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VISITARE LA
BRETAGNA - INFORMAZIONI E GUIDA. La Bretagna è per gli
esploratori. La sua costa selvaggia e incredibile, le città medievali e le
fitte foreste fanno sì che un'escursione si trasformi quasi sempre in
meraviglia. Questa è una terra di misticismo preistorico, tradizione
orgogliosa e ricchezza culinaria, dove la gente del posto, fieramente
indipendente, celebra la cultura bretone e Parigi sembra davvero molto
lontana.
Prima ancora di arrivarci la Bretagna
la si immagina. Come fosse qualcosa di effimero, di magico. Uno di quei
luoghi che sai che esistono e che quasi gelosamente custodisci nelle mappe
di una memoria che ti appartiene solo per sentito dire, fino a quando
finalmente la vedi. I mattoni dell'immaginario collettivo sono spesso quelli
che non ti aspetti o che ti aspetti senza pretese, per poi scoprire molto di
più.
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Un mondo fatto
di maree lente, quelle importanti, che portano via pensieri e regalano
infiniti orizzonti. L'immensità dell'Oceano Atlantico qui non ha confini e
regala panorami mozzafiato, suggestivi fari su acque impetuose a guardia di
coste frastagliate e appetitosi piatti di ostriche, aragoste e sardine.
Arrivare alle leggende di re Artù e ai Dolmen il passo è
breve, soprattutto quando tutt'attorno si è accompagnati dal suono di
memorie celtiche.
La Bretagna è una regione che dalle origini ha scandito la
propria diversità dal resto della Francia, quasi fosse un naufrago
scampato e allo stesso tempo un porto sicuro della sua terraferma. Ad
iniziare dal nome: Bretagne in francese, Breizh in bretone e
Bertaèyn in gallo, una regione culturale più che amministrativa, che
si posiziona nell'estremo lato nord-ovest della Francia, coprendo un
territorio di circa 34.000 km². Un regno indipendente fino al 1532, anno di
unione alla Francia. Il territorio è circondato dal mare nel lato
settentrionale, occidentale e meridionale (Canale della Manica a
nord, Mar Celtico e Oceano Atlantico a ovest, Golfo di
Biscaglia a sud), mentre a nord-est e ad est confina rispettivamente con
le regioni della
Normandia
e dei
Paesi della Loira.
Spesso la Bretagna viene anche indicata come Lesser Britain (cioè
bassa Bretagna) per distinguerla dalla Grande Bretagna, la Gran Bretagna per
l'appunto). Amministrativamente la regione si compone di quattro
dipartimenti: Côtes-d'Armor, Ille-et-Vilaine, Morbihan,
Finistère. La lingua ufficiale è il francese, mentre le lingue
regionali sono il bretone e il gallo.
La storia della Bretagna
è antichissima e va molto
indietro nel tempo. La quasi totale mancanza di documenti rende la
conoscenza di questi territori ancora più enigmatica. Armorica, la "terra
di coloro che guardano al mare", come veniva chiamata dai Romani la
terra dei popoli Celti, resta ancora oggi "un mondo a parte", una penisola
di granito isolata dal resto della Francia. Un mondo lontano da tutto,
inaccessibile. La presenze umana è documentata all'Era Paleolitica,
considerando che durante l'ultima epoca glaciale il continente europeo era
collegato con quelle che attualmente vengono definite Isole britanniche.
Certo è che mai come in Bretagna storia e leggenda si fondono e si
confondono nel mistero e sembrano contrastarsi a volte, per poi legarsi in
intrecci ancor più nascosti. La Bretagna è sicuro una terra di contrasti,
già dal nome: Armorica, terra che guarda al mare, oppure Breizh
o Pen ar Bed, che è il nome bretone di Finistère, a
significare 'fine della terra'. Dipende da dove lo si osserva, il luogo
rimane sempre lo stesso. Poco si sa quindi dei primi popoli che hanno
abitato il territorio.
A partire dal 6.500 a.C. vennero innalzati 6mila
menhir, e migliaia tra dolmen, cairns di pietre impilate a
secco e tumuli vari. A Carnac si trova il più esteso
ritrovamento megalitico del mondo, dove si dice che ci sia un menhir per
ogni casa, e dove ancora sono evidenti i segni rituali dell'antica
religione druidica, instauratasi in questi territori intorno al V secolo
a.C. Tracce evidenti di passaggi storici, distanti tra loro anche millenni,
ma le cui scelte territoriali di stanziamento sono ricadute costanti nel
tempo. I ritrovamenti archeologici in Bretagna sono numerosi e
importanti. Si conoscono la stele di Locmariaquer, anche conosciuta
come Pietra della Fate o Grand Menhir Brisé , e poi il
tumulo di Barnenez (considerato uno dei più antichi monumenti megalitici
dell'Europa), o quello dell'isola di Gavrinis, nel golfo di
Morbihan, dove sono rimaste custodite dal tempo misteriose incisioni
sulla pietra. L'elenco abbonda di altrettante località preistoriche, come
quelle di Monteneuf, o di Lagadjar, i cui menhir troviamo
incredibilmente allineati nelle campagne di Camaret-sur-Mer, o ancora
di Dol-de-Bretagne, che si arricchisce del menhir du
Champ-Dolent, il più alto di tutta la Bretagna. Sono solo alcune delle
località della Bretagna ricche di monumenti megalitici.
Ci sono poi le presenze leggendarie, quelle ancora avvolte nel
mistero. La città di Ys è una di queste: venne fondata dal re
Gradlon, sovrano dell'antica Cornovaglia francese (in bretone
chiamata Kernev), dietro richiesta della figlia Dahut, giovane
dedita all'arte della stregoneria. La città, costruita sotto il livello del
mare, veniva mantenuta in vita grazie ad una diga che permetteva il
passaggio delle navi durante la bassa marea e le cui chiavi di accesso erano
tenute gelosamente solo dal re. Città ricca in commercio, arti e
architetture preziose, Ys venne poi inghiottita dal mare per colpa del
demonio, che giunto nell'isola nelle vesti di un giovane straniero
innamorato, ingannò la figlia del re facendosi consegnare le chiavi della
diga.
Le versioni della leggenda abbondano ma tutte affondando le proprie
radici nell’epoca in cui si assiste in Bretagna al passaggio dal
paganesimo al cristianesimo. La leggenda continua infatti a raccontare
di come al re fu data la possibilità di salvarsi fuggendo a cavallo grazie
all'avvertimento di San Vinvaleo (Saint Guénolé), che però ordinò
allo stesso sovrano di abbandonare la figlia al peggior destino. Si narra
che la principessa sia stata lasciata in un luogo oggi conosciuto come
Poul Dahud ("baratro di Dahut") e che si sia trasformata in una
sirena, continuando a vivere nella città inabissata. Alcuni pescatori della
baia di Douarnenez affermano di poter sentire i suoi canti, mentre
del re resta oggi la Cattedrale di Saint-Corentin, nella località di
Quimper, che si dice essere stata costruita proprio nel punto in cui
si trovava l'eremo nel quale il sovrano si ritirò a passare il resto dei sui
giorni.
Amor, la terra affacciata sul mare, si
accompagnava a quella di Argoat, la terra dei boschi, così
come un tempo venivano distinti i territori bretoni. La conquista della
Bretagna Maggiore (l'attuale Gran Bretagna) da parte delle popolazioni
germaniche, favorì una più spinta emigrazione delle popolazioni celtiche,
che attraverso il Canale della Manica si riversarono in particolar
modo dell'Armorica occidentale, la Bretagna Minor. La natura è ricca
in Bretagna e per questo venne scelta dalle antiche tribù celtiche, che
portarono con se molte leggente, incluse verosimilmente quelle legate a
Re Artù. La grande Foresta di Brocéliande, anche conosciuta come
foresta di Paimpont, a circa 30 km da Rennes, è secondo la
tradizione lo scenario madre della saga arturiana: un luogo dove
realtà e leggenda sono ormai diventate la stessa cosa , un immaginario
medievale intriso di magia e mistero.
Visitarla significa addentrarsi tra
una foresta fitta di maestosi alberi, dove non mancano qua e là luoghi
misteriosi, come quelli chiamati Valle senza ritorno, Val sans
retour, così chiamata dal sortilegio della fata Morgana, e ancora la
Fonte della Giovinezza, l'Hotié de Vivianne (il castello della
Dama del Lago Viviana), la tomba di Merlino, il più grande mago
di tutti i tempi, e così via. Non mancano ruscelli di acqua limpida, rocce o
alberi magici. Tra leggenda e realtà si avrà magari modo di visitare per
certo Trehorenteuc, un piccolo villaggio conosciuto per ospitare un
altrettanto piccola chiesa legata alle leggende arturiane: un modesto
santuario del XVII secolo restaurato intorno al 1942 dall'abate Henri
Gillard, appassionato di leggende arturiane e del Santo Graal.
Nella foresta c'è anche il castello di Comper, affacciato sulle acque
del lago, lo stesso che la leggenda narra essere stato creato da Merlino per
proteggere il palazzo di cristallo di Viviana, e che oggi ospita infatti il
Centre de l'Immaginaire Arthurien. Troviamo anche Josselin, un
piccola cittadina di case medievali, nate dall'antico castello del XI secolo
costruito su uno sperone roccioso lungo il fiume Oust e oggi ancora
ben conservato.
La Bretagna è territorio di mare, di tranquilli villaggi
dell'entroterra, di foreste misteriose e di città piene di giovani come
Rennes:
ricca di storia e architettura, è un luogo dove convivono case a graticcio e
centri di ricerca tecnologica e digitale, così come quartieri medievali e
viali con edifici in stile Art Déco. L'itinerario celtico della Bretagna
potrebbe iniziare e finire proprio da qui, dall'antica capitale del ducato
ed effervescente città universitaria, arrivando fino a Vannes, altra
città lastricata da antiche case a graticcio, per poi raggiungere la vicina
Lorient e scoprire il Festival Interceltico, un 10 giorni di
spettacoli ed eventi all'inizio di agosto, con oltre 4000 musicisti,
cantanti, ballerini, artisti visivi, accademici, registi e tanto di più, in
auge sin dagli anni '70 dello scorso secolo, attirando ormai una media di
700mila spettatori.
Nella costa settentrionale troviamo poi
Saint-Malo,
antica città dei corsari, che unisce orizzonti aperti verso l'Oceano e
secoli di stili architettonici. C'è poi la vicina Dinard, bellissima
regina elegante della riviera bretone. Ci sono poi luoghi come Finistère
(da non confondere con Finisterre in Galizia, Spagna) e Morbihan,
con i promontori protesi nell'Atlantico, che lo straniero chiama 'luoghi
alla fine del mondo', ma che qui in bretone sono invece conosciuti come
Penn ar Bed, e cioè' l'inizio del mondo. Altre importanti città di
questa parte di Bretagna sono Brest, Châteaulin, Concarne
e Quimper, attraenti e ricche di vitalità.
Si visiti la città
fortificata di Concarneau, per poi ammirare i colori del tramonto a
Pointe de Pen-Hir, le splendide spiagge di Kersaint, che
ricordano quelle della Grecia mediterranea, o quelle di Guissény,
arrivando fino ai resti a cielo aperto dell'Abbazia di Beauport, nei
pressi di Paimpol, passando per Saint-Brieuc e fino ad
arrivare a
Mont Saint Michel,
amministrativamente parte della Normandia.
Si percorre un tratto di costa
con paesaggi da cartolina, dove le maree rendono labile il confine tra mare
e terra, con la costa punteggiata di fari e case costruite tra le rocce;
scenari che cambiano dalla mattina alla sera: mare, case bianche e
pescherecci, che poi lasciano il posto a distese di sabbia a perdita
d'occhio e barche rovesciate che sembrano spuntate dal nulla, accasciate su
un fianco nella sabbia fangosa. Nei pressi di Brest il colpo d'occhio è
curioso: il faro di Saint-Mathieu costruito nel 835 a ridosso delle
rovine di un'antica Abbazia del XI secolo. Non lontano è invece il Faro
di Jument, eretto tra il 1904 ed il 1911 al largo della punta sud ovest
della Île d'Ouessant, considerato uno dei più famosi della Francia.
Mondi irriconoscibili, non fosse per le costruzioni che ancora restano,
immobili.
E visto che siamo, tra Saint-Malo e Rennes, fermiamoci a
Bècherel, un luogo di antiche strade che documentano tracce di
differenti epoche storiche e non solo: siamo nella città del libro più
nota della Francia (e terza in Europa), la 'Cité du livre', con
diciassette librerie per poco meno di 720 abitanti, in pratica una libreria
ogni 42 persone. Per non parlare di piccole case editrici, legatorie, e
anche laboratori di calligrafia. Tra mercatini, caffetterie, biblioteche
itineranti e botteghe, si sarebbe ben rivisto il romanziere Jules Renard,
quando ad inizio secolo scorso scriveva "Quando penso a tutti i libri che
mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice".
Non resta che lasciarsi andare ad un buon brindisi celtico,
con la consapevolezza di quanto ancora c'è da scoprire in una regione come
questa e considerando, non ultimo, che la Bretagna è infatti l'unica
regione della Francia dove non si produce vino, perché qui infatti il
brindisi si fa con il sidro (o con la birra). Il tutto
accompagnato dai piatti tipici bretoni, quelli a base di sardine,
di ostriche, scampi, cozze e aragoste. Secoli fa le sardine in
scatola bretoni erano così tanto apprezzate da essere considerate un
prodotto di lusso e questo anche perché erano (e probabilmente ancora lo
sono) considerate più prelibate di altre. Provatele a Concarneau,
l'angolo della Cornovaglia francese, dove sono al centro dei festeggiamenti
della locale festa dei pescatori, Fête des Filets Bleus, così
come le sagre dell'ostrica e degli scampi allietano le vacanze dei
turisti in altre località della regione. Certo è che nelle tavole bretoni
non mancheranno crêpes e galettes, queste ultimi simili alle prime ma
di grano saraceno, che si mangiano in versione salata (magari non mancate la
Fête de la Crêpe di Gourin, a fine luglio).
Il resto, che è davvero tanto, non resta che scoprirlo man
mano tra le pagine legate alla Bretagna. Buona lettura.
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