VISITARE
VIENNA.
INFORMAZIONI E GUIDA SULLA CAPITALE AUSTRIACA.
La maggior parte delle persone arrivano qui con un'immagine vivida nella
loro mente: un luogo romantico, pieno di nostalgia
imperiale, musica classica, teatri d'opera e dolci squisiti.
La città può far girare, piacevolmente, la testa per il suo
eclettismo di stili architettonici: dall'Alto Barocco
attraverso i monumentali progetti imperiali della fine del XIX secolo, allo stile decorativo Jugendstil (Art Nouveau)
dell'inizio del XX, usato con grande effetto anche su molte
delle splendide stazioni della metropolitana della città.
Il tutto fa da sfondo a capolavori artistici e musicali,
insieme alla cultura dei caffè e alle "gustose" scene
gastronomiche e di design.
Esistono
luoghi come
Vienna, che un po' tutti, prima o poi,
vorrebbero visitare. Si è attirati dai
ricordi, visti, letti o sentiti chissà dove (libri,
tv, cinema, ecc), di palazzi,
chiese, architetture imperiali
lasciate dagli
Asburgo, musei grandi come regge, dove
perdersi e dalla musica, che "qui", è "classica".
Perché visitare Vienna? Quello a cui abbiamo
accennato dovrebbe di per se essere sufficiente a rispondere
a questa domanda. Forse non ce ne rendiamo conto abbastanza,
ma luoghi come Vienna fanno in qualche modo parte, sotto
traccia, anche della nostra cultura e della cultura del
mondo e per questo e per mille altri motivi ne siamo
attirati e la ammiriamo. Se siete alla ricerca di risposte
prima del vostro viaggio in questa nostra guida ne troverete
molte.
Sembrerà
strano, ma molti vorrebbero visitare Vienna anche solo
vedere con i propri occhi cosa sia la "cultura del caffè", la CafeKultur,
come la chiamano qui. Ne avrete sentito parlare, si tratta
di quel modo di passare parte del proprio tempo libero a
leggere, chiacchierare, sorseggiare un caffè in una delle
storiche caffetterie viennesi, fatte di specchi e arredi
ottocenteschi anneriti dal tempo. Il caffè, inteso
come bevanda, entrò
nella storia europea nel 1683 durante l'assedio turco
di Vienna.
La città era l'ultimo baluardo europeo a resistere
contro l'avanzata ottomana; in Europa si aveva una grande
paura per le conseguenze che una sua caduta avrebbe potuto
avere. Un evento storico
che modellò la geografia e la politica del continente, ma anche
il nostra modo di vivere. Fu l'inizio della consuetudine a
bere caffè. Ricordatevene la prossima volta
che gusterete un buon "espresso" al bar. Grandi opere d'arte
sono state immaginate e create in questa città gustando una buona miscela
di caffè, nelle Kaffeehäuser, e le caffetterie hanno
finito di diventare dei veri e propri "salotti"
per i viennesi, tanto che nel 2011
sono state inserite nella lista del patrimonio culturale immateriale
dell'Unesco.
Nonostante sia una città di quasi due milioni di abitanti,
Vienna si gira molto a piedi, specialmente la parte storica
racchiusa nell'anello della Ringstrasse,
la Innere Stadt, il centro città, quindi armatevi di
scarpe comode. In più offre una efficiente rete di trasporti,
a cominciare dalla metropolitana, la U-Bahn, veloce,
comoda e sicura, aperta dalle 5.00 alle 24.00 dal lunedì al
giovedì e ininterrottamente dalle 5.00 del venerdì alle 24.00
della domenica. I biglietti sono in vendita ai distributori
automatici o alle biglietterie delle stazioni (non dimenticatevi
di convalidare i biglietti prima di entrare nei convogli). Poi
ci si può spostare sui tram (più lenti ma più piacevoli dalle
5.15 alle 23.45 circa), acquistando i biglietti presso i chioschi
o, pagando un po' di più dal conducente; oppure ci si può affidare
agli autobus, sempre molto puntuali e con una miriade di percorsi
utili (con corse in genere dalle 5 del mattino a mezzanotte;
con meno servizi nei fine settimana). Particolarmente
utile è l'autobus notturno per le zone esterne; effettua corse
ogni 30 minuti dalle 12.30 alle 5.00. Le fermate principali
si trovano a Schwedenplatz, Schottentor e Kärntner Ring/Oper.
Molti, come è giusto che sia, sperano, venendo a Vienna,
di vedere alcuni luoghi incredibili o di sentire i concerti
nei templi della musica classica. Tenete conto però che è meglio
prenotare per tempo (anche tre mesi prima), per luoghi come
lo Staatsoper, la Musikverein, il Coro
delle Voci bianche di Vienna e la Scuola di Equitazione
spagnola e per tutti i grandi eventi, come
i concerti dell'ultimo dell'anno (e dell'anno nuovo). Questo
per non rimanere delusi e, in questa città, sarebbe un vero
peccato.
Da
anni la capitale dell'Austria è nella prima o tra le prime città
al mondo come qualità della vita (quasi sempre in compagnia
di Zurigo
e Monaco).
Io la volevo visitare per tanti motivi fin da ragazzo, magari
d'inverno, magari arrivando in treno di notte, magari se fosse
stato possibile, in bianco e nero, come nel Terzo Uomo,
con una cuffia para freddo e timidezza rispetto al cappello
a tesa larga di Orson Wells. Poi mi piaceva la musica
classica, anche se non lo dicevo molto tra i miei amici lanciati
verso il rock dei Pink Floyd, Led Zeppelin, ma
anche di Vasco Rossi. Non che io non ascoltassi questa
musica in immense serate di approfondimento e sogni, ma ascoltavo
anche Mozart,
Beethoven,
Schubert
o
Brahms, Johann Strauss
e mi chiedevo dove avessero composto, vissuto, mangiato e perfino
respirato, arrovellandomi invano su quello che li poteva avere
ispirati, un po' come mi capitava pensando a Firenze
e al Rinascimento.
Poi
un giorno ci sono andato in
Interrail e ho cominciato
a costruire i miei ricordi della città. Avevo poco più di 16
anni e da allora sono andato tante altre volte. Passando dal
sacro al profano musicale, ascoltavo (e ascolto ancora),
Billy Joel e tanti suoi dischi mi accompagnavano nei miei
viaggi. Una delle sue più belle canzoni, si intitola proprio
Vienna (del 1977, dall'album Stranger). Avevo
la cassetta di quel disco (non il vinile purtroppo), che avevo
consumato a forza di ascoltarla. Per chi non lo sapesse il padre
di Billy Joel era tedesco e viveva a Vienna e lui di tanto in
tanto andava a trovarlo e (immagino) a recuperare un po' dell'affetto
perduto dalla distanza, "When will you realize, Vienna waits
for you".
Se siete ancora indecisi ecco
11 buoni motivi
per visitare Vienna, poi potete continuare
a leggere questa lunga introduzione alla capitale austriaca.
Vienna
nei primi 14 anni del XX secolo: Freud, Wittgenstein,
Schiele, Klimt, Kokoschka, Schnitzler
per citarne alcuni. In quegli anni a Vienna si viveva il periodo
culturale più fulgido della storia europea, paradossalmente
prima dell'autodistruzione delle due guerre mondiali. Proprio
in quel momento, quando tutto un mondo stava per finire con
il crollo dell'Impero austro-ungarico, tante menti brillanti
nel campo della letteratura, dell'arte, dell'architettura operavano
a Vienna e qui hanno lasciato la loro eredità. Un lascito che
si vede (e si sente) ovunque camminando per queste strade.
Perché certe città, come questa, riescono a colpire
così tanto l'immaginazione dei viaggiatori?
Forse Vienna attirava tante persone per il desiderio, vano,
di essere stati lì, anche come semplici testimoni silenziosi
di un tempo cruciale, quando tutto stava cambiando e le consuetudini,
che sembravano eterne, non bastavano più. Oggi si visita Vienna
cercando di respirarne in qualche modo l'essenza del passato
ma anche la vivacità attuale, tra le note di un grande compositore,
gli stucchi di un palazzo, i riflessi d'oro di un mosaico di
Klimt. Tutto finisce e tutto ricomincia...
In
tutte le guide che leggerete su questa città viene consigliato
di visitarla a piedi, ed è un buon consiglio, soprattutto per
quando riguarda il centro storico, racchiuso in un ambito tutto
sommato limitato. Ma potete anche muovervi in bicicletta. La
città è infatti dotata di una buona rete di piste ciclabili.
Se poi volete fare i turisti fino in fondo (che male c'è) potete
prendere uno dei tipici Fiaker, le tradizionali carrozze
che si vedono sul
Graben (la strada pedonale più famosa della città) e un
po' dovunque in centro e rilassarvi a vedere i vari luoghi più
importanti a passo di trotto.
Vi sarete chiesti quanto sia grande Vienna? La
Capitale austriaca ha una estensione di 414,6 km² ed è leggermente
più piccola della altre due grandi capitali del centro Europa,
Budapest (525,2 km²) e
Praga (496 km²).
Uno
degli aspetti più sorprendenti di Vienna è certamente il cuore
della città (Innere Stadt), delimitato dal grande viale
che lo circonda, la Ringstrasse
"l'anello", il grande boulevard che sostituì le mura cittadine
a metà Ottocento. È abbastanza facile tentare di immaginarsi
chi vi abbia vissuto, non solo nei primi anni del
XX secolo ma anche dopo; tutto è così ben conservato e mantenuto
che si può girare un angolo e meravigliarsi scioccamente, oppure
commuoversi, immaginando che Mozart, Beethoven,
Schubert, Brahms potrebbero aver visto la stessa
identica cosa che stiamo guardando noi in quel momento. Ma è
soprattutto la Vienna nel suo fasto in dissolvenza, negli ultimi
anni dell'impero (1867-1918) ad essere presente in quasi ogni
strada e in ogni veduta. La Vienna di Freud,
di Wittgenstein,
di
Egon Schiele, di
Klimt, e di tanti altri, ci circonda. Lo so, tra
una riflessione nostalgica e l'altra vi fermerete immancabilmente
in uno dei numerosi caffè viennesi. Ma si tratta sempre di sana
nostalgia, disdegnando (forse) la Sachertorte
divenuta troppo ovvia.
Accanto
al passato glorioso, la vecchia metropoli sul
Danubio ha assunto aspetti nuovi (ci mancherebbe), riuscendo
ogni volta a re-inventarsi e a stare al passo con i tempi. È
ridiventata "In", dopo essere stata "In and Out" per tanti secoli,
se ci passate l'inglesismo. Oggi, accanto ai fasti della
tradizione, ne apprezzerete soprattutto la modernità e la vivacità della scena
culturale. Oltre che come meta turistica, Vienna
è molto apprezzata anche dai suoi abitanti; riconosciuta costantemente
al top nella classifica delle migliori città europee per qualità
della vita e precede spesso le due città svizzere di Zurigo
e Ginevra,
molto più piccole e "gestibili".
Vienna in fin dei conti è sempre stata così, vecchia e nuova,
capitale del mondo e provinciale. Giacomo Casanova, diceva
un tempo: "Tutto a Vienna - scriveva dopo aver rischiato
l'arresto per oltraggio al pudore - era bello; vi era molto
denaro e molto lusso, ma v'erano grandi impacci per quanti erano
devoti a Venere. Una legione di vili spie, decorate con il bel
nome di commissari di castità, erano carnefici spietati di tutte
le ragazze allegre."
Nell'epoca di maggiore splendore viennese,
Sisi, (Sissi fu un nome cinematografico)
l'imperatrice triste era sposata a quella figura burbera, austera
e noiosa che era Francesco Giuseppe (Cecco Beppe per
i patrioti risorgimentali italiani) nel suo tenace ed ostinato
conservatorismo, godeva della fama poco edificante di uomo totalmente
privo di fantasia. Eppure...eppure durante il suo regno la multietnica
Vienna pullulava di artisti, scrittori, musicisti, filosofi,
scienziati, la cui opera complessiva "componeva"(è proprio il
caso di dire nella città della musica), un modello di riferimento
per la cultura mondiale.
All'epoca
l'aspetto monumentale della città cinta nel Ring era monolitico,
compatto e tranquillo. Nulla sembrava sfuggire ad una blanda
armonia anche se il
valzer che, inventato qui, che fece fortuna prima a
Parigi che a Vienna, apparentemente austero pur nel suo
andamento allegro, poteva assumere ritmi parossistici da baraonda.
Arthur Schnitzler, medico e drammaturgo, l'inventore
del "monologo interiore", vagabondava nella notte incontrando
figure inquietanti che popolavano una città segreta e Sigmund
Freud nello stesso periodo cominciava a frugare nei meandri
della psiche umana. Chi visitava Vienna, a quell'epoca come
in quelle precedenti, non poteva che tesserne le lodi. Era uno
strano e contraddittorio progressismo conservatore.
Vienna è cara? Bisogna mettere in conto, che Vienna,
essendo la capitale di una delle nazioni più ricche del
mondo, potrebbe in alcuni casi apparire costosa. Ma non
è male se paragonata a città come Londra o anche Parigi,
e di solito nelle classifiche sul costo della vita nell'UE
risulta essere appena superiore alla media.
Certo,
poi qualcuno che critica c'è sempre, ma nessuno è mai stato
così caustico come Karl Kraus, scrittore viennese che
ferocemente smontava il mito della sua città fingendo di volerlo
alimentare. E concludeva: "È un'ingiustizia parlar
male di Vienna sempre per i suoi difetti, quando val la pena
di parlar male anche dei suoi pregi". Lo stesso Kraus tuttavia
disse anche che: "Le vie di Vienna sono lastricate
di Cultura, quelle delle altre città d'asfalto."
Attorno al 1900 Vienna ospitava grandi nomi dell'arte e della
cultura, alcuni già menzionati: Freud, Klimt, Egon Schiele,
Adolf Loos, Ludwig Wittgenstein, Arnol Shömberg, Gustav Mahler,
Oskar Kokoschka (il quasi centenario, che morì nel 1980),
Kraus appunto, Arthur Schnitzler e tanti altri. Era
la grandezza prima del declino. La speranza prima di due guerre
mondiali e del nazismo, l'illusione di trovare un senso all'insensatezza.
Tutti sorseggiavano caffè, illuminati fiocamente prima dalle
candele e poi dalle prime luci artificiali, in sale ricoperte
di mobili di legno scuro, con tanti tavolini occupati spesso
da personaggi che schermavano e duellavano di intelletto. Era
questa la Café Kultur, a cui accennavo sopra, che poi
da Vienna avrebbe invaso l'Europa che oggi, purtroppo, salvo
rarissime eccezioni, non esiste più.
Un espresso per favore
Il
caffè con i suoi chicchi profumati entrò nella storia europea
con l'insidioso arrivo dell'esercito ottomano, che sconfitto
alle porte della capitale austriaca, ritirandosi precipitosamente
verso sud lasciò dietro di sé, negli accampamenti abbandonati,
una decina di sacchi pieni di grossi semi ovoidali, una specie
di "fagioli" sconosciuti. Gli austriaci scambiandoli per mangime
da dare ai cammelli, incominciarono a far bollire i chicchi
nell'acqua e a masticarli, pensando di usarli come contorno.
L'esito, ovviamente fu disastroso e soltanto qualche mese dopo
ci fu la "rivelazione" che quel "mangime" non era una barbarie.
Anzi. A rendere edotti nobili e popolo sull'uso del caffè, e
di come andasse bevuto e non mangiato, fu un esploratore esperto
di ricognizioni oltre le linee dell'esercito austriaco, un certo
Georg Franz Kolschitzky, probabilmente un suddito polacco
del multietnico impero degli Asburgo,
che aveva preso confidenza con il caffè-bevanda negli accampamenti
degli ottomani, durante le sue delicate missioni di spionaggio.
Fu lui quindi ad aprire, col permesso imperiale, il primo spaccio
di caffè nel 1685. Da allora il caffè viennese, inteso come
locale dove si beve il caffè stesso, diventò un luogo di ritrovo
e uno stile di vita. Esistono migliaia di caffetterie oggi a
Vienna, centinaia di queste sono caffetterie tradizionali, cambiate
poco o nulla da quando ci andavano i personaggi sopra citati.
I nostri bar derivano da queste caffetterie. La prossima volta
che bevete un caffè, pensate all'accampamento turco alle porte
di Vienna, ai sacchi di caffè lasciati lì nella fuga, e a tutto
quello che ne è derivato...
Vienna è la culla di una rivoluzione culturale
destinata a sconvolgere la tradizionale concezione dell'uomo,
portando alla luce le sue contraddizioni e mettendone in discussione
le certezze. (Federico Zeri)
Nei
caffé di Vienna di fine secolo non si parlava tanto del
declino dell'Impero, che sembrava impossibile, ma che incombeva
come un'ombra fredda. Il declino fu un'agonia, nel raccontare
la quale si impegnarono le migliori penne degli anni a cavallo
tra Ottocento e Novecento, da Robert Musil (L'uomo
senza qualità) a Joseph Roth, che popolavano
i celebri Café come il Central, dove a un tavolino,
ancora oggi, c'è sempre il poeta Peter Altenberg, trasformato
in manichino col giornale aperto tra le mani, o dove Leo
Bronstein, anche conosciuto come Trotski, un tempo,
prima della "Rivoluzione", giocava a carte.
Altenberg,
che non aveva neanche una casa, era il cliente più assiduo per
quanto non avesse in tasca uno scellino. Simboleggiando a meraviglia
lo spirito dell'epoca, se qualcuno si preoccupava di offrirgli
un lavoro rifiutava indispettito, dicendo che non poteva occuparsi
di nient'altro che di portare a termine la propria vita.
Sono state scritte montagne di pagine e di titoli su
questa epoca di deriva. Il Cafè Central è stato frequentato
anche da Lenin, Hitler e Tito, oltre che
da Freud.
Se state cercando un hotel, vi consigliamo di scegliere
tra quelli offerti da
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di scelta a Vienna con prezzi, foto e i commenti di chi
ha soggiornato prima di voi. Vai a
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Gli stessi personaggi che frequentavano le caffetterie il
giorno, probabilmente "bazzicavano" la sera nei Beisl
, un'altra tradizione viennese. Si tratta di un locale simile
ad un bistrot pub, che si possono trovare abbondanti ancora
oggi in tutta la città, che servono porzioni abbondanti di
gulasch, Wiener schnitzel, (le fettine impanate
come la nostra "Milanese"), Tafelspitz (carne di manzo
bollita di prima scelta) e altre prelibatezze insieme a vino
e/o birra su tavoli disadorni in legno. In estate, molti di
questi locali si aprono su terrazze o cortili acciottolati illuminati
da lanterne, creando una bella atmosfera.
Vienna
a un certo punto della sua storia, tra il XVIII e il XIX secolo,
era il cuore culturale d'Europa. Oggi chi viene qui passeggia
circondato dalle architetture maestose frutto di quel periodo.
Furono gli sforzi dei monarchi asburgici di rivaleggiare con
i loro simili europei in Francia, Inghilterra, Russia e Prussia
a dare i connotati alla città che vediamo oggi. La capitale
di un impero era il suo simbolo e doveva dimostrare, attraverso
la sua estetica e la sua grandiosità, di essere superiore alle
altre, ovunque esse si trovassero. Tra i principali fautori
di questa "grandeur" ci fu sempre lui, l'imperatore Francesco
Giuseppe, che non badò a spese per edificare una città che
esprimesse in pieno la potenza dell'impero e della sua casata
casata, altro che noioso. La città cambiò volto, vennero
abbattute alcune fortificazioni insieme a quelli che erano i
cortili per le esercitazioni militari, ormai inutili, che circondavano
la Innere Stadt. Tra il 1858 e il 1865 venne disegnata
e messa in opera la Ringstrasse,
il largo viale in stile "boulevard parigino" a forma di anello
che racchiude il centro di Vienna.
Un decennio dopo prese il via la costruzione dei tanti maestosi
edifici che si affacciano su questa strada ancora oggi. Il "Ring",
come viene comunemente chiamato, abbraccia idealmente la maggior
parte dei tesori artistici, architettonici e culturali della
città ed è un punto di riferimento infallibile, che rende quasi
impossibile perdersi. Tra tutto quello che è possibile vedere,
potreste cominciare dal centro del centro, ovvero la Cattedrale di Santo
Stefano, bella e particolare, con le romaniche
Torri dei Pagani, la gotica Südturm (torre meridionale)
alta 136 metri e il magnifico tetto di tegole smaltate a maiolica
con lo stemma imperiale (la famosa aquila bicipite nera).
Questa
torre doveva avere una "gemella" dall'altra parte, ma non si
finì mai ed oggi resta l'incompiuto campanile con la campana
più grande, la "Pummerin" che suona solo in occasioni
speciali. Per avere una visione d'insieme del centro storico
di Vienna potete anche decidere di salire i 343 gradini e raggiungere
la vetta della torre oppure prendere il più comodo ascensore
(il biglietto al momento costa € 4,50 dalle 9 alle 17).
Vienna in tedesco? Wien. Quindi Wiener Schnitzel,
si traduce come cotoletta viennese :).
Entrati
nella cattedrale vi troverete davanti all'immenso interno a
tre navate con colonne ornate da grandi statue, ci sono diverse
cose molte particolari (e belle) che colpiscono l'attenzione
del visitatore. Personalmente mi sono diretto subito a vedere
la Cappella Trina con il sepolcro del principe Eugenio
di Savoia, uno dei più grandi condottieri della storia,
insieme a un altro italiano, Raimondo Montecuccoli, sepolto
sempre in Austria (lavorò anch'egli al servizio degli Asburgo)
a Linz.
Il "Principe" Eugenio combatté fino a 72 anni, senza venire
quasi mai battuto e perì di morte naturale, ricchissimo e patrono
delle arti (suo era il Castello del Belvedere
degno di un re - per vederlo recatevi in Prinz Eugen-Straße
27); alla sua morte il suo corpo venne tumulato qui nella cattedrale,
il suo cuore, in onore della sua casata, nella Basilica di Superga
a Torino.
Nella
navata centrale della cattedrale si trovano il pulpito
di una bellezza emozionante, del 1515 e la Madonna della
servitù. In fondo a destra risalta l'imponenza della tomba
in marmo rosso dell’imperatore Federico III del 1493
(l'ultimo imperatore del
Sacro
Romano Impero ad essere incoronato a Roma,
il primo fu Carlo Magno il 25 dicembre dell'800).
Se si scende giù nelle catacombe, potrete vedere un ossario
che raccoglie le spoglie delle innumerevoli vittime della peste
che colpì la città. Se volete vedere, oltre alle ossa di persone
comuni, quelle imperiali ci sono le urne di rame, con dentro
le viscere degli imperatori; i corpi imbalsamati riposano invece
nella Cripta dei Cappuccini (vedere
Cripta
imperiale) che si trova sotto la Chiesa di Santa
Maria degli Angeli (detta anche Kapuzinerkirche, indirizzo
Tegetthoffstraße 2), ed i loro cuori nella cripta della Chiesa
degli Agostiniani (Augustinerkirche- indirizzo Augustinerstraße 3), luogo di grandi matrimoni
imperiali, sempre che siate interessati a questo genere di cose.
Nella Cripta Imperiale si trovano anche le tombe di
Francesco Giuseppe e di Sisi.
Non
bisogna fare poi molta strada per raggiungere il Palazzo
Imperiale degli Asburgo l'Hofburg(indirizzo Michaelerkuppel), la residenza reale che è stata
tale fino al 1918: una monumentale testimonianza di ricchezza
assolutista, cultura ed eredità storica nel cuore della città.
Il Palazzo, di una vastità impressionante, comprende tra
le altre cose: la Chiesa agostiniana del XIV secolo,
un luogo da sempre legato alla musica viennese, ai suoi grandi
compositori e alla storia della città in genere; i ricchissimi
appartamenti imperiali con le collezioni di argenteria, mobilio
d'epoca (tra cui pregevoli porcellane) e tappa immancabile per
tutti i romantici, gli appartamenti privati di Francesco
Giuseppe e di Sisi; la Cappella di Corte,
la Burgkapelle costruita nel XIV secolo inizialmente
in stile gotico, e successivamente nel XVIII secolo rivisitata
in stile Barocco (ogni domenica e durante le principali festività
viene celebrata la Messa durante la quale si esibisce l'orchestra
di corte, il coro dei Piccoli Cantori di Vienna (o delle
voci bianche) e il Coro dell'Opera di Stato).
Poi
si prosegue con il favoloso (è proprio il caso di dirlo)
tesoro imperiale, che comprende la Corona Imperiale,
il simbolo stesso dell'impero, la
Sacra Lancia di Longino
dal nome del soldato romano che trafisse con la propria lancia
il costato di Gesù crocifisso, e altre reliquie religiose tra
cui uno dei chiodi della Crocifissione e una delle spine
della corona di Gesù; la Scuola di Equitazione
spagnola (Spanische Reitschule), una delle
istituzioni più antiche della città e, nel suo genere, del mondo
dove, da oltre quattro secoli (nel 2015 sono stati esattamente
450 gli anni di vita) si pratica l'equitazione nella tradizione
rinascimentale degli allenamenti di una haute école.
Lo Hofburg comprende anche la sede della Biblioteca Nazionale,
con al suo interno, la barocca Prunksaal, la Sala d'onore
con l'affascinante collezione di vecchi strumenti musicali.
La
Biblioteca Nazionale Austriaca (Österreichische Nationalbibliothek,
indirizzo Josefsplatz 1) è la più grande biblioteca del Paese,
una delle più belle e storiche biblioteche del mondo, con 7,4
milioni di volumi presenti nelle varie collezioni. Come avrete
intuito il Palazzo Imperiale del Hofburg è in realtà un complesso
di edifici, il primo dei quali è stato costruito nel 1279, ed
è cresciuto con la crescita stessa dell'impero. Un tempo era
la residenza invernale della casa reale è si trovava fuori dal perimetro
della Vienna medievale. Con il crescere della città
oggi si trova in pieno centro, una "città" nella città. Le prime
parti circondano la corte degli svizzeri, un cortile chiamato
così per via della guarnigione di mercenari svizzeri che qui
erano di stanza (tutti i regnanti europei piccoli o grandi avevano
la loro guardia svizzera, ultimo esempio
è il Vaticano). Gli stili del Hofburg, possono apparire
non sempre armoniosi, per via del fatto che ciascun imperatore
ha sempre aggiunto, o tolto, qualcosa al lavoro svolto dai suoi
predecessori. Chiamato semplicemente Burg "il Palazzo" dai viennesi,
lo Hofburg ha resistito a tre grandi assedi, un grande incendio
e le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale. Delle sue più
di 2.600 camere, meno di due dozzine sono aperte al pubblico.
È facile muoversi a Vienna? Muoversi a Vienna
è abbastanza semplice, grazie a una rete di trasporti molto
efficiente. Se siete dei buoni camminatori il centro storico
delimitato dal Ring, l'anello che costituiva la vecchia
cinta muraria, si percorre piacevolmente a piedi. Si consiglia
di utilizzare i mezzi pubblici perché guidare a Vienna è
più una seccatura che una comodità. In ogni caso vedere
la pagina dedicata: Come muoversi a
Vienna e quella 🅿Dove parcheggiare
a Vienna (non è facile trovare parcheggio).
Non
è facile vedere una città come Vienna in pochi giorni, ma se
proprio non potete trattenervi abbastanza almeno non mancate
di visitare uno dei migliori musei del mondo, un monumento di
per sé, il Museo di Storia dell'Arte
di Vienna (Kunsthistorisches Museum indirizzo
Maria-Theresien-Platz) che espone le opere d'arte fatte arrivare
a Vienna dagli Asburgo durante tutto il loro dominio e comprende
un'impareggiabile collezione di quadri di Caravaggio,
Giorgione, Rubens,
Mantegna, Peter Brueghel il Vecchio, Raffaello,
Perugino, Vermeer, Albrecht Dürer,
Velázquez,
Hieronymus Bosch,
Jan van Eyck, Correggio,
Rembrandt, Tiziano
e Tintoretto.
È difficile, se non impossibile, riuscire a vedere
tutto in una sola visita e bisogna fare attenzione anche
a non prendere il torcicollo per osservare gli stupendi soffitti
decorati o a non farvi venire la Sindrome di Stendhal.
Non
andate via senza prima essere passati per la stupenda caffetteria
del museo, ci si potrebbe stare un pomeriggio da quanto è comoda.
Il moderno quartiere museale Museumsquartier (indirizzo
Museumsplatz 1) è la destinazione perfetta per le giornate di
pioggia: i suoi bellissimi
musei (Museo di Arte Moderna, Museo Leopold,
la Kunsthalle, l'Esposizione di Arte Contemporanea, lo
Zoom Museo per bambini, il Centro di Architettura
di Vienna), le caffetterie, gli spazi pubblici accoglienti,
lo hanno reso la terza attrazione di Vienna. Tutti questi musei
sono concentrati attorno a Museumsplatz.
Se
siete tra gli amanti del mondo della psicologia, non potete
fare a meno di visitare la Casa Museo di Sigmund Freud
che si trova negli appartamenti dove il padre della psicanalisi
viveva e lavorava. Il museo è stato aperto nel 1971 e si trova
nel quartiere di Alsergrund al numero 19 di Berggasse.
All'interno potrete trovare, oltre ai mobili originali del dottore
(tra cui il primo divanetto dove Freud ascoltava i suoi pazienti,
poi preso a modello da tanti psicologi), documenti, fotografie
e diversi oggetti curiosi, tra i qual un compendio di storia
della psicoanalisi.
Al
di fuori del centro della città si trova lo splendido
Belvedere (indirizzo Prinz Eugen-Straße 27), di cui vi ho
già accennato, costruito da Johann Lukas von Hildebrandt,
per il principe Eugenio di Savoia, il grande condottiero
italiano e grande amante dell'arte che sconfisse i turchi che
minacciavano l'impero asburgico e l'intera Europa. Il Palazzo
è in realtà formato da due edifici separati, come si può vedere
dalla foto al lato, Belvedere superiore e Belvedere Inferiore.
Il palazzo superiore, da cui si gode un bellissimo panorama
della città ospita oggi la Galleria austriaca, con le opere in particolare dell'arte austriaca dal Medioevo
ad oggi, a cui si aggiungono alcuni capolavori stranieri.
La
collezione artistica di questo museo è impressionante ma, come
con la Gioconda di Leonardo al Louvre,
c'è un dipinto che ne è diventato il simbolo: il Bacio
di Gustav Klimt. La raccolta dei quadri di Klimt qui
ospitata include anche Giuditta, altro dipinto entrato
nei manuali di storia dell'arte e altri pregevoli capolavori
di Egon Schiele, Oskar Kokoschka, opere dell'Impressionismo
francese e capolavori del Biedermeier viennese,
solo per citarne alcuni. Nel Belvedere Inferiore, si trovano
gli appartamenti e le sale di rappresentanza usati dal principe
Eugenio per intrattenere i suoi ospiti di alto lignaggio, che
sono di assoluta bellezza.
Prima
di riprendere il cammino verso casa, se potete, tenetevi un
po' di tempo per visitare l'altro grande e celebre palazzo Barocco
della città, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco,
il Castello di Schönbrunn (indirizzo Schönbrunner Schloßstraße
47); si tratta del monumento in assoluto più visitato dell'Austria,
che ha visto tra i suoi residenti, più o meno stabili, Maria
Teresa, la l'Imperatrice Elisabetta di Baviera (meglio
conosciuta come Sisi, oppure Sissi per via dei film), Napoleone
Bonaparte (che conquistò Vienna due volte).
L'interno
si presenta quasi integralmente nel suo aspetto originale, con
lo stile tipico del tardo Barocco importato dalla Francia, il
rococò, con riccioli e arabeschi dappertutto, con 2000 stanze,
una cappella e un teatro, siamo di fronte a un'altra città nella
città. Nel cosiddetto Salone degli Specchi,Mozart
(vedere anche Mozart a Vienna)
eseguì, a sei anni, il suo primo concerto reale al cospetto
di Maria Teresa. Pare che l'imperatrice restò entusiasta
dell'esecuzione del piccolo genio della musica, tanto che il
padre annotò orgoglioso nel suo diario, "Wolferl (diminutivo
affettuoso di Wolfang) è saltato in grembo a Sua Maestà,
abbracciandola e sbaciucchiandola per benino". La Sala
di Napoleone (che qui soggiornò saltuariamente tra il 1805
e il 1809) curiosamente espone un'allodola crestata impagliata.
Vienna e pericolosa di Notte? La città è considerata
una delle più sicure in Europa e in generale donne e uomini
non avranno problemi a camminare di notte. Evitare la notte
zone come il Prater e il Praterstern. Una zona poco adatta
e dove ci possono essere problemi e la via a "luci rosse"
Ausstellungsstrasse.
A
Vienna è facile trovare aneddoti gustosi sulle vite dei grandi
uomini che sono nati qui o che vi hanno vissuto. Ho trovato questo episodio sulla vita di uno dei più
grandi compositori della storia che mi ha molto divertito
e ve lo racconto. "Beethoven!" Gridò il padrone di casa.
"Che cosa ha fatto? Non si possono fare dei buchi nei miei
muri solo perché si vuole una vista degli alberi!", "Posso.
E lo farò, "rispose il grande compositore. Beethoven sapeva
di essere Beethoven. Beh, il buco è stato riempito, gli alberi
se ne sono andati, e i personaggi di questo scambio di vedute
sono morti da tempo (il padrone di casa di Beethoven si chiamava
Johann von Pasqualati ed era un grande appassionato di
musica che perdonò tutto al suo famoso e irruento inquilino),
ma ritrovarsi nel punto esatto di questa storia rende tutto
così vicino che la musica finisce col riempire il sottofondo
dei miei pensieri (leggi anche Beethoven a Vienna).
Volete
un po' di modernità nel rispetto della tradizione viennese?
Andate a vedere la Hundertwasserhaus (indirizzo Kegelgasse
36-38), un complesso multicolore di case popolari che prendono
il nome dall'architetto e artista Friedensreich Hundertwasser
che le costruì nel quartiere di Landstraße, a est del
centro città. Il complesso di piani ondulati, con un tetto ricoperto
d'erba, 52 appartamenti, quattro uffici, 16 terrazze private
e tre terrazze comuni, e 250 alberi, fu costruito tra
il 1983 e il 1985, secondo le idee e i concetti di Hundertwasser
che lavorò con i colleghi architetti Joseph Krawina e
Peter Pelikan per la fase esecutiva. La cosa incredibile
è che questo moderno Gaudì
che è stato Hundertwasser (morto nel 2000) non prese alcun
compenso per il suo lavoro, dichiarando che ne valeva la pena,
per evitare che qualcosa di brutto potesse essere costruito
al suo posto. Oggi, proprio come gli edifici del grande
architetto spagnolo a Barcellona,
la Hundertwasserhaus è diventata uno dei luoghi più visitati
di Vienna e ormai fa parte a pieno titolo del patrimonio culturale
dell'Austria. Per chi volesse approfondire vedere l'articolo
dedicato
Hundertwasser Krawina Haus .
Anche
se può non sembrare, Vienna è una delle città europee che più
attraenti i giovani visitatori. Il centro storico racchiuso
dalla Ringstrasse ospita locali di tutti i tipi, bar, jazz club,
discoteche in cui trascorrere piacevoli serate, anche ascoltando
della buona musica dal vivo. Particolarmente frequentata è la
zona del
MuseumsQuartier,
in cui il divertimento si coniuga all'arte e alla cultura. Un'altra
zona dove trovare numerosi locali, ristoranti e caffè è anche
il quartiere dello Spittelberg. Poi c'è il Bermudadreieck,
letteralmente il "Triangolo delle Bermuda" della vita notturna
viennese, dove nel raggio di pochi metri si concentra una grande
quantità di circoli culturali e music bar.
Altra zona parecchio frequentata dai giovani è quella della
Gürtel, la terza cintura periferica della città che unisce
il nord con il sud di Vienna. Tra le arcate Jugendstil
della metropolitana sopraelevata progettata da Otto Wagner,
in un modo molto intelligente, sono stati recuperati numerosi
spazi dove hanno aperto locali "di tendenza", cioè che poi vengono
replicati da altre parti. Un miscuglio di stili che sono riusciti
ad armonizzare creando qualcosa di interessante tra ritmi di
musica rock, pop e techno, intellettuali, artisti, gallerie
e musicisti d'avanguardia.
Quali sono i piatti di Vienna più famosi? Senza
fare classifiche, diciamo che i più conosciuti sono la già
citata Cotoletta Viennese (Wiener Schnitzel), la Sachertorte,
il Gulasch nella variante austriaca (leggermente meno speziato),
lo Strudel di mele Apfelstrudel e l'insalata di patate (Erdäpfelsalat).
Per altri piatti consultate la pagina Cosa mangiare a
Vienna.
L'inverno
è la stagione più suggestiva per visitare Vienna, ma, come tutti
sospettano, fa parecchio freddo. In molti hanno in mente le
classiche immagini da cartolina, con la città imbiancata e un
Natale fiabesco. Neve sul terreno, fresca aria notturna, gruppi
di amici nascosti nel vapore che si alzavano da tazze di vino
caldo, castagne di arrosto, candele, e il tipo di decorazioni
natalizie che avevamo prima di scoprire che Babbo Natale non
esiste. Tutte queste immagini devono tenere conto, che in inverno
si possono toccare i -15 gradi celsius in alcuni giorni. Se si
parte preparati poco male, in caso contrario può diventare complicato.
In ogni caso l'atmosfera natalizia veramente unica ripaga sempre
di qualche piccolo sforzo.
Un vantaggio dell'estate è che gran parte della popolazione
locale scompare nelle residenze estive o va in vacanza, quindi
c'è più spazio per chi visita e la città è meno congestionata.
Lo svantaggio è che troverete molti più visitatori come voi.
Oltre al bel tempo, l'estate porta anche tutta una serie di
eventi e manifestazioni culturali. Potrete sedervi nella notte
in un tavolino all'aperto godendo le delizie dei tanti ottimi
caffè, bar, ristoranti e taverne del vino, i famosi Heurigen
(come quelli della zona di Grinzing).
Molti hanno i loro giardini proprio per questo scopo, con le
viti arrampicate alle pareti e la sensazione di essere in campagna.
Anche le autorità comunali di Vienna fanno un ottimo lavoro
colorando la città di fiori e non solo nei parchi e nei giardini.
I vantaggi delle stagioni di mezzo, primavera autunno, sono
che si può avere il meglio di Vienna, senza le code dell'estate
o del Natale. Chi lo può fare troverà una città più accomandante.
Trovare alloggi economici a Vienna può essere un problema,
soprattutto a Natale,
Pasqua e tra giugno e settembre, quindi conviene prenotare il
prima possibile (se lo fate con noi attraverso le pagine che
trovate in alto a sinistra e in basso ancora meglio, risparmiate
e ci date una mano ☺). Per mangiare non avrete che l'imbarazzo
della scelta con ristoranti per tutte le tasche e tutti i gusti
(date un'occhiate qui al riguardo
Ristoranti a Vienna).
Stessa cosa dicasi per quanto riguarda la vita notturna (leggetevi
questo nostro articolo sulla
Vita notturna a Vienna).
Ora
va molto chiedere a qualcuno dopo un viaggio se si è "divertito".
Divertirsi, infinito presente del verbo divertire, è una parola
un po' cacofonica (almeno secondo me), riferita a un viaggio.
Certo, ci si può anche divertire a Vienna, come in qualsiasi
altro luogo, ma il viaggio è sempre qualcosa di diverso, dove
sarebbe meglio usare i verbi, scoprire, riflettere, e perché
no, imparare. Ad ogni modo, Vienna, essendo una metropoli, offre
molti luoghi dove intrattenersi, o divertirsi, fate voi, ve
ne abbiamo già parlato in questa pagina e in tutto il resto
della nostra guida alla capitale austriaca. Questo è vero per
l'arte e per i musei. Questo è ancora più vero specialmente
nella musica, come abbiamo visto ampiamente. Se vi piace la
musica classica, si può assistere a concerti e a meravigliose
opere nella Staatsoper,
l'Opera di Stato di Vienna, o nel Theater an der Wien.
Oppure, tenendo d'occhio il calendario, ogni anno si tengono
importanti manifestazioni legate alla musica e al teatro, come
i Wiener Festwochen (da metà maggio a metà giugno) o
il famoso carnevale viennese, accompagnato da concerti
eseguiti da orchestre, balli e walzer. Poi, per quando riguarda
gli amanti della danza, per quelli che rivedono anche la sesta
replica di "Sissi" con Romy Schneider, e che appena mettono
piede in città gli risuonano nelle mente le note del "Bel
Danubio Blu" sono da non perdere, potendolo fare,
i "famosi balli viennesi": soprattutto il Ballo delle Debuttanti
nel periodo del carnevale e il Kaiserball (ballo imperiale)
per l'ultimo dell'anno. Divertenti? Forse, sicuramente appassionanti.
Insomma, spero di avervi dato l'idea giusta di questa città,
cari lettori di tutte le età. Vienna sembra ormai eterna.
Come tutte le cose eterne sembra quasi un pensiero d'amore,
lo diceva anche il grande Dino Buzzati. Si ha quasi l'impressione
che quel misticismo, progressista e conservatore al tempo stesso,
di cui è impregnata la città, abbia cercato, forse senza trovarla,
una malinconica dignità per gli uomini, quasi come in un valzer
che si vorrebbe infinito. Ho reso l'idea? Buona Vienna.
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