paesaggi mozzafiato, chilometri di vigneti
e colori dorati e all'orizzonte un unisono di edifici in pietra. Il borgo
oggi conta poco più di mille abitanti ed è ancora cinto dai 436 metri di
mura trecentesche alte dai 9 ai 15 metri, mura che sembrano quasi
sovrapposte (un anello e due semi anelli). Delle cinque torri medievali
restano altrettanti belvedere, il campanile merlato in stile
tardo-rinascimentale e al centro la grande Collegiata di Santo Stefano
(XVII secolo), il cui progetto pare essere attribuito nientemeno che ad
Andrea Palladio, il famoso architetto
veneto.
L'imponente porta da cui si accede per visitare
l'interno del nucleo urbano più antico è del XVI secolo. Una seconda porta
in stile gotico si apre verso la piazza centrale, di chiaro stile
veneziano. Dal 1278 al 1797 Montona appartenne infatti alla
Repubblica di
Venezia, che ne curava in particolare il patrimonio boschivo,
questo era infatti il più importante del territorio, perché il legno
ricavato serviva alla costruzione delle imbarcazioni (l'albero più comune
della foresta è la quercia inglese (Quercus robur). Il bosco di
Montona appartiene alla categoria dei Parchi Forestali, un'area di circa
10 chilometri quadrati nella valle del fiume Mirna. Ad essere protetti sono
in particolare 280 ettari, il cui terreno – che differisce dall'intero
territorio carsico circostante – è conosciuto per dar vita al tartufo
nero e al piu pregiato tartufo bianco d'Istria (Tuber magnatum).
Il territorio è sempre stato abitato e conosciuto sin dalla
preistorica. Era un antico castelliere celtico, ne sono testimoni i
ritrovamenti delle antiche lapidi recanti nomi appartenenti alla tribù
dei Secussi, di stirpe celtica. Sono forti le tracce di un antico
insediamento romano risalente almeno alla fine del II secolo d.C.,
costruito per l'estrazione della argilla, che serviva per la produzione di
anfore. Nacquero nel territorio ben 4 consoli romani, tra cui Tito
Statilio Tauro, a cui si deve il primo anfiteatro in pietra di Roma
poi distrutto dall'incendio di Nerone.
L'attuale Montona venne comunque menzionata per la prima volta
in un documento storico dell'804 (il Placito di Risano), un verbale
giuridico che vedeva contrapposti i rappresentanti dei borghi fortificati
istriani e il duca Giovanni, un rappresentante della corte carolingia in
Istria, circa l'aumento dei contributi e altre ingerenze. Più tardi le
notizie denotano l'appartenenza del borgo al vescovo della vicina città di
Parenzo, che a sua volta era parte del Patriarcato di Aquileia
(quella del Patriarchatus Aquileiensis era una delle più grandi
diocesi di tutto il medioevo europeo).
La storia di Montona si conserva ancora oggi. Così come
vengono conservate le sue radici medievali, quelle veneziane soprattutto,
che furono poi testimoni di conquiste e occupazioni (come quelle dell'Impero
austriaco tra il 1797 e il 1803 e della breve pausa napoleonica, che
pose Montona sotto il governo di
Trieste). Le radici italiane restano, nonostante il
tentativo di germanizzazione dell'Istria da parte dell'Austria nel 1813 e
nonostante una prima snazionalizzazione degli italiani in favore
delle culture slave. Nel 1918 l'Istria venne annessa
all'Italia e successivamente la regione, inclusa Montona, cadde sotto il
fascismo, che attuò sul territorio grandi opere pubbliche, tra
cui un acquedotto. Alla conclusione della Seconda guerra mondiale,
Montona venne ceduta alla Jugoslavia repubblicana insieme a tutta
l'Istria.
La lingua italiana è ancora conosciuta (siamo infatti
in uno dei comuni bilingue del territorio, seppur non ufficialmente), ma dal
1947 Montona ha vissuto una delle esperienze più intense dell'esodo
istriano, di quel fenomeno cioè che – per via dell'avvento della
Jugoslavia comunista – portò alla drastica riduzione della popolazione
italiana un tempo residente nel territorio (si dice che il 98% della
popolazione di Montona abbia lasciato il borgo per esiliare in Italia, negli
Stati Uniti, in Australia e in altri paesi esteri).
Nella la neonata Repubblica di Croazia, Montona rivive
oggi una seconda rinascita, quella turistica e culturale. L'itinerario
turistico è quello delle città più visitate dell'Adriatico croato,
da Parenzo, a
Rovigno, Umago,
Fasana e
Pola. Alle pendici della collina vengono coltivate le uve per
i famosi vini istriani (terrano e Malvasia), mentre l'itinerario
eno-gastronomico dell'Istria trova in Montona uno dei punti di massimo
interesse. A promuovere la località ha inciso anche il Motovun Film
Festival, una delle manifestazioni più acclamate del territorio (ogni
anno alla fine del mese di luglio). Non ultimo, il patrimonio
storico-architettonico conservato al suo interno.
Tra i monumenti di Montona troviamo la chiesa
tardo-rinascimentale di Santo Stefano (Sveti Stjepan): il
campanile romanico-gotico con la cima merlata è del XIII secolo e si erge
accanto all'edificio, che è del Seicento e domina il centro storico della
città. La chiesa attuale ha origine tra il 1580 ed il 1614 ed è stata
costruita sulle fondamenta di una struttura più antica, che secondo la
tradizione conservava le spoglia del Margravio Enghelbert III e della
consorte Matilda, figlia minore del conte bavarese Berengario II
di Sulzbach. L'interno della chiesa è a tre navate, con una serie doppia
di colonne marmoree molto scenografiche, culminanti in dieci arcate; ospita
le statue in marmo di Santo Stefano e San Lorenzo di Francesco
Bonazzo e dei dipinti di un ignoto artista veneziano. Si apprezzano
anche tra gli altri un altarolo portatile della metà del Trecento e
una croce astile in argento dorato. La piazza centrale porta il nome
di Andrea Antico da Montona (editore musicale, compositore e
miniatore rinascimentale) ed circondata da diversi edifici storici, come il
palazzo municipale in stile romanico, il più grande edificio del
periodo in Istria, e il cinquecentesco palazzo Polesini (che oggi
ospita un albergo), vi si trova anche una vera da pozzo del '400,
dove si notano lo stemma cittadino con le cinque torri e il leone di San
Marco, simbolo della Repubblica di Venezia,
Tra le altre chiese di Montona troviamo, la chiesa
di San Cipriano, rimaneggiata nel Seicento e alla metà dell'Ottocento ma
di origine più antica, la chiesa dell'Immacolata Concezione o dei Servi,
del 1585 (che prende il nome dai frati Serviti che lì ebbero un loro
convento), la piccola chiesa della Madonna delle Porte, del 1520, nel
cui interno è conservato il dipinto della Madonna (la tradizione narra che
il dipinto sarebbe stato posizionato su un albero di fichi da un angelo e
infatti l'altare che lo ospita è stato costruito includendo lo stesso
albero), la chiesa del cimitero di Santa Margherita, dove sono state
rinvenute antiche pietre tombali murate sulla facciata posteriore.
Lungo la strada che porta a Pisino, in quella che un
tempo era una cava di bauxite, troviamo il Parco della Rimembranza di
Cava Cise, che ricorda alcuni giovani del posto trucidati nel maggio del
1945 e i cui corpi vennero ritrovati in una fossa comune alcuni anni fa.
Qualche consiglio in più è d'obbligo: se volete provare a fare il
record, arrivate nel centro storico del borgo lasciando l'auto nel
parcheggio a valle e prendere la salita in forte pendenza e grossolanamente
lastricata … a piedi (con i 1052 gradini, pare sia la più lunga scalinata
croata), oppure prendete la navetta e nella visita al borgo includete un
pranzo nelle mura per assaporare questo scorcio panoramico dell'entroterra
istriano.
I dintorni di Montona sono ricchi di luoghi
affascinanti: tra i boschi e lungo il sentiero ciclabile, si arriva
fino a località come Portole (Oprtalj) e Livade
(Levade), due caratteristici villaggi con alcune delle eccellenti
delizie della gastronomia istriana, piatti a base di tartufo
bianco... tutte da provare. Si arrivi fino a Visinada (Vižinada
in croato), luogo di origine di Carlotta Grisi (descritta come una
delle più grandi ballerine dell'era romantica, nell'Ottocento) e di Norma
Cossetto, giovane studentessa istriano-italiana uccisa nel 1943 dai
comunisti slavi e barbaramente gettata in una foiba e a cui oggi è
stata riconosciuta la medaglia al valor civile dallo Stato italiano (le sue
spoglia si trovano oggi nel cimitero di Santa Domenica di Visinada).
Non mancheranno Visignano (Višnjan) e la collina di
Tićan con il suo osservatorio astronomico, e ancora
Mondellebotte (Ba?va) con la sua chiesa romanica di San
Giacomo, che custodisce all'interno straordinari affreschi
rinascimentali, e poi Sbandati (Žbandaj) e San Lorenzo del
Pasenatico (Sveti Lovre?), un'antica città in pietra, un tempo
famosa per la cinta muraria e le sue nove torri. Si può arrivare fino al
mare, che da qui dista solo 30 km, ma non prima di aver visitato
Corridico (Kringa), che conoscerete se siete amanti di storie e
racconti dell’orrore: forse pochi sanno che nel Seicento anche
l’Istria aveva i suoi vampiri, tra cui il vampiro Giure
Grando o Jure Grande, un contadino istriano di Corridico morto
nel 1656 e che, come raccontano certi scritti, sarebbe stato riesumato e
decapitato come vampiro nel 1672.
Che dire... ce ne proprio per tutti in Istria, e Montona è una
delle località da non perdere.
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