Basilica di San Francesco a Ravenna

Basilica di San Francesco a Ravenna

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Della costruzione originaria, oggi non è rimasto quasi nulla, ad eccezione del pavimento, nel quale è ancora visibile un’iscrizione latina, relativa alla sepoltura del Vescovo Neone, la chiesa, infatti, venne completamente ristrutturata tra il X e XI secolo. La facciata in laterizio è molto semplice, colpisce il campanile quadrato, di ben 33 metri. La semplicità strutturale si ripete anche all’interno, dove due file di colonne di marmo dividono le tre navate dalle quali è composta. L’altare è costituito da un sarcofago, risalente al V secolo, mentre la cripta è risalente, indicativamente, all’anno 1000 e sopra di essa troviamo un’abside finestrata.

Come già accennato fu il vescovo Neone a fondare la chiesa originaria in onore dei SS. Apostoli dopo la metà del V secolo anche se non si sa quale sia stata in origine la sua forma architettonica. Tuttavia è noto che la chiesa si chiamò più tardi San Pier Maggiore e che l'aspetto attuale deve all'incirca corrispondere, se si prescinde dal rialzo del pavimento, a quello che l'edificio ebbe quando, insieme col campanile quadrato, fu ricostruito verso il IX-X secolo.

Nel 1261 la basilica fu concessa ai Frati Conventuali, che le diedero il nome che ancor oggi conserva. Dopo il rifacimento quasi totale avvenuto nel 1793, la chiesa venne completamente restaurata nel 1921 e una seconda volta, a seguito dei bombardamenti aerei, dopo il 1944. L’esterno, in mattoni scoperti, è assai semplice: la facciata ha una finestra bifora sopra il portale, mentre sulla destra si eleva il campanile quadrato, con due lesene a ciascun angolo e con l'apertura in tre giri successivi di bifore, trifore e quadrifore.

L’interno basilicale, a tre navate divise da ventidue colonne di marmo greco venato, presenta un soffitto ligneo a carena ripristinato nel 1921. La chiesa conserva ancora l’abside risalente al IX e al X secolo, sorretta da quattro colonne centrali e da altre diciotto che gravano sopra uno zoccolo che gira loro intorno.

Nella prima cappella della navata destra si ammirano i pilastri e i capitelli elegantemente decorati da Tullio Lombardo (1525). Proprio qui infatti si trovava la famosa statua di Guidarello Guidarelli realizzata dal Lombardo, oggi conservata nella Galleria dell’Accademia di Ravenna. In una nicchia rimane un affresco raffigurante la Maddalena orante che, insieme a una lacunosa Crocifissione, fa parte delle decorazioni pittoriche trecentesche ascritte a Pietro da Rimini ed in gran parte distrutte durante la guerra.

Nella navata sinistra vanno, ricordati il sepolcro di Luffo Numai, segretario di Pino Ordelaffi, signore di Forlì, decorato da Tommaso Fiamberti (originario di Campione d'Italia) del 1509; la lapide sepolcrale di Ostasio da Polenta, in rosso veronese e marmo bianco (1396); un sarcofago della fine del IV secolo raffigurante Cristo che, attorniato dagli Apostoli, che sta per consegnare laa legge a San Pietro. Nel presbiterio è interessante l’altare maggiore formato dall’urna a nicchie conchigliate del vescovo Liberio III, risalente al 380 d. C circa.

Tornando a Dante, inizialmente la tomba del Sommo Poeta era posta all'interno del chiostro della Basilica di San Francesco, prima di essere spostata, sempre attigua ad esso, dopo innumerevoli e rocambolesche vicende, nel mausoleo a lui dedicato dove si trova attualmente.

Basilica di San Francesco

Piazza San Francesco 1, 48121 Ravenna

Tel: 0544 33256