Chiesa di San Francesco a Urbino
La Chiesa
di San Francesco fu edificata nel XIV secolo dai
Frati Minori all'angolo fra le vie Pian di Mercato e
Lavagne (oggi via Raffaello e via Battisti),
nell'area già appartenuta ai monaci Benedettini, e
acquistata il 13 maggio 1286 per concessione del
vescovo di Urbino, Egidio. Secondo alcune
memorie storiche i Frati Minori sarebbero stati però
presenti nella città già dal 1228, due anni dopo la
morte di San Francesco.
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La facciata dell'edificio presenta l'elegante nartece ad arcate poggianti su
pilastri a sezione ottagonale, coronati da capitelli a fogliami. Il portico
è del periodo romanico, il Campanile di quello gotico. Negli intradossi, i
conci, alternati ai mattoni, creano un piacevole effetto dicromico; sugli
archivolti corre una fascia in pietra scolpita con motivi vegetali. Il
campanile, eretto su tre ordini, è alleggerito da candide bifore e da liste
in pietra bianca che interrompono il laterizio. Esso culmina in una guglia
conica a mattoni sfalsati e in aggetto. Nel secolo XIII venne costruito
anche un bellissimo chiostro-cimitero in cui furono sepolti i Conti regnanti
e alte personalità di Urbino; venne demolito alla fine dell'800 per dar
posto alla attuale "Piazza delle Erbe".
L'interno
della chiesa era originariamente a due navate: una centrale con soffitto a
capriate, con il coro intagliato e intarsiato al centro; l'altra a destra,
con una volta reale, che ospitava sette cappelle, dette dei Signori, quasi
tutte affrescate. Tra il 1732 e il 1751 la chiesa fu completamente
trasformata per volere del cardinale Annibale Albani, che versò la
metà della somma necessaria per questo intervento. Il progetto,
tradizionalmente riferito a Luigi Vanvitelli, è quasi sicuramente da
assegnare a Filippo Barigioni che in quegli anni firmava il disegno per
l'interno della Chiesa di San Domenico. Attualmente la Chiesa di San
Francesco è suddivisa in tre navate: quella centrale, molto più ampia delle
laterali, ha quattro arcate sorrette da pilastri coronati da una cornice che
corre lungo tutto il perimetro dell'interno.
Nel
terzo altare della navata sinistra è conservato un frammento di affresco
raffigurante Cristo crocifisso, attribuito al Salimbeni. Esso
proviene dalla Cappella del SS. Crocifisso del chiostro-cimitero, attiguo
alla chiesa, che aveva funzione di Pantheon cittadino. Al suo interno si
trovano anche le tombe dei genitori di
Raffaello. Nel 1970 furono trasportati nella navata
centrale il mausoleo di Agnese de' Perfetti (1416), sposa del conte
Antonio da Montefeltro e quello di Calapatrissa Santucci (1478),
opera di Domenico Rosselli, che dal chiostro-cimitero erano stati
rimossi e collocati nel Palazzo Ducale.
Agli altari dei due bracci del transetto sono collocate due grandi tele con
San Pietro che battezza i SS. Processo e Martiniano di Giuseppe
Passeri (1654-1734), a sinistra, e San Pietro che battezza il
centurione Cornelio del pittore romano Andrea Procaccini, a
destra, eseguite per i mosaici della Cappella del Battistero di San Pietro a
Roma furono donate dal cardinale Annibale Albani. Alle pareti verso le
navate laterali troviamo altre due tele che raffigurano l'Adorazione dei
Re Magi e il Riposo durante la fuga in Egitto (1759). opere del
padre Ambrogio Chelmi, e una terza tela con Gesù in Emmaus, di
Alessandro Liera. Attigua al braccio destro del transetto è la
Cappella del SS. Sacramento nella quale furono riadattate dall'architetto
Giuseppe Tosi le decorazioni (pilastri, lesene e cornici) scolpite tra
il 1516 e il 1520 da Costantino Trappola da Sant'Ippolito per la
cappella del duca nell'antico chiostro-cimitero. Altri ornati sono visibili
nell'arco sotto l'organo che immette nella gotica Cappella Paltroni, aperta
nella base del campanile. Questa, spogliata nel XVIII secolo degli affreschi
attribuiti ad Antonio Alberti da Ferrara che, in parte, si conservano
nel Palazzo Ducale, fu trasformata in Cappella dei Caduti nel 1929.
Attualmente custodisce una Pietà in marmo della metà del XV secolo,
appartenente al mausoleo del conte Ugolino Bardi. In fondo
all'abside, sopra il pregevole coro ligneo settecentesco dell'intagliatore e
architetto Giuseppe Tosi (1713- 1793) campeggia la grande tela
raffigurante il Perdono di Assisi, dipinta da Federico Barocci
tra il 1574 e il 1581 della quale si conserva il bozzetto nella
Galleria Nazionale delle Marche.
Attraverso la sagrestia si può accedere alla Cappella Albani che
occupa l'antica sala del Capitolo. La sua trasformazione avvenne per volere
del cardinale Annibale Albani, che consacrò l'altare nel 1731. Lo stesso
cardinale fece trasportare dalla chiesa romana di S. Eustachio un sarcofago
paleo-cristiano ora incorporato nella mensa d'altare istoriato con la figura
del buon Pastore e contenente le reliquie dei SS Eustachio e Teopista
sua consorte, e dei loro figli martiri Agapito e Teofilo.
Nella parete laterale destra, sotto il semibusto di papa Clemente XI un'urna
d'alabastro custodisce i precordi del pontefice (il diaframma). L'elegante
decorazione a stucco di questa cappella è opera di Luigi Vanvitelli
attivo a Urbino anche nella fabbrica del Palazzo Albani.
Attiguo alla chiesa si trova il convento, che nella parte ancora esistente,
può essere riferito alla ricostruzione settecentesca dovuta all'architetto
urbinate Giuseppe Tosi. Originariamente era corredato di tre chiostri dei
quali uno è scomparso, e gli altri due sono stati riadattati ad uso di
parcheggio e di "mercato delle erbe" dopo essere stati espropriati ai Frati
Minori e quindi divenuti di proprietà comunale.
Indirizzo
Chiesa di San Francesco
Via Raffaello
Urbino (PU)
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