Palazzo Albani a Urbino
Situato tra
via del Balestriere e via Timoteo Viti, Palazzo
Albani si presenta come un singolare complesso e
per la mole e per il modo con cui asseconda il
tracciato curvilineo di via Bramante. La famiglia,
che tanto beneficò la città nel secolo XVIII,
soprattutto per merito di papa Clemente XI
(che qui nacque) e dei suoi nipoti, i cardinali
Annibale e Alessandro, ha la sua lontana
origine in quegli Albani che, provenienti
dall'Albania, approdarono nelle Marche dopo aver
combattuto contro i Turchi, trasferendosi poi a
Urbino.
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Sotto Federico da Montefeltro la città richiamava infatti uomini d'armi
desiderosi di gloria e onori. In breve tempo gli Albani si fecero apprezzare
dalla famiglia ducale e assunsero cariche importanti. In particolare, uno di
essi, Orazio (1576-1653), incaricato da Francesco Maria Il Della
Rovere di una missione diplomatica presso lo Stato Pontificio, fu
designato all'ufficio di senatore dal papa Urbano VIII; dei suoi figli,
Annibale entrò nella carriera ecclesiastica, l'altro, Carlo, fu il padre del
futuro Clemente XI. Annibale e Alessandro nipoti del papa, fautori del
rinnovamento edilizio di Urbino, furono promotori del nuovo clima culturale
che scuoterà la città dopo un lungo periodo di letargo. Quando la famiglia
si estinse nel 1852, iniziò la divisione di un patrimonio artistico e
librario di eccezionale ricchezza raccolto con cura e intelligenza nel
palazzo, a testimonianza del prestigio e della sensibilità del casato. Il
palazzo dopo gli Albani passò alla famiglia Renzetti, che lo risanò.
Attualmente l'edificio è proprietà dell'Università, che ha installato nel
palazzo l'Istituto di Archeologia (al primo piano) e Storia dell'Arte
(secondo piano nobile), oltre agli uffici della facoltà di Scienze Politiche
e di Studi Umanistici e laboratori di restauro di opere d'arte.
L'edificio fu realizzato in diverse fasi. Il primo momento costruttivo è da
collocarsi nell'ultimo decennio del XV secolo, l'ampliamento nel corso del
secolo successivo. La struttura quattrocentesca dell'edificio rimase intatta
anche nel Settecento, quando fu rinnovato e arricchito. Gli interventi di
quest'ultimo periodo riguardano modifiche di strutture preesistenti,
decorazioni a stucco di pareti e soffitti, soprattutto del secondo piano,
lavori di abbellimento con pitture murali.
Tra gli artisti mobilitati per questa opera di rinnovamento del palazzo:
Luigi Vanvitelli, Alessio De Marchis e Carlo Roncalli. Il
primo, architetto — di lui a Urbino si ricordano altri interventi — opera in
particolare nella scala, al primo piano, nella cappella, nella cosiddetta
"Galleria dei Cesari" e, al secondo piano, nei locali verso il cortile e via
del Balestriere.
Alessio De Marchis è pittore paesaggista e realizza le decorazioni murali di
finti zoccoli — secondo il gusto di "finzioni" della realtà, tipico
dell'epoca, e i paesaggi al centro dei soffitti. Carlo Roncalli, che già
aveva decorato l'Oratorio di San Giuseppe proponendo i temi della Roma
barocca, compone motivi allegorici ed emblemi degli Albani.
Indirizzo
Via Donato Bramante 21
61029 Urbino PU
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