Storia di Bruges

Importante porto commerciale nel Medioevo, Bruges declinò nel Rinascimento per poi conoscere una rinascita come centro culturale tra Ottocento e Novecento. Ripercorriamo i momenti fondamentali della storia di questa affascinante città delle Fiandre.

 

Bruges (Brugge) fu fondata nel IX secolo dai vichinghi che si insediarono nelle vicinanze.  Il nome Bruges è probabilmente derivato dalla parola vecchio-scandinavo "Brygga", che significa porto oppure luogo di ormeggio.  La prosperità di Breuges probabilmente si deve a una tempesta di una notte del 1134, quando la forza dell'acqua aprì un canale naturale, lo Zwin, che collegava la cittadina al Mare del Nord. Quell'evento la rese uno dei porti più importanti dell'Europa medievale, un centro di commercio del famoso panno fiammingo e una calamita per gli artisti. 

Ma la natura a volte da e a volte prende e il lento ma inesorabile insabbiamento dello Zwin e la conseguente perdita del porto nel XVI secolo, causò un declino che contribuì a preservare il centro storico della città, quasi come il tempo si fosse fermato. Come detto per merito della vicinanza della città al Mare del Nord, l'insediamento divenne ben presto un importante porto commerciale. Il giovane insediamento acquisì i diritti di città fin dal XII secolo. A quel tempo una prima conta muraria di protezione fu costruita intorno alla città. Ben presto, però, il canale Zwin cominciò ad insabbiarsi. Ciò avrebbe causato i noti gravi problemi per la città, se non fosse che Bruges riuscì per un paio di secoli quasi sempre ad adattarsi  a questa situazione creando i porti esterni a Damme (sei chilometri da Bruges) e a Sluis (a circa 25 km). Inoltre, il trasporto di merci via terra divenne sempre più usuale. Nel XIV secolo Bruges divenne il punto di partenza di un trasporto stradale commerciale per la Renania (oltre a Bruxelles e Lovanio, città del  Brabante che a loro volta si erano sviluppate e arricchite molto grazie a questa via commerciale).

Già nel XIII secolo Bruges era diventata un importante centro di commercio internazionale. I commercianti di tutto il mondo allora conosciuto venivano qui per vendere  e acquistare ogni genere di mercanzia, ma soprattutto  per comprare stoffa fiamminga, un prodotto tessile di fama internazionale, prodotta in diverse città fiamminghe (ad esempio a Gand).  Gran parte dei commerci locali si intrattenevano con l'Inghilterra e nel corso del 1200 Bruges aveva ormai acquisito un ruolo primario nella vendita dei tessuti. Con l'incremento delle ricchezze, però, aumentarono anche le tasse e gli artigiani nel 1302 si ribellarono a nuove imposte, provocando una rivolta passata alla storia come Bruges Matin o Bruges Metten contro il Conte delle Fiandre. A causa di questa instabilità la Francia cercò di annettere la contea delle Fiandre, ma la popolazione si oppose strenuamente e riuscì a cacciare la guarnigione francese il 18 maggio 1302 e subito dopo l'esercito fiammingo riuscì a battere l'esercito francese nella 'battaglia degli Speroni d'Oro' luglio il 11 ° nella città fiamminga di Kortrijk. Questa vittoria è tutt'ora celebrata l'11 luglio.

Nel XIV secolo Bruges si era trasformato anche in un centro finanziario e commerciale internazionale. Divenne, per così dire, il grande magazzino delle città della Lega Anseatica. Diversi Paesi e città importanti come Venezia, Genova e Firenze, avevano una propria ambasciata a Bruges: italiani,  tedeschi, scozzesi e spagnoli facevano della quasi una "capitale d'Europa", dove si potevano sentire quasi tutte le lingue del mondo allora conosciuto e dove si potevano trovare i prodotti più esotici.

Il declino della ricchezza e del benessere di Bruges iniziò nel XV secolo: l'insabbiamento inarrestabile del canale Zwin, la concorrenza con il porto più grande di Anversa e la crisi del settore del panno di lana, portarono a una riduzione dell'attività commerciale. La crisi, però, non fu subito evidente. A Bruges si continuò a costruire splendidi palazzi e chiese tardo-gotico, e la scuola di pittura fiamminga iniziò a fiorire come mai prima. Bruges conservò per un po' il proprio prestigio nel commercio della lana e continuò a prosperare sotto il dominio dei duchi di Borgogna alla fine del 400, periodo in cui fiori l'arte fiamminga grazie ad artisti come Jan Van Eyck, e Hans Memling, autori di dipinti caratterizzati dai colori luminosi e dalla cure del particolare. Se il corso dell'arte scorreva impetuoso, lo Zwin, il canale che collegava Bruges al mare, continuava inesorabile a insabbiarsi; a nulla valsero i tentativi di creare un altro collegamento marittimo e di conseguenza andò indebolendosi il ruolo della città in seno alla Lega Anseatica (gruppo di potenti città commerciali nord-europee), il cui quartier generale fu trasferito ad Anversa. Un gigante dell'industria europea divenne così in breve tempo una città sonnolenta, restando tale per oltre quattro secoli.

Verso la fine del XVI secolo tuttavia l'antico splendore era solo un ricordo e Bruges scivolò in un lunghissime inverno della storia, che la congelò per diversi secoli. Nuove industrie tessili vennero introdotte nel XIX secolo, ma senza alcun risultato. Nella metà del 1800 Bruges era la città più povera del Belgio. Una nemesi incredibile, dopo essere stata forse la città più ricca del mondo insieme a Firenze. Il revival di Bruges ebbe inizio solo alla fine dell'800, quando la città salì alla ribalta grazie alla pubblicazione di Bruges la Morta, il celebre romanzo di Georges Rodenbach del 1892 in cui Bruges è la metafora della vita priva di stimoli del protagonista. Nel 1907 un canale collegò la città al nuovo porto di Zeebrugge e, nonostante quest'ultima località subì gravi danni durante le due guerre mondiali, Bruges rimase invece miracolosamente intatta.

Il XX secolo portò alla totale rinascita. La città fu stata scoperta dal turismo internazionale e il patrimonio medievale si rivelò essere una nuova fonte di ricchezza per la 'Venezia del Nord'. Oggi Bruges è il capoluogo delle Fiandre occidentali e deve il suo benessere soprattutto al turismo. Nel 2002 è stata la capitale europea della cultura.

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