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Jan van Eyck
- Vita e Biografia
   
Nato intorno al
1395 a Maaseik, nell'attuale provincia
fiamminga del Limburgo in Belgio, Jan van Eyck
fu il pittore fiammingo che perfezionò e sviluppò a
livelli altissimi l'allora recente tecnica della
pittura ad olio. I suoi dipinti naturalistici su
tavola, per lo più ritratti e soggetti religiosi,
hanno fatto ampio uso di simboli della religione
camuffati. Tra
i suoi capolavori, entrati di diritto nella storia
dell'arte, vi sono la pala d'altare nella cattedrale di
Gand, la cosiddetta Adorazione
dell'agnello Mistico (chiamata anche Pala di Gand del
1432) e il celeberrimo
Ritratto dei Coniugi Arnolfini. |
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La data esatta di nascita di Jan van Eyck non è nota. Il primo
documento esistente su di lui, riguarda il periodo di quando
era al servizio alla corte di Giovanni di Baviera a
L'Aia, tra il 1422 e il 1424. Questo
suggerirebbe una data di nascita dopo il 1395. La sua età apparente nel suo
probabile autoritratto (prima foto in alto, Uomo col turbante
rosso) suggerisce invece per la maggior
parte degli studiosi una data anteriore al 1395.
Dopo la morte di Giovanni di Baviera, nel 1425, van Eyck entrò al servizio
dei potenti e influenti principi di Valois, alla corte del
Filippo
il Buono, duca di Borgogna. Van Eyck risedette a
Lille per un anno,
quindi si trasferì a
Bruges, dove
visse fino alla sua morte,
avvenuta il 9 luglio del 1441. Van Eyck per Filippo il Buono, non fu
soltanto un geniale pittore di corte ma anche un abile
ambasciatore, a cui vennero affidati delicati incarichi diplomatici
in Terrasanta, in Spagna, in Portogallo e forse anche in Italia.
Nulla si sa dell'educazione e della personalità dell'artista,
ma l'incondizionato elogio dei suoi contemporanei, le sue
responsabilità politiche e le opere stesse, denotano una
cultura prospettica e botanica eccezionali. Indicano che con Jan van Eyck è già finita l'epoca delle tradizioni di bottega che
tanta parte aveva avuto nella formazione degli artisti del XIV
secolo. Il pittore non è più un artigiano, ma un uomo di vasta
cultura; d'ora in poi non sarà più sufficiente studiare i
precetti del maestro, ma sarà necessario indagare la natura e il
mondo dell'uomo con mentalità scientifica in modo da conoscere
"le stoffe come un tessitore, le architettura come un architetto,
la terra come un geografo, la flora come un botanico".
Pochissime notizie si hanno della vita del caro fratello
maggiore, Hubert van Eyck (in passato si mise in dubbio perfino
la sua esistenza) che con Jan collaborò tutta la vita e morì a Gand nel 1426. Ma è a Jan che oggi viene attribuito, più o meno
concordemente, il merito maggiore di tutti dipinti
che passano sotto il nome dei due fratelli.
Prese le mosse della cultura figurativa tardo gotica,
visibile nelle miniature delle Ore di Torino
(conservato nel Museo civico d'Arte antica di Palazzo Madama di
Torino). Il libro era appartenuto a
Jean de Berry ed è stato
smembrato in più parti. Quattro fogli, con cinque miniature si
trovano oggi al
Louvre,
ed uno al
Getty Museum. In seguito nella minuscola Madonna nella Chiesa(oggi
alla
Gemäldegalerie di Berlino) Jan raggiunse
la sua tipica cifra stilistica che ebbe il suo culmine nell'esecuzione del celeberrimo
Polittico di Gand,
probabilmente iniziato dal fratello Hubert. Quest'opera, il capolavoro
dell'arte fiamminga, è tuttora al centro di complessi diatribe
filologiche; tuttavia, pur discutendo sull'attribuzione di
alcuni pannelli, tutti sono concordi nel ritenere che fu Jan ad
unificare le diverse parti del polittico, creando una struttura
iconograficamente e stilisticamente coerente.
L'artista si
rivela completo padrone dei suoi mezzi espressivi trattando
con suprema perizia le luci e le ombre, ottenute con un perfetto
uso dei colori a olio che, secondo una tradizione leggendaria,
sarebbero stati inventati proprio da lui. In realtà la pittura ad
olio era già nota da tempo, tuttavia gli esami di laboratorio
hanno rivelato l'incredibile cura posta dal pittore nello
stendere e lisciare i colori sulle tavole di quercia (che erano
il supporto più comune delle sue opere) attraverso una preparazione di gesso
e colla animale che annullava le irregolarità del legno. I suoi
celebri effetti di luminosità e analiticità erano ottenuti
stendendo una serie di velature a olio più o meno dense che
permettevano il passaggio della luce (la tempera invece non lo
consente, determinando una superficie opaca), la quale veniva
riflessa dalla preparazione in gesso, e ciò accadeva perché
il pigmento del colore era mescolato con un olio essiccativo a
presa rapida, che lo rendeva in parte trasparente. Questo fu il
segreto di Jan van Eyck, che gli permise di raggiungere effetti di luce e
di incarnato mai fino ad allora conosciuti.
Dopo questo grande 'esploit', l'arte di Jan non conobbe
importanti innovazioni, fatta eccezione per una resa sempre più
minuziosa dei particolari. La sua ricerca, sempre più attenta e
penetrante sugli infiniti aspetti del mondo visibile,
sull'apparire delle cose e degli esseri umani, lo
condusse ai grandi capolavori della maturità quali il
celeberrimo
I coniugi Arnolfini, la Madonna del cancelliere Rolin e la Madonna del
canonico Val del Paele.
Il Ritratto dei Coniugi Arnolfini è uno dei capolavori più popolari della
National Gallery di
Londra
e venne dipinto a Bruges, su
commissione di ricchi mercanti di tessuti di
Lucca,
nel 1434. Questo piccolo capolavoro ad olio su una tavola di rovere ha
influenzato i pittori e la storia stessa dell'arte, da
Velázquez a
David Hockney.
L'acuto realismo analitico dello
stile di van Eyck lo predispose naturalmente al ritratto,
all'approfondito studio delle fisionomie. Lontani dalla carica
espressiva degli uomini terreni di Roger van der Weyden, i
ritratti di van Eyck, seppure di un naturalismo inarrivabile, sono
colti in un momento di distacco: quando l'uomo, lontano
dall'essere parte della società, si ripiega sui propri pensieri,
isolato in una meditazione profonda, enigmatica. L'influsso di Jan
fu enorme e si fece sentire dalla Francia alla Spagna, dalla
Germania all'Italia, dove
Antonello da Messina ne diffuse con
fascino irresistibile il messaggio.
Vedere anche l'articolo dedicato alla
Madonna del Cancelliere Rolin.
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