Galleria nazionale delle Marche

Galleria nazionale delle Marche 

 

La Galleria Nazionale delle Marche, museo statale situato nel Palazzo Ducale di Urbino, custodisce alcune delle maggiori opere d’arte italiane, famose per importanza e bellezza artistica in tutto il mondo. Per questo è considerata una delle più preziose raccolte d'arte d’Italia. In particolare, si trovano al suo interno opere dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, tra cui Piero della Francesco, Raffaello, Tiziano, solo per citarne alcuni; sono inoltre presenti opere di altri periodi storici, dal Barocco, al Neoclassico.

Insieme all’importante collezione artistica presente, si evidenzia non solo la straordinarietà del complesso architettonico nel quale la collezione d’arte è conservata, il Palazzo ducale, un "palazzo in forma di città", come lo definì Baldassarre Castiglione, ma anche la ‘visione’ dei governanti (i Montefeltro) che nel Quattrocento portò Urbino a diventare uno dei maggiori centri di cultura in Europa.

Galleria nazionale delle MarcheFederico da Montefeltro (vissuto tra il 1422 ed il 1482) fu un risoluto condottiero, governante illuminato, insieme alla consorte Battista Sforza (gli stessi ritratti nel famoso dipinto di Piero della Francesca), mecenati di artisti e di architetti. Prima di lui, è bene ricordarlo, vi fu anche il padre, Guidantonio da Montefeltro: durante il suo dominio nel 1416 i fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni lavorarono all'Oratorio di San Giovanni creando i famosi affreschi che oggi tutti ammiriamo. Federico rimane tuttavia il personaggio più illustre della casata, colui che legherà indissolubilmente la storia di Urbino alla propria fama. Gli successe il figlio, Guidubaldo da Montefeltro, che prese in mano la corte insieme alla moglie Elisabetta Gonzaga, e quindi in mancanza di eredi diretti, Francesco Maria I della Rovere, che alla corte continuò a radunare letterati, musicisti e scenografi, nonché artisti del calibro di Tiziano o del Barocci. Da Federico in poi la corte urbinate conobbe anni e decenni di gloria culturale, oggi rappresentata nello splendido palazzo voluto da Federico, il risultato del genio architettonico del dalmata Luciano Laurana e del senese Francesco di Giorgio Martini.

La Galleria venne istituita nel 1912 con il Reale Decreto del 7 marzo (l’inaugurazione ufficiale avvenne nel maggio 1913). Lo scopo era quello di raccogliere, custodire e valorizzare gli oggetti d'arte provenienti dal territorio regionale. Comprende alcune delle più grandi opere rinascimentali, più dipinti del Trecento bolognese e del Seicento marchigiano, affluiti grazie alla donazione Paolo Volponi. È infatti anche grazie ad una costante politica di acquisizioni, donazioni e prestiti che è stato possibile organizzare l’ampliamento delle collezioni e degli spazi espositivi; considerando anche che, dopo la morte nel 1631 dell’ultimo erede maschio dei Della Rovere, l’intero patrimonio del ducato, incluse le terre e palazzi, e quello che c’era dentro, fu devoluto allo Stato della Chiesa.

Galleria nazionale delle Marche - PolitticoLe collezioni d’arte della Galleria Nazionale delle Marche sono esposte principalmente al piano nobile e al secondo piano del palazzo e sono ordinate in modo cronologico e per scuole in circa settanta sale interne. Non solo dipinti, ma anche sculture dal XIV al XVIII secolo, quindi disegni, ceramiche, monete, e tutti gli arredi e le decorazioni degli ambienti dell’edifico che le ospita, il Palazzo ducale.

Galleria nazionale delle Marche - Città idealeTra tutte le opere, spica in particolare il famoso dipinto Veduta di Città Ideale’, un dipinto a tempera su tavola (67,5x239,5 cm) databile tra il 1470 e il 1490, proveniente dall'antico Monastero di Santa Chiara, sempre ad Urbino. Il dipinto si trova nella Sala degli Angeli (sala 21) del Palazzo ducale, che oltretutto si apprezza per delle splendide porte in legno intarsiate e decorate da preziose lunette, e raffigura in modo statico una vasta piazza in prospettiva lineare centrica (si può quasi percepire l’atmosfera silenziosa di tutta la scena), rappresentata in modo utopico sia in aspetti estetici, che in riferimento alla visione che la stessa opera vuole rappresentare nella sfera politica che religiosa, così come considerata per l’epoca: troviamo infatti un edificio pubblico di planimetria circolare al centro della scena, dominante su tutta la piazza, mentre ai lati troviamo, sempre in prospettiva, altri edifici, tra cui, arretrato su lato, l'edificio religioso, di poco spostato e alle spalle di quello pubblico (a sottintendere il dominio del potere politico rispetto a quello religioso). L’opera di per se rimane ancora avvolta dal mistero, nonostante non sia l’unica nel suo genere: delle copie più o meno simili si trovano infatti in altri musei del mondo, esposte in altre città, Berlino e Baltimora (ne esistono tre al mondo, inclusa quello di Urbino). Più che altro il mistero rimane in relazione al suo autore, che infatti non è mai stato identificato: alcuni studiosi ritengono possa essere stato uno degli artisti che usavano frequentare la corte urbinate (tra cui Piero della Francesca e Fra’ Carnevale) o quella fiorentina (come Giuliano da Sangallo, fino ad arrivare ad ipotizzare una collaborazione di Botticelli o anche Leon Battista Alberti); altri studiosi, considerata la tematica rappresentata nel dipinto, assumono possa essere stato uno degli architetti del Palazzo Ducale (e cioè il Laurana oppure il Giorgio Martini, o ancora il Bramante). Certo è che quello della 'La città ideale' fu un tema pittorico sviluppatosi nel periodo storico considerato (il Quattrocento) come rappresentazione del concetto teorico rinascimentale della città ideale. Nella stessa sala si trovano anche le opere quattrocentesche di Paolo Uccello (la predella del Miracolo dell'Ostia profanata) e di Giusto di Gand con la Pala del Corpus Domini, di cui è parte la Comunione degli Apostoli (in quest’opera è anche rappresentato il duca Federico intento a conversare con quello che è stato identificano come un medico ebreo di nome Isaac, secondo gli studiosi a suggellare lo spiccato interesse del Montefeltro per la cultura ebraica).

Galleria nazionale delle Marche - Madonna di Senigallia - Piero della FrancescaNell’Appartamento del Duca (sale 16 alla 20), che si fa vanto per essere la parte più decorata e meglio conservata dell’intero palazzo, nonché quella dove sono raccolte le opere principali della galleria, troviamo alcune delle opere più famose, i due dipinti di Piero della Francesca, la Flagellazione e la Madonna di Senigallia sono entrambi nella Sala delle Udienze (sala 16): il primo, proviene dal Duomo di Urbino, rimane una delle opere più preziose dell'artista di Sansepolcro, e rappresenterebbe ritratti alcuni dei personaggi della vita di Corte dell'epoca, tra cui il figlio di Federico da Montefeltro che morì giovanissimo di peste. Pare che il dipinto fosse stato commissionato dal cardinale Bessarione per sollecitare il duca a partecipare alla crociata contro i turchi, a seguito della presa di Costantinopoli nel 1453. Il secondo dipinto ha origine dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Senigallia e arrivò ad Urbino solo nel 1917. Nella sala 20, un tempo la stanza da letto del duca, troviamo invece l'opera di Pedro Berruguete, Ritratto di Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo (1476 - 1477), ritratto ufficiale in cui il duca è raffigurato con tutti i suoi attributi, sia nobiliari che personali, per esempio al collo del duca si nota il simbolo dell'Ordine dell'Ermellino ricevuto dal re di Napoli Ferdinando d'Aragona, mentre sul gambale si nota quello dell'Ordine della Giarrettiera che ottenne dal re d'Inghilterra Edoardo IV.

Galleria nazionale delle MarcheIl celebre studiolo del duca Federico si trova nella sala 18, piccolo e prezioso con il suo legno intarsiato, opera di artisti come Baccio Pontelli, che realizzò l’intarsio su disegni di Sandro Botticelli (in questo caso le Virtù Teologali), Donato Bramante e Francesco di Giorgio Martini. Si trattava del luogo di ritiro del duca, il suo intimo ritrovo, dove poter riposare e riflettere, e per questo si possono vedere i simboli che più lo rappresentavano, come quelli riferiti all’astronomia o alla musica e alle belle arti. Nella fascia superiore trovano invece posto in due ordini lineari numerosi ritratti di uomini illustri realizzati da Pedro Berruguete e Giusto di Gand; il soffitto venne lavorato dalla bottega fiorentina di Giuliano da Maiano. Qui accanto, un tempo era anche presente la biblioteca.

I dipinti e le opere di grandissimo pregio custodite nella Galleria Nazionale delle Marche sono numerosi, tra questi non si può non menzionare l'opera di Giovanni Bellini, la Sacra conversazione, un dipinto che raffigura la Madonna con in braccio il bambino in conversazione con San Giovanni Battista e Sant'Anna. Anche in questo caso l'opera proviene dall'esterno e cioè dal Monastero di Fonte Avellana, in provincia. Altrettanto prezioso è il Polittico di Alvise Vivarini, raffigurante una Madonna col bambino e i santi Francesco, Pietro, Paolo, Giovanni Battista. Anche in questo caso l'opera proviene dall'esterno e cioè dal convento di Monte fiorentino, sempre in provincia. Si visiti anche l'Appartamento dei Melaranci, per ammirare opere quali i Polittici di Giovanni Baronzio (Madonna col bambino e Storie della vita di Gesù) e una bella Annunciazione di Olivuccio di Ciccarello, così come l'Annunciazione di Nicola di maestro Antonio.

Subito dopo l’appartamento del duca, si arriva alla cosiddetta Sala delle Veglie (sala 19), la prima della serie di sale che costituiscono l’Appartamento della Duchessa e destinata alle conversazioni da salotto e agli incontri culturali della duchessa (vera animatrice e cultrice della vita culturale del Palazzo), inclusi gli intrattenimenti di corte (in questo luogo fu inoltre ambientato il Libro Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione). Tra le opere presenti si ammirano un gruppo di tele di Giovanni Santi, reso celebre per l’opera l’Annunciazione e per essere stato padre di Raffaello: Tobiolo e l’Arcangelo Raffaele con altri santi, più una serie di tavole raffiguranti gli Apostoli, e la Pala Buffi (Incoronazione della Vergine) del 1489. Del Santi sono anche la piccola tavola 25x20 cm Cristo morto in piedi nel sepolcro circondato dai simboli della Passione, proveniente dalla chiesa di Santa Barbara in Campitelli di Urbino, e la tavola 54x21 cm Cristo morto e Santa Chiara (o la Madonna?), proveniente dal Convento di Santa Chiara di Urbino.

Galleria nazionale delle Marche - RaffaelloSono presenti, inoltre, due tele di Luca Signorelli (Crocifissione e Pentecoste). Nella sala 25 (Salotto della Duchessa), troviamo altre opere importanti: il celebre La Muta (Ritratto di gentildonna) e la piccola Santa Caterina di Alessandria, entrambe di Raffaello. La prima venne eseguita dall’urbinate durante il suo soggiorno fiorentino e traccia importanti paragoni con la Gioconda di Leonardo da Vinci. Poco oltre, nella sala 26 (Camera da letto della Duchessa), si trovano le opere di Tiziano: l'Ultima cena e la Resurrezione (1542-1544), che furono parte di uno stendardo processionale commissionato all’artista dalla Confraternita del Corpus Domini di Urbino. In questa stessa sala si ammirano appesi degli arazzi fiamminghi del XVI secolo, oltre che una Annunciazione di Vincenzo Pagani. Nella sala della Guardaroba si ammira una splendida visitazione di Pellegrino Tibaldi, artista bolognese attivo nelle Marche. Nella Sala della preghiera si trova un soffitto in stucco proveniente da Palazzo Corboli Aquilini, opera di Federico Brandani, uno scultore del posto.

Il piano superiore della Galleria è noto come Appartamento Roveresco, in quanto realizzato all’epoca di Guidobaldo II della Rovere, vissuto nel Cinquecento. La struttura venne realizzata su progetto di Bartolomeo Genga, architetto, e dello scultore Federico Brandani. In questa area del palazzo sono esposte opere successive al Rinascimento, dagli artisti contemporanei a quelli del barocco. Si trovano infatti opere di Federico Barocci (Madonna di San Simone, Immacolata Concezione e il San Francesco che riceve le stigmate) e altri artisti della prima metà del XVII secolo, come Claudio Ridolfi, Andrea Lilli (San Rocco), Orazio Gentileschi (Madonna col bambino e Santa Francesca Romana), Giovan Francesco Guerrieri e Simone Cantarini. Non si eluda la sala dedicata alla Donazione Volponi, che prende il nome dallo scrittore e senatore Paolo Volponi nel cui interno si ammirano opere come Madonna col Bambino di Ambito di Vitale da Bologna e Lucrezia di Pietro Ricchi detto Il Lucchese.

Non ultime, la Galleria ospita anche numerose ceramiche e maioliche di varia provenienza, più opere di Claudio Ridolfi detto Il Veronese (diciassette tele a monocromo) esposte in questo caso lungo il corridoio della galleria che dà verso il Giardino del Pasquino. Non si perda infine di ammirare il particolare della lunetta di fondo, 'Veduta della città di Urbino'. Ricordiamo anche che l’opera del doppio ritratto dei duchi da Montefeltro di Urbino, Federico da Montefeltro e Battista Sforza, di Piero della Francesca (1465-1472) è conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Nel 2021 inoltre, si è svolta un’importante mostra dedicata agli Arazzi realizzati su cartoni di Raffaello: un tempo sette maestosi arazzi raffiguranti scene tratte dagli Atti degli Apostoli, e realizzati su cartoni di Raffaello, decoravano le pareti della Sala del Trono; durante la Seconda guerra mondiale gli stessi arazzi furono custoditi e tratti in salvo dalla furia della guerra da Pasquale Rotondi, storico dell’arte e allora soprintendente della Galleria. Accadde infatti che nel 1939, il ministro Giuseppe Bottai e il funzionario Giulio Carlo Argan, incaricarono il Rotondi di mettere in salvo dai rischi della imminente guerra non solo le opere della Galleria e di Urbino, ma anche le migliaia di opere d'arte italiane presenti in tutta la penisola: si riportano quasi 8mila opere d’arte nascoste in luoghi individuati dallo stesso Rotondi (quali la Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro e il Palazzo dei principi di Carpegna), tra cui i capolavori come la Pala d’Oro di Venezia o opere di Raffaello, Piero della Francesca, Bellini, Mantegna, Giorgione, Paolo Uccello, Tiziano, Carlo Crivelli, insieme ad opere d’arte provenienti da Roma, Venezia, Milano, Napoli e diverse altre città.

Indirizzo

Galleria Nazionale delle Marche

piazza Rinascimento, 13

61029 Urbino (PU)

 

 

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