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Università di Modena
La
città di Modena è sede del secondo Ateneo più antico d'Italia
(dopo quello di Bologna ed insieme a quello di Parma) ed è uno
dei più antichi del mondo, nato nel 1175 ed oggi parte della Università
degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UniMoRe). Le due sedi distaccate
raccolgono un totale di 20.762 studenti (dati 2010) e sono composti da 12
facoltà. |
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Modena ne include otto e cioè Economia,
Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia,
Farmacia, Chimica, Scienze fisiche, matematiche e naturali,
Ingegneria.
Le rimanenti, e cioè agraria, ingegneria,
scienze della comunicazione e dell'economia e scienze della
Formazione, sono operative nella sede di Reggio Emilia. Due sedi, due
università, antichissima la prima, recentissima la seconda (anche se le sue
origini vanno ben oltre la sua nascita ufficiale).
Il
percorso storico dell'Università affascina e si lega non poco alla
storia di Modena, centro di grande arte e cultura. L'ateneo si è
sviluppato attorno allo 'studium mutinensis' di un giurista del XII
secolo, Pilius da Medicina, nato per l'appunto a Medicina, un
piccolo comune della provincia di Bologna. Pilius, che apparteneva alla
scuola dei glossaristi civilisti e che era già professore all'Università
di Bologna, si trasferì a Modena negli ultimi vent'anni del XII secolo,
città nella quale insegnò per diverso tempo applicando il cosiddetto
metodo 'brocardico' (che utilizzava cioè 'argomentazioni' per arrivare
alla soluzione di una controversia) e completando diversi pregevoli studi,
tra cui raccolte di 'ragionamenti' formulati sulle norme in uso (tra cui
quelle dei Codici Giustinianei, e cioè dei Corpus iuris civilis).
Durante il periodo Medievale il potere civico e sociale dell'Ateneo era tale
da decidere le sorti della città, e non solo quelle legate alla cultura: fu
così che verso la fine del XIII secolo i rettori dell'Università decisero di
consegnare le chiavi del proprio libero Comune, ahimè sempre
più caratterizzato da intense lotte interne (tra le potenti famiglie di
diversa fazione guelfa e ghibellina), in mano ad Obizzo II d'Este.
Nel
1388 l'antica università medievale fu sostituita dalle cosiddette 'tre
docenze pubbliche', che tuttavia non rilasciavano diplomi e che comunque
vennero sospese, per mancanza di fondi, nel 1590. Solo con il trasferimento
della corte d'Este da Ferrara a Modena, a seguito delle
Convenzioni faentane (con le quali lo Stato Pontificio entrava in
possesso della Signoria di Ferrara), la città e con essa il suo
originario ateneo ritrovarono una base solida di continuità e pregio. Con la
nascita del Ducato di Modena, l'antica colonia romana che Cicerone
usava elogiare come la “Firmissimam et splendidissimam populi Romani
coloniam?, divenne nuovamente sede accademica. Non poteva non essere
così per una città che tra i suoi governanti aveva conosciuto personaggi
d'eccezione come il poeta e storiografo Francesco Guicciardini, che
amministrò Modena tra il 1516 ed il 1523, o che vide uno dei più grandi
sviluppi urbani del Rinascimento italiano, con la cosiddetta 'addizione
erculea', la stessa della città di Ferrara, e cioè l'edificazione di una
nuova area edilizia operata dal duca Ercole d'Este.
Nei
secoli l'Università si arricchì di importanti corsi di studio e nomi di
prestigio. Vennero insegnati non solo il diritto e la giurisprudenza, ma
anche la filosofia, la matematica e le scienze mediche. Vi furono professori
come Bernardino Ramazzini (1633-1714) della vicina città Carpi,
formatosi come medico presso l'Università di Parma e poi divenuto professore
a Modena, Michelangelo Fardella (1650-1718), un matematico di
Trapani, formatosi nella scuola del pensiero dell'atomismo di Democrito
e di Cartesio, o anche di studenti come Carlo Goldoni (1707-1793) uno
dei più grandi drammaturghi e padre della commedia italiana. Una delle poche
signorie a non essere stata sottomessa dalle grandi potenze straniere, sia
italiane che europee, Modena è stata anche una delle prime città a diventare
parte della nuova Italia unita. A servizio della causa del
Risorgimento italiano la città offrì importanti e coraggiosi uomini, tra
tutti Ciro Menotti, che guidò i Moti modenesi del 1830. Con
l'Unificazione ed il riordino del sistema scolastico ed universitario
italiano, l'Università di Modena si ritrovò a competere con altri centri
universitari definiti 'principali' o maggiori. Fu l'inizio di una
immeritata decadenza per uno dei più antichi centri di studio italiani,
che si ritrovò a perdere la maggior parte dei suoi professori, che
lasciarono per via dei tagli ai finanziamenti ed agli stipendi, e dimezzare
il numero degli studenti, che nel 1878 arrivò ad un esiguo 201 iscritti.
Dieci anni dopo, l'Ateneo entro finalmente a far parte del folto gruppo
delle università maggiori d'Italia. In questi stessi anni venne creata la
Biblioteca Estense Universitaria, nata dalla fusione di due precedenti
istituti di rilievo rinascimentale e dimora di importanti raccolte e
collezioni letterarie, scientifiche, storiche e pubbliche (con mostre
permanenti di codici giuridici e libri rari, tra cui la Bibbia di Borso
d'Este, un codice miniato da Taddeo Crivelli nella metà del XV
secolo). La biblioteca è oggi ospitata presso il Palazzo dei Musei,
in Largo S. Agostino 337 a Modena.
Sotto gli anni del governo fascista
l'università di Modena dovete nuovamente temere il peggio, la sua totale
chiusura. Che fu evitata con il declassamento dell'Ateneo a livello
inferiore (B), la conseguente riduzione dei finanziamenti da parte dello
Stato e la soppressione di alcune facoltà. Nel decennio precedente,
1922-1923, uno dei pochi laureati dell'Università di Modena, fu Sandro
Pertini, già noto antifascista e divenuto decenni e decenni dopo il
Presidente della Repubblica più amato dagli italiani. A salvare la
situazione vi fu la nuova campagna di promozione delle iscrizioni
internazionali, promossa da alcuni enti e banche private; nel 1936 la
città poté nuovamente contare su una Università di 'serie' A. Questo fu
ottenuto probabilmente anche grazie alle intercessioni di alcuni ministri
modenesi, come il professore Arrigo Solmi, storico e giurista
italiano e Guardasigilli tra il 1935 ed il 1939.
Fu solo nel dopoguerra che l'Università di
Modena poté contare su un nuovo sviluppo accademico e finanziario.
All'aumentò delle facoltà e delle materie di insegnamento seguì l'aumentato
numero degli iscritti, che nel 1973 si stabilizzò in circa 6000 studenti. La
contemporanea nascita del Policlinico Universitario di Modena favorì
di sicuro ad accrescere il pregio sociale ed economico dello stesso Ateneo.
Dal 1998 il Collegio di Studio di Reggio Emilia, nato con privilegio
imperiale che si vuole far risalire al periodo di Carlo Magno, ma che fu
precettata nel concedere lauree sin dal 1772, poté unirsi all'Ateneo
Modenese formando l'attuale Università degli Studi di Modena e Reggio
Emilia.
L'Ateneo di Modena e Reggio Emilia,
operativo in sedi distaccate nelle rispettive città, è oggi composto da 12
facoltà; a Modena troviamo:
Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie (via
Giuseppe Campi, 287 Tel: tel: 059 205 5529),
Facoltà di Economia Marco Biagi (via Jacopo
Berengario, 51 Tel: 059 2056919)
Facoltà di Farmacia (via Giuseppe Campi,
183 Tel: 059 205 572)
Facoltà di Giurisprudenza (via San
Geminiano, 3 Tel: 059 205 8213)
Facoltà di Ingegneria Enzo Ferrari (strada
Vignolese, 905 Tel: 059 205 6178)
Facoltà di Lettere e Filosofia (largo
Sant'Eufemia, 19 Tel: 059 205 5934)
Facoltà di Medicina e Chirurgia (via del
Pozzo, 71 Tel: 059 422 4373)
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e
Naturali (via Giuseppe Campi, 183 Tel: 059 205 5268)
L'università ospita anche diversi musei e
istituti di cultura e scienza, come il Laboratorio delle Macchine
Matematiche, i Musei anatomici, il Museo Mineralogico e
Geologico Estense, il Museo Astronomico e Geofisico, il Museo
di Paleontologia, ed il Museo di Zoologia. L'Orto Botanico
dell'Università di Modena è un'altra importante area legata alla
didattica ed alla ricerca universitaria, si estende per circa 1,300 ettari
in via dei Caduti in Guerra 127 (sede del Dipartimento di Biologia).
L'Università di Modena e Reggio Emilia dispone di
corsi di Laurea, Master e dottorato di ricerca, di
corsi di perfezionamento, formazione a distanza, lauree
magistrali e scuole di specializzazione (del settore medico).
Sono inoltre aperte le sezioni di esami di Stato per il conseguimento
all'abilitazione professionale. L'Università, a Modena ed a Reggio
Emilia, dispone inoltre di alloggi universitari per residenti fuori
sede e per studenti Erasmus. L'Ateneo partecipa inoltre allo studio
UniMORE Overseas, LLP/ERASMUS (Lifelong Learning Programme
della UE) ed altri, per lo scambio interculturale, aperto agli
studenti che vogliano trascorrere un periodo di studi all'estero.
Infine, l'Università di Modena e Reggio Emilia è
aperta al mondo del lavoro con investimenti atti alla formazione
lavorativa dei propri studenti in corso, laureandi e laureati (Tirocini,
Stage aziendale ed accademico, Placement e vari).
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