Battistero Neoniano a Ravenna

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Battistero Neoniano a Ravenna

Il Battistero Neoniano o degli Ortodossi, prende nome dal vescovo Neone che lo decorò attorno alla metà del V secolo. Siamo di fronte al più antico monumento presente a Ravenna, Patrimonio Unesco, l'edificio battesimale del periodo tardo antico meglio conservato che è arrivato fino a noi, con le decorazioni interne fatte di marmi, stucchi e mosaici preziosi che lasciano a bocca aperta da più di 1500 anni.

Battistero Neoniano I lavori per la sua edificazione iniziarono alla fine del 300 d.C, e terminarono 150 anni dopo, con la cupola e i decori di mosaico. L'edificio, a pianta ottagonale, è coronato da una grande cupola costituita da due anelli concentrici di piccoli tubi di terracotta a forma di siringa, inseriti l'uno nell’estremità dell’altro, secondo un sistema già impiegato dagli architetti romani. Sulla scorta del ritrovamento di tracce di un piano primitivo a più di 3 metri al di sotto del pavimento attuale, alcuni studiosi hanno pensato che il battistero fosse originariamente impiantato nei locali di un edificio termale romano.

Battistero Neoniano Un secondo pavimento, rinvenuto a 1,75 metri sotto quello odierno, si ritiene possa essere il piano del battistero risalente a Neone. La cortina laterizia che riveste esternamente l'edificio è molto semplice ed è molto probabilmente da attribuire a un rifacimento compiuto in età romanica, ipotesi rafforzata dalla archeggiatura che ne decora la parte superiore. A occidente sulla risega si vede un piccolo bassorilievo romano con un cavaliere che reca in mano una corona da vincitore; la porta del XVI secolo, riparata nel XVIII secolo, reca nell’architrave il motto francese "En espoir Dieu", "Nella speranza di Dio".

Battistero Neoniano Al suo interno potremo rimanere stupiti dall’alternanza di colori ed armonie, dovuta all’uso di marmi e mosaici. Una serie di immagini rivivono in questo luogo, come quella del battesimo di Gesù, degli Apostoli e dei Profeti, realizzati da stucchi e mosaici. Agli angoli dell'ottagono, otto colonnine sostengono altrettanti archi rivestiti di mosaici molto restaurati raffiguranti girali di acanto racchiudenti piccole figure di Profeti; gli archi racchiudono alternativamente quattro nicchie e quattro pareti rettilinee adorne di iscrizioni musive con monogrammi e di tarsie marmoree. Sopra, altre otto arcature circoscrivono ognuna tre arcate minori con ventiquattro colonne di marmi diversi. Queste ultime includono e finte architetture in stucco, un tempo colorate; altri stucchi adornano le soprastanti lunette.

Battistero Neoniano La cupola è totalmente rivestita da mosaici costituiti dal basso verso l'alto, da due fasce concentriche e da un grande disco mediano. Nel primo circolo, scandito ritmicamente da piante, sorgono architetture formate da edicole cui si affiancano due specie di portici. Nelle edicole si alternano i troni dell'etimasia (motivo iconografico cristiano di origine orientale, essenzialmente composto di un trono sormontato da una croce) e i quattro altari con i Vangeli: sotto i portici si incurvano nicchie contenenti scanni vuoti, oppure crescono viridari recinti da transenne. Tutta la fascia contenente simboli relativi alla sovranità di Cristo, è caratterizzata  da un intenso uso del colore. Più pacato è invece  il cromatismo della seconda fascia in cui sono raffigurati i dodici Apostoli, separati tra loro da candelieri floreali e recanti sulle mani una corona trionfale. Nel disco mediano è infine rappresentato il Battesimo di Cristo con il fiume Giordano personificato.

Battistero Neoniano Al centro del battistero, il fonte battesimale fu rifatto nel XVI secolo con marmi antichi; del fonte primitivo rimane il pergamo di marmo greco con lo Spirito Santo in rilievo. I mosaici subirono diversi rifacimenti, alcuni assai antichi (VII e XII secolo), altri piu recenti (XVI e XVIII secolo). Gli ornamenti di stucco delle lunette furono martellati nel 1880 e successivamente campiti con tinta neutra durante il restauro degli anni 1899-1906.

Un aneddoto molto curioso alimenta la mistica e l’aspetto surreale di questo luogo; lo psicanalista Carl Gustav Jung visitò il Battistero durante una sua visita a Ravenna nel 1934 e vide un mosaico raffigurante Gesù che tende la propria mano a Pietro, il quale sta per annegare, per Jung questa era l’immagine della morte e della rinascita. Ne rimase molto stupito e al suo rientro a Zurigo andò alla ricerca di una foto che lo ritraesse, ma solo allora scoprì, che in realtà, quel mosaico non era mai esistito. Lo stesso autore raccontò l’accaduto in un suo scritto "Ricordi, sogni e riflessioni" definendolo come un’intersezione tra conscio ed inconscio.

Battistero Neoniano

Piazza Duomo, 1, 48121 Ravenna
Tel: 0544 541688

 

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