Palazzo Ducale di Urbino

Palazzo Ducale di Urbino 

 

Definire il Palazzo Ducale di Urbino come un semplice palazzo è altamente riduttivo. Siamo infatti di fronte ad una sorta di castello, una fortezza, o meglio 'una piccola città fortificata', definita come uno dei più importanti esempi architettonici ed artistici dell'intero Rinascimento italiano.  Non un palazzo «…ma una città in forma di palazzo esser pareva», come lo definì Baldassarre Castiglione, un edificio capace di rompere gli schemi del suo antecedente periodo storico, forgiato su canoni prettamente medievali e difensivi, e piuttosto proiettato verso concezioni differenti dell’abitazione signorile fino ad allora in auge, verso un nuovo modo di concepire l’ospitalità e la rappresentanza del potere. 

Palazzo Ducale di UrbinoQuesta meraviglia tutta italiana ospita oggi nel suo interno la Galleria Nazionale delle Marche con le opere dei più grandi pittori rinascimentali italiani (come Raffaello, Tiziano, Piero della Francesca, Giovanni Bellini), non poteva non essere inserita nella lista universale del Patrimonio dell’UNESCO. Diversi architetti furono impegnati per più di 30 anni nella costruzione e decorazione di questo edificio, tra cui Maso di Bartolomeo, Luciano Laurana, Bramante e Francesco di Giorgio Martini.

Palazzo Ducale di UrbinoIl complesso fortificato venne costruito nella metà del Quattrocento e completato in circa 30 anni di lavori; voluto ardentemente dal duca Federico III da Montefeltro – uomo colto e raffinato – sul sito del precedente palazzo posto sul colle meridionale, affinché diventasse ‘una delle più belle residenze principesche d’Italia’, una sorta di ‘città ideale’ della cultura e al vertice dell’arte di tutto il Rinascimento. Con i Montefeltro Urbino divenne in effetti tale, con un palazzo capace di lasciare un’impronta indelebile nella storia italiana, grazie anche alla creatività dei cittadini e dei suoi governanti. Il Palazzo si presenta da subito con un’imponenza architettonica di rilievo. Ventimila metri quadrati su più piani e su un fabbricato per lo più in mattoni. Oggi lo si ammira ancora possente nell’architettura urbana e in particolare dalla strada panoramica lato della facciata dei torricini. Un palazzo dalla complessa planimetria, che a tratti presenta dei dislivelli in pendio notano anche i torricini, una creazione architettonica originale per l’epoca, insieme a tutto il massiccio architettonico di loggia e proiezioni, facciate e bifore, guglie e cupole. Mille finestre sembrano aprirsi all’osservatore, le stesse dalle quali si gode, come si può immaginare, un panorama stupendo sulla campagna circostante.

Palazzo Ducale di UrbinoAncor più meraviglia è quella che accoglie il visitatore che visita gli interni, a cui si accede da un ampio portale in travertino che dà sul ‘Cortile d’onore’, loggiato, una perla architettonica creata da Luciano Laurana, architetto dell’allora italiana Dalmazia e al quale viene affidata anche la costruzione dello Scalone d’onore, della Biblioteca e dello ‘Studiolo’, lo stesso dove iniziò l’attività il Bramante. Federico, d’altronde, era amante dei classici, della musica e della filosofia, di Platone e Aristotele, e di quella ‘matematica di Euclide’ che qui, ad Urbino, trova il suo banco di prova ideale, applicata al mestiere dell’architetto. Nel complesso architettonico spicca anche il Palazzetto della Jole, il primo nucleo del Palazzo Ducale di Urbino, edificato nel 1445 su progetto del gruppo fiorentino di architetti diretti dall’aretino Maso di Bartolomeo. Ma andiamo per ordine.

Palazzo Ducale di UrbinoIl palazzo ducale si presenta su tre livelli, un piano terra dove trovano posto l’ingresso, il Cortile d’Onore, la Biblioteca del duca, e lo spazio oggi adibito a Museo archeologico. Al primo piano si trovano invece l’Appartamento della Jole; gli Appartamenti dei Melaranci (o degli ospiti) con la Saletta del Re d’Inghilterra, gli Appartamenti del Duca con lo Studiolo, la Scala a chiocciola con la Cappellina del Perdono e il Tempietto delle Muse, la Sala degli Angeli; il Salone d’Onore adibito a Sala del Trono; la Sala delle Veglie e gli Appartamenti della Duchessa, oltre che il Soprallogge. Al Secondo piano sono invece presenti un Salone d’ingresso, la Galleria, le sale della Ceramica, dei Disegni e Incisione, la sala della Donazione Volponi. Tra tutti, si ammireranno in particolare la Porta della Guerra, un portale in pietra intarsiato e decorato, opera di Ambrogio Barocci su disegno di Gian Cristoforo Romano.

Panorama da Palazzo Ducale di UrbinoSi arriva quindi nella parte più antica del palazzo, il Palazzetto della Jole, così chiamato dal camino presente nella prima sala, scolpito da Michele di Giovanni da Fiesole detto il Greco di Fiesole con immagini mitologiche raffiguranti Ercole con l’amante Jole. Una costruzione edificata come punto di congiunzione tra i due edifici più antichi già presenti, l’originario palazzo ducale sulla collina meridionale e il vicino ‘castellare’, sul dirupo che dava su Porta Valbona. A suo interno, sette sale del piano nobile fanno parte della Galleria Nazionale delle Marche, dove si possono ammirare tra le altre l'Alcova del duca, in legno dipinto, opera di Giovanni Angelo di Antonio da Camerino, uno splendido esempio di lettiera Quattrocentesca. In queste stesse sale si trovano anche sculture, tra gli altri, di Luca della Robbia, Agostino di Duccio, e un Crocifisso su tavola dipinto sempre dall’artista camerinese. Al piano terra troviamo anche la Biblioteca del Duca, appositamente posizionata all’ingresso; chiaro messaggio del posto d’onore della cultura che il duca volle dare all’ospite che si approcciava a fargli visita, spazio su cui spicca il particolare decorativo sul soffitto: un medaglione aureo con al centro un’aquila nera, emblema dei Montefeltro.

Gli Appartamenti del Duca si trovano al primo piano e rappresentano il cuore del Palazzo. Un’area meglio conservata e quella dove si concentrano la maggior parte delle opere più importanti della Galleria Nazionale delle Marche. Nel raggiungerla ci si accorge della presenza di uno sfarzo decorativo più intenso degli spazi precedenti, già rappresentati da opere d’arte come la Sacra Conversazione di Giovanni Bellini o il Polittico di Alvise Vivarini presenti nelle Sale degli Ospiti. All’interno degli appartamenti spicca la Sala delle Udienze, che custodisce due delle opere più importanti di Piero della Francesca: la Flagellazione e la Madonna di Senigallia. Ma è il cosiddetto Studiolo del Palazzo Ducale ad essere definito una perla delle meraviglie, un piccolo spazio di ridotte dimensioni, concepito come luogo di raccoglimento e di riflessione, dove il duca amava rifugiarsi per trovare i suoi momenti di studio e approfondimento culturale. Un luogo che il duca teneva per se, intimo. È qui che troviamo anche decorazioni simboliche e iconografie di cui lo studiolo è ricchissimo, tra labirinti intarsiati e simboli che rimandano a studi della matematica, della fisica, della musica e delle belle arti: tra tutti si noteranno gli intarsi disegnati da Sandro Botticelli (le Virtù Teologali) o i ventotto ritratti di personaggi illustri, realizzati dallo spagnolo Pedro Berruguete e dall’artista fiammingo Giusto di Gand (una parte dei disegni fu asportata nel Seicento, ora al Museo del Louvre di Parigi). Poco oltre, nella camera da letto del duca, si può apprezzare il Ritratto del duca con il figlio Guidubaldo, opera attribuita allo spagnolo Berruguete. Nell’ultima sala degli appartamenti, la Sala degli Angeli, apprezzata per una serie di porte riccamente decorate, si nota un cassone in legno intagliato di una prospettiva urbana di città, che rimanda e anticipa un’altra opera chiave del Palazzo e di tutta la storia dell’arte italiana.

Il dipinto della ‘Città ideale’, universalmente considerato uno dei dipinti simbolo del Rinascimento, proviene dall'Antico monastero di Santa Chiara, sempre in Urbino, ed è ancora avvolto da un mistero mai del tutto chiarito con certezza, non solo per quanto riguarda la sua funzione originale, ma anche per il suo autore che infatti a tutt’oggi non è stato ancora identificato nonostante le numerose attribuzioni. Oggi sopravvivono tre opere di città ideale, identificate con la città in cui sono esposte, a Berlino, a Baltimora e per l’appunto ad Urbino; dipinti attributi ad artisti presenti all’epoca nella corte urbinate, dicasi Piero della Francesca e ‘fra Carnevale oppure, ancora, tra gli architetti attivi ad Urbino, come Luciano Laurana o ancora il Bramante, o Leon Battista Alberti o infine Francesco di Giorgio Martini. Nell’opera è rappresentata per l’appunto una ‘città ideale’, utopica, dipinta in una scena pervasa da un grande silenzio, come si commenta anche solo da una prima osservazione. Un dipinto di un rigoroso impianto prospettico urbano, sul cui centro si trova il palazzo pubblico, una grande rotunda dalla perfetta forma circolare, posta davanti ad una piazza con due fontane ai lati, più diversi edifici laterali e, più arretrato, quasi alle spalle del grande palazzo pubblico, un edificio religioso. Tutto tace, quasi si fosse in una città addormentata, dove anche l’aria sembra essersi fermata. Solo due piccioni appollaiati su un cornicione di uno dei palazzi riescono a spezzare il senso di un tempo sospeso che suscita questa eccezionale ‘natura morta urbana’ della storia dell’arte.

Palazzo Ducale di UrbinoIl Palazzo Ducale con al suo interno la Galleria Nazionale delle Marche, custodisce numerose opere d’arte e non basterebbero le pagine di questa breve guida per elencarle tutte. Tra queste si possono citare oltre agli artisti sopra menzionati (Raffaello, Tiziano, Bellini e Piero della Francesca), anche opere di Paolo Uccello, Giovanni Santi, Luca Signorelli, Timoteo Viti, Pellegrino Tibaldi, Federico Brandani, Federico Barocci, Andrea Lilli, Orazio Gentileschi, Ambito di Vitale da Bologna, Pietro Ricchi detto il Lucchese e tanti altri.

Al piano terra dello stesso edificio è presente anche il Museo Archeologico di Urbino, aperto al pubblico nel 1986 e nel cui interno si trovano centinaia di antichi reperti, tra cui un’opera d'arte romana del I secolo d.C., rilievo in marmo rosso antico raffigurante Ulisse e le sirene. Recuperati solo di recente, dal 1985 si possono visitare anche i Sotterranei del Palazzo ducale di Urbino, da apprezzarsi oltre che per gli aspetti artistici e architettonici presenti, anche per il sistema ingegneristico-architettonico rappresentato: straordinario esempio di ingegneria idraulica rinascimentale, con apposito sistema di smaltimento acque, separato da acque non potabili, nere e di rifiuto solido, al sistema di riscaldamento.

 

 

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