COMPIANO

VISITARE COMPIANO - INFORMAZIONI E GUIDA. Nascosto tra le pieghe dell'Appennino parmense, Compiano è un segreto ben custodito. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, lasciando intatta la sua essenza medievale. Questo borgo, con le sue stradine e i suoi scorci, racconta storie d'epoche passate. Mentre il mondo esterno si muove rapidamente, Compiano invita a rallentare e ad assaporare la bellezza della semplicità.

 

Compiano, delizioso borgo medievale in provincia di Parma di poco più di 1100 anime, a 500 metri sul livello del mare, è stato per molti secoli il centro di un piccolo principato indipendente che, con una storia tutta da raccontare, fu all'origine del titolo di "principe" nientemeno che del Principato di Monaco. Questa storia, insieme al borgo da favola, al suo castello (dove si può pernottare), al panorama mozzafiato su tutta la valle e agli originali Museo degli Orsanti e Museo Massonico, fanno di questo piccolo borgo un luogo veramente da non perdere.

Qualcuno si ricorda ancora che in queste strade Francesco Moser divenne campione d'Italia di ciclismo nel 1981.

Per riassumere, la storia di Compiano inizia nel IX secolo, quando da alcuni documenti compariva come rocca carolingia. Intorno al Mille apparteneva ai marchesi Malaspina che la cedettero al libero Comune di Piacenza fino 1257, quando passa al nobile piacentino (e ghibellino, cioè a favore dell'imperatore nella contesa con il papato)  Ubertino Landi. Quest'ultimo approfittò di un momento di crisi municipale, acquistò i terreni a Compiano e nella vicina Bardi, e riuscì a farsi investire dei due feudi, insieme ad altri delle valli del Ceno e del Taro già appartenuti alla famiglia Malaspina avendo sposato la figlia di Manfredi, reggente dell'impero e figlio di Federico II di Svevia.

L'apice delle fortune della famiglia Landi arrivò quando il conte Agostino Landi partecipò attivamente alla congiura che portò alla morte di Pier Luigi Farnese, nemico dell'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V.  Quest'ultimo ricompensò i Landi nel 1532 con il titolo di Principi e il diritto di battere moneta.  Mezzo secolo dopo la Principessa Maria Landi di Compiano sposò Ercole I Grimaldi, signore di Monaco nel 1595. I loro figli ottennero il titolo nobiliare della madre e il primogenito, Onorato II, fu il primo Principe Grimaldi e governò il suo Stato per circa 50 anni. Fu uno dei sovrani monegaschi più amati e longevi e solo il recente Ranieri III regnò di più.  Il figlio di quest'ultimo, Alberto II, a ricordo di questo evento, nel luglio del 2003 ha compiuto una visita ufficiale al castello e al borgo di Compiano. Ci sarebbe da dire, com'è piccolo il mondo!

Nel 1630 il Principe Federico Landi rimane senza eredi maschi. La figlia di Federico, Polisenna, sposa Gian Andrea Doria, portando in dote il principato alla famiglia genovese. I Doria però dopo poco più di due generazione vendono Compiano e Bardi ai nemici storici dei Landi, i Farnese. La fine giuridica del Principato viene imposta dal l'imperatore Carlo VI nel 1879, con i territori che entrano a far parte del Ducato di Parma e Piacenza sotto i Borboni fino all'unità d'Italia, a parte breve parentesi francese nel periodo napoleonico. In questo periodo il castello fu trasformato prima in una prigione (furono incarcerati diversi carbonari parmensi), quindi acquistato dal parroco del paese che lo trasformò  un collegio femminile e tale è restato fino al 1962.

Amaro GambarottaIl Castello di Compiano fungeva da carcere politico della duchessa Maria Luigia, figlia dell'imperatore austriaco Francesco I e moglie di Napoleone dal 1810 al 1814. Qui fu imprigionato il giovane patriota Antonio Carlo Napoleone Gallenga che aveva partecipato ai moti carbonari nel 1831 a Parma. Liberato nel 1834 Gallenga si recò esule a Ginevra dove si accordò con Mazzini per uccidere il re Carlo Alberto di Savoia. Aveva con sé un passaporto falso intestato a tal Luigi Mariotti e una somma di 1000 lire. Al momento di colpire il re con uno stiletto (cioè un piccolo pugnale) Gallenga si ritrasse. A quel punto scappò emigrando in America dove finì a insegnare lingue Stanza della Musica, Castello di Compianomoderne nell'Accademia femminile di Harvard. Gallenga tornò a Firenze, poi a Londra dove trovò lavoro come corrispondente del Times  per conto del quale segue la vicenda della spedizione dei Mille. Dal 1861 al 1865 fu corrispondente nella guerra di secessione americana. Nel 1870 seguì la guerra franco-prussiana. Morì nel 1895 all'età di 83 anni a Chepstow dopo aver lasciato un suo libro di memorie, un'autobiografia in lingua inglese.

Amaro GambarottaNel 1966 la Marchesa Lina Raimondi Gambarotta, acquistò il castello, trasformandolo in sontuosa dimora. La marchesa era moglie dell'imprenditore di Serravalle Scrivia figlio di quel Gian Battista Gambarotta, che con l'Amaro Gambarotta, era diventato famoso in Italia e nel mondo. Tra l'altro "Amaro Gambarotta" era il soprannome che gli amici letterati avevano dato allo scrittore Alberto Moravia. L'Amaro Gambarotta, già premiato all'esposizione nazionale di Torino del 1898, era nato secondo la leggenda dalla ricetta segreta di un frate missionario del Settecento, padre Stanislao. Il suo segreto fu venduto alla azienda Buton, la stessa che produceva la Vecchia Romagna. Ma questa, come direbbe Lucarelli, è un'altra storia. La marchesa era anche discendente della Marchesa Giuseppina Raimondi, la seconda moglie di Giuseppe Garibaldi, che fu al centro di uno scandalo, e che rimase sposata all'eroe dei due mondi soli un giorno.

La marchesa visse in quell'enorme castello con 2 cani e il maggiordomo. La notte, aveva come unica compagnia solo i suoi cani. Il resto della servitù dormiva infatti nell'edificio esterno della portineria. La marchesa, che aveva subito diversi furti, non si fidava. Il maniero venne  rinnovato e arredato con tantissimi oggetti d'arte acquistati dalla marchesa in Inghilterra, Francia, Cina, Spagna e altre parti del mondo.

CompianoNel 1987, alla morte di Lina Raimondi Gambarotta, il maniero è passato in eredità al Comune di Compiano. Il testamento della marchesa poneva come condizioni al comune: che il castello fosse aperto al pubblico e che le "sue" stanze rimanessero ai posteri insieme alla sua collezione e che la marchesa fosse sepolta all'interno del castello stesso.  Condizioni che vennero puntualmente rispettate. Nella piccola cappella, ricavata dal parroco di compiano agli inizi del 900, si trova la lapide della marchesa. Oggi all'interno del maniero, vi sono due musei: il primo è appunto la Collezione Raimondi Gambarotta, costituita da oggetti d'arte, arredi e dipinti sei - settecenteschi e alcune stanze a tema (quella stile impero e quella sulla Cina) e il  Museo Massonico denominato Orizzonti Massonici.

Il museo della massoneria realizzato a seguito della donazione di Flaminio Musa, ex partigiano, medico, scrittore, poeta, fondatore dell'Università Popolare e della Lega italiana per la lotta ai tumori di cui è stato fondatore e per anni presidente, in collaborazione con il Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani. Terminata la visita Museo degli Orsantial castello si prosegue nell'antico borgo con il Museo degli Orsanti, ospitato in una piccola e antica chiesa sconsacrata, e dedicato a girovaghi originari del luogo che dalla metà del 700 fino alla metà del secolo scorso, percorrevano le strade di tutta Europa, guadagnandosi da vivere con spettacoli di piazza che vedevano esibirsi scimmie, cammelli ed orsi ammaestrati al ritmo della musica degli organetti. Partivano soprattutto gli uomini, a volta accompagnati dai ragazzi che si facevano le ossa. Le mogli aspettavano, a volte per anni, il ritorno dei loro consorti. In loro memoria, negli ultimi anni si organizza il Festival dei Girovaghi, spettacoli gratuiti di artisti vari che si svolgono all'aperto.

La manifestazione è organizzata dall'Associazione Barbara Alpi che cura, oltre al Festival, e al Museo degli Orsanti, anche la manifestazione Antiche botteghe nei mesi di luglio ed agosto di ogni anno. In questa occasione le antiche botteghe del borgo vengono riaperte per ospitare artigiani e artisti.  L'Associazione Barbara Alpi è stata fondata da Maria Teresa Alpi, per ricordare la sorella morta prematuramente. Maria Teresa Alpi, una donna forte e schietta e indomabile con un grande gusto per l'arte e la creatività accompagnate da una forte volontà. Maria Teresa Alpi è stata anche la creatrice della griffe di borse famose in tutto il mondo Donna Esa a partire dagli anni 50 del secolo scorso. In un'epoca in cui non era certo facile per una donna affermarsi e realizzarsi riesce a diventare imprenditrice grazie solo ed esclusivamente al proprio talento e determinazione.

Borsa da Donna EsaLa ricchezza dei materiali e la particolarità dei modelli, infatti,  hanno reso il suo stile unico e originale. Le riviste più importanti del settore, come Vogue, Bazar, hanno dedicato servizi e approfondimenti a queste borse. I più raffinati negozi italiani, ed europei, e poi Bloomingdale a New York, vendono le borse Donna Esa, le attrici e le donne più belle e importanti le comprano e le indossano. Potrete incontrare la signora Maria Teresa molto spesso a darvi il benvenuto al suo museo degli Orsanti, come è successo a noi e ai nostri bambini l'11 Ottobre di quest'anno, a farvi da anfitrione attraverso la storia di questi girovaghi che per necessità e con coraggio viaggiavano nelle capitali d'Europa, da Londra a Mosca, da Istanbul a Lisbona.

Panorama di CompianoUna visita a Compiano porta con se atmosfere d'altri tempi. Il giro a piedi è piccolo ma emozionante. Si passeggia lungo piccoli vicoli lastricati con lastre in pietra e pietre di fiume che si arrampicano su un paio di saliscendi e sui quali si affacciano palazzi nobiliari e case dai detti in ardesia. La bella piazzetta, si apre a un panorama stupendo sulla vallata, e su di essa si affaccia il bar tabacchi, curato e di stile, dove dignitosi signori giocano a carte in modo appassionato e il ristorante Antica Compiano, lo stesso dove ha pranzato e cenato il principe Albero di Monaco. Sempre sulla piazzetta si affaccia la barocca chiesa di San Giovanni Battista, che custodisce il prezioso manto della Madonna delle Monache Agostiniane, per le quali il principe Federico Landi costruì nel 1599 il convento e la cappella; dopo la soppressione nel 1810, anche il crocefisso miracoloso fu trasferito nella parrocchiale. La devozione al crocefisso avrebbe origine da una antica leggenda che racconta di un fatto prodigioso avvenuto intorno al 1600, quando un giovane e povero infermo che prestava servizio nelle milizie dei signori del castello ottenne la completa guarigione pregano il crocifisso. Tutto questo ed altro ancora vi aspettano nel fiabesco borgo di Compiano.

Di M. Serra per Informagiovani Italia

 

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