Storia di Pola

Storia di Pola

 

La storia di Pola è legata  al drammatico esodo degli Italiani che abitavano questo territorio. L'Istria, per secoli italiana, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è stata difatti devastata dagli eccidi perpetrati dai partigiani jugoslavi nei confronti della inerme popolazione civile italiana. Le numerose foibe (caverne verticali carsiche) presenti sul territorio sono state trasformate in fosse comuni, dove gli italiani sono stati gettati, da morti come da ancora vivi.  Gli omicidi vennero perpetrati dai partigiani di Tito (il generale a capo delle formazioni militari antifasciste) a partire dal 1943, dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre, e continuarono fino al 1947.

Furono trucidati migliaia di italiani. Continua a leggere sulle violenze in Istria e Dalmazia durante  e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

 

Storia antica

PolaLe prove della presenza, un milione di anni fa, dello Homo Erectus sono state trovate nella grotta di Šandalja vicino a Pola. Sempre nei dintorni di Pola sono state rinvenute ceramiche risalenti al periodo neolitico. La prima menzione del nome di Pola, nel suo plurale come Polai, avvenne nel III secolo a.C., nell’opera di poeti greci come Callimaco e Lycophron, autori della storia mitologica di Giasone e Medea. Giasone dopo aver rubato il vello d’oro fuggì con Medea. I sudditi del re della Colchide che erano andati alla loro ricerca, temendo di ritornare indietro senza il vello d’oro, si stabilirono in questa zona dell’Adriatico. La tribù illirica quindi avrebbe fondato Polai.

Scavi archeologici effettuati nella zona hanno portato alla luce vari reperti, come ad esempio ceramiche greche e parti di una statua raffigurante Apollo, tutte tracce dell'antica cultura greca.

Pola romana

Nel 177 a.C. ebbe inizio il periodo delle dominazione romana e, attorno al 46-45 a.C., Pola ottenne il rango di colonia romana, il che le consentì un intenso sviluppo economico. Il compito di formare questa colonia al tempo di Cesare venne affidato a due influenti romani: il padre di Cesare e Cassio Longino, fratello dell’altro Cassio, entrato nel storia come l’assassino di Cesare. Sulla Porta Ercole, uno dei più antichi reperti romani che si trova a Pola, si possono leggere incisi i nomi dei fondatori.

Nel 42 a.C. scoppiò la guerra civile tra il triumvirato di Ottaviano, Antonio e Lepido, da un lato, e gli assassini di Cesare Bruto e Cassio, dall’altro. Pola essendo stata fondata da Cassio si schierò dalla parte di Bruto e Cassio, e dopo la vittoria di Ottaviano ad Azio nel 31 a.C., venne distrutta. Ben presto, per fattori geo-strategici e politici, durante il periodo di Ottaviano Augusto, Pola fu ricostruita. Uno dei capolavori dell’architettura romana, l’arco trionfale della famiglia dei Sergi, venne eretto come simbolo della vittoria ad Azio. Conosci i monumenti di epoca romana leggendo cosa vedere a Pola.

Augusto trasformò Pula in una città imperiale, e alcuni degli esempi monumentali dell’architettura romana sono ancora visibili, come per esempio il Tempio di Augusto che fu costruito tra il II a.C. e il XIV d.C.  Nel I secolo d.C.,sotto l’imperatore Vespasiano, venne realizzato il possente anfiteatro che poteva ospitare oltre 20.000 spettatori.

Ostrogoti e bizantini

Nella seconda parte del V secolo d.C. l’Impero Romano d’Occidente cadde e, dopo la caduta, la città e la regione furono attaccate dagli Ostrogoti. Pola venne praticamente distrutta da Odoacre nel 476 d.C. La città venne governata dagli Ostrogoti dal 493 al 538 d.C. Finito il dominio degli Ostrogoti, passò sotto il dominio dell’Esarcato di Ravenna. Fu governata dall’Impero Romano d’Oriente dal 540 fino al 751. Durante questo periodo Pola prosperò e divenne il principale porto della flotta bizantina e parte integrante dell’Impero Bizantino. A testimoniare questo periodo florido c’è la Basilica di Santa Maria Formosa, che venne eretta nel VI secolo.

Franchi, veneziani e austriaci

Nel 788 Pola venne governata dai Franchi, al tempo del regno di Carlo Magno e si ebbe quindi l’introduzione del sistema feudale. Pola divenne sede dei conti elettivi dell’Istria fino al 1077. La prima volta la città fu occupata dei Veneziani nel 1148. La città venne conquistata dai Veneziani e nel 1150 giurò fedeltà alla Repubblica di Venezia. Fu conquistata dai Pisani nel 1192, ma ben presto riconquistata dai veneziani. Nel 1238 il papa Gregorio IX formò una santa alleanza tra Genova e Venezia contro l’Impero, e di conseguenza contro Pisa. Siccome Pola si era schierata con i Pisani, la città fu saccheggiata dai Veneziani nel 1243.

A partire dal 1331 fino al 1797, data del trattato di Campoformio, la città di Pola, come del resto tutta la costa adriatica, entrò a far parte dell’orbita della potente Serenissima. Con la dominazione di Venezia la città divenne un importante centro culturale e l'architettura assunse i connotati del romanico-gotico. Molti artisti famosi del tempo visitarono Pola e hanno lasciato tracce del loro lavoro, i più famosi furono Michelangelo e Dante.

Con il trattato di Campoformio e la fine della Repubblica di Venezia, (ceduta con tutti i suoi domini da Napoleone all'Austria) per Pola iniziarono periodi bui: saccheggi, devastazioni, epidemie la colpirono. Le devastazioni subite causarono numerose epidemie di peste, malaria, tifo e vaiolo, che decimarono la popolazione. Con l’economia distrutta, una popolazione ridotta ai minimi termini, i monumenti del passato in degrado, Pola rischiava di sparire. Occupando una posizione geografica importante per le rotte commerciali ebbe però la possibilità di riemergere dal baratro nel quale era sprofondata.

Nel 1859 gli austriaci decisero di istituire a Pola la propria base navale più grande, trasformandola in un importante porto industriale.

La Prima Guerra Mondiale

Con il 1918, e la fine della Prima Guerra Mondiale, l’impero austro-ungarico cadde e Pola e l’Istria tornarono ad essere terra italica. In tutta la costa dell'Istria e della Dalmazia, fino a Zara si parlava italiano. Ancora oggi l'italiano resta molto diffuso. Anche gli abitanti slavi parlavano italiano poiché la borghesia italiana occupava posti di potere e l'italiano era la lingua dominante.

La pulizia etnica e le foibe

La prima ondata di violenza esplose subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicarono contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Circa mille persone furono gettate all'epoca nelle foibe, le grotte carsiche verticali tipiche della zona. Nel 1945, quando la Jugoslavia occupò Trieste, Gorizia e l'istria, le truppe del Maresciallo Tito si accanirono contro gli italiani. La pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti durò fino alla primavera del 1947, fino alla fissazione del confine fra Italia e Jugoslavia. Dopo il trattato di pace 300.000 abitanti divennero esuli. In fuga dalla persecuzione si spostarono verso l'Italia, dove l'accoglienza non fu delle migliori. Le maggiori forze politiche dell'epoca PCI (partito comunista italiano) e DC (democrazia cristiana) non s'interessarono davvero alla questione. Nel 2005 il Parlamento italiano ha proclamato la giornata del ricordo dei morti nelle foibe.

Gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e le più recenti vicende della guerra civile in Jugoslavia, hanno avuto la conseguenza di ridisegnare completamente la geografia della zona. Ora la città di Pola si trova i Croazia, la cui capitale è Zagabria.

 

 

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