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ARBATAX - INFORMAZIONI E GUIDA.
Affascinante località costiera sulla costa centro-orientale
sarda, Arbatax incarna la Sardegna più autentica. Offre panorami
mozzafiato, natura incontaminata, grotte affascinanti e un mare
cristallino dalle mille sfumature.
Arbatax famosa per sue rocce rosse
di granito rosso che emergono dal mare, è un borgo marino (che fa parte del
Comune di Tortolì e nel complesso conta circa 11 mila abitanti) di una suggestione unica.
Arbatax è conosciuta in tutto il mondo per le sue Rocce Rosse di porfido
che emergono dal mare. È uno spettacolo unico e non meraviglierebbe se in
giorno diventassero un Patrimonio UNESCO.
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Purtroppo
si trovano in un contesto di "lavori in corso" che non finiscono
mai e da la sensazione dell'abbandono. Detto questo è un
luogo che non si può non vedere almeno una volta nella vita.
Oltre alla sua bellezza mi è venuto in mente che può essere un
set perfetto per Guerre Stellari e chissà forse, visto
l'allungamento della serie un giorno lo sarà.
Le Rocce Rosse sono solo uno dei motivi per visitare Arbatax è
la sua zona. Il suo nome secondo la studiosa Mirella Loi deriverebbe dall'arabo e sarebbe forse l'unica
voce della toponomastica che deriverebbe da quella lingua in Sardegna e
significherebbe 14, forse a indicare, la Torre Spagnola di San Miguel che oggi
domina il porto (anche se il toponimo esisterebbe dal 1296 e la torre fu
costruita nel 1500).
Secondo altri studiosi il nome Arbatax non è altro
che la corruzione del toponimo Baccasara. Nel
Registro delle rendite pisane del 1316, il Salto (Su
Sartu) di Baccasara è, infatti, appellato Batassar,
da cui Albatassar e, quindi, Arbatax (x= ss).
Tortolì ed Arbatax insieme sono il centro più
importante della costa est della Sardegna. La loro
posizione geografica ne fanno e ne hanno fatto nel
tempo una tappa privilegiata in tutto il
Mediterraneo, posta come è a metà tra
Cagliari
(120 km) e
Olbia
(105 miglia),
Roma
(Civitavecchia dista 250 km), a
Napoli
e alla Toscana (320 km).
Questa zona, come tutta l'Ogliastra è
prevalentemente montuosa (provate ad arrivare a
Baunei dal mare e avrete l'idea esatta di
questo), e forma ad ovest un anfiteatro naturale di
colline in parte coltivate a vigneto, che proteggono
la costa dai venti favorendo un clima
particolarmente mite. Da quelle che sono
praticamente delle terrazze naturali si affacciano
verso la costa gli abitati di Lanusei (5300
abitanti), Elini, (556 abitanti) Ilbono
(2204 abitanti), Villagrande Strisaili (3136
abitanti), Arzana (2420 abitanti), Talana
(994 abitanti). Protegge la piana di Tortolì anche
l'imponente massiccio del Supramonte di Urzulei
e a nord quello di Baunei, (3614 abitanti)
con le sue imponenti falesie a picco e le famose
Cala Goloritzè, Cala Mariolu, Cala
Sisine e Cala Luna. Tutta questa vasta
zona, è tra le meno densamente popolate d'Italia.
Quando si arriva da queste parti ci si rende
immediatamente della sua ampiezza suggestiva e dei
poche centri abitati.
Questa
è una parte di Sardegna dove è più difficile
arrivare, quindi per certi versi inedita per tanti
visitatori che magari si fermano nel nord o nel sud
dell'isola. Qui tra le cime del Gennargentu e il mar
Tirreno, in una zona ancora selvaggia nella sua
bellezza impetuosa a picco sull'acqua è difficile
non rimanere rapiti e affascinati: un anfiteatro sul
mare costellato di tracce che raccontano le secolari
tradizioni pastorizie ed artigianali sarde.
A
prescindere dalle origini del suo nome da sempre
Arbatax è più che altro un antico e pittoresco villaggio di pescatori
da una parte e primo punto di sbarco per molti che
visitano la Sardegna per la prima volta, scendendo
dal traghetto Tirrenia. Oltre alle già citate
e imperdibili Rocce Rosse un punto panoramico da non perdere
è il faro di Capo
Bellavista la dove si trovava una torre di avvistamento spagnolo che ce
ne sono tante su tutta la costa sarda, le torri che
erano tutte collegate tra loro da invisibili segnali
luminosi che dovevano avvertire immediatamente in
caso di pericolo dal mare (quasi sempre pirati
barbareschi). Oggi il faro irradia di altri
"segnali" di luce le notti sul mare e sulla costa a
tutela della navigazione.
Dal borgo di Arbatax la costa riassume un aspetto
pianeggiante con la Spiaggia della Capannina
ed alle sue spalle, con il vasto e pescoso stagno di
Tortolì. La Spiaggia della Capannina prende il nome
dall'omonimo ristorante qui presente da numerosi
decenni. In realtà il ristorante si chiama Nuova
Capannina poiché la "vecchia" e ora un rudere che si
incontra con qualche albero di fico dentro,
arrivando su questa sottile striscia di terra tra
mare e stagno. Si mangia bene senza spendere troppo
sia alla Capannina sia proprio nel chiosco della
peschiera dello Stagno di Tortolì (dove allevano
oltre a orate e spigole, cozze, vongole e ostriche).
Dall'altra parte del borgo di Arbatax rispetto a
quella appena descritta si incontra la Torre di
San Gemiliano con l'omonimo promontorio con la
torre di avvistamento del Seicento che si incontra
poco prima della bella e compatta Spiaggia di
Porto Frailis, circondata da abitazioni
mimetizzate abbastanza armonicamente con l'ambiente.
Siamo nella penisola di Capo Bellavista dove
sulla cima della collina, alta oltre 150 metri,
svetta l'omonimo faro. Enormi pareti di roccia
grigia e arancio strapiombano fino a formare, nella
parte esposta a est Cala Moresca.
Arbatax è anche il capolinea del trenino verde sardo
(vedi dopo), per gli
amanti del turismo lento: la tratta va da Mandas a Arbatax, è lunga 160 km e
si snoda tra le colline
e le gole del Gennargentu, passando dai borghi della Barbagia, ammirando i
nuraghi lungo il percorso, tra i due laghi del Flumendosa fino ad arrivare
al mare).
Il comune di Tortolì, con una popolazione di circa
11.000 abitanti, è un importante centro della
regione storica dell'Ogliastra. Questo vasto
bacino costiero, di difficile accesso, è delimitato
dai monti della Barbagia, che si innalzano fino a
1.000 m all'orizzonte. Tortolì, riparata dai venti
dai monti del Gennargentu, e nei dintorni, una volta
coperto di paludi e stagni, era soggetto a epidemie
di malaria. I pochi resti archeologici dimostrano
che la regione fu trascurata dagli invasori Vandali
e dai Saraceni, che considerarono la città malsana e
si rifiutarono di stabilirvisi. Un'altra suggestione
sui nomi racconta che il nome di questa zona,
Ogliastra derivi dagli Olivastri di cui è
ricco il territorio, anche se altri ne attribuiscono
l'origine all'enorme monolito, Agugliastra (o
Pedra Longa) che si trova sulla costa di
Baunei, a picco sul mare. Quest'ultimo un luogo
bellissimo e meraviglioso, dove siamo arrivati dopo
un po' di curve e qualche esclamazione di
meraviglia. Dopo a Pedra Longa si può
mangiare in un ristorante (che fa anche un'ottima
pizza) con una vista sulle scogliere con un ottimo
rapporto prezzo qualità.
Solo per dare un esempio dello sviluppo che avrebbe
avuto in seguito la zona, negli anni '30, Arbatax
contava 264 abitanti ed era formata per lo più da
pescatori (alcuni originari dell'Isola di Ponza),
lavoratori del porto o nella vicina cava di granito.
Una piccola frazione, periferica, silenziosa e
scarsamente illuminata. Le donne avevano il
loro abito tradizionale fatto di una camicia, una
gonna di tela rozza e un fazzoletto in testa.
Alcuni pescatori nel 44 costituiranno una
cooperativa, la quale a partire dal 1956 gestirà la
famosa Peschiera. Ma i tempi sono cambiati molto!
Oggi la città ha un centro piacevole, con piazzette
e stradine strette fiancheggiate da negozi. La sera
si può facilmente mangiare sulla terrazza di uno dei
tanti ristoranti della strada principale e
l'atmosfera è generalmente buona e vivace. Inoltre,
i prezzi degli alloggi e dei generi alimentari sono
molto più bassi che sulla vicina costa. Si tratta
quindi di un buon campo base per esplorare la zona,
soprattutto perché la città dista solo 1h30 da
Cagliari o anche da Olbia.
Il porto
di Arbatax è praticamente unito con la città di
Tortoli ed è un importante punto di partenza per
tutte le gite in barca al Golfo di Orosei, dove si
può scoprire la moltitudine di spiagge sublimi che
si trovano e possono essere raggiunte solo in barca.
In una terra di pastorizia come l'Ogliastra, un
uomo, Attilio Mazzella (una famiglia
originaria proprio dell'Isola di Ponza) e poi suo
figlio Giorgio ebbero la visione di acquistare una
cava di porfido di svariati ettari, ma invece di
scavarla decise di ridarle vita ripopolandola di
alberi e di animali di ogni specie. Si tratta di una
struttura turistica, ma se ne avete l'opportunità
vale la pena di visitarla. Si trova nelle
vicinanze del Parco Marino di Capo Monte
Santo ed è l'unico resort ad avere al suo
interno un grande parco naturalistico che ospita
piante ed animali tipici della flora e della fauna.
Da non perdere nella zona, a Cala Goloritzè
la guglia di roccia di 143 metri domina che domina
il paesaggio con lo splendido arco naturale che si
apre sul lato destro della baia, tra la sabbia
bianca e la natura solitaria e selvaggia. In un
paesaggio che definire suggestivo è poco, in mezzo
al verde della macchia mediterranea si apre Cala
Mariolu, con il suo fondale cristallino dalle
sfumature verde smeraldo incastonato tra alte pareti
calcaree dove nidificano varie specie di uccelli
marini, dal falco pellegrino all'aquila reale, ma
anche qualche esemplare di avvoltoio e grifone. Tra
gli anfratti che sembrano scolpiti da un ciclope
particolarmente creativo (e romantico) Cala
Sisine con il fondale di grossi granelli
calcarei di sabbia bianca, tra spettacolari falesie
alte più di cinquecento metri a picco sul mare, poi
la più famosa è Cala Luna dove sono stati
girati molti film tra le sue affascinanti grotte e
insenature, con alle spalle dell'arenile un bosco di
oleandri e un laghetto di acqua dolce.
Non molto lontano , partendo dal porto di Arbatax,
si può visitare la misteriosa Grotta del Fico
tra le falesie calcaree del Golfo di Orosei: i suoi
misteriosi cunicoli antichi di milioni di anni,
furono scavati dallo scorrere di un antico fiume
sotterraneo, ormai fossile. La grotta oltre per la
sua bellezza è particolarmente importante per i
numerosi collegamenti al mare, da cui accedeva la
foca monaca che sceglieva le spiaggette interne alla
cavità come luogo per riprodursi. Sempre alla foca
monaca è dedicata l'altra incredibile Grotta del
Bue Marino, visitabile per circa 900 metri (è
lunga cinque chilometri), grazie a percorsi
attrezzati ed illuminati, tra le stalattiti e le
stalagmiti ma anche per i percorsi dell'acqua di
mare che viaggiano nella grotta, circondata da
numerosi laghetti d'acqua dolce, alimentati da fiumi
sotterranei, separati da spiaggette sabbiose. Un
luogo dalla bellezza irreale.
Nei dintorni di Arbatax e Tortolì, si può visitare
il Complesso archeologico di San Salvatore,
con i suou nuraghi, le Domus de Janas,
le Fonti Sacre e le Tombe dei Giganti
con, di fronte, i due Menhir sorprendenti. L'area
archeologica di S'Ortali 'e Su Monti, a tre
chilometri da Ortolì e non lontana dalla
spiaggia di Orrì, racconta eloquenti testimonianze
di età prenuragica e nuragica. Non lontano da
Arbatax si può raggiungere anche Baunei,
pochi chilometri a nord di Tortolì. Dopo una serie
di tornanti, si arriva ad una selvaggia vallata di
origine basaltica, tra lecci, ginepri e macchia
mediterranea: l'Altopiano del Golgo, il più
interessante contesto storico archeologico del
territorio baunese, protetto da nuraghi a guardia di
ogni accesso naturale, dove convogliano le acque
piovane dell'altopiano carsico. L'Altopiano è famoso
per la sua Voragine di "Su Sterru", la più
profonda in Europa (280 metri), luogo di antichi
riti in prossimità di naturali conche di raccolta
dell'acqua piovana dove venivano lavorati metalli e
si consumavano culti magici,
animistico-naturalistici, come il culto dell'ordalia
dell'acqua.
Il porto di Arbatax è anche il principale punto di
attracco sulla costa orientale della Sardegna per le
imbarcazioni provenienti da Genova, Civitavecchia,
Olbia e Cagliari.
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