VISITARE COBLENZA
- INFORMAZIONI E GUIDA.
Alla confluenza
dei fiumi Reno e Mosella e alla convergenza di tre basse catene montuose -
l'Hunsrück, l'Eifel e il Westerwald - i Romani fondarono una roccaforte
militare che chiamarono Confluentes per il supremo valore strategico del
sito. L'odierna Coblenza è una città piena di parchi e fiori che serve sia
come porta settentrionale della Romantica Valle del Reno che come porta
nord-orientale della Valle della Mosella, il che la rende un punto di
partenza ideale per esplorare la regione.
Situata in una posizione assolutamente unica e
suggestiva alla confluenza dei fiumi Reno e Mosella, all'inizio delle
due valli omonime, Coblenza è una splendida città dall'importante
passato e dalle molte attrazioni, in parte dichiarata Patrimonio
dell'Umanità dall'Unesco. Le origini della città sono molto antiche
e risalgono al I secolo a.C., quando i Romani costruirono un castello per
proteggere la strada tra
Magonza,
Colonia e Xanten.
Castello
che chiamarono "castellum apud confluentes", ovvero castello alla
confluenza dei fiumi,
denominazione
da cui è derivato l'attuale nome della
città. Ai Romani si deve la costruzione di numerosi ponti che
attraversavano il Reno e la Mosella e di uno di questi ponti, costruito
nel 49 d.C., sono ancora visibili 51 dei circa 650-700
pali di quercia ricoperti da punte di metallo che
formavano la base del ponte.
Ai Romani si
deve anche l'introduzione della coltura della vite. La regione della
Mosella è particolarmente famosa per la produzione vinicola e vanta il
primato di essere la più antica regione vitivinicola della Germania:
grazie ad un microclima particolare, qui, dai vigneti scoscesi che si
affacciano sul romantico bacino della Mosella, vengono prodotti ottimi
vini bianchi. Si sa, la birra è la regina della bevande in Germania, ma chi
si trova in visita a Coblenza e nella regione circostante, non dovrebbe
mancare l'opportunità di accompagnare il pranzo o la cena con un buon
bicchiere di vino prodotto dai numerosi viticoltori della zona.
A testimonianza dell'importanza e del valore
culturale di quest'area, il tratto della valle del Reno che va da
Coblenza a Bingen nel 2002 è stato dichiarato dall'Unesco Patrimoniale
Culturale dell'Umanità, patrimonio che include anche una parte della
città di Coblenza. Nel quarto secolo, con il ritiro da parte della
truppe romane, per Coblenza iniziò la fase della dominazione dei Franchi e
nel 1018 venne donata dall'Imperatore Enrico II al potente arcivescovo di
Treviri, che a partire dal 1198 divenne uno dei principi elettori
dell'Imperatore del
Sacro Romano Impero, uno dei tre elettori
ecclesiastici insieme all'Arcivescovo di Magonza e a quello di Colonia. Il
legame con l'Arcivescovo di Treviri divenne ancora più stretto nel XVII
secolo, quando l'Arcivescovo trasferì a Coblenza la propria residenza.
Nel XIII secolo il
principe elettore Theodorich von Wied
fece giungere in città i Cavalieri Teutonici, cavalieri
medioevali che si prefiggevano lo scopo di proteggere i pellegrini e aiutare
i malati e che parteciparono alle Crociate, ai quali regalò una parte di
terreni della basilica, incluso l'ospedale. La zona che occupavano
inizialmente prese il nome di "Deutscher Ort" e successivamente di "Deutsches
Eck", che tradotto significa !l'angolo tedesco!, denominazione che la
zona conserva ancora oggi e con la quale si identifica l'estremità della
penisola della città di Coblenza, che ha la forma di un angolo e che è il
punto di confluenza tra i fiumi Mosella, che bagna la sponda occidentale e
il fiume Reno, che
bagna invece la sponda orientale. Sul "Deutsches Eck"
nel 1897 venne eretto un memoriale in onore dell'Imperatore Guglielmo I,
colui che, dopo tre anni di guerre rese possibile l'unificazione della
Germania. All'inaugurazione prese parte l'Imperatore Guglielmo II, nipote di
Guglielmo I.
Il memoriale, che raffigurava una statua equestre
dell'Imperatore, venne distrutto durante i bombardamenti della II guerra
mondiale e di esso rimase solo il piedistallo, sul quale, nel 1953, il
Presidente tedesco Theodor Heuss pose una bandiera tedesca dopo aver
fatto un discorso sull'Unità della Nazione. A partire dal 1993 sul
Deutsches Eck è tornata a far mostra di sé una ricostruzione della statua
originaria dedicata all'imperatore, insieme alle bandiere tedesca, europea e
statunitense, quest'ultima in memoria delle vittime dell'11 settembre 2001.
Tra il 1798 e il 1815 la città subì
l'occupazione delle truppe napoleoniche, passando successivamente sotto
il controllo della Prussia. Del periodo dell'occupazione napoleonica ma
soprattutto della campagna di Russia che decretò la fine di Napoleone, la
città conserva un'ilare testimonianza. Durante l'occupazione francese
della città, nel 1812, il prefetto francese che si trovava a Coblenza fece
incidere sulla fontana che si trova dinanzi alla basilica di S. Kastor la
seguente frase: "A Napoleone il Grande, 1812 in ricordo della compagna di
Russia sotto la prefettura di Jules Doazan". Il prefetto non era
evidentemente un personaggio scaramantico, mentre sicuramente era dotato di
senso dell'humour il comandante russo che giunse in città dopo il ritiro
delle truppe francesi. Il comandante fece infatti lasciare la frase
celebrativa e si limitò a far aggiungere in francese la seguente frase:
"Visto e approvato, il comandante russo della città di Coblenza". La città fu seriamente danneggiata durante la
seconda guerra mondiale ma il suo centro storico venne in gran parte
fedelmente ricostruito al termine del conflitto.
Arrivando a Coblenza, il primo monumento che
cattura l'attenzione del visitatore è l'imponente fortezza di
Ehrenbreitstein, posta a 118 metri sopra il Reno, dalla quale si gode di
una meravigliosa vista sulla città, che abbraccia i fiumi Reno e Mosella e
il "Deutsches Eck". Si tratta della seconda più grande fortezza
preservata d'Europa e, sebbene venne costruita nella sua forma attuale
tra il 1817 e il 1828, dopo che nel 1801 venne distrutta dai francesi, le
sue origini sono molto più antiche e risalgono addirittura al I secolo, come
hanno dimostrato gli scavi archeologici che hanno portato alla luce un
antico insediamento di epoca per-cristiana. Il suo nome deriva da
Conradines Ehrenbert , che fece costruire un castello attorno all'anno
1000, nome che nel corso del tempo si è trasformato da Ehrenbertstein a
Ehrenbreitstein.
Nel corso dei secoli la fortezza ha subito
numerose estensioni, la prima delle quali nell'XI secolo, quando la città
entrò a far parte dei possedimenti dell'Arcivescovado di Treviri.
Dopo la prima guerra mondiale, secondo le
disposizioni del Trattato di Versailles, la fortezza avrebbe dovuto essere
distrutta, ma fortunatamente gli Alleati cambiarono idea nel 1922, dato che
non riconoscevano più alla fortezza un'importanza strategica in caso di
conflitto. Oggi la fortezza ospita il Museo Statale di Coblenza, con
la sua collezione di antichità, nonché i reperti archeologici ritrovati
nell'area. La fortezza ospita inoltre il memoriale che rende omaggio ai
soldati tedeschi rimasti uccisi nel corso della prima e seconda guerra
mondiale.
Un altro imponente edificio che si può ammirare a
Coblenza è quello del Palazzo del Principe Elettore, fatto
costruire tra il 1777 e il 1786 dal Principe Elettore Clemens Wenzeslaus,
il primo a risiedere al di fuori della Fortezza Ehrenbreitstein. Il palazzo
venne costruito in stile neoclassico ma l'Elettore non poté risiedervi a
lungo, dato che nel 1792 dovette fuggire dalle truppe francesi. Tra il 1850
e il 1857 il castello accolse il Principe Guglielmo, che sarebbe
successivamente diventato l'Imperatore Guglielmo I e che qui visse con la
moglie Augusta, alla quale sono dedicati i meravigliosi giardini situati
sulla sponda sinistra del Reno. Il Palazzo del Principe Elettore oggi
viene utilizzato come spazio per eventi.
La città di Coblenza ospita numerosi edifici
religiosi, tra i quali le tre famose chiese romaniche di San Florin,
oggi una chiesa protestante, la chiesa di Nostra Signora e la
chiesa di San Castor. La chiesa di San Florin è una chiesa romanica a tre navate
risalente al XII secolo e situata nel centro storico. Rispetto alla
costruzione originaria, con il tempo sono stati aggiunti elementi artistici
di epoche successive, come ad esempio il portale gotico. Al suo interno sono
contenute interessanti testimonianze artistiche, come ad esempio le
nicchie dipinte nel muro del pre coro risalenti al XIV e XV secolo che
mostrano Sant'Agata, Santa Margherita oppure le vetrate decorate con
scene della vita di Cristo, databili attorno al 1320.
Le origini della Chiesa di Nostra Signora
risalgono al V secolo, quando i Franchi eressero un luogo di culto
all'interno delle mura romane. Per ricordare l'antico rituale della
chiusura della porte della città e del successivo coprifuoco, ogni sera la
campana chiamata "Barbara", una delle quattro che si trovano sulle due
torri, suona i suoi rintocchi alle ore 22. A partire dal tardo medioevo
fino alla Rivoluzione Francese, la chiesa di Nostra Signora è stata la
principale chiesa parrocchiale di Coblenza e con le sue alte torri a
guglia, rappresenta uno dei simboli della città.
All'interno della chiesa si possono ammirare
numerose opere d'arte create tra il XV e il XVIII secolo, come il
dipinto che mostra San Nicola unitamente ad una veduta di Coblenza,
opera del 1680 di Sylvester Baumann o come il crocifisso ligneo
del XIV secolo.
Situata dietro al Deutsches Eck, la chiesa
romanica di St. Kastor, è la più antica chiesa conservata di Coblenza.
Scavi condotti nelle vicinanze della chiesa hanno fatto venire alla luce un
fossato largo quattro metri e profondo 2.5 metri che rappresenta la prova
mancante, e cercata per oltre 150 anni, di un primo insediamento romano a
Coblenza. La chiesa sorge nel luogo di un antico santuario nel quale,
nell'842 venne firmato il Trattato di Verdun, con il quale veniva
stabilita la spartizione dell'impero di Carlo Magno. La prima costruzione
della chiesa avvenne fra l'817 e l'836, mentre il disegno attuale risale
agli inizi del XIII secolo, quando venne inaugurata dall'Arcivescovo di
Treviri. All'epoca la chiesa aveva ancora un soffitto piatto, che venne
successivamente sostituito da un soffitto a volta. Al suo interno si
possono ammirare sedici tavole che raffigurano i dodici apostoli, Gesù
Cristo, Maria, S. Kastor, patrono della città e Santa Rizza.
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