Chiesa di San Domenico a Urbino
Situata tra via San Domenico e piazza
Rinascimento, nel centro storico di Urbino, la chiesa di San
Domenico, conosciuta anche come la "parrocchia dell'università"
(oggi sconsacrata e in uso anche per eventi culturali) si riconosce per la
facciata in laterizio su cui spicca un grande portale in travertino di
pietra bianca (opera quattrocentesca di Maso di Bartolomeo,
importante esponente del
Rinascimento,
allievo di Donatello e Michelozzo e formatosi alla bottega di
Lorenzo Ghiberti).
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Il portale è sormontato da un grande rosone
occluso, uno dei pochi elementi d’architettura gotica rimasta dalla chiesa
originaria, ed è considerato la prima opera d’architettura rinascimentale
di Urbino. Questo mix omogeneo di elementi architettonici che passano da
uno stile medievale a quello - nuovo per l'epoca - che andrà confermandosi
come stile rinascimentale, testimonia l'aprirsi ad una cultura umanistica,
affermatasi nella città grazie ai duchi da Montefeltro e plasmatasi
nella nuova costruzione del Palazzetto della Jole, parte originaria
del Palazzo Ducale, situato di dirimpetto alla chiesa.
La chiesa venne infatti costruita prima del
Palazzo ducale dei Montefeltro, tra il 1362 ed il 1365, e consacrata
nello stesso anno, per volontà della comunità domenicana (anche se alcuni
studi e gli affreschi dell’abside confermerebbero parti della
struttura antecedente a questo periodo). Il fregio in cotto e il
grande oculo centrale, ornato con motivi vegetali, risalgono quindi al
precedente periodo architettonico.
Esternamente, una doppia breve scalinata va
a convergere verso il protiro del portale quattrocentesco, dove si ammira la
lunetta in terracotta policroma invetriata, nella quale si staglia una
Madonna col bambino e santi, opera del 1451 di Luca della Robbia
(si tratta in effetti di una copia, l'originale è conservata nel Palazzo
Ducale); mentre costituiscono elementi gotici originari anche gli archetti
incrociati e le finestre absidali trilobate.
L'interno si presenta a navata unica, di
colore bianco, elegante. Venne interamente rifatto nel Settecento con uno
stile tipico dell’epoca, secondo il progetto dell’architetto Filippo
Barigioni. Fu finanziato dalla famiglia degli Albani,
un'importante famiglia urbinate, originaria dell’Albania, e di cui fu parte
papa Clemente XI. La decorazione interna presenta alcuni cicli
pittorici attribuibili a Antonio Alberti da Ferrara, recuperati negli
anni ‘60 dello scorso secolo, come quelli che ornavano le cappelle absidali
e che erano infatti stati occultati dalla ristrutturazione settecentesca.
Delle opere presenti si ammirano in particolare le due tele di Francesco
Vanni, raffiguranti Angeli, mentre nell’altare maggiore si noterà
una Madonna col Bambino, circondata dai santi, San Domenico, Santa
Caterina da Siena e Santa Rosa da Lima, opera di Giovanni Conca.
Dello stesso artista sono anche le tele degli altari laterali.
Nella seconda metà del XIX secolo si trovava
anche il convento dei padri domenicani, poi demolito per far posto al
seminario diocesano. Di dirimpetto, l’antico palazzo è oggi adibito a
struttura privata, con all’interno il cortile monumentale e un chiostro, con
il suo loggiato ad archi, dove sono ospitate alcuni eventi culturali.
All'esterno della chiesa, nel centro della piazza Rinascimento e fronte al
Palazzetto, si noterà anche il piccolo obelisco egiziano del 590
a.C., donato nel 1737 alla città di Urbino da parte del cardinale
Annibale Albani. Al lato destro della chiesa, sulla via San Domenico,
che conduce alla via Santa Chiara e al relativo monastero, e dove è
possibile intravedere una piccola area un tempo adibita a teatro romano, si
trova l’Oratorio di San Gaetano (dietro un cancello a inferriata): al
suo interno si ammira un antico affresco raffigurante una
"Madonna del Latte" (Madonna
dell’Umiltà o del latte, Angeli musicanti, Cherubini e i Santi Domenico e
Pietro martire), opera di Ottaviano Nelli, realizzata tra il 1420
ed il 1430, e restaurata anche con il contributo del Comitato Cultura di
Assindustria Pesaro Urbino (l’affresco venne rinvenuto nel 1873 dal
Marchese Pietro Antinorie).
Indirizzo
Via Volta Scura, 61029 Urbino PU
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