VISITARE
MANAROLA -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Circondata dai vitigni e famosa per il suo
dolce vino Sciacchetrà, questo borgo delle Cinque Terre è
ricco di storia e scenari mozzafiato. A causa della sua
vicinanza a Riomaggiore (852m di distanza), può essere
parecchio trafficato, specialmente nei periodi di punta, ma
vale sempre la pena venire da queste parti.
Manarola, frazione di
Riomaggiore,
è una delle località più suggestive e ardite, nonché la più
antica delle
Cinque Terre, sospesa
su uno sperone roccioso che scende dritto fino al mare in un tuffo di circa 70
metri con le tipiche case-torri di stile genovese che formano una sorta di
alveare colorato, con stretti e ripidi vicoli intrisi di salsedine.
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Fondata
durante il XII secolo, Manarola deriva
probabilmente il suo nome da un'antica "magna roea", una
grande ruota di mulino presente in paese. Il borgo ligure ha una
lunga tradizione di produzione di vino e olio d'oliva che
provengono dalle terrazze sulle colline sopra il paese. La
zona è rinomata per il suo vino secco, bianco chiamato
Sciacchetrà, e c'è un piccolo museo dedicato al vino
trova nel borgo. Il modo più
bello per raggiungere Manarola è il breve sentiero che
attraversa scogliere e paesaggi mozzafiato, la Via
dell'Amore. Ci si arriva da
Riomaggiore,
il comune di cui Manarola è parte, in pochi chilometri di
percorso, tra gli intensi profumi della macchia
mediterranea, i rumori e le variazioni cromatiche del mare,
della terra e del cielo. Il piccolo borgo appare da lontano,
sul suo piedistallo naturale, bagnato da onde schiumose e
agitate e dominato dai colori delle case a torre, tipiche di
questo territorio.
Il
territorio è quello della costa ligure del Levante,
le Cinque Terre, dal 1997 patrimonio dell'Umanità con
l'UNESCO e dal 1999 parte dell'omonimo Parco
Nazionale. L'intera area costiera si caratterizza per quei
tipici terrazzamenti collinari, coltivati a vite e
ulivo, e per i sentieri a mulattiera affiancati da un
groviglio di pietre basse che danno vita a chilometri e
chilometri di muretti a secco (in tutto il territorio
i chilometri sono oltre 6.700). Non fosse per questa antica
tradizione che mantiene e lavora la terra come faceva in
passato, le colline scivolerebbero letteralmente giù verso
il mare. Le piogge di questi ultimi anni, sempre più
intense, mettono a rischio la tenuta di questi secolari
muretti, che infatti necessitano di una continua e costante
manutenzione.
Ancora
oggi, l'uva viene raccolta con dei particolari meccanismi
monorotaia e portata giù verso le case e il mare. Il vino
di Manarola è uno dei più pregiati della Liguria, si
chiama Sciacchetrà ed è sinonimo di Cinque Terre,
perché prodotto solo in questa zona. Il suo nome deriva dal
dialetto sciac, che significa schiacciare, e da
etrà e cioè dalla fase che toglie le vinacce
durante la fermentazione. Si noteranno le tipiche case-torri
del borgo con la terrazza sul tetto, chiamata Cassola,
ed è proprio qui che a settembre dopo la vendemmia le uve
del territorio vengono lasciate appassire su appositi
graticci, all'ombra. Il risultato è un vino corposo, dal
colore dorato e dai riflessi ambrati, facile da consigliare
agli amanti del buon bere.
La
storia di Manarola non è tanto diversa da quella delle
altre località delle Cinque Terre, e cioè la stessa
Riomaggiore,
Vernazza,
Corniglia,
Monterosso
o anche
Porto Venere, tutte strette in passato tra le
pressioni delle due potenti
Repubbliche Marinare di
Genova e di
Pisa. Storia e
natura hanno prodotto quello che per l'Associazione
Nazionale dei Comuni Italiani è diventato uno dei borghi
più belli d'Italia, e non c'è da stupirsi visto che qui il
paesaggio è veramente idilliaco. Secondo alcuni studiosi il
nome deriva dal latino
Manium arula, riferito probabilmente ad un piccolo
tempio dedicato agli dei Mani (anime benevolenti dei defunti
che l'antica religione romana venerava come divinità); la
tradizione popolare tuttavia lega il nome al dialetto locale
'magna roea', e cioè 'grande ruota', in riferimento
alla grande ruota di un mulino ad acqua (strutture non
estranee alla località).
Ad
incuriosire, più della storia medievale e rinascimentale
della località, sono più che altro le sue origini, che gli
storici fanno risalire all'odierna Volastra,
un'area poco lontana abitata nell'antichità da popolazioni
etrusche.
Ed è proprio a Volastra che è situato uno dei
Santuari delle Cinque Terre, quello della Madonna
della Salute,
una piccola chiesetta romanica del XII
secolo, semplice, in pietra e ad unica navata rettangolare.
Il santuario appartiene alla parrocchia della chiesa di
San Lorenzo di Manarola, poco più giù nel paese (piazza
Innocenzo IV), il cui edificio è originario del 1338. La
somiglianza inganna, quest'ultimo edificio si distingue
infatti per il grande rosone che sovrasta la facciata,
finemente scolpito, e per l'interno a tre navate e in stile
Barocco (si ammiri anche il trittico del Quattrocento). Un
altro interessante struttura storica di Manarola è il
Castello di via del Baluardo, eretto un tempo a difesa
contro le piraterie dei Saraceni ed oggi ancora
riconoscibile, anche se di poco, tra edifici di più recente
costruzione.
Manarola,
come le sue sorelle costiere, si caratterizza per la grande
natura e l'adattamento dell'uomo ad essa. Nel complesso
l'abitato si compone di una parte alta, quella di via
Discovolo e di via delle Coste, ed una parte bassa che
scende verso la marina ed è raggiungibile percorrendo a
piedi la via Rollandi da una parte e le vie Belvedere e
Birolli dall'altra. Non stupitevi se camminando lungo
quest'ultima stretta viuzza, trovate parcheggiate, al lato
della strada e affianco a qualche tavolo di un ristorante,
una piccola barca colorata... infatti, il borgo è
praticamente invaso da un filare di barchette variopinte,
tirate a secco, ordinatamente disposte lungo le vie più alte
e dotate di 'paranco' e cioè di un meccanismo che serve ad
issarle a mare.
Riprendiamo
a camminare lungo i
percorsi escursionistici
segnalati dal CAI.
Ce ne sono di diversi in zona: il primo e il più famoso è
sicuramente il sentiero
visto all'inizio, quello che collega Manarola a
Riomaggiore, dedicato sin dagli anni '30 dello scorso secolo
agli innamorati. È parte del più esteso Sentiero Azzurro,
che arriva fino al comune di Monterosso; inizia da una
pratica rampa a declivio e percorre, attraverso un sentiero
nella scogliera, tratti di natura spettacolare, tra piante
di agavi, fichi d'india e flora adatta al salmastro clima
mediterraneo (lentisco e pino in particolare).
Il
borgo di Manarola è anche conosciuto per diventare il
presepe illuminato più grande del mondo. Il Natale
nelle Cinque Terre diventa un'alternativa alla stagione
estiva e trova a Manarola una delle sue espressioni più
suggestive: per tutto il mese di dicembre e fino a gennaio
le luci e le luminarie che addobbano le case trasformano la
località in un grande presepe di luci.
A prendere le redini
dell'evento è Mario Andreoli, che è anche ideatore e
costruttore del grande presepe, un anziano residente locale
che da diverso tempo posiziona centinaia e centinaia di
personaggi dell'Avvento, e migliaia di lampadine, su è giù
tra i terrazzamenti della collina. Oltre al periodo di
Natale, si consiglia la visita anche durante la Pasqua,
per assistere alla suggestiva
Via Crucis di Manarola (anche questa arricchita dalla
creatività del signor Andreoli) e nel mese di agosto, per la
tradizionale Festa patronale e sagra di San Lorenzo di
Manarola.
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